Cronache del Teatro e della Radio

Cronache del Teatro e della Radio Cronache del Teatro e della Radio Sabato teatrale e concerti di fabbrica -- Novità del teatro radiofonico -- « La Mirra » di V. Alfieri nel giardino municipale di Nervi . o i l - e n . . m . a e Agli spettacoli del « sabato teatrale x, dal 9 gennaio al 20 febbraio di quest'anno, hanno assistito 181.195 operai, rurali, impiegati e loro familiari. Per il ~iOr/r è gente che non aveva mai visto un teatro, gente che è uscita dalle nostre sale di spettacolo, meravigliata e lieta, con una nuova esperienza di vita e col desiderio di nuove emozioni. Se c'è qualcuno che non se n'è ancor accorto — impresari, artisti, ecc. — è bene si sappia una volta per tutte che il «sabato teatrale», donato con tanto amore dal Duce al popolo, è ormai una conquista spirituale che si deve sviluppare e adeguare, ma che non si può nè attenuare, nè sopprimere. Se quest'anno ancora si son trovate compagnie impreparate, e si è dovuto ricorrere a spettacoli di ripiego, l'anno prossimo un programma sarà nettamente stabilito, e ogni compagnia dovrà assumere l'impegno di rappresentare quelle opere che meglio rispondono al carattere e ai fini di codesto genere di spettacoli. Non dovrà verificarsi più il cuso che un teatro come il Beale di Roma non abbia altro da offrire ai contadini di Maccarese che la Madame sans gène di cui già non capivano nulla dal titolo, o altre opere più moderne ancora, quando bastavano i nomi di Verdi, Rossini, Bellini, Donizetti, Mascagni, Puccini, e dello stesso Giordano di altre opere, per suscitare qualche lontana eco che avrebbe meglio favorito l'interesse e la comprensione. Il «sabato teatrale » è integrato ora dai concerti di fabbrica. Abbiamo assistito l'altro giorno a uno di questi concerti, a Roma. Il Dopolavoro dell'Urbe ha costituito un'orchestra di elementi dopolavoristi debitamente selezionati, e ne ha affidato la direzione al maestro Argento. Il primo concerto ha avuto luogo nelle officine del Poligrafico dello Stato. Programma niente affatto complesso o astruso: .Rossini, Verdi, Mascagni, e l'Incompiuta di Schubert, assurta ai grandi favori popolari dopo la presentazione dei filmi schubertiani. Il pubblico era uno spettacolo da vedere. Attento, sensibile, sorridente beveva quella fluente letizia musicale come un bambino meravigliato dinanzi alle prime nozioni della vita. Ma siccome bambino non era, gli vedevi negli occhi slargati, nella fronte, agli angoli della bocca, i segni dell'intelligenza e della riflessione, e nelle mute occhiate col vicino, nei brevi sorrisi, nel gesto nervoso delle mani, la gioia della scoperta e della comprensione.*** Una novità del teatro radiofonico: « L'amore di Ghetiza » di Feti Silvestri. Siamo stati altra volta crudeli con la giovane scrittrice torinese: vorremmo esserlo un po' meno oggi, ma... Ma perchè andare a perder tempo con la «mano del defunto» che ricorda la truculenta guazza sanguigna dei romanzi di Carolina Invernizzi? Non crede l'autrice che codesto genere di esercitazioni sia un pochinopassato di moda t E poi, il macabro espediente porta qualche elemento decisivo di commozione, di intensità drammatica, di poesia al conflitto già cosi dranvmatico e poetico e commovente tra il puro amore di due giovani di razza diversa e i pregiudizi e gli odi che vi ronzano d'intorno? A noi sembra proprio di no: guasta anzi, che l'episodio macabro, specialmente se a freddo, si rivela soltanto ripugnante, cioè antiartistico. Non per dar consigli, che ne abbiamo tanto bisogno noi, ma perchè crediamo al temperamento e alle buone qualità di Felj Silvestrvorremmo suggerirle di guardare la vita con semplicità, più in profondità che in estensione, e scavare nel cuore umano magari con crudeltà ma con i soli mezzi che la natura c Dio hanno messo a sua disposizione: il pensiero e il sentimento, senza ricorrere a stru menti grossolani di mestieraccio che non aggiungono un ette alla espressione e all'emozione. Nel teatro radiofonico poi, per la ne cessità di comprendere subito, la semplicità e la sincerità — direni mo forse meglio: la lealtà — sono elementi essenziali perchè l'opera viva e s'imponga. E non si preoccupi tanto la Silvestri del colo re — il solito colore, la solita atmosfera realizzati con i soliti mezzucci che realizzano uri bel niente, tanto è evidente l'artificio e la povertà —; pensi alla sostanza Chi riuscirà a interessare e a comtnuovere l'ascoltatore senza distrarlo con sonatine e cantatine dal nodo dell'anione, col solo ma n è e l e o e e e e i e n e gistero della parola, farà finalmente teatro, e teatro radiofonico. Lo spettacolo radiofonico è altra cosa — il non saper distinguere tra. teatro e spettacolo genera l'attuale confusione —, e per questo tutti gli ammennicoli saran magari buoni, se usati intelligentemente. Ne « L'amore di Ghetiza » vi sono momenti di bella e sobria drammaticità che rivelano una nobile ansia di liberazione — e sono i momenti più vivi, e perciò più artistici —; peccato che il dramma non sempre sia stato contenuto, e talvolta trasmodi nell'accessorio. E poi, la recitazione... Ma come non accorgersi che quel padre — che nel dramma dovrebbe essere personaggio gigantesco, forse il più importante — era talmente falso da far rabbia alle pietref Auguriamo a Felj Silvestri una piena affermazione. Alla prossima volta. s. s. *** Dopo cinquant'amii, la «Mirra» di Vittorio Alfieri torna alla ribalta. Sarà rappresentata nella prossima estate nella villa municipale di Nervi, a cura del Comitato genovese della Mostra del Mare. E sarà spettacolo da vedere, perchè la tragedia, allestita con musiche appositamente scritte e con danze alla maniera greca — il motivo delle Erinni che avviluppano Mirra fino alla morte — sarà curata da Fernando De Cruciati e interpretata da un complesso di artisti di primissimo piano. EsplorNdimromdebPilsulcamgloPinappgueforQbonze perancordasuiSsvogliFaretcheTDePrIl successo che ha riportato I'« Artesiana » di Francesco Cilea al Teatro Reale dell'Opera è di quelli che. a dirla con una frase fatta, fanno epoca. Da anni non assistevamo a scene di così schietto e gioioso entusiasmo, a veder quel vecchietto arzillo, il quale quaranta e più anni fa aveva scritto quelle bello pagine, che nessuno conosceva, ia commozione ha vinto tutti, e gli applausi non finivano piti. I giornali l'indomani hanno parlato persino di «congiura, di incomprensione o peggio », e chi afferma che nessuno meglio di Cilea ha capito il dramma di Daudet, chi parla di partitura « geniale e originale », « di poesia, di autentica sostanza poetica», chi arriva persino, coraggiosamente, a confrontare l'umanità materna di Rosa Marnai, cosi moderna e profonda nel terzo atto dell'» Artesiana », con la scialba scena della, madre nel primo atto de « La favola del figlio cambiato » di Malipiero. E poi, Federico. Dove la mettete questa figura? — dicono. Insomma, una rivendicazione trionfale. E la cosa ci fa grandemente piacere per un'altra ragione. Perchè a far di queste scoperte non sono stati i critici titolari, che oggi nei giornali romani si chiamano Ildebrando Pizzetti, Adriano Lualdi, ecc.. ma > «vice», i giovani. I magni brillavano per la loro assenza. *** Victor De Sabata durante i suoi concerti all'* Adriano » di Roma, 6 stato punzecchiato dalla critica. Qualcuno gli ha detto: «I tempi di metronomo del De Sabata ,-ono talvolta sensibilmente diversi da quelli di altri maestri ». Il grande direttore, intervistato in proposito, ha detto «Ho la persuasione ri-i non essere stato mai infedele ad alcuno degli autori da me interpretati e quindi sono disposto ad affrontare con la massima serietà un simile argomento. Posso dunque accettare anche un duello oratorio: beninteso con chi abbia armi affilate e sappia maneggiarle bene. Ma la sfida... non è stata accettata. E allora? #*# Sem Benelli ha letto e consegnato alla compagnia di Renzo Ricci la sua nuova commedia: «L'elefante». Eicci l'ha subito messa in prova e la rappresenterà prossimamente a Milano Altoparlante « Che direste voi d'interessante, di breve e di piacevole, eul turismo italiano, se foste chiamati a prender la parola di fronte al microfono?» E' questo il tema del concorso bandito dalla Direzione generale del Turismo tra i radioascoltatori delle «cronache italiane del turismo» di qualsiasi nazionalità, residenti fuori del territorio del Regno, colonie e possedimenti. Premi ai vincitori: dieci biglietti ferroviari, andata e ritorno, dalla frontiera a Napoli o a Roma, e venti buoni d'albergo. renacoapLraDeSEBAjbAViTOMNOCcAa il u o la el e la i oeeo tznla a mine a Per Interpretare il ruolo di corridore ciclista nella commedia di Geo Charles: «La corsa dei 30.000 chilometri », la compagnia della stazione Parigi P.T.T. ha scritturato nientemeno che Antonino Magne. Ecco una idea: 6e si facessero recitare i ciclisti e correre gli attori probabilmente si ri-solverebbero in una volta sola i problemi del teatro e quelli dello sport iclistlco. Proviamoci -, non si sa mai... *** La radio invade il mondo. Ogni giorno è un prodigio che si annunzia, una nuova stazione che nasce, un perfezionamento che si propone, una applicazione che si attua. La stazione di Sona sta per entrare in funzione; a Kabul, nell'Afganistan si costruisce una stazione di 20 Kw. ; una di 50 Kw. i- stata inaugurata a Luck, in Polonia: la potenza della stazione di Gratz è stata aumentata; Bucarest accresce la potenza e cambia segnale; e via di questo passo. Ora anche i marinai di Terranova hanno voluto la loro radio, e prima di partire per la lunga stagione della pesca — che dura otto mesi — hanno fatto impiantare sulla nave-chiesa una trasmittente. Hanno dotato tutti i battelli di apparecchi riceventi. Durante il giorno, quando la flottiglia sarà sparpagliata al largo, la voce del cappellano Padre Yvon si farà sentire nell'immensità per dare ai suoi marinai l'ora esatta, le notizie metereologiche, gli ordini degli armatori, informazioni sulle loro famiglie e sui loro villaggi, le canzoni del paese natio, e. la. domenica, la santa messa. E poi dicono che la Radio sciupa la poesia ! La crea. * * Un decreto del Ministero dell'Economia vieta in Germania l'impianto di nuove fabbriche Ji apparecchi radiofonici. Non solo; interdice alle fabbriche esistenti di costruire altri pezzi che non siano quelli necessari alla fabbricazione dei loro apparecchi, come proibisce alle fabbriche di pezzi staccati di costruire apparecchi interi o pezzi diversi. Chi fabbrica condensatori non può fabbricare bobine; chi fabbrica resistenze non può fabbricare altri accessori. Scopo di questi provvedimenti è quello di diminuire i costi e i prezzi. Giusta preoccupazione; che gli apparecchi radio, specialmente in Italia costano ancora troppo cari e sono la causa prima del poco sviluppo che la radiofonia ha avuto finora tra noi. snMGVs12345PgplilepnbnS GINA CIGNA, la soprano italiana contesaci da tutti i Teatri lirici del mondo.