La beffeggiata frontiera franco - spagnola

La beffeggiata frontiera franco - spagnola La beffeggiata frontiera franco - spagnola Dalle 4 alle 5 si parte -- Alcool e « Internazionale » -- Il magico « VV » - La comoda oasi territoriale di Llivia - Una tragica farsa (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) PERPIGNANO, febbraio. Senza alcuna pretesa di passare alla storia, ma soltanto per i loro loschi affari economici e politici, i comunisti e anarchici franco-iberici si sono assunti il compito di riconfermare coi fatti, due secoli dopo, la celebre frase di Luigi XIV. Oggi è vero — assai più cìie nel 1700 — che « il n"y a plus de Pyrénées ». Non v'è più frontiera, se non di nome, poi che su ognuno dei valichi transitano liberamente autobus e autocarri, con il loro carico di « volontari » e materiale bellico. Due dipartimenti, adiacenti al confine, Itanno il primato: quello dell'Ariège e quello dei Pirenei Orientali, poi che hanno i passaggi stradali più comodi: le Perthus e Puigcerdti. Lungo il litorale il traffico è intenso, per la stazione di Gerbère e per la Route de la Comiche. E' notorio anche l'orario. Carcassonne sobborgo di Barcellona Chi, a Perpignano, voglia assistere alle regolari partenze con autobus, non ha che addentrarsi nella parte vecchia della città: dalla Place de La Loge attraversare il cortile a portici e, in rue de la Barre, volgere a sinistra; in rue des Troia Jowrnées e in quella de la Revolution già i volti diffidenti e arroganti abbondano: presso i vecchi Bàtiments Militaires i « miliziani » di Catalogna, in uniforme, tengono lontani i curiosi, poi che si sentono come in terra loro. Nominalmente siamo ancora in Francia, ma la rue de Saint-Franpois è animato comando di tappa dei «rossi» spagnoli, donde ogni giorno, in piena luce, partono i veicoli affollati di volontari. Percorrono la Comiche e, dopo pochi minuti, saranno nella, loro patria di elezione. Prima della partenza, il materiale umano è controllato danna visita medica: sembra che essa venga eseguita in un padiglione dell'ospedale civile di Perpignano, concesso ai « rossi » perchè vi ospitino i loro feriti. Questi, sicché, sono curati a spese dei contribuenti francesi. Un collega di Carcassonne con ironica amarezza ha definito Perpignano « un sobborgo di Barcellona ». Al primo loro arrivo, i « miliziani » ut han già trovato denominazioni in loro onore: la prima grande piazza che si incontra, venendo dalla stazione, non è forse la Place de Catalogne, col monumento a Jean Jaurèsf E basta attraversare la Basse per essere nell'Avenue de Barcelone: costeggiandola ancora, si giunge nella Place d'Arago, centro della sfacciata prepotenza dei tolleratissimi invasori. Per circolare liberamente, il più autorevole lasciapassare è quello concesso da un « comitato » insediato in un bar. I comunisti e anarchici amano trattare i loro loschi affari negli spacci di bevande alcooliche. La fertile regione del Boussillon è celebre per i suoi vini. I due contingenti russi che, (/torni fa, transitarono per Perpignano, fecero largo acquisto di bottiglie e ripartirono cantando i'Internazionale con voci gorgoglianti di buon vino locale. Quei doganieri, non han niente da fare! Perpignano è centro di smistamento: non tutto il traffico è avviato lungo la costa, per la compiacente ferrovia a Port Boti o pei la Comiche. Assai comoda è anche la strada che i colonnini turistici indicano ironicamente come Route Nationale N. 9. La piccola stazione di Le Boulou (in tempi normali qtiasi deserta, poiché il paese ha meno di 2.000 abitanti e i 6a//»i non hanno clienti quest'anno) vede il suo piazzale affollato di autocarri e di auto. E' malizia pensare che essi transiteranno per il valico di Le Perthus e discenderanno in Catalogna t Recentemente, ben 600 camions Fordson sono stati scaricati in quella stazioncina. La strada, route nationale, che va a sud è ingombra di veicoli, ma la guardia di frontiera non è stata rinforzata di ni: solo uomo. A che scopo, del resto, se quelli che l'i sono han tanto pt.ro da farei Essi noti vedono et! agiscono più di quello che sia concesso al ìefunto generale Dugoinmier, il quale riposa nella sua tomba, nel sovrastante forte di Bellegarde. Ntl ci 179b sconfisse li gli Spagnoli. Ironia anche nei ricordi! Ma il passaggio ideale è quello di Bourg Madame e Puigcerda. Lì il Trattato dei Pirenei del 1659 provvide a disegnar la frontiera in modo che il contrabbando sarebbe agevole anche se la sorveglianza fosse severa. Invece la sorveglianza è nulla, poi che così si desidera in alto loco. Tutti sanno che una colonna di autocarri, fermata imprudentemente a Quillan, fu rilasciata immediatamente e senza controllo, per un ordine telefonico perentorio. Trasportava « materiale farmaceutico » e la dichiarazione doveva bastare, senza verifica, tanto più che la targa di ogni veicolo conteneva quel magico « W x che sta diventando leggendario nel traffico di frontiera, per la sua potenza sulle autorità locali. E' una lettera che oramai significa, sinteticissimamente: «Lasciar passare indisturbato! ». A Puigcerda, il Ponte della Raour divide Spagna e Francia; ma poco oltre, il suolo francese ha un'oasi territoriale che è rimasta spagnola: è qualcosa di simile al nostro Campione d'Italia, sul lago di Lugano, separato dal resto del Regno da territorio svizzero: con questa importante differenza, però, che l'enclave di Llivia, pur essendo circondato da territorio francese, è collegato alla Spagna da una « strada neutra ». Non è difficile immaginare quale funzione abbia oggi questa comoda strada a regime speciale, la quale si innesta sulla grande Route des Pyrénées: il crocicchio con questa ha una doppia fisionomia internazionale: si può dire che il medesimo suolo è terra francese se considerato come segmento della Route Nationale tra Bourg Madame e Ur, ma è fuori della sovranità della Repubblica se considerato come porzione stradale dì collegamento tra Puigcerda e Llivia. Tragica commedia "No entiendo el francès,, / « rossi » di Catalogna non hanno bisogno però di sottigliezze in linea di diritto: il Console di Francia protestò a Barcellona per ottenere che gli anarchici dell'isolotto territoriale di Llivia non,esagerassero in spavalderia fuori dei confini. Le autorità sovietico- catalane dovettero sorridere, sapendo bene ciò che sarebbe continuato ad avvetiire nella singolare zona. I doganieri francesi non si recati forse, in divisa, alle riunioni anarchiche della F. A. I., a Puigcerda? Nessuno li rimprovera per ciò, protetti come essi sono da un influente deputato comunista della Cerdagne francese. In cambio i « miliziani » — in divisa anch'essi — si spingono a loro beneplacito nel territorio della compiacente Repubblica, sulla Route des Pyrénées che costruita a scopi tv.ristico-strategici, serve oggi largamente per il traffico di materiali e di uomini. Due società di trasporto hanno assunto l'appalto, e i torpedoni si distinguono dal colore: rossi e giallo-limone. Alla turistica route confluisce, a Montlouis, la Nationale N. 118, da Axat e Quillan, per gole cupamente impressionanti, che paion scavate a bella posta per il contrabbando romanzesco. Romanzo e tragica commedia. Il « volontario », appena ingaggiato, diventa ufficialmente spagnolo: per completare la farsa, impara atwhe la sua parte, che si riduce a quattro parole, quanto bastano per paralizzare l'interrogatorio: «No entiendo el francès! ». Le pronunzia come se fossero scritte: « Nau intien d'eau alle frangaise ». Basterebbero le nasali a documentare comicamente la vera nazionalità. Ma ogni spunto comico è soffocato dalla tragica eloquenza delle cifre: si affermerà un giorno, con documenti alla mano, che già Si.000 « volontari » hanno emigra to attraverso l'irrisa frontiera. Qualcuno riesce a ritornare, definitivamente guarito da ogni velleità di difendere i sacri ideali: lacero e malconcio, cerca rifugio nella patria che ha rinnegato. Stremato, fugge verso il nord: se ne trovano a Carcassonne e a Tolosa: uno fu raccolto dinanzi ad una chiesa di Narbona: era in divisa « miliziana ». Non si sentiva ancora al sicuro, sebbene fosse già fuori dei dipartimenti di frontiera, nominalmente francesi ma, di fatto, sotto il controllo spavaldo dei « rossi » di Catalogna. Toddi. fy . F.Romeu1 SPAGNA

Persone citate: Arago, Barre, Jean Jaurèsf, Luigi Xiv, Port Boti