IL TENTATIVO DI BLUM per salvarsi dal baratro nnanziario di Concetto Pettinato

IL TENTATIVO DI BLUM per salvarsi dal baratro nnanziario IL TENTATIVO DI BLUM per salvarsi dal baratro nnanziario Libera trattazione dell'oro e riduzione degli impegni di tesoreria - Un prestito per la difesa nazionale Parigi, 5 notte. Gli echi delle decisioni militari del Gran Consiglio non sono ancora cessati attraverso la stampa francese e anche oggi due specialisti autorevoli, U senatore Lemery e il colonnello Fabry. si occupano dell'argomento nella Libertc e nel. Vlntransigeant. Secondo il primo dei due, più tempo passa e più gli effetti disastrosi delle sanzioni si affermano. B Gabinetto Blum ha precipitato la Francia in un'avventura che in poche settimane ha distrutto tutto quanto i precedenti Governi avevano guadagnato in molti anni di sforzi pazienti e fortunati. Ora il raffreddamento dei rapporti franco-italiani introduce nella situazione internazionale un malessere preoccupante. A giudizio del Lemery il superarmamento dell'Italia, quand'anche non sia specialmente diretto contro la Francia, pesa soprattutto su questo paese tanto nei riguardi terrestri che in quelli navali. L'Inghilterra dedica miliardi ai propri armamenti, ma la cooperazlone inglese non basterà a risolvere per intero il problema della sicurezza francese se alla difesa della frontiera renana si dovrà aggiungere quello della frontiera alpina. Urge riparare gli errori della politica dei dirigenti socialisti e metter fine al più presto ad un'avventura che fa sorgere su tutti i punti dell'orizzonte francese le più fosche minaccie. II prestito per la difesa Il colonnello Fabry, non meno persuaso del Lemery della verità di quanto precede, ma meno fiducioso nella possibilità che il Fronte popolare cambi rotta, raccomanda al Governo di occuparsi almeno di ristabilire l'equilibrio fra le forze militari e le condizioni internazionali della Francia. Secondo il ncto membro della Commissione parlamentare dell'Esercito, l'apparecchio militare francese venne concepito quando non si era ancora prodotta nè la. rottura del fronte di Stresa, nè il ritomo del Belgio alla neutralità, nè la crisi spagnuola, nè la tensione angle-italiana. Le mutate condizioni dello scacchiere europeo obbligano la Francia a chiedersi se gli effettivi e gli armamenti che il Gabinetto Flandin riteneva sufficienti nel 1935 lo siano tuttora. Ma dopo la riunione del Gran Consiglio, il quesito, a giudizio del Fabry, s'imprne ancor più di prima: Il pubblico sente che fra il comunicato di Stresa e il comunicato del 2 marzo c'è un mondo, e un mondo pieno di pericoli. In un momento come questo nulla va trascurato di quanto può accrescere la nostra forza militare ». Vari osservatori si domandano se questo appello del Fabry non sia il primo segnale di una nuova campagna per l'adozione di una ferma più lunga e per un ulteriore incremento degli armamenti. Che una parte almeno dell'opinione francese possa giudicare più facile imporre al paese nuovi sacrifici militari anziché giungere a una migliore intelligenza con l'Italia, non potrebbe essere più significativo quale indice dell'oscuramento della visione politica del!:i terza repubblica asservita al fronte de.momassonicobclscevico. Sta di fatto a ogni modo che il Consiglio dei ministri ha annunziato stamane il lancio di un grande prestito per la difesa nazionale le cui sottoscrizioni avranno inizio lunedi prossimo a condizioni vantaggiose e con garanzia di cambio e i cui proventi serviranno integralmente a finanziare le spese straordinarie richieste dai bisogni dell'esercito e della marina. Il senso dell'operazione non va comunque travisato o esagerato. Le spese che si tratta di coprire sono quelle già previste nel bilancio discusso settimane or sono e il prestito in questione costituisce un aspetto della battaglia finan¬ ziaria impegnata dal gabinetto per evitare il fallimento assai più che non una nuova tappa dell'organizzazione della difesa nazionale. Il lancio del nuovo titolo fa parte infatti di tutto un insieme di disposizioni intese a rianimare la fiducia dei risparmiatori nella solidità del credito francese e a provocare un rimpatrio di capitali. Finanza e politica estera Le principali di tali disposizioni sono: il ritorno al libero commercio dell'oro con l'abrogazione dei provvedimenti restrittivi emanati al principio dell'ottobre scorso al momento della svalutazione del franco; la conferma che il governo non intende ricorrere al controllo delle valute; la creazione di un comitato di gestione del fondo di livellamento dei cambi, del quale faranno parte il governatore della Banca di Francia, il governatore onorario Rist, il direttore generale della Banca dell'Indocina Baudoin e il direttore generale del movimento dei fondi pubblici al ministero delle finanze Rueff; la promessa solenne che nessuna nuova spesa verrà iscritta in bilancio; e un alleggerimento di 6 miliardi di franchi nella cifra dei pagamenti a carico della Tesoreria. Grazie a queste misure il governo si lusinga di ristabilire una situazione che le voci corse in questi giorni dipingevano come particolarmente gravi. La Borsa ha reagito favorevolmente e l'arrivo al Bourget di 1600 chilogrammi d'oro proveniente da Bruxelles, come pure la ripresa del franco sulla piazza di Londra e la buona impressione che il comunicato del Consiglio dei ministri ha suscitato nel maggiori mercati esteri, sembrano provare che il suo sforzo non sarà interamente vano. Ma, come osservano i giornali parigini indipendenti, fare una buona politica finanziaria senza integrarla con una buona politica interna ed estera, è assurdo e le azioni del gabinetto Blum potranno risalire soltanto quando la sua linea di condotta tornerà normale in tutti i campi. Disgraziatamente pel memento nulla sembra autorizzare la spe| ranza che tale condizione abbia a realizzarsi, almeno per quanto riguarda la politica estera. L'uffiI cioso Temps si compiace non sen! za calore della parte del discorso di Stoyadinovic dedicato al miglioramento dei rapporti fra Jugcslavia e Italia vedendo nelle sue parole una conferma delle prospettive adombrate nei recenti discorsi di Mussolini e riconoscendo che la mutata atmosfera tra Roma e Belgrado costituisce un aspetto interessante della nuova situazione nell'Europa Centrale. Ma cruale vantaggio può venire oggi al rapporti franco-italiani dal riawicinamento italo-jugoslavo, e sarebbe forse il Quai d'Orsay giunto alla conclusione che la strada da Parigi a Roma passa per Belgrado ? Per quello che riguarda la Spai gna, la nota diramata dal Gover! no di Salamanca alle Potenze firmatarie del trattato di Algesiras I circa le mene sovietiche nel Ma! rocco spagnolo, prova la persi| stenza in questo settore di pericojlosi fermenti di tensione internazionale che il governo francese nulla fa per eliminare. L'atteggiamento del Quai d'Orsay di fronte all'iniziativa di Franco è puramente negativa. Prima di tutto, approfittando del fatto che la comunicazione ha avuto luogo per radio si nega di averla ricevuta. Secondariamente si dichiara che. dato pure la si fosse ricevuta, non se ne sarebbe tenuto conto, il Governo di Franco non essendo un governo legale e non avendo perciò i titoli richiesti per invocare | il rispetto dell'atto di Algesiras, ! diritto spettante al solo doverne jdi Valenza. I Ctt Pttit jI Concetto Pettinato

Persone citate: Baudoin, Blum, Bourget, Mussolini, Rist