I segni della potenza dell Italia nel Mediterraneo e in Africa

I segni della potenza dell Italia nel Mediterraneo e in Africa Commenti al viaggio di Mussolini in Libia I segni della potenza dell Italia nel Mediterraneo e in Africa Dieci anni di sapiente politica Berlino, 9 notte. Il viaggio di Mussolini in Libia attira fortemente l'attenzione di tutta la stampa, e riveste un valore simbolico e rappresentativo della nuova rinascita imperiale fascista, valore che superando i confini d'Italia si impone al mondo intero, alla cui coscienza sembra imprimere con forti contorni non soltanto la statura della nuova potenza italiana, ma anche quelli che sono i caratteri realistici del colonialismo, come fenomeno moderno. I giornali rilevano come sia questa la seconda volta, dacché il Fascismo è al potere, che Mussolini si imbarca per quella che gli italiani giustamente indicano come la quarta sponda; e il richiamo dà loro occasione di rilevare intanto l'opera compiuta: «Noi siamo uomini mediterranei — diceva Mussolini imbarcandosi la prima volta. — Il nostro destino sarà sempre nel Mediterraneo ». E i gior- Inali rilevano sino a che punto il I fondatore dell'Impero, imbarcan-1 dosi ora, dopo più di un decennio, j verso la medesima sponda, possa jdire di essere stato fedele a quel-1 le parole, e fino a che punto il significato di quelle parole sia oggi patente a tutto il mondo. « Tra allora ed ora — nota il Boerscn Zeitung — si è adempiuto pienamente nel disegno, nell'ardimento e nel successo, tutto intero l'immenso storico significato di quelle parole. Il destino italiano è nel Mediterraneo: in maniera fatale, nel frattempo, si erano su questo destino addensate le nuvole; superata ora la tempesta, ritornato il sole a risplendere più di prima sul mare, quelle parole rimangono più che mai scritte sull'avvenire della Nazione italiana. L'Uomo che oggi mette il piede una seconda volta in Africa non | si reca più in un paese che con fatica si era dovuto riconquistare, dopo che la guerra mondiale quasi lo aveva ristrappato all'Italia; ma vi si reca oggi come un trionfatore. Un intero Impero si estende davanti ai suoi passi; un Impero che è bagnato dal Mediterraneo, da) Mar Rosso c dall'Oceano Indiano ». L'immensa opera del Fascismo Il giornale delinea qui rapidamente l'immensa opera compiuta dal Fascismo, dalla colonizzazione interna a quella estera, dalla vittoria pontina a quella africana; e richiama dal punto di vista diplomatico le disgraziate condizioni di soffocamento e di privazione di retroterra in cui il Fascismo aveva trovata la Libia; al modo stesso in cui in Africa Orientale le nostre posizioni erano soltanto quelle di pretendenti a un retro-} terra che però ci era da ogni pai»-1 jte conteso. Il pensiero coloniale italiano miseramente si aggirava in un limbo senza redenzione . e senza via di uscita. Su questo mondo coloniale frammentario, soffocato ed incerto, la mano ferma e ordinatrice di Mussolini; ha fatto ad un tratto l'ordine, Ilaria e la luce: in poco tempo, ecw dal Mediterraneo al Mar Rosso, .all'Oceano Indiano, il mondo coloniale italiano ha acquistato organicità e concezione e consistenza; e cosi come per quanto rigus.rda la Libia non le è più precluno l'accesso al Lago Ciad, cos'i anche quelle che erano due frammenti, Eritrea e Somalia, hanno oggi lai loro naturale unità di retroterra:| questa è la realizzazione' massima idel pensiero imperiale d'i Mussolini. Il giornale richiama, a questo punto, i tempi tristi di sTunisi e le esortazioni laconiche di Bismarb: a Crispi: «Andate a Tunisi». « Ciò che allora — dice — In piccola Italia non potè fare contro la Francia, la nuova Italia lo ha ora osato contro l'Inghilterra. Nulla meglio di questo fatto vule a delineare la potenza raggiunta». Il Voelkischer Bechachter anche rileva il decennio trascorso fra la prima e la seconda visita libica di Mussolini. « Ora — dice — le città della Libia sono europeizzate e le più importanti hanno porti moderni. Il paese è, fino al più lontano, confine meridionale, mille chilometri all'interno, fornito di una rete di strade automobilistiche, 1/a più grande delle quali è quel.'.a che I corre dal confine tunisino a quello egiziano, lungo la costa mediterranea, che è quella che Mussolini inaugurerà. Se il primo viaggio segno il punto di inizio, questo segna il compimento; perciò è stato eretto al Duce, in mezzo al deserto, l'arco di trionfo che egli attraverserà. Ma ■ questo viaggio, che segna il compimento, sarà anche un punto di partenza, il punto di partenza della grande potenza islamica dell'Italia ». Tutti i giornali rievocano anche altre parole profetiche, o programmatiche, di Mussolini, pronunciate nel 1934, quando disse I che bisognava evitarli il pericolo 1 che le potenze ricche ed i possessi j coloniali si coalizzassero un giorjno insieme per comprimere l'e1 spansione spirituale, economica e | discussione F.Ua quale oggi dà oc politica dell'Italia. « L'Italia — commenta ancora il sopracitato Basiseli Zeitung — ha superato, quando alla fine si è manifestata, questa pressione; ma questa pressione, la pressione cioè dei ricchi contro i poveri, non esiste forse anche oggi e non soltanto contro l'If_alia, ma anche contro altri? ». Un tema « un motivo Per questa via i commenti di questi circoli ritornano e risalgo-1no, allo stato presente della que-, stione mondiale, al programma |della GermarJa in questo campo, jcasione anche la riunione del co-1 mitato ginevrino per le materie j prime, a cui la Germania, come!si sa, non prende parte ed in cui già si è potuta sentire la voce inglese per bocca di Sir Frederick Leith Ross senza per altro dir nulla di nuovo. Per bocca inglese, ma per,-orecchi anche, se mai, inglesi — nota il Bcrlincr Tageblatt ,— non certo per orecchi dei popoli diseredati colonialmente. Era prevedibile. Il rappresentante inglese ci ha fatto sapere nientemeno che nel mondo ci j sono abbastanza materie prime. Lo capevamo. Ma appunto il male è ctie sono malamente distribuite; e il compito del Comitato dovrebbe essere non già la constatazione che di materie prime ce ne sono ma l'esortazione a meglio distribuirle. II tema è —- scrive il giornale in che modo possa essere pos} sibile ai paesi privi di materie pri- ! 1 me. di adire alle materie prime di1 jcui hanno bisogno, senza spende- re divise che non hanno A tale, uopo non ce che un mezzo co-;Ionie ». •li giornale rileva poi anche latirata dell'oratore inglese contro;le materie prime artificiali, tirata che, come del resto anche tutte le parti precedenti, è rivolta, pur ! i | in n senza nominarla, contro la Germania; ma sia del piano dei quattro anni che delle richieste coloniali tedesche, una sola, e la medesima, è la ragione; ed una sola è la necessità per cui la Germania. non potrà mai rinunciarvi: ieli senso, cioè, dell'uno e delle : altre è che la Germania non può operare se non in marchi». |In ogni modo — conclude il.tomaie — quel che si può affer- ; è che l'emerito Comitato ; materie prime comincia ; delle male. Giuseppe Piazza j l : n o . e . o a a ù . i i ù e o i 1 nere potranno stabilirsi fra il Ma , rocco, l'Algeria, la Tunisia, la Li |bia e l'Egitto. La strada della j Sirte assicura cosi un migliore avvenire alle popolazioni di questa 1 parte del globo e rappresenta una j solenne affermazione della poten!za imperiale italiana in Mediter- La funzione internazionale della grande litoranea Parigi, 9 notte. Parecchi giornali francesi mettono in rilievo l'importanza del viaggio di Mussolini in Libia e dell'inaugurazione della nuova strada litoranea, opera di audacia e grandiosità romane. Il Temps, in un lungo articolo sulle varie tappe della colonizzazione italiana della Tripolitania e della Cirenaica, scrive che il lun> go nastro di asfalto che costeggia il Mediterraneo, dalla punta di. Ras Agira al golfo di Solum, favorirà lo sviluppo economico del paese, come la colonizzazione, le comunicazioni, il turismo e le ricerche archeologiche, e soddisferà in pari tempo a certe esigenze strategiche permettendo l'impiego di mezzi motorizzati da un capo all'altro della colonia. Secondo l'organo ufficioso l'importanza militare della nuova arteria è innegabile come quella che sopprime definitivamente gli impedimenti opposti dalla Grande Sirte alle comunicazioni fra Tripolitania e Cirenaica. La strada ha nondimeno, a suo giudizio, sopra tutto una importanza pacifica e una funzione internazionale come quella che viene a completare la rete stradale dell'Africa del Nord. Superando il deserto della Sirte, la translibica collega non solo Tripolitania e Cirenaica ma Egitto e Tunisia, annullando la soluzione di continuità che da secoli separava la Mauritania dalla terra dei Faraoni. Ormai le rive dell'Atlantico comunicano direttamente per terra con quelle del Nilo. Fez, Algeri, Tunisi, Tripoli, Bengasi e Alessandria sono legate fra loro dalla vittoriosa meccanica dei motori. Nuovi rapporti di ogni ge I! j raneo. Confronti In contrasto con questa valutazione pacifica della litoranea libica, altri giornali mettono l'accento sulla portata difensiva e offensiva della medesima osservando, come la Liberté, che in caso di bisogno essa permetterà il trasporto rapido delle truppe e del materiale da un capo all'altro della colonia, mentre le potenti squadre aeree del Maresciallo Balbo si terranno pronte all'attacco. « Ormai — conclude l'organo nazionalista — nulla di quel che è Mediterraneo è estraneo all'Italia ». Lo stesso foglio coglie i'occasione per istituire un ampio pa ! rallelo fra i progressi incessanti 1 della Libia e lo stato di turba- metito in cui versa la vicina Tu, „, ; formulando il timore che se ;, ' , ... . •la Francia non riuscirà a piateg¬ gere efficacemente i propri coloni ;altri possa prenderne la succes sione, dato, come recentemente notava un giornale italiano, che ! il prestigio europeo in Tunisia non riguarda la sola Francia ma in veste un interesse vitale della civiltà europea. L'Action FroHcaise considera l'entrata in esercizio della translibica come un episodio importar.- . ite del giuoco italo-inglese in Me-| : diterraneo e osserva che, malgra- ; do le finezze del giuoco diploma-<|tico in cui tanto Roma quanto .Londra eccellono e ad onta della ; conciusione del gentlemen's auree- ; t a duello fra { due pa9sicon. ; tinua tacitamente . nonP è possi. : j bile dire quale ne sarà la conclu-, lsione, benché non sia difficile ri-p e e o e a i. conoscere che un conflitto itaJoinglese avrebbe per l'Europa e per il mondo conseguenze incalcolabili. Le preoccupazioni in questione trovano riscontro nei persistenti accenni di taluni ambienti francesi alla necessità di riprendere contatto con l'Italia onde impedire che il fosso tra essa e le due potenze occidentali si scavi ancora di più. Propositi A un organo italiano di Parigi, Il Merlo, che ha intervistato alcu ni esponenti dei gruppi di sinistra, 11 segretario della commissione degli Esteri della Camera, on. Deschizeaux, ha dichiarato: « Siamo pronti a recarci in Italia, a incontrarci con i dirigenti della politica italiana, a parlare loro francamente e ad esaminare uno ad uno i punti di attrito fra i due paesi per trovare una soluzione adeguata. Solo una spiegazione leale fra uomini che hanno fatto la guerra e che desiderano evitarne un'altra, potrà rischiarare l'atmosfera, permettere quel riavvicinamento franco - italiano che desideriamo, e, in pari tempo, assicurare la pace ». Parole che potrebbero anche costiture un sintomo pratico di reIsipiscenza se non facessero pen! sare a uno dei soliti convegni sentimentali fra combattenti che non cavano un ragno dal buco e se non partissero dal falso presupposto che tra l'Italia e la Francia esista una lunga serie di vertenze da appianare mercé laboriosi negoziati, quando in realtà non ne esiste nessuno e tutto si limita al caso bizzarro di un'ambasciata retta indefinitamente da un semplice incaricato di affari, situazione che alla fine dei conti danneggia l'Ambasciata e il paese da cui essa dipende assai più gravemente che non il paese presso il quale è accreditata. Concetto Pettinato. Un'ode di saluto composta da capi mussulmani Bengasi, 9 notte. I capi della locale confraternita Rufaita, Scek Giuma Ben Ghibrin e Scek el Hag Salem Ben Hag Mohamed ez Zeiani hanno composto un'ode « messaggio del popolo arabo della Cirenaica » che sarà cantata al suono di tamburini in onore del Duce dai fedeli della confraternita. Il messaggio esprime in forma poetica il giubilo dei libici per la prossima visita del Duce e gli porge il benvenuto, esaltando poi la riapparizione dell'Impero romano da lui voluta, nonché tutte le opere compiute per la redenzione della Libia. Balbo a Tobruk Tripoli, 9 notte. Il Maresciallo Balbo è partito stamane per la Libia Orientale, e si troverà domani a Tobruk. L'arresto del Presidente d'una repubblica sovietica Mosca, 9 notte. La G.P.U. ha arrestato il presidente Lindenberg, unitamente ad altre personalità dirigenti la Repubblica sovietica autonoma di Biro-Bidgian. Gli arrestati sono accusati di trotzkismo ed inoltre di spionag |3j0 effettuato a favore del Man- cjufcu0 dietro pagamento di una /0,te somma di denaro _ '.— I p rnnifoinni Hi Hprriot U* «"luniuni ui nerrwi „„„,,,.,„,,, ÌRL'Xu. : ^^«J^gggf fi** , tinuo stat0 febbrile, destano apprensione. 1 UNA FOTOGRAFIA CHE SMENTISCE MOLTE FANDONIE DEI GIORNALI STRANIERI. La situazione perfettamente normale di Addis Abeba ha consentito che il mercato della città fosse, due giorni dopo l'attentato, animato ed affollatissimo coirne dj consueto.