Alle Galapagosi dcdcnsobstnce

Alle Galapagosi dcdcnsobstnce SULLA PISTA DI UNA VICENDA MISTERIOSA Alle Galapagosi dcdcnsobstnce Le famose Galapagos che tre anni or sono la baronessa Wagner trasse dall'oblio con grande scandalo: tre amanti e tre morti a i e ù , , è , o l l , o il aci oni a a na iia io ra di n eva Finite le baruffe doganali e le battaglie coi portatori delle casse. La capanna, il letto ed il telaio di Paduck, il più vecchio dei capi Kivaros, abile fabbricatore di « tranze » con le teste dei nemici uccisi e « Paci » la dolce cerva nata e cresciuta quasi fuori del mondo in una inesplorata isola dell'Arcipelago delle Galapagos — cosi mite era Paci e tanto lontana che, quando vide per la prima volta l'uomo, gli si fece incontro e venne a lambire le mani che dovevano catturarla — nelle vetrine de La Stampa, sembreranno cose da museo. Ogni mattino qualcuno toglierà la polvere al telaio di Pàduck e porgerà una manciata di granoturco a Paci. Ricordi di un lungo viaggio in zattera, in ferrovia, con una carovana di lama portatori, a piedi, nell'Ecuador tra le falde del Kimboraso e la foresta dei Kivaros e poi, in un pericolante battello indio, tra l'ima e l'altra delle Isole. Galapagos. Le famose Galapagos che, tre anni or sono, la bella Baronessa Von Wagner trasse dall'oblio con grande scandalo: tre amanti e tre morti. La nostra spedizione Partiti in tre dall'Italia per correre l'avventura, infine ci trovammo in cinque lungo il fiume, attraverso alla foresta ed alle Galapagos. Ettore Brigatti, l'esploratore più taciturno e più modesto di tutto il mondo. Dopo di avere percorso, quattro anni or sono, il Senegal ed alcune zone ancora sconosciute dell'Africa Occidentale, Valtr'atmo, decideva la nuova impresa. Buona gamba, cuore solido, buona mira, buon amico. Annibale Raynerl, oggi cinetecnico, cosi si dice, ed ai bei tempi della cinematografia torinese, uno dei migliori con Pasquali, Pastrano ed altri. Buona gamba buon appetito, buon occhio, buon amico. Edda Stayer, italo-tedesca per nascita, russa per matrimonio, ecuadoriana per residenza, esploratrice per vocazione. Una bella donna che trovammo mentre si annoiava in quel di Guayaquil e che ci fu compagna in ogni viaggio per terra e per mare, di giorno e di notte. Giovane, bionda, fotogenica, buona amica, Franco Perez, un esploratore ecuadoriano, che per dieci anni ha vissuto coi Kivaros nella foresta tra il Santiago e lo Zamorra dormendo nelle loro capanne, parlando il loro linguaggio, sposandosi cinque volte con le loro donne, cacciando con la cerbottana le scimmie ed i piccoli uccelli e battendosi a sola lancia e senza scudo, contro il giaguaro e contro il puma, fino a divenire mezzo Kivaros anche lui: sospettoso, suscettibile, vendicativo, generoso, onesto, cacciatore astuto e guida impareggiabile. Un altro ancora faceva parte della comitiva, la quale, partita l'otto agosto dello scorso anno da Genova, sbarcava a fine mese in Ecuador con armi e bagagli, due macchine da presa, dieci chilometri di pellicola vergine ed alcune idee originali sulla grande tragedia della Wagner, quel grande « puzzle » internazionale che una bella donna un giorno aveva imposto all'attenzione del mondo, scomparendo da un'isola deserta decomla esscUcodigiacscscunsuvasohaspdascle,toinpacisallaParodedoqubuil dewefiodogaledopoteGfivascpcicatotasoaigsel dopo di avere lasciato i cadaveri dei suoi tre amanti sulla spiaggia, come racconta la cronaca. Avventuriera, seduttrice di uomini, pazza, assassina o vittima, la figura della donna, ■ qualunque essa fosse, non interessava quale scopo dell'esplorazione. Una figura singolare Di tutto il mistei'ioso fatto, incomprensibile, caotico e contradittorio nelle narrazioni di quei giorni, la spedizione non aveva accettate che le sole realtà indiscusse: una donna, in stivali e casco da esploratrice, scomparsa in un isola in parte inesplorata, i suoi tre compagni di viaggio trovati morti, nessuna spedizione di soccrrso, come ogni esploratore ha i Alo quando lancia il suo dispe.^o S.O.8. sia dall'Artide che dal deserto, la morbosità dello scandalo invece dell'interesse reale, il giudice invece dell'esploratore pratico, la ricerca del reato invece della ricerca della- scomparsa. Eloisa Wagner, uccise o fu uccisa ? Come sfuggì alla caccia ed allo scandalo, una donna segnalata alle polizie di tutti i porti del Pacifico e di cui le fotografie furono riprodotte su tutti i giornali del mondo? Se vive, come vive dove si nasconde? Se morta, in quale angolo di foresta è stato buttato il suo cadavere? ■ Sulla vittima, che volle sfuggire il mondo per rifugiarsi in un'isola deserta, e che il ■ mondo ritrovò, weeise e calunniò, di quale colore fioriscono i fiori? Fatto di cronaca ieri ed oggi, domani, forse, angoscioso inteirogativo storico. Dunque: seguire obiettivamente le traccie della scomparsa fino dove era possibile e se ancora era possibile e, nel frattempo, in attesa del tempo d'imbarco per le Galapagos, penetrare la foresta fino a prendere contatto coi selvaggi Kivaros. Lateralmente a questo primo scopo, la spedizióne un altro ne perseguiva. Ricercare fra le traccie della grande tragedia, nella capanna stessa della Wagner, tutto intorno per l'isola insanguinata — con la sua flora da Paradiso terrestre e la sua fauna unica al mondo, quali le tartarughe, le iguana, i « dragon » — ricercare sCmparudsporucgdlygcfgdtctlczfmrupqtpv sul litorale dell'Ecuador, lungo la Catena del Kimboraso, lungo i fiumi larghi chilometri e chilometri, per le città nuove, lo sfondo e lo ambiente ad una grande avventura cinematografica, da narrarsi in un film italiano, dove la tragedia della Wagner rivivesse soltanto di scorcio. Per questo: macchine da presa, pellicola e uomini disposti a tutto osare ed a tutto sacrificare senza rimpianto, subordinatamente ad un giudizio superiore se la macchina avesse tradito o se l'immagine, velata d'umidità tropicale, dovesse annebbiare la bellezza delle cose viste. Dunque, da La Libertad a Guayaquil sulla riva del Guayas, un gran corso d'acqua largo molti chilometri, che nessuno sa se sia fiume o mare. Fiume perchè, se lo ' assaggi, sa gusto di fango e di acqua dolce, mare perchè la sua corrente sale o scende violentemente secondo la marea, portando e riportando per centinaia di chilometri lungo le sue rive delle grandi barche che se ne vanno indolenti senza remi e senza vele con la sola forza della marea. Una bazza! si parte con una marea e si ritorna con la marea contraria, e così, senza dare un colpo di remo altro che per approdare al pasto di partenza od a quello di arrivo, si viaggia ai trenta all'ora. Gli italiani Guayaquil, per chi sbarca appare città italiana perchè quasi tutti i negozianti sul porto sono italiani di buona lega, qui venuti venti o trent'anni or sono. — Che passione abbiamo fatto qui per la- guerra! — La guerra? quale guerra? — Diavolo! quella d'Africa. — Afa se è finita da due mesi... — Lo sappiamo,,, raccontate lo stesso... com'è stata?... Qualche bel cazzottone l'abbiamo dato anche noi da queste parti ed il Console ne ha dovuto tirar fuori più d'uno di prigione! Il Console, l'avvocato Anselmi. la « Garibaldi » società patriottica a , o n a i , o a d , i a a i a a e a i o i o .. o e ù i. a fondata tant'anni or sono: la patria. Ancora vi sono le scritte in giro che dicono la loro passione. Specialmente nei negozi, anche a rtscnio di perdere la clientela, seppure la più ricca. Non v'è negozio di italiano sul porto che non abbia in vetrina il ritratto di Mus solini ed almeno venti centimetri di tricolore. E, poiché i negozi sul porto so no quasi tutti di italiani, è sempre festa nazionale quaggiù e gioia agli occhi ed al cuore. Nel porto e fuori Città comoda e ricca. Le molte automobili, le quali non potendo sfogare alla periferia per mancanze di strade, riempiono di giorno tutta la città e finiscono di riunirsi a sera nella via principale dove vanno lente ed ordinate su due file parallele, su e giù, per una strada non più lunga di due chilometri, le danno un'aria di grande città opulénta. Il porto è variatissimo. Grandi piroscafi, barche, canoe, uomini seminudi, proprietari di fattorie in bianchi abiti coloniali, stranieri in panno. grigio, frutta tropicale a montagne, animali esotici. A guardare il porto, non ci si annoia mai e, se per un caso ci si annoia, ci sono i caffè, le strade del cen tro con donne belle, tutte brune, e le strade dei sobborghi con le porte aperte dove tu puoi guardare in casa d'altri finché vuoi. La vita è tutta fuori per le strade le quali hanno il gusto e lo sfarzo delle antiche colonie spa gnole. Ci si sente veramente a proprio agio e quasi padroni di tutto fuorché delle proprie scarpe che una turba di giovani lustra scarpe indemoniati adocchia t perseguita continuamente. Sono un branco di piccole belve sempre in agguato. Abiti laceri, braccia scarne, occhi neri con venature gialle nei negletti, occhietti di cinesini, grandi occhi tristi d'indio locale, capelli arruffati, mani che muovono in continua danza cadenzata, come sui tamburi di guerra degli avi, sopra delle piccole cassettine poggia-piedi che sono l'insegna del mestiere. Pel quale mestiere, sembra che abbiano il diritto di spiarti all'angolo di ogni via in attesa del momento in cui tu ti' siedi al tavolo di un caffè per darti l'assalto in massa con dei tuffi da giocatore di « rugby » che ti inchiodano i piedi al suolo. Inesorabilmente, prima l'uno e poi l'altro. Protesti violentemente. Sono « susie » cioè sporche, ti fanno osservare sorridendo. Neghi e recalcitrano. Non mollano. Affanni, cerchi di allungare una pedata ma brancoli e la seggiola su cui sei seduto minaccia di rovesciarti indietro. Finalmente riesci a svincolare un piede, allora cerchi un punto d'appoggio, eccolo! è la cassettina poggia-piedi del tuo carnefice. Immediatamente, fulmineamente la spazzola ha già incominciato il suo lavoro. Così tutti in Guayaquil hanno le scarpe lucidissime con grande vantaggio dell'eleganza cittadina. Personalmente, in una sola giornata sono stato costretto a lasciarmi lucidare le scarpe ben sette volte. ssgsdFesf.Dimenticavo. Quell'altro, di cui si disse in principio, e che fu quinto nella spedizione è Michele C*r CBUIgg dl'd l l 'i FRANCO PEREZ (al centro) l'esploratore ecuadoriano, una delle guide della spedizione, il quale per dieci anni non usci dalla foresta amazzonica per sorprendere I segreti del Kivaros.

Persone citate: Anselmi, Edda Stayer, Ettore Brigatti, Franco Perez, Paci, Paradiso, Pasquali, Pastrano, Perez

Luoghi citati: Africa, Africa Occidentale, Artide, Ecuador, Fiume, Genova, Italia