UN'INTERVISTA DEL DUCE di Giuseppe Piazza

UN'INTERVISTA DEL DUCE UN'INTERVISTA DEL DUCE L'utopia degli Stati Uniti d'Europa - "L'accordo con l'Inghilterra rafforza l'asse Berlino-Roma ed e un logico complemento degli sforzi per pacificare l'Europa,, Berlino, 18 notte. Roland E. Strunk, inviato speciale a Roma del Voeìkischer Beobachter, ha ottenuto una intervista dal Duce che fa precedere da alcune considerazioni ricordando come un anno fa egli, di ritorno dall'Abissinia, sia stato ricevuto per la prima volta da Benito Mussolini. Accenna agli avvenimenti trascorsi, da allora, quando recandosi a Palazzo Venezia, incontrò le colonne in marcia della divisione « Sabauda » pronte a partire per i campi di battaglia del Tigrai dove stava per decidersi il destino dell'Impero Italiano. Ricorda il periodo delle sanzioni, il blocco economico e, malgrado tutto ciò, la vittoria italiana e, infine, la tensione tra Roma e Londra, felicemente superata con l'accordo per il Mediterraneo. A Roland Strunk, che scrive di aver ritrovato il Duce quasi rinvigorito dalle ostilità affrontate e vinte, e ringiovanito d'anni, Mussolini ha detto che lo scorso anno è stato ricco di eventi; è stato fatto un gran passo avanti, è stato saldato l'asse Roma-Berlino. Rilevato come questo sia l'inizio di un processo di consolidazione europea, il Duce ha affermato che egli non crede agli Stati Uniti d'Europa. « Essi sono un'utopia, egli ha aggiunto, una impossibilità determinata dalla storia e dalla politica. Nel nostro continente siamo tutti troppo anziani. Ogni popolo, ogni Stato ha la sua storia e le sue intime originalissime sorgenti dalle quali derivano le qualità della stirpe e della na zione. Altrove, in America si, le cose' stanno diversamente Ecco, li tutto è più giovane, più nuovo, privo di tradizioni » Tuttavia, pur dichiarando che gli Stati Uniti d'Europa sono una cosa impossibile, il Duce ha osservato che, all'infuori di ciò e nella stessa direzione, si sta formando qualche cosa, una spe eie di idea europea, nata dalla nozione che un solo pericolo minaccia la nostra cultura, la no stra integrità e la nostra civiltà — e questo pericolo è il bolsce vismo. Il Duce, dopo aver detto che oggi si sta attraversando un pe riodo di totale rivolgimento del le ideologie politiche e sociali e che le democrazie sono in istato fallimentare, ha osservato che questa è l'epoca della forte individualità e della personalità predominante. Lo Strunk ricorda come il Duce pochi giorni or sono abbia concluso con l'Inghilterra un accordo per il Mediterraneo e come tale avvenimento sia sta to da taluni preso a pretesto per diffondere menzogne, dubbi sfiducia. Interrogato se egli crede che la battaglia dinanzi a Madrid possa condurre a complicazioni internazionali o addirittura alla guerra Europea, il Duce ha risposto sereno, scuotendo lentamente il capo. Ha aggiunto che c'era chi voleva turbare l'accordo del Mediterraneo, ma òhe egli non lo ha tollerato. L'accordo rappresenta nella situazione assai tesa l'inizio di una pacificazione e procura alcuni anni di tranquilla evoluzione. Si potrà durante questo periodo continuare ad agire per la pace. E per quanto riguarda le affermazioni secondo le quali l'accordo italoinglese significherebbe un rilassamento dei rapporti tra Roma e Berlino, il Duce ha soggiunto che tali affermazioni non sono che vaneggiamenti dei nemici della recente, ma intangibile collaborazione italo-gerp.ianica. Nulla è stato nè sarà cambiato a tale collaborazione. . Anzi l'accordo con l'Inghilterra non fa che rafforzare l'asse Berlino-Roma e non è ohe un logico complemento degli sforzi pur pacificare l'Eu ropa. « Non abbiamo mire territoriali di nessun genere in rapporto alla situazione creata in Spagna dall'intervento della Russia sovietica » ha affermato il Duce. E, alla domanda se là proclamazione di una repubblica sovietica in Spagna o in una parte del la Spagna potrebbe rivestire il lignificato di una minaccia dello « statu que », il Duce ha risposto: «-evidentemente». E, con questa affermazione l'intervista è terminata. Ll'mgstsqarlisgrdtscmpdtvalevifdtqgnsdapidbsptlnRlaiarresbsgFrerslsnv L'importanza dell'intervista sottolineata a Londra r e d i a e Londra, 18 notte. Per domani è atteso a Londra l'ambasciatore d'Inghilterra a Roma sir Eric Drummond e alcuni giornali asseriscono che, pur essendo la visita di carattere privato, l'ambasciatore coglierà l'occasione per avere importanti colloqui col ministro degli esteri Eden, al quale riferirà le informazioni raccolte negli ambienti autorevoli di Roma circa le questioni discusse nel corso della visita del generale Goering e le decisioni raggiunte dai governi di Roana, e di Berlino. Vi è chi asserisce, d'altra parte, che l'Ambasciatore insisterà, nel corso dei suoi colloqui con Eden sui tentativi fatti a Roma o meglio sui tentativi che si pretende siano fatti a Roma per dare nuova vita al Patto a quattro. Senonchè a queste e ad altre voci vorrebbe porre un termine la agenzia Reuter, la quale, in un telegramma da Roma, dichiara avere appreso da ottima fonte che il Patto a quattro non è. stato affatto discusso nelle conversazioni di Goering con Mussolini, concentratesi, secondo questa agenzia, quasi per intero sul problema spagnolo. Una risposta del Governo italiano sulla questione dei volontari si spera qui venga recata a Londra da Drummond e alcuni giornali affermano che essa potrà essere pubblicata a Roma senza ulteriori indugi. In quanto alla replica tedesca non si attende una sua pubblicazione prima della fine di questa settimana. Alcuni corrispondenti romani, pur sforzandosi di assumere atteggiamenti di rigorosa imparzialità sembrano desiderosi di seminare qualche nuova zizzania fra Roma e Berillio, sostenendo come la Germania incominci ad essere ansiosa circa l'esito della guerra in Spagna, desiderosa di giungere a migliori rapporti con l'Inghilterra, onde poter tra l'altro discutere con questa il problema coloniale e cerchi un motivo di disimpegnarsi in Spagna, convinta come sarebbe, a quel che afferma il corrispondente romano del Daily Telegraph, «che l'Inghilterra e la Francia difficilmente le permetterebbero di estendere i suoi piani economici in Spagna senza opporre resistenza »; Comunque, nonostante un diverso atteggiamento nei riguardi della Spagna, il Governo tedesco adotterebbe, sempre secondo lo stesso informatore, un atteggiamento identico a quello dell'Italia nel rispondere alla nota inglese sui volontari. Tutti, poi, questi corrispondenti sono unanimi nel riconoscere che l'Italia e la Germania non possono permettere una vittoria dei comunisti in Spagna e neanche la divisione della Spagna in due parti, l'una bianca e l'altra rossa. Appunto per questo, un'estrema importanza è attribuita qui all'intervista del Duce a un giornalista tedesco e ciò perchè in essa il Capo del Governo italiano ha esplicitamente affermato che la istituzione di un regime rivoluzionario in Spagna non potrà essere accettata dall'Italia, in quanto incorri patibile con lo statu quo nel Mediterraneo. Di grande importanza è pure considerata l'intervista che il ge nerale Franco ha concesso a Salamanca all'inviato speciale della Havas, e che è riprodotta dal Dai¬ ndcdaed«gdpgdisz ly Mail. E' importante perone Londra finora non è riuscita a rendersi ben conto di quale sia il programma pratico del governo nazionalista. Lo segue nelle vicende della guerra, ma non si rende conto della trasformazione profonda che la vittoria di Franco dovrà arrecare ad una Spagna unificata e vittoriosa. Il Daily Mail, riproducendo l'intervista, osserva che « mentre Franco' chiede una Spagna per gli spagnuoli il governo di Madrid lotta per una Spagna per i Sovieti. La Spagna ha già goduto sufficientemente i frutti della dominazione marxista come il terrorismo, la violenza e l'assassinio e non vi è più nessuno in Inghilterra che possa non simpatizzare con coloro che tentano di cacciare il comunismo dal suolo spagnuolo ». R. P. L'eco in Cecoslovacchia Praga, 18 notte. I giornali riproducono con grande rilievo l'intervista concessa dal Duce al « Voeìkischer Beobachter » richiamando in modo particolare l'attenzione sulle dichiarazioni fatte dal Duce circa la minaccia che costituisce il bolscevismo per la civiltà europea. In Ungheria Budapest, 18 notte. Le dichiarazioni del Duce al corrispondente romàno del « Voeìkischer Beobachter » sono riprodotte con particolare rilievo da tutti i giornali che sottolineano specialmente nei titoli la frase secondo cui l'accordo italo britannico rappresenta l'inizio della distensione e si può contare su un pacifico sviluppo di parecchi anni. Le basi romane per una più vasta intesa Atene, 18 notte. L' Estia, parlando dell'accordo italo-tedesco scrive che le due nazioni sono risolute ad impedire la prevalenza del comunismo nel Mediterraneo occidentale e che l'Inghilterra non può avere obbiezioni « Dato che l'Italia e Germania — continua il giornale — tendono a migliorare i loro rapporti con l'Inghilterra non è infondata j la speranza che le conversazioni romane di Goering faciliteranno una intesa più vasta della quale l'Europa ha bisogno ». Il Praia scrive che le accoglienze ricevute da Goering a Roma ed i suoi colloqui con il Duce dimostrano l'importanza che i due Governi attribuiscono alla loro collaborazione principio come le attenzioni sp cialissime a cui è stato fatto segno nella sua visita romana da parte del Duce e delle-autorità dirigenti italiane, il Ministro Presidente e generale Goering, « corrisponde alla volontà confermata di mantenere dinanzi a tutto il mondo la stabilità dell'asse RomaBerlino»; ed aggiunge come Ter Acacia di quest'asse, più che in manifestazioni — come accade nelle relazioni fra Londra e Pari gi — si è fatta sentire in effetti e conseguenze fra le quali primis sima la recente contemporaneità a e o e n n a e a e coincidenza di argomentazioni delle due note italiana e tedesca, in risposta alla nota britannica: contemporaneità e coincidenza che — nota di passaggio il giornale — avrebbero dovuto bastare da sole a disperdere subito, senza bisogno di altro, le speculazioni francesi; l'asse Roma-Berlino funziona, dunque in pieno; questa è la constatazione fondamentale dell'importante giornale di Essen. Ma se la forza magnetica stessa — si direbbe — dell'asse Roma Berlino è stata sufficiente per dare all'Inghilterra il coraggio e la forza di questo nuovo procedimento autonomo, il giornale è lontano dal trarne conseguenze separato rie e divisorie dell'Europa: al con trario, ne trae occasione per soste nere che l'asse Roma-Berlino — cosi come è stato rafforzato dal l'asse Roma-Londra — sarebbe interesse europeo che fosse prolungato fino a Parigi. • Fra l'Italia e la Francia, rileva a questo punto, vi sono ancora dissapori. Per quanto riguarda la Germania il passo fatto dal Ftihrer nella circostanza di capodanno ha sottolineato che, da parte nostra, non esistono difficoltà a intese con la Francia. Noi saluteremmo con soddisfazione se l'asse di cui si parla a Roma potesse venire prolungato anche a Parigi. « Mussolini — così scrive l'importante . organo, ritornando alla idea mussoliniana di una organizzazione direttiva europea delle quattro grandi Potenze, che, come abbiamo ripetute volte avuto occasione di rilevare, non si è mai più spenta in Germania e sembra sempre più incarnare il pensiero di questi circoli dirigenti — Mussolini pose, a suo tempo, in discussione il suo Patto a.Quattro. Ora le trattative per un Patto occidentale, dopo che il Belgio ha dato a divedere di non essere disposto a concludere una nuova Locamo, con reciproche garanzie, dovrebbero avviare alla realizzazione dell'idea mussoliniana ». Non sfugge, naturalmente, al giornale, che alla realizzazione di una simile idea occorrerebbe anzitutto una cosa, che, cioè, a Londra non ci si ostinasse a complicare il patto occidentale, rendendolo impossibile per l'ostinazione di volerlo assolutamente agganciare ai problemi dell'oriente europeo; ma il giornale crede potere formulare con qualche fondamento e probabilità, la speranza che a Londra si cominci già a nu trire la convinzione che la Russia non possa entrare in Europa se non come disturbatrice dell'ordine e della civiltà. Ed arriva ad arrischiare che, persino i francesi comincino già a trovare più di un capello nella loro minestra sovietica. Una necessità urgente In ogni modo, precisa condizione e premessa di ongi riorganizzazione europea è che sia eliminato il problema spagnolo, che costituì sce il grande focolaio di pericoli attuali. Senza di ciò non si farà nulla di nulla. « Ora — cosi conclude il giornale le sue importanti osservazioni — qui, non ci si avvierà a nes sun risultato se non guadagnerà definitivamente terreno il modo di vedere che anima l'asse Roma Berlino,- il che equivale a dire se l'asse Roma-Berlino fino da ora non si allarga un poco, A Mosca (vedi l'odierna risposta) si dichiara che la politica di ingerenza è irremissibile. L'obbiettivo dunque che la Spagna sia lasciata agli spagnoli non si potrà raggiungere soltanto a mezzo di provvedimenti di legge delle potenze occidentali. E si dovrà, anzitutto, impedire che la Russia sovietica continui ulteriormente ad immischiarsi negli affari spagnoli con rifornimento di materiale da guerra e con lafflusso di volontari. A ciò sarà inevitabile che si formi un fronte di difesa degli Stati di occidente e centro-europei contro la Russia sovietica, fronte che renda finalmente impossibile un ulteriore unilaterale spostamento dei rapporti di forza in Spagna, in favore del rossi. Questo do- vrebbe essere il primo pratico fi- ne di un prolungamento dell'assepolitico Roma-Berlino ». Lc importanti conclusioni del-l'autorevole organo di Essen sono accolte in questi circoli con tantamaggiore autorità in quanto che esse coincidono con la formulazione con la quale il Ministro Presi-dente Goering, dopo i colloqui con Mussolini ai quali si è espressa- .mente richiamato, ha chiuso la al- iOCUzione pronunciata ai tedeschi m Roma al momento di lasciare , la capitale: « Difesa comune?, con- tro c£mune periColo ». i Giuseppe Piazza