E' MORTO IL CREATORE della "squadra del miracolo,,

E' MORTO IL CREATORE della "squadra del miracolo,, LUTTO DEL CALCIO AUSTRIACO E' MORTO IL CREATORE della "squadra del miracolo,, Vienna, 17 notte. Oggi, alle ore 11, Ugo Melai è deceduto In seguito a un attacco apoplettico, che lo ha sorpreso nel suo ufficio mentre dettava una lettera. La salma giace in una camera ardente del cimitero centrale di Vienna, dove sarà, sepolta domenica mattina. Grandi sono il cordoglio e la costernazione dell'Austria sportiva, data la popolarità dello scomparso. Meisl era nato nel 1881 a Molleschau, in Moravia. Era segretario generale della Federazione austriaca del calcio dal 1924. Un capitano Hugo Meisl non è più. E scomparso, come portato via da un colpo di vento. Il cuore, quel cuore che di scosse e di emozioni ne aveva conosciute tante, non !jli ha retto. Tre anni fa circa, poco prima del campionato del mondo, aveva fatto una grave malattia: ne era uscito coll'organismo sconquassato, colla impossibilità di curare certi mali per non aggravarne altri, colla possi- bilità sempre di ricadute repentine. L'anno scorso era migliorato alquanto, ma a Parigi, tre settimane fa, all'incontro Francia-Austria, era peggiorato di nuovo. Lo denotava, più che la cera giallastra ed incartapecorita, che gli era solita, l'agitazione intertia, il nervosismo: sul campo, 30tto la pioggia, si dimenava, inveiva, s'ac• calorava coi proprii giuocatori. Aveva perso linea. Un'altra ben più grave malattia aveva fatto trenta o quaranta anni prima, una malattia da cui non era guarito più, che gli era entrata nel sangue, nel cervello, nell'organismo, di tutto impadronendosi e tutto dominando: ti « virus » moderno del giuoco del calcio. A questa sua passione egli non aveva dedicato, come fa il volgo, qualche ora settimanale; aveva sacrificato tutto, aveva dedicato l'intéra esistenza. Il suo primo amore calcistico era stato per la squadra viennese che, nell'anteguerra, portava il nome di «Wiener Amateure Sportverein ». In essa aveva giuocato qualche tempo; nelle sue file aveva militato, anzi, un suo fratello, Willy, che giunse fino agli onori della maglia nazionale, e che è attualmente valoroso giornalista a Londra. Poi èra passato al campo arbitrale. Da questo era salito alla notorietà come « Verbandskapitàn », come Commissario tecnico della Federazione, come Capitano della Squadra nazionale austriaca. Per più di venticinque anni aveva tenuta la carica greve di oneri e di responsabilità. Nella veste appunto di « Capi tano » austriaco, lo avevamo conosciuto personalmente a Stoccolma, nel 1912, ai Giuochi Olimpici. In quella occasione, egli aveva appunto arbitrato l'incontro che vide l'eliminazione dell'Italia dal torneo calcistico, l'incontro colla Finlandia, allo stadio di Rosunda. Con lui si era allora combinato il primo incontro fra squadre italiane ed austriache; grazie al suo intervento era sceso l'anno seguente a Torino — fra l'allarme delle autorità costituite, che vedevan nel tentativo chissà quale pericolo di incidenti o di conflagrazioni — proprio il « Wiener Amateure », che dopo la guerra doveva prendere il nome di « Austria». Con lui si era fissato il primo incontro Italia-Austria, che ebbe luogo a Genova poco dopo. La sua passione per il Calcio lo aveva portato ad abbandonare ad un dato punto la sua professione di funzionario di banca, ed a dedicare interamente la propria attività alla Federazione Austriaca, associando alle mansioni di Commissario tecnico quelle di Segretario generale. Da anni più non viveva che delta vita del Calcio, più non si occupava che dei problemi del grande sport. Tutte le gioie e tutti i dolori, tutte le soddisfazioni e tutte le amarezze, tutti gli onori e tutti gli oneri che lo sport può dare ad un uomo, egli li aveva avuti, vincendo, perdendo, battagliando in tutti i Paesi d'Europa. La più geniale delle sue creazioni fu la così detta Squadra del miracolo. Proveniente da famiglia originaria della Boemia. Meisl aveva dello sportivo nato tutta la calda passione, del tecnico la competenza profonda, del viennese la fitte abilità diplomatica. Dopo tanti anni d'esperienza, gioiva ancor ora dei successi, e soffriva degli insuccessi della sua squadra, come un bambino. Poliglotta, intelligente, versatile, egli non limitò viai la propria attività ai problemi tecnici ed organizzativi del giuoco, si occupò anche della politica del giuoco stesso; non si soffermò all'indispensabile studio ed alla necessaria conoscenza degli uomini con cui doveva convivere, guerreggiò con essi. E così s'era accumulato amici e nemici in quantità, questi ultimi specialmente in casa propria. Appassionato schietto, aveva dato tutto allo sport, non chiedendo in compenso, verso gli ultimi anni, che lo stipendio per vivere. Amava dire, nei momenti di confidenza, che era «un cattivo venditore delle proprie capacità ». Con Meisl scompare un pionie¬ V re, un tecnico, un comandante di squadra, una delle figure dominanti del. Calcio mondiale. Tutta la 'storia del calcio europeo si ricollega al suo nome. L'Italia sportiva, che lo ebbe così spesso vicino, non lo dimenticherà. Coloro che contro di lui combatterono sui campi di giuoco in difesa dei colori d'Italia, si scoprono commossi alla notizia della improvvisa dipartita del difensore dei colori d'Austria, si ergono sull'«attentìy> di fronte al gladiatore che scompare. Vittorio Pozzo . HUGO MEISL,

Persone citate: Hugo Meisl, Moravia, Ugo Melai, Vittorio Pozzo