LA BARONESSA WAGNER? MAI ESISTITA!

LA BARONESSA WAGNER? MAI ESISTITA! LA BARONESSA WAGNER? MAI ESISTITA! Sapore di ricchezza e di bitume sulla ferrovia Guayaquil -- Riobamba: l'uomo che trova le monete d'oro sulla spiaggia; quello che è padrone di centomila buoi e quello che non crede alla storia delle Galapagos Guayaquil Riobamba, agosto. Quella vecchia storia del Re Montezuma, sepolto vivo dai con quistatori spagnoli sotto il cumulo di oro che egli offriva per la sua liberazione, è la più scialba storia che si possa raccontare da queste parti e non fa più presa nemmeno su quelli appena arrivati, i quali, prima ancora di metter piede su questa terra, già hanno arricciato il naso, assa2>orando insieme il senso della ricchezza e l'odore del bitume, vedendo di lontano, dal mare, la selva dei pozzi di petrolio piantata dalla OH Company sulla' spiaggia de La Libertad. A Guayaquil, poi, soltanto ad un uomo sfortunato può capitare di non avere la possibilità di arricchire in poco tempo acquistando subito, appena arrivato, une. miniera d'oro, regolare per mappa, piani ed assaggio dei campioni, od uri assegno in dollari su Parigi, od una tenuta grande come una nostra provincia. Il galeone spagnolo La miniera è forse un po' troppo lontana in zona inabitabile, l'assegno, frodato attraverso venti dogane, un po' troppo caro e la tenuta è ancora foresta vergine. Comunque, sono affari che si possono sempre prendere in considerazione. Tanti sono questi affari, che qui è difficile per chiunque tenere a lungo la testa a posto. Due anni fa, un onest'uomo se ne va ai bagni di mare. Un giorno, mentre passeggia in mutandine suUa spiaggia, prendendo a- calci i ciottoli, invece di conchiglie incomincia a raccogliere monete d'oro spagnole del XVII secolo, grandi come soldoni. Altre monete sono nel paese in mano ai pescatori. Altre sono state vendute dagli indigeni. Dopo una violenta mareggiata le onde sempre buttano qualche moneta sulla spiaggia. La storia parla di un galeone spagnolo affondato qualche secolo innanzi da quelle parti e la leggenda popolare lo garantisce pieno d'oro. Il mare conferma la storia e la leggenda. Quell'uomo, una delle teste più solide della colonia italiana di Guayaquil, da due anni sta facendo dragare le coste del Pacifico alla ricerca della cassaforte del galeone affondato. Può anche essere un buon affare. La ricchezza sembra sempre a portata di mano. Tutto sembra da incominciare e da fare in modo grandioso e sicuro. Viaggi sul fiume e subito pensi alle grandi facilità di trasporto e di irrigazione che ti offre quest'acqua dolce che segue la marea e ti vien voglia di costruire una città in ogni ansa, con delie grandi centrali elettriche, mosse da quella forza invincibile che sale e scende due volte al giorno, perché alimentino delle grandi macchine che cerchino l'oro nella sabbia. Viaggi in ferrovia, tra voli bianchi di « aigrcttes » foreste di banane, campi di canna da zucchero, risaie, foreste vergini e, prima di essere giunto alla stazione d'arri- uo, certamente ti sei già arricchito con le banane in scatola 0 coi sottoprodotti della canna o del latte. Compagni di viaggio E' difficile reggere. I soli che finora non abbiano perduto la testa sono i negozianti del porto, buoni genovesi, i quali vendono al dettaglio agli indii i prodotti della civiltà americana ed europea, e sono j soli, si dice, i quali abbiano davvero i baiocchi. Fortune solide. Forse più solide di quelle di questi miei compagni di viaggio nel vagone di coda, il migliore per godere il panorama, sulla ferrovia che da Durane sale a Riobamba ed a Quito, ansando e sbuffando perchè deve superare circa quattromila metri di dislivello. E' la sola ferrovia del paese, e tanto è faticoso e lento il suo' viaggio che un gruppo di indii da molto tempo insegue schiamazzando il nostro treno sfarfallando mantelli rossi e neri nelle spire del fumo della locomotiva, mentre il signore che mi siede accanto chiacchiera col suo fattore che caracolla a lato del treno e gli impartisce ordini e direttive. L'uomo seduto in treno deve aree detto tutto, perchè l'uomo a cavallo, Itene imbustato in una cintura di cuoio tempestata dì chiodi, dalla quale pende una grande rivoltella, si toglie il Itti- Idomaìido. j — In una delle Femandina. go cappello, punge il cavallo coi suoi grandi speroni d'argento e salta destramente nel prato a lato. Adesso che la testa di un cavallo non occupa più tutto il finestrino posso rivedere il panorama, tranquillamente. — Da mezz'ora, il treno corre sul mio! mi dice quel fortunato possessore di prati incolti. Non ho il tempo di porgergli i miei complimenti, perchè quella parola « mio » improvvisamente suscita una magica eco nel vagone e ciascuno incomincia a volermi dire che cosa ha nella vita di sito. Al principio dell'800... Chi il « suo » ce l'ha nel latte, ehi nella «manteca» grasso di maiale insostituibile nella cucina ecuadoriana, chi nelle scarpe, chi nelle banane. L'ultimo è padrone di sessantamila capi di bestiame. Aihmè! non sono completamente suoi perchè liberi, in un'isola, allo stato selvaggio ed occorrerebbe una spedizione di molti uomini per poterli ricercare e ridurre in schiavitù. Una spedizione? si può sempre organizzare. Egli va appunto a Quito per cercare l'appoggio del governo per l'impresa. Spera di ottenere il comando di un reggimento di soldati. Dove seno, questi animali? Galapagos, la — Galapagos! Brigatti e Ragneri non hanno saputo contenersi ed hanno gridato. — Galapagos! diavolo, che c'è di strano. Se volete, ve li vendo tutti come sono. Sessantamila, mal contati. Forse sono di più. Forse sono centomila. Chi su quanti sono? ma me ne pagate solo sessantumila. Siete italiani? Informativi: ji'è una relazione del comandante della Vittor Pisani, che nel 1900 fu alla Femandina, nella quale è scritto « trovai molli « ganados » in libertà in buònissime condizioni ». I « ganados » sono i boriai. Io ho una copia di questa relazione. E' una vecchia storiaChe sia una vecchia storia, me ne persuado subito notando il disinterasse degli altri viaggiatori. — In principio dell'altro secolo, le cose alle Galapagos non erano come oggi. La Cristobal era abitata e, per quanto quart tutti fossero uomini e donne banditi dalla società, prosperavano alcune aziende agricole. Un gruppo di questi agricoltori, per sfuggire alle imposizioni di Coibos, un governatore dell'isola, emigrò in un'isola, vicina trasportandovi il bestiame. Nell'isola gli uomini morirono tutti. Ma il bestiame sopravvisse e continuò a moltiplicarsi rida, cendosi allo stato selvaggio. Mio nonno ottenne l'itola in cambio di un favore che egli aveva reso alloStato durante la guerra col Ptrù. Fate i conti; anche calcolando soltanto due coppie iniziali nel 1800 quanti sono i «ganados» oggi? Teniamo pur presenti gli animali da preda che vi possono aver portato strage, a conti stretti, non meno di centomila. Facciamo sessantamila. — Quando avete visto l'isola, per l'ultima volta? — Le Galapagos ? ne io, ne mio padre, nò mio nonno non ci siamo mai estati! Che cosa può fare un uomo solo laggiù? Un esercito ci vuole, un esercito! « Un bluff, vi dico » / viaggiatori approvano. Qualcuno però fa osservare al padrone della Femandina che l'esercito dell'Ecuador si compone di pochi battaglioni, insufficienti per muovere guerra ai suoi centomila «ganados ». Nessune di noi tre però pensa a qttella guerra. Ci consultiamo con gli occhi. Tocca a me di parlare. — Voi, che avete qualche rapporto con le Isole, che cosa ne sapete della baronessa Wagner? l'avete conosciuta ? — La baronessa Wagner! Mai esistita. Un «bluff» vi dico, di qualche Casa cinematografica che voleva prepararsi una buona pubblicità per un film! Sono più stupito che atterrito. Ho in valigia i inerbali dell'interrogatorio, presso il tribunale di Guayaquil, dei conuigi Ritner, le perizie mediche sui cadaveri del Lorena e dtl Philipson, i rilievi dell'isola con la pianta della casa della Baronessa, e potrei facilmente smentire e confondere quii possessore di centomila botimi Ma prima clw io possa aprir bocca, un brusio, un fremito, quasi una commozione sembra che pervada tutto il treno di vagone in vagone. Tutti si precipitano ai finestrini. Il Kimboraso! il Kimboraso col sole! E la montagna, sede degli Dei degli Incus, vulcano e ghiacciaio immenso oltre i seimila metri, ap pare e scintilla spoglio di nubi. Caso rarissima, il poterlo vedere così sereno e vicino. Succede rare volte all'anno. Cosi dicono tutti quelli del vagone e si congratulano con noi che possiamo dirci fortu nati, nonostante che noi si badi a dire che non ne abbiamo colpa. Colossale ed assurdo il gran monte appare tutto intiero per qualche minuto e poi dinuovo si copre con grandi nuvole nere che salgono dui basso. Riobamba. Il treno arriva fino alla piazza centrale dilla città. Michele CA¬ IL CHIMBORASO (m. 6240) la più alta vetta delle Ande. CAROVANA ZONA PEL CHIMBORASO,

Persone citate: Baronessa Wagner, Brigatti, Michele Ca, Pisani, Vittor

Luoghi citati: Guayaquil, Lorena, Parigi, Quito