Il grottesco invito a Tafari negli imbarazzati commenti inglesi

Il grottesco invito a Tafari negli imbarazzati commenti inglesi ERRORI EU EgUIVOCI Il grottesco invito a Tafari negli imbarazzati commenti inglesi Londra, 24 notte. Il tenore di alcuni commenti giornalìstici attorno al grandioso Invito rivolto dal Governo di Londra al signor Tafari perchè si faccia rappresentare alla cerimonia della incoronazione di Re Giorgio dimostra come qui si sia riconosciuta la difficile situazione nella quale è venuto a trovarsi il Governo britannico ma al contempo si scorgono le responsabilità profonde dello stesso governo in un eventuale raffreddamento dei rapporti anglo-italiani. Una catena di spropositi Non vi è alcun dubbio che, data la situazione di fatto, il Governo inglese non poteva esimersi dall'invitare il rappresentante dell'Inesistente Abissinia. Ma è questa una buona giustificazione dell'invito? Se questa situazione fosse stata creata contro la volontà di Londra, nessun rimprovero potrebbe esser fatto logicamente si Governo. Ma come dice benissimo la Morning Post, l'invito a! signor Tafari altro non è che la diretta conseguenza di tutta una politica nei riguardi dell'Italia dalla quale finora l'Inghilterra non riesce a districarsi. «Nelle circostanze esistenti — dice la Morning Post — si può ammettere che il Governo britannico si è trovato In un ingrato dilemma, poiché qualunque decisione avesse preso avrebbe offeso qual cuno. Ma mai si sarebbe dovuto permettere a questo dilemma di sorgere ed esso è l'ultima conse> guenza del nostro impolitico asservimento alla Lega delle Nazioni. Come l'Inghilterra è riuscita senza fatica a schierare contro l'Italia tutta la Lega, con la stessa facilità avrebbe potuto ottenere dalla passata assemblea che i delegati del signor Tafari non fossero più ammessi alla Lega. Quando le si presentava la possibilità di rimediare in modo concreto a una politica riconosciuta oggi disastrosa, il signor Eden si è ritirato nell'ombra e ha accentuato l'asservimento di Londra a Ginevra. Qui è la vera responsabilità di questo Governo, e poco vale invocare in questa occasione le esigenze rigorose dell'etichetta deila Corte di San Giacomo ». Per la Morning Post 11 malcontento italiano e l'imbarazzo nel quale si trova l'Inghilterra derivano dall'assurda lealtà britannica al mito della sicurezza collettiva. « A causa della sua stessa costituzione — dice il giornale — la Lega delle Nazioni si rifiuta di lasciarci in pace coi nostri vicini e siamo impegnati in modo inestricabile in ogni vertenza fomentata e perpetuata da questi cosidetti campioni della pace ». L'incidente presente potrà sempre, secondo la Morning Post, servire di buona lezione alla diplomazia inglese in quanto le dimostverà « la follia di cedere la direzione dei nostri destini al nebuloso Internazionalismo di Ginevra ». Qualche giornale aveva preteso che certi atteggiamenti della stampa italiana fossero o donchisciotteschi o esagerati, ma il corrispondente della Morning Post mette le cose a posto awertendi oggi i lettori inglesi che « le rela- dacp! | j zioni anglo-italiane hanno subito I un definito peggioramento q'i?l3| risultato della risposto, di lord Cranborne alle domande concer-1 nenti l'invito all'Abisslnia per l'in- coronazione. Ciò può significare la cristallizzazione di un allinea- mento antibrttannico di Potenze !sul continente ». !D'altra parte lo stesso giornale !rileva come il fatto chp la GraniBretagna abbia abolito la sua le- igazione ad Addis Abeba creando un consolato generale, costituisca un riconoscimento de facto della conquista italiana, in contrasto stridente con l'invito rivolto ai rappresentanti di un governo inesistente. La fretta del dott. Martin Più esplicito di tutti è 11 Daily Mail il quale si rende interprete della profonda impressione provo- cata da questo atto del governo nell'intero mondo politico ed af- ferma che l'inimicarsi l'Italia per una ridicola questione di procedu- ra segna il culmine della follia, L'argomento sbandierato dagli a- pologisti del governo, secondo cui l'Abissinia sarebbe ancora un tori- pero indipendente soltanto perchè la Lega delle Nazioni non ha an- cora riconosciuto la vittoria ita- liana avvenuta circa un anno fa è. secondo il giornale, altrettanto grottesco quanto assurdo. La versione ufficiale sulle moda-lità e sul testo dell'invito all'A-bisslnia non è ancora nota e non si può non rimanere alquanto stu- piti nel vedere come 1 membri del- la Camera dei Comuni, in generale cosi ansiosi di interpellare il Go- verno sulle questioni più attuali e inattuali, si astengano dal chiede- re chiarimenti su questo punto. Solo il collaboratore diplomati-co del Times afferma già che lalettera al dottor Martin è stata identica a quella diramata a tuttii membri del Corpo diplomatico a Londra e in essa era richiesto agli ambasciatorl e ai ministri se * il sovrano desiderava essere rappre- sentato all'incoronazione ». II collaboratore del Times affer-ma a questo proposito che non vi è stato un invito diretto a Tafari e che d'altronde nessuna persona- lità regnante in Europa assisterà personalmente alle cerimonie del mese di maggio venturo. La rapidità con la quale il si- gnor Martin ha replicato accettan- do l'invito farebbe pensare che'palla Legazione abissina si sia ben compreso la situazione difficile nella quale questo governo si trovava e che si sia fatto il possibile per renderla più difficile ancora. Non solo la cosldetta Legazione ablssina si è affrettata con comica abilità a notificare l'accettazione dell'Invito, destando, a quanto è dato sapere, qualche viva irritazione negli ambienti diplomatici di Londra, ma per il tramite di un suo funzionario fa sapere che . non è impossibile che ras Desta venga richiesto di venire a Londra per la cerimonia, nel caso in cui egli riesca a trovare tempo di abbandonare le sue truppe combattenti in Abissinia orientale e a garentire il suo ritorno in patria per riprendere il comando delle truppe. Nel caso in cui non possa venire, altri ras attualmente in rivdlnstbsEF1desilio, i quali si sono conquistati • allori nella guerra, saranno degni j di rappresentare il loro imperato- j vre alla cerimonia ». I E' incredibile che certi giornali j possano raccogliere scemenze di i questa fatta. La sedicente Legazione d'Abissinia intenderebbe far credere al pubblico britannico che ras Desta è libero cittadino in casa propria, intento a condurre una nobile guerra contro dei nemici alle frontiere di una nazione. E la chiara allusione alle possibilità che il signor Tafari si faccia rappresentare da uno dei suoi selvaggi ras ovviamente non mira che a un solo scopo, quello di porre in una situazione insostenibile il governo di Londra e rendere impossibile all'Italia di essere rappresentata all'incoronazione. Il Daily Express dal canto suo dice che il rappresentante del signor Tafari sarà il figlio principe ereditario il quale avrà al fianco la cosidetta principessa Tsahai, dato che il principotto non capisce ! una parola d'inglese. | Nel commenti giornalistici oj dierni non manca la nota comica. L'offre il Daily Herald il quale, malgrado il suo carattere di organo laburista, crede necessario esprimere scandalo di fronte alla possibilità che l'Italia decida di non essere presente a Londra nel mese di maggio, apparendogli « pressoché inconcepibile che il Re d'Italia si renda colpevole di un'azione la quale non sarebbe soltanto un gesto non amichevole verso l'Inghilterra ma anche un calcolato affronto a re Giorgio sesto ». Inutile dire che in tutta la prosa del collaboratore diplomatico di questo giornale non vi è il minimo accenno all'affronto fatto al Re d'Italia e alla Nazione italiana. Renato Paresce Il gingillo ginevrino nei piani politici francesi Parigi, 24 notte. Il risentimento suscitato in Italia dall'invito rivolto dal Governo inglese all'ex-negus ha incontrato I in questi ambienti larga compren| sione. Una nota di tono ispirato, ap1 parsa sul Petit Parisien, tiene ad esprimere il convincimento che prima del 12 maggio, data della incoronazione di Re Giorgio, la ! situazione, net riguardi giuridici ! sia sufficientemente chiarita per ! consentire la speranza che un i nuovo increscioso incidente italo i britannico possa essere senz'altro evitato. Soluzione ginevrina ? Si osserva che è allo studio la opportunità di una riunione a Ginevra, in sessione straordinaria, per decidere dell'ammissione del- sollevato di nuovo. Nulla di più probabile, secondo la nota in que stione, che, non soltanto l'Inghilr terra, ma la stessa Francia ne ap profittino per sostenere che non è il caso di accordare all'Etiopia - ia qualità di Stato sovrano, nè di i ammettere alle deliberazioni socie - tarie dei rappresentanti dell'ex-neè gus. L'annessione italiana verreb- be così riconosciuta e l'ex-negus - j » cesserebbe di essere ritenuto im. ; peratore regnante »; col che il proo i blema diplomatico sollevato dal ! l'invito rivoltogli cadrebbe da sè. -! Taf ari figurando alla cerimonia -| della incoronazione a titolo privan to, come altri sovrani decaduti, e, - ; l'Italia non avrebbe più ragione - di formalizzarsi della sua presele za. Tutto sta nel vedere se la - sessione della Lega avverrà prie ; ma della Incoronazione, - j Fino ad ora si era detto che essa avrebbe luogo nella seconda -; quindicina di maggio, ma se dava'vero si desidera evitare l'incidena : te di cui sopra, perchè non convoi!caria prima della cerimonia di a i Londra ? i n 6 maggio, avverte il Petit Pal j risien, all'ordine del giorno gine- i vrino figura una riunione degli j ufficiali della Conferenza del di- -; sarmo; non si potrebbe approfiti ; tare di tale circostanza sia per ei : saminare la questione dei delegati - etiopici, sia per convocare l'assemà blea in una data anteriore al 12 l Egitto nella Lega delle Nazioni e che in tale circostanza certamen- te il problema della validità dei poteri dei delegati etiopici verrà l maggio? Sarebbe il modo miglio- re per liquidare una questione spi- - nosa e accelerare la fine di un e- -1 quivoco che si prolunga senza profitto di alcuno, evitando in pa- ri tempo che i lavori di Ginevra vengano a coincidere con le feste di Londra. Equivoci in continuazione Eccoci dunque, pare impossibile!, ancora una volta incagliati nelle secche del cosidetto formalismo societario, e ancora una volta oggetto di manifestazioni di buona volontà platonica che non si sa a quale porto approderanno. E' generalmente ammesso che la Francia, desiderosa di sciogliere 11 rebus dell'Ambasciata di Roma, auspichi una decisione della Lega delle Nazioni la quale incamerando il fatto nuovo dell'Etiopia le permetta di riconoscere senza compromettere nè perdere prestigio l'attuale stato di cose. Ma chi può garentire che tale decisione vedrà effettivamente la luce? E se come già tante altre volte al momento di saltare il fosso l'inter vento di qualche deus ex machina, sia esso sovietico o scandinavo, paralizzasse ancora una volta il giuoco del meccanismo societario e se il riconoscimento diretto o indiretto dell'annessione sfumasse in un nuovo rinvio? E' facile prevedere come in tale incertezza la questione della partecipazione italiana alle feste di Londra corra pericolo di restare anch'essa in sospeso. Senza dire che, dopo le dichiarazioni fatte ieri da Delbos al Senato non si capisce bene se nel pensiero del Quai d'Orsay la riunione e la decisione societarie di cui sopra non pretenderebbero costituire esse medesime la conclusione di un negoziato con l'Italia sull'Etiopia, anziché la semplice messa agli atti di una situazione che non è più da discutere ed il cui incameramento puro e semplice potrebbe solo creare condizioni favorevoli alla ripresa della attività diplomatica normale frai due Governi e alla preparazione» di eventuali ulteriori accordi sull'una o sull'altra materia. Vagheggiata mediazione In quanto alla Spagna, una frase del Temps permette di intendere come l'accenno fatto ieri dal Ministro degli Esteri a una possibile integrazione del fermo dei volontari mercè il richiamo di quelli che già si trovano sul posto, sia da mettere in rapporto col desiderio di Parigi di aprirsi la strada a una futura mediazione fra i due partiti in lotta. Vuotata la Spagna dei volontari stranieri, il Governo francese spera che il campo rimarrebbe libero all'entrata in scena dell'Ambasciatore Herbette e del suo collega inglese per la preparazione di un compromesso che eluda 11 costituirsi tanto di un regime sovietico quanto di un regime autoritario, cioè prepari nell'infelice penisola il ritorno trionfale della democrazia, madre di tutte le sue sciagure. Continua intanto sul Petit Parisien la campagna per il rafforzamento della vigilanza alla frontiera dei Pirenei che il corrispondente del giornale dalla regione dichiara insufficiente. Secondo l'organo ufficioso gli uomini verrebbero trasportati alla spicciolata anche per mare e solo la creazione di squadriglie di motoscafi potrebbe fermarli in tempo. Il persistere di tale campagna sembra indicare che nelle sfere di governo il desiderio di rendere efficace il controllo sia effettivamente sentito. Concetto Pettinato Lo sfruttamento razionale delle ricchezze etiopiche Parigi, 24 notte. In un lungo articolo dedicato allo sfruttamento razionale delle i - i 2 ; ricchezze naturali dell'Etiopia j P. Gentizon esamina sul Temps quanto è stato ideato e fatto dal ^Italia per ricavare dal suolo e dal sottosuolo tutto quello che può dare. Il compito dei primi coloni italiani stabilitisi sugli altipiani dell'A.O. non offre difficoltà speciali, tutte le culture d'Europa e specialmente i cereali adattandosi perfettamente a quelle regioni. Il giornalista mette nel dovuto rilievo come il Governo fascista abbia voluto fin dall'inizio associare agli sforzi degli agricoltori la tecnica, il risparmio e l'iniziativa privata di tutti gli italiani desiderosi di partecipare allo sviluppo della produzione dell'Impero. La coltivazione del cotone, del caffè, l'industria del latte, l'allevamento del bestiame, la produzione della lana permettono di contare su utili considerevoli per la bilancia commerciale italiana. A identiche conclusioni giunge anche per quello che riguarda lo sfruttamento delle ricchezze dol ! sottosuolo i cui primi tentativi permettono di ritenere che le ricchezze minerarie dell'Etiopia — platino, oro, carbone, ferro, rame, piombo — saranno esse pure fonte di utili non trascurabili per l'economia italiana. Segnalati questi primi sforzi compiuti dall'Italia, Gentizon, ricordando che opportunamente 'a stampa italiana ha messo in guardia contro ogni attesa di miracoli, cosi conclude: « E' certo, che per giungere a risultati importanti occorrerà una volontà di ferro, - j una tenacia intelligente e metodi- ca; ma sono appunto queste vir- tu di cui i coloni e i tecnici italiaa ni non sono affatto sprovvisti.

Persone citate: Concetto Pettinato, Delbos, Petit, Re Giorgio, Renato Paresce