Osterie e almanacchi

Osterie e almanacchi Osterie e almanacchi Si è in pare'cchi, più che non credano i malefici e fortunati venditori d'acque colorate, ad aver fede nell'immancabile resurrezione del vino, il potente alleato delle più delicate energie dello spirito. Herman von Keyserling in una paginetta affidata aìVAlmanacco dei Visacci (Ed. Vallecchi'37) traccia la storia simbolica dello spirito del vino ricordando che il vino fu inventato al tempo della prima crisi che colpi l'umanità: il diluvio. Da allora lo spirito del vino illumina le grandi civiltà: quella di Grecia, quella di Roma. Il Cristianesimo lo accolse e adottò; e i barbari, i quali del vigneto non capirono se non la possibilità di trasfermare le grosse radici della vite in bellissime clave, se ne lasciarono poi, a poco a poco, ammansire. La decadenza europea, nota Keyserling, è andata di pari passo con la repressione sempre più completa dello spirito del vino con lo spirito di vino. L'America inventando il cocktail che unisce l'incompatibile col detestabile, ha dato il colpo di grazia simbolico allo spirito occidentale. Ma questo precesso di sinistra decadenza — nota ancora l'intelligentissimo tedesco — non ha ancora colpito l'Italia. E ne sia reso grazia — aggiungiamo noi — al Cielo e agli italiani che hanno conservato quella salute senza la quale viene in primo piano lo speziale e Teste si eclissa. Una perfetta messa a fuoco dell'oste è stata fatta da un gruppo di scrittori e giornalisti in un volume presentato autorevolmente ai lettori da Giuseppe Eottai che, smessa per un momento la feluca di ministro, s'è ritrovato in lieta e arguta compagnia. Bottai — |ahimè! — è pressoché astemio, ma ci tiene a dichiarare che non è dispregiatore del vino, sicché si dice lieto della fatica cui si è accinta una nutrita schiera romanesca, fattasi divulgatrice di caratteristiche osterie, dove a Roma si mangia bene e meglio si beve (Osterie romane. - Ed. Ceschlna, Milano, '37). Tra le centinaia e centinaia di locali adibiti al minuto spaccio del vino e a somministrare casalinghi pasti alla buona, i compilatori ncn hanno scelto soltanto quelli maggiormente conosciuti, ma hanno tenuto ad esplorare o a scoprire i siti reconditi — i « bucetti » — nelle vie e nelle piazzette della vecchia Roma, dove ancora si pone all'ingresso « la frasca » annunciatrice dello scarico recente dei migliori vini di Frascati, d'Albano, di Lanuvio, di Velletri, dove l'abbondante « padrona » sa ammannire con semplicità domestica piatti appetitosi. E le esplorazioni e le scoperte son tali e cosi numerose da riuscire a presentarci un quadro vivo d'un mondo che perennemente si rinnova e cui ogni tempo dà una sua impronta. Naturalmente gli scrittori del folto volume hanno quasi tutti una propria esperienza da raccontare e riescono cosi, attraverso i loro ricordi, a darci una ricca serie di quelle « historiettes » che non contraddicono ma sottolineano e ravvicinano con piacevolezza la solennità della storia. Lettura ravvivante frizzante, come un bicchiere di biondo ■•< cannellino », il volume è dovuto alla penna esperta di « Ceccariu? », G. Ciavalli, F. Clementi, A. Geraldini, L. Gessi, E. Giovanetti, L. Huetter, A. Iandolo, P. Molaioni, C. Montani, A. Novara, E. Fonti, P. Romano, P. Scarpa, A. Taggi, F. Tonetti, E. Veo, F. Zanetti: una schiera di « espci ti » tra i quali si può trovare qualcuno che, come Francesco Zanetti, ha «smesso», per malo consiglio dei medici, d'essere bibace per diventare quasi del tutto acquatile », ma che hanno tutti la consapevolezza dell'armonia — rilevata dall'ex-governatore di Ro. ma —- esistente tra i loro grati e sereni ricordi gastronomici ed il sentimento di grandiosità che suscita nei turisti la visita dell'Urbe. Dalle osterie romane non è dubbio che il turista intelligente non voglia fare una corsa esplorativa a quelle fiorentine: ed a Firenze in Borgo degli Alblzz'i troverà la Osteria Chiantigiana nella quale il 4 ottobre 1933 vennero fondati i Visacci con « battesimo del convito e imposizione di Giovanni Papini il Rustico, di Aldo Palazzeschi il timido, e di varie commestibili personalità delle lettere e delle arti ». Questi Visacci sono tutti più o meno dell'opinione di San Bernardino il quale diceva: « La patria d'Italia è la più intellettiva parte del mondo, e Toscana la più intellettiva parte d'Italia, e Firenze la più intellettiva città di Toscana»: e perciò il loro almanacco è d'una fiorentinità esemplare. Ottima occasione e squisito'diletto per quanti — e la schiera ne è folta — sia d'accordo coi Visacci nel pensarla come la pensava il Santo di Siena. Un altro almanacco dovuto a un intelligentissimo editore è l'Almanacco antiletterario Bompiani. La definizione di « antiletterario » è spiegata in una paginetta marginale nella quale si dice che il compilatore '< vorrebbe, in un Paese grande come è il nostro, ben altra letteratura. Prenda adunque sostanza dalla nuova vita la letteratura, e l'almanacco rivestirà l'attributo di letterario, come si riveste una magnifica divisa onorata e temuta ». Attendendo che l'ammonimento e la rampogna producano il loro effetto, possiamo intanto dare atto all'editore del buon gusto delle « trovate » grafiche con le quali egli presenta questo suo volume, della varietà della compilazione, della ricchezza del notiziario. Particolarmente notevoli ed anche utili le rassegne dell'anno letterario, nelle quali dopo che Fratelli, Rossi, Gigli, Magri, Fenu, Contu, Sacchi, Ramperti e Magni Dufflock ci hanno informato di quanto s'è fatto in Italia, scrittori stranieri e italiani di competenza riconosciuta ci parlano di quanto s'è fatto e scritto durante il 1936 all'estero: e precisamente Edmond Jaloux per la Francia, Enrico Rocca per la Germania, Ferdinand Lion per l'Austria, Ferenc Kòrmendi per l'Ungheria, Bernhardt Fehr per l'Inghilterra, Carlo Boselli per la Spagna. Ettore Lo Gatto per la Russia, W. E. Sueskind per l'America. Un quadro interessante, adunque, e abbastanza completo. Dove si vede che. anche in una colonnina di giornale, se si parta dall'osteria e purché il vino sia generoso, si può marciare alla conquista del mondo dello spirito. 1. a. m. a e e s r i , r n e x e l e o i a a o , n li e e i e a u a ; , i. a i n oo a