DON FASCE CELEBRA DON BOSCO nella sua prima festa liturgica e si spegne sereno subito dopo

DON FASCE CELEBRA DON BOSCO nella sua prima festa liturgica e si spegne sereno subito dopo La benefica opera dell'Ente Ernesto Stìllio per la protezione dei fanciulli redenti Esiste a Torino in corso Stupinigi un grande Istituto che fu dapprima destinato soltanto al ricovero del giovani accolti per educazione correttiva a domanda delle famiglie, poi di mano in mano venne a trasformarsi ed assurse alla dignità di esemplare e perfetta istituzione educativa, mercè l'opera di veri apostoli che lo presiedettero, profondamente versati nelle discipline correttive. L'Istituto, ha subito, in base alle nuove leggi emanate dal Governo fascista nel 1934, una nuova radicale trasformazione assumendo il nome e la funzione di « Centro di Rieducazione ». Sopra questo importante argomento ci siamo intrattenuti con l'avv. Emilio Benelli, il quale, per speciale concessione avuta dal Ministero, ha ripetutamente visitato, a scopo di studio, il Centro di Rieducazione locale, riportandone un senso di viva ammirazione per la fenialità delle innovazioni ideate alla legge fascista nella profilassi della delinquenza minorile. Non sarebbe stato possibile scegliere una sede più degna di quella attuale, ci ha dichiarato il nostro interlocutore, perchè coi lavori di ampliamento e di risanamento già studiati ed attuati dal Ministero negli anni che decorsero dal 1926 al 1932, il complesso del fabbricato aveva raggiunto un notevolissimo sviluppo. Si devono infatti a detto periodo di tempo molte notevolissime opere rispondenti alle moderne esigenze dell'istituzione, delle quali per anni ed anni era stata insistentemente quanto inutilmente proclamata la impellente necessità. E così, utilizzando una estesa area coltivabile, sorsero un vasto fabbricato per scuole civili ed industriali, un campo sportivo bene attrezzato, un teatro ed una sala per le conferenze. L'attuazione di questa trasformazione, cui presiedette il comm. dott. Mazzarisi, diede modo al suo successore, comm. Pasino, di adattare l'Istituto a Centro di Rieducazione. Durante le sue visite l'avv. Benelli ha potuto osservare e studiare il funzionamento dell'Istituto: i fanciulli sono affidati ad un personale idoneo per l'assistenza, ed occupati nello studio, nel lavoro professionale ed in pratiche morali e religiose atte a risvegliare nelle loro anime i sopiti sentimenti di virtù e di bontà. Uno speciale studio di indagini e ricerche nell'ordine somatico, psichico ed anamnestico, viene fatto per risalire alla responsabilità individuale del piccolo colpito e a quella dell'ambiente e della famiglia donde proviene. Diagnosi profonda anche di grande interesse sociale, che dà il concetto esatto della psiche del fanciullo, e consente di stabilire la prognosi per la sua cura educativa, una vera cllnica pediatrica, che dà un'altissima percentuale di emendati e che sarà com-§leta con la prossima Istituzione el Centro di osservazione, pure dal Regime voluto. I Centri di Osservazione organizzati dall'Opera Nazionale per la Maternità e Infanzia e dipendenti ciascuno. della propria Federazione provinciale, sono destinati a raccogliere e a ospitare i minori degli anni 18 abbandonati, fermati per motivi di P. S. o comunque in attesa di un provvedimento giudiziario o di internamento in un riformatorio di corrigendi. Queste istituzioni, che furono opportunamente assegnate alla O.N.M.I. hanno anche 11 compito di assistenza sociale, opera questa delicatissima polche tra l'altro dovrebbe sorreggere e guidare i giovani, ormai rieducati, durante 1 primi tempi del loro Ingresso nella vita sociale: periodo quanto mal delicatissimo, perche, se non sorretti e guidati, questi elementi farebbero ritorno all'ambiente dove ebbero la spinta alla loro degenerazione. Questa è appunto la parte più delicata assegnata ai Centri di Osservazionema finora non ancora messa in pratica attuazione. A Torino, però, esiste un'entemolto poco conosciuto tuttavia, cha detto l'avv. Benelli; si tratta della benemerita istituzione Ernesto Stililo (dal nome del munifico fondatore), unica forse in tutta Italia, ora presieduta dal signoBianco di San Secondo e diretta con zelo e passione dall'attuale direttore del centro di RieducazioneGli scopi di questo benefico entsono appunto quelli di continuarl'opera di rieducazione dei giovani redenti con una paterna assistenza che li accoglie e li guidamorevolmente nel primi passi pele vie libere del mondo. Ma tuttl'opera volonterosamente fattivdei dirigenti e dei collaboratordell'Opera Stillio non è sufficientdi fronte alle limitate risorse dquesta benefica istituzione, pecostituire, come sarebbe indispensabile, un asilo ospitale, ove i giovani prosciolti, ma appartenenti famiglie indegne e a centri corruttori potessero trovare protezione e assistenza. E' d'uopo quindi si aiuti colarghezza quest'opera di protezione e di difesa — non bisogna dimenticare, ha concluso l'avv. Benelli, che salvando un fanciulltraviato, avremo rimosso un grave pericolo per l'ordine familiare sociale — in attesa che questdelicatissimo problema assisten ziale venga risolto con geniale lu minosità a Torino, come appuntvennero risolti numerosi altri com piti demandati all'Opera Nazionale Maternità e Infanzia. U. N Tra la Terra c il Ciclo DON FASCE CELEBRA DON BOSCO nella sua prima festa liturgica e si spegne sereno subito dopo La grande famiglia Salesiana ed i fedeli hanno ieri, nel Santuario di Maria Ausiliatrice, celebrato per la prima volta la festa liturgica di San Giovanni Bosco. Il tempio era affollatissimo, ma non tutti potevano trovarvi posto e la piazzetta si gremiva di fedeli, mentre dalla porta principale della chiesa, ininterrottamente, a fiotti, la gente usciva, incrociandosi con l'altra che cercava di entrare. Attorno all'urna del Santo, avvolta in un alone di lud una fiUa folla in ginocchio pregava fervidamente. Veniva eseguita per la prima volta la « Missa solemnis » del maestro Mercanti, dalla Schola Cantorum dell'Oratorio e dagli allievi dell'Istituto teologico internazionale. Commozione di popolo Dal pergamo, Don Fasce, il decano del Capitolo Salesiano, parlava della vita del Santo. Il panegirico di Don Bosco suscitava vivissima commozione non solamente nella folla dei fedeli, ma nello stesso predicatore. Lo si sentiva dal tremore e dall'afflevolirsi della sua voce; quando accennava a certi episodi di toccanto pietà e carità cristiana 1 singulti lo costringevano a delle pause. Don Fasce, ohe contava 76 anni, aveva conosciuto il fondatore: l'ammirazione ch'egli sentiva per (a sua gigantesca e miracolosa jpera, la venerazione che provava per l'umile sacerdote venuto dal Becchi di Castelnuovo a costruire dal nulla un nuovo mondo, avevano indotto lui, che laureato in lettere e filosofia' a 22 anni, aveva intrapresa la carriera dell'Insegnamento ed era stato assunto quale laico ad Insegnare al Liceo di Valsalice, a chiedere di entrare a far parte della Società Salesiana. La sua consacrazione a prete, dopo il periodo di preparazione, coincise con la morte di Don Bosco. Quale salesiano egli aveva assolto varie er4 Importanti mansioni. Inviato a dirìgere un collegio salesiano. in Sicilia, vi era rimasto per 12 anni, dando una nuova e più moderna impronta agli studi salesiani; nominato ispettore degli studi per la Sicilia assolse brillantemente tale suo delicato compito, che svolse poi successivamente in Liguria. Dal 1920 era stato nominato Consigliere nel Capitolo e direttore generale delle scuole salesiane di tutto il mondo, succedendo in tale carica al primo direttore generale don Cerotti. Questi era il sacerdote che Ieri mvngnsrcrlpSaniDpsgvcciradai mattina dal pergamo parlava del venerato suo Maestro, il Santo, e ne esaltava i miracoli. Da alcuni giorni la sua salute non era buona. L'influenza non lo aveva risparmiato, ma egli aveva voluto resistere, non aveva ascoltato i consigli di chi voleva si avesse riguardo: temeva mettendosi a letto di rimanervi e non poter pronunciare il panegirico del Santo. Parole estreme E cosi febbricitante, trovando anzi in quella sua eccitazione un nuovo elemento di esaltazione, ieri mattina tesseva le lodi di Don Bosco. Le ultime parole del panegirico si erano spente in un singhiozzo e la folla prostata singhiozzava anch'essa, poiché il vecchio sacerdote aveva saputo comunicarle la sua immensa commozione. Scese dal pulpito barcollante; in sacrestia mentre svestiva 1 paramenti sacri, fu sostenuto da altri sacerdoti che, preoccupati del suo stato, lo accompagnarono alle sue stanze. Ma non volle andare a letto. Era debolissimo ed Il cuore batteva Ja carica. In assenza del Rettore Don Ricaldone, il Prefetto generale don Remiti, informato dell' infermdtà di don Fasce sali alla sua camera. Lo trovò steso sul sofà. Per entrare in argomento, e non Impressionarlo, don Berrutl gli fece le congratulazioni per le lodi che aveva cantato del Santo. — Spero — rispose 11 vegliardo — di andarle a cantare in Paradiso. Furono le ultime sue parole. Le sue condizioni si andarono aggravando di minuto in minuto. Il medico accorso constatò che si trattava di un attacco cardiaco e fece tutto quanto è consigliabile in simili casi, ma ogni soccorso riuscì inutile. Dopo che gli furono impartiti 1 sacramenti don Fasce spirava, erano le 14. Consacrato prete il giorno in cui moriva don Bosco, si spegneva nel giorno in cui egli celebrava la prima festa liturgica del Santo. Qui nel Salone de La Stampa 11 salesiano don Fasulo aveva terminato la sua applaudita conferenza e rispondeva alle parole di compiacimento che gli venivano tributate da autorità e personalità quando un altro Salesiano a lui si avvicinava per comunicargli la ferale notizia. In tal modo noi apprendevamo 11 lutto che ha colpito la famiglia Salesiana. igoU. p.

Luoghi citati: Castelnuovo, Italia, Liguria, Oratorio, Sicilia, Torino