GRAVI INCIDENTI A TUNISI per una rivolta di nomadi

GRAVI INCIDENTI A TUNISI per una rivolta di nomadi Il Jbolscevi&MMMO In colonia GRAVI INCIDENTI A TUNISI per una rivolta di nomadi La ribellione alla polizia — I beduini si riversano in città devastando e saccheggiando i negozi -- Le truppe mobilitate hanno riportato dellei contusioni>. Fjn qui it comunicato della reUidenza gcnereile; però le cose Tunisi, 4 notte. Dopo gravi incidenti verificatisi ieri nel sobborgo di Melasslne tra indigeni e polizia, la calma è ritornata, edmeno apparentemente. Le pattuglie di polizia e di soldati che circolano nei quartieri arabi e i magazzini devastati stanno infatti a dimostrare l'esistenza di unei situazione che desta giustamente l'allarme nella massa della popolazione europea. La versione ufficiale La porteita dei conflitti di ieri viene diminuita da un comunicato diramato dalla Residenza gcnereile di Francia eti giornali, mei i peirticolari che oggi si conoscono elimostreino che la rivolta ha avuto carattere di una certa- gravità. Il Comunicato ufficiale dice: « Ieri mattina a Melassine, sobborgo di Tunisi, durante la distribuzione di pane agli indigeni, alcuni mestatori hanno disturl:-to questa distribuzione. In seguito al loro arresto, un gruppo di individui armati di bastone e adoperando proiettili diversi, si ,è diretto presso la Piazza Rab Suika cagionando danni al suo passaggio. Lo sceicco della Medina insieme ai signori Tahar Ben Ammar e dott. Materi, sono intervenuti per calmare gli spiriti. La calma è stata ristabilita poco dopo, per l'intervento del servizio d'ordine. Il controllo civile ha potuto assicurare la distribuzione di pane agli indigeni che non avevano seguito i perturbatori. Molti individui arrestati saranno deferiti al tribunale, che ha aperto una inchiesta. Alcuni agenti e qualche dimostrante andate in m'odo'diverso, co-\me risulta dalle testimonianze di coloro che assistettero agli incidenti. Alcune tribù di beduini affamati e senza lavoro avevano chiesto ripetutamente alle autorità eli occuparsi di loro. Ieri mattina la polizia era intervenuta per espellere questi disgraziati, i quali, già « lavorati » dagli agitatori comunisti, si rifintarono di ritornare verso il sud donde erano fuggiti a causa della miseria, Cosi ebbe inizio la rivolta. Un'al fra causa dell'incidente è dovuta al fatto che i beduini si opposero all'arresto di alcuni arabi, noti alla polizia come pericolosi sovversivi. Tale operazione doveva avvenire ieri mattina in un locale dove ogni giorno vengono distribuite razioni di viveri ai bisognosi. All'ora fissata numerose forze della polizia, al comando di un maresciallo, giunsero a Mclassineche dista un chilometro da Timi-si e procedettero all'arresto di una dozzina di beduini. Costoro1 venivano fatti salire sopra un au-\tocarro. Ma gli arabi si opposero ] ed iniziarono una fitta sassaiola contro gli agenti. Alcuni scalma-nati demolirono un muro per ri- fornirsi di pietre e di mattoni. Un gendarme rimase gravemente te-rito; subito una trentina di arabi si lanciarono su di lui con l'intenzione di finirlo. Mentre uno dei più facinorosi si accingeva a schiacciargli la testa, un maresciallo, visto il pericolo, sparò due colpi di rivoltella, ferendo un dimostrante alla coscia destra. In tal modo il gendarme ferito si trasse in salvo. Poco dopo un gruppo di beduini armati di zappe, pale e bastoni affrontò un indigeno con l'intenzione di ucciderlo, mei poi, trattandosi di un arabo e non di un francese, i ribelli desistettero dell loro proposito, lasciandolo in libertà. Però, si lanciarono contro un poliziotto francese, tentando di impadronirsene, mei inutilmente perchè questi riuscì a porsi in salvo. Gli indigeni armati di bastoni, vanghe, zappe ecc. si incamminarono verso la città, dando la cacciei agli europei e etile auto che incontravano. Ad un crocevia, un'automobile guidata dell nostro connazionale Giuseppe Taormina venne presa a sassate e la stessa sorte subì un autocarro della Shell. Passando davanti ad un ospedale francese i ribelli fracassarono tutte le automobili dei medici che si trovavano sul piazzale. Il quartiere arabo invaso / beduini penetrarono vociferando in Tunisi, nel quartiere arabo devastando le botteghe e gridando morte ai francesi. Immediatamente tutti i negozianti co minciarono a chiudere le porte e fu un fuggi fuggi generale. Nella piazza principale del quartiere gli arabi saccheggiarono tutte le bot teghe ma poi trovando uno sbur ramento di agenti di polizia tornarono indietro, ferendo un vec chi°eb/eo e rompendo tutti ieri- stalli delle vetture. Fra i feriti vi sono due dei nostri connazionali fra cui una vecchietta settantenne che fu necessario trasportare all'ospedale. Venne anche devastata una bottega di calzoleria gestita da un italiano. In tal modo la colonna dei dimostranti entrò nel centro della città dove fu affrontata dalla polizia. Trenta beduini furono arrestati e molti di essi, feriti gravemente, furono ricoverali all'ospedale. Ora la calma è ritornata, ma le truppe sono mobilitate e numerose pattuglie hanno occupato i punti strategici di diversi quartieri arabi. L'allarme in Tunisi è stato molto forte poiché questi incidenti si verificano deipo una serie di etltri incidenti avvenuti in vari centri della Tunisia. Non v'è dubbio che la causa di questa, come di altre rivolte, debba cercarsnella terribile miseria in cui ver sano i beduini. La situazione è ,giunta a tal punto ad opera derjl agitatori comunisti e neo-destu riatti che fin dall'avvento del Fronte Popolare a Parigi hanno avuto ampia libertà di sobillare le mas- se. Tuffi i giornali invocano un e- nergico atteggiamento da parte delia Residenza generale di Fran eia; sembra però che la situazione possa peggiorare e fra gli europei regna grave preoccupazione.

Persone citate: Giuseppe Taormina, Tahar Ben Ammar

Luoghi citati: Francia, Parigi, Tunisi, Tunisia