Architetture borrominiane

Architetture borrominiane Architetture borrominiane Tempo, oppure spazio ; il pac- saggio, oppure il secolo? Quale dei due caratteri predomina nel lo formazione e nella continuità di uno stile artistico? Il tempo è fluido, scorrente e mutevole carattere di evoluzione; lo spazio rappresenta il carattere stabile, solido e duraturo di conservazione. Nelle società ieratiche dell'Asia, dell'Africa, delle Americhe precolombiane la vita e il costume serbano l'impronta di un'immobilità terragna, che si riflette nelle espressioni artistiche, e talvolta accomuna certe antiche civiltà dei continenti esotici con la semi-barbarie moderna. Un cesto o un'argilla dell'interno selvaggio del Mato Grosso può essere di mille anni fa o d'ieri ; rimane fedele alla permanenza del luogo e totalmente estranea alla diversità del tempo, se a modificarla non interviene una missione cristiana. Perchè il nostro occidente è così mobile, che l'influenza dei missionari del settecento si distingue subito da quella dei missionari ottocenteschi. L'Egitto si tramanda con pia superstizione ornati e motivi stilistici fondamentalmente uguali attraverso i millenni. La rapida mutabilità e perfettibilità dell'evoluzione sembra invece il destino solare dell'occidente europeo. E' la nostra grandezza espansiva e per tutte guise trasmutabile. Non appena dall'immobile Egitto l'arte lambisce l'estrema isola d'Europa — Creta — i tempi si accelerano. Non appena essa tocca la nostra terraferma, con i prò montorii della penisola ellenica e della Magna Grecia, il moto diviene vertiginoso : meno di duecent'anni fra la metope di Selinunte e Fidia ; fra l'arcaismo primitivo e quel vertice dell'ar te, che già segna il declinare e chiudersi del ciclo! _ E questo appare chiaro specialmente per 1 architettura, arte politica fra tutte. Quando Ro ma inizia il suo dominio sul mondo, ecco che sovrappone con imperiale inesorabilità il suo tempo allo spazio locale. Attraverso tutta la terra allora conosciuta pulsa febbrile e maestoso un ritmo unico : l'ora universale di Roma. E anche quando l'impero fisi co di Roma tramonta, questa unità si mantiene legge costante, attraverso l'impero spirituale d' Roma cristiana e cattolica, e attraverso l'evoluzione varia e diversa, ma sincrona, della nostra civiltà bianca. Il bizantino, il romanico, il gotico, il rinascimento, il barocco, il rococò, il neoclassico, come oggi il moderno, sono tumultuose ondate di fondo che si succedono nel tempo, sommergendo e travolgendo gli immobili limiti dello spazio. Le necessità, le abitudini e le tradizioni dello spazio riaffiorano soltanto a modificare le espressioni e le manifestazioni locali, adattandole a sè per quel tanto, che esse non possono adattarsi a loro. * * Di questo l'esempio più chiaro appare nell'architettura di Francesco Borromini. Nessuno stile mai non ebbe fato così espansivo e universale, come quello da lui creato. Il suo grande fortunato rivale, Bernini, impera a Roma; ma il protetto e reietto di Donna Olympia Pamphili, maniaco, disgraziato, omicida, suicida, ha per imperio^ senza confini l'intera cattolicità, da Roma al'a Francia, dove il Bernini non potè mai attecchire nè riuscire gradito; la Spagna, la Germania; le rive del Reno, del Lago di Lugano, del Tago, del Danubio e del Pàranà; il Messico, l'America centrale, l'Argentina, il Brasile; l'Asia, l'Africa e gli Stati Uniti. Passando innanzi alle Isole Canarie, appare nettamente borrominiana la sagoma delle chic se gialle e rosa che, tenerelle co me gelati, si arrotondano fra boschi e villaggi. Appena si approda a Rio de Janeiro, la chiesa di Sant'Antonio vi apre il suo tondeggiante seno, e San Benito il suo scrignetto tutto d'oro, alla Borro mini. a ' Nell'interno del Brasile, a Dona Marianna, a Ouro Prcto, cit-tà e miniere d'oro dall'antica ricchezza consunta e abbandonata, il figlio di una schiava negra e di un capomastro portoghese, Antonio Francisco Lisboa, detto l'Aleijadinho, ossia il Mutilatello, si amputò da sè gli arti morti per lebbra, e continuò a disegnare con i monconi una fioritura di mirabili chiese bivalve. Non aveva mai varcato i confini del remotissimo stato di M inas Geraes, eppure l'ispirazione borrominiana non potrebbe essere più netta, pura e graziosa. A Merida, nello Jucatan, alla punta estrema del Messico, vicino ai paurosi occhi magici dei templi Maya, ci si rifugia nella' sinuosità onduleggiante della borrominiana chiesa cattolica. E' di linee borrominiane la cattedrale che sorge a Città del Messico, sul posto della Pietra del Sacrificio, dove i sacerdoti aztechi strappavano dalle viscere vive e innalzavano al sole gli ancora palpitanti cuori di ventimila-olocausti umani. Persino sul Pacifico, a San Francisco, ritrovai le linee sinuose, lo studio dei chiaroscuri architettonici, che segnalano la chiesa dei Filippini presso il Tevere, di Campione presso il Ceresio. In tutta l'Austria questa influenza è viva e continuamente visibile. La Wachau, con tutte le sue chiese, conventi, castelli e palazzi, lungo le sponde del fre sco e vasto Danubio, solo in parte è gotico-germanica. In parte non minore è figlia del Borro mini ; figliazione diretta del Borromini e tutta l'opera dell'archi tetto Fischer von Erlach, ora agitata e tempestosa, ora com posta in riposata maestà come nella chiesa di San Carlo a Vienna. L'Austria a sua volta ci resti tuì in parte questi preziosi ap porti, con la tendenza risolutamente neoclassica imposta dalla corte di Vienna all'architet tura di Milano e della Lombar dia. Il Plermarini sotto la guida dei governatori austriaci elabo rò o almeno accentuò per primo i canoni del ritorno neo-classico.Ma padre di questo movimeli to artistico europeo e mondiale del settecento, dal rococò al neo classico, rimane sempre il Bor romini. **» L'ordine dei gesuiti portò quest'architettura borrominianaadottata per propria, attraverso il mondo, ma non" fu una combinazione. Il napoletano cavaliere Bernini è, in fondo, un epigo ne di genio : solo suo malgradoper la sua meridionale irruenzasforza lo schema tradizionale classico con rigonfia sfarzosità e opulenza. Precursore è il Borromini, il quale ripudiando le contraffazioni super-classicisteritrova quel genuino lato della classicità, detto più tardi romanticismo. La sua reclinante grazia ellenista e alessandrina già spiana la strada a quei più lisce rigidi ritorni neoclassici, che ferocemente la ripudieranno. Oltre il barocco egli creò il rococò; al di là del suo seicentointuisce il settecento vicino, iquale, vituperandolo a parolenella realtà pure gli rimase fedele ; e non solo il settecento sacro, benanche il profano. Un cassettone, un armadio, un comò col tramò, una poltrona goldoniana o Luigi XV, una porcellana di Sassonia o di Sèvres, donde traggono le loro movenze da minuetto; quei loro sboffi ed esilità da guardinfantespampanato, sì, per una riverenza di corte, ma facente capo a un vitino stretto stretto ; dondess non dalla finestra di San Car lino alle Quattro Fontane; dal la cuspide di Sant'Ivo alla Sa pienza, dalla facciata e dalla pianta di Sant'Agnese in piazza Navona? L'Opus atchitectonicum cquitis Francisci Borromini è la bibbia di mattoni e pietre, che atte sta l'unità e l'egemonia della civiltà bianca per quattro continenti, attraverso le evoluzioni dquasi due secoli. Margherita G. Sarfatti