Otto milioni di olandesi hanno acclamato Giuliana e Bernardo di Ernesto Quadrone

Otto milioni di olandesi hanno acclamato Giuliana e Bernardo Otto milioni di olandesi hanno acclamato Giuliana e Bernardo Sole magnifico entusiasmo indescrivibile = I poliziotti, gentilissimi ma severissimi, mollano qualche legnata agli spettatori troppo scalmanati - La fastosa cerimonia = Gli sposi in viaggio di nozze (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) L'Aja, 7 notte. Questa mattina, dopo un mese di toeletta (che i preparativi per iJ_ matrimonio della principessa Giuliana, col principe Bernardo sono stati iniziati esattamente il primo dicembre) l'Aja e tutta la Olanda hanno mostrato al sole un viso dipinto intensamente di arancione. Un viso di luna piena, inghirlandato di verdura e di tanti mandarini artificiali fatti di vetro, stoppa, porcellana, legno, gomma e relativi succedanei, quanti non se ne vedono in tutti i giardini della Sicilia. Una « famiglia felice e un popolo esultante»' Alle 7 del mattino, migliaia 'di altoparlanti hanno incominciato a innaffiare città,, villaggi e borgate di musiche e di suotii di campane, sicché il popolo olandese, come se avesse atteso pazientemente tutta la notte il segnale per mettersi in movimento, ha cominciato a marciare. Otto milioni di individui, spar pagliati su SS mila chilometri qua. drati di terraferma specchiantisi su altri ottomila chilometri di canali e di laghi e di paludi, a piedi, in bicicletta o in automobile sono accorsi al luogo dell'adunata onde partecipare al lieto evento di una a famiglia felice è di un popolo esultante » come dicono i giornali di qui. All'Aja non ci sono andati naturalmente che in pochi: un milione circa. Gli altri si sono ammassati, secondo gli ordini ricevuta, attorno alle chiese dei rispettivi paesi e la festa nazionale si è svolta come sulla scacchiera di un enorme mosaico di erba e di acqua. Mai sole più bello è sfolgorato in pieno inverno sull'incantevole paesaggio olandese. Invece di in cantevole si potrebbe anche chia mare incantato, poiché starnotti na la splendida strada che da Amsterdam conduce all'Aja pa reva veramente venuta fuori dai veli notturni, come pel gentile sortilegio di una fata. Pensate: una massicciata per corsa dalla ferrovia che fiancheggia un importante canale, chiuso a sua volta sulla riva opposta da una Sitrada asfaltata, il nero della quale si interrompe a un tratto per dar luogo a una pista di mattoni rossi riservata ai ciclisti. Al bordo di questa, un marciapiede rialzato per i pedoni fiancheggia per circa 70 chilometri un continuo rincorrersi di giardini, ognuno dei quali verdeggia davanti a splendido ville scintillanti di vetri splendenti di ceramiche incappucciate o di tegole rosse come il fuoco o di paglia sulla quale una erbetta leggera, come peluria, distendo un bel colore verde tenero Campane musiche e canti Lampade a « neon » — non bisogna dimenticare che questo è il paese delle lampade elettriche illuminano di notte con una luce rossastra questo sistema stradale forse unico al mondo nella sua ca ratteristica bellezza. Mettete ancora all'orizzonte le dune che proteggono la costa dall'assalto dell'Oceano, le larghe pa le per metà trasparenti dei moli ni a vento, le serre luminose di Haarlem, la città dei fiori, i ponti di Wasscnar ove i molti milionari di Amsterdam Leyda e L'Aja lutnno costruito centinaia di ville sontuose, e avrete un'idea di questo paesaggio sul quale questa mattina il carillon di Groote Kerke (la Grande Chiesa) spingeva festosamente migliaia e migliaia di persone. La radio che, come ho detto, ha cominciato a musicare l'aria azzurra all'alba, non ha più smesso di cantare, suonare e parlare fino alle quattro del pomeriggio. E' veramente un bel record. La radiodiffusione si è svolta senza inconvenienti; bisogna soggiungere onore del vero, che fin dall'altro ieri nelle sale di trasmissione si i a e , e i o i sono fatte le prove generali col rumore degli zoccoli dei cavalli sul selciato, col brusìo e gli applausi della folla, coi cori, i canti religiosi, le prediche e i discorsi. Tutto si é svolto poi alla perfe■ione, filando sulle onde eteree come su binari. A mixu-i-a che ci si avvicina all'Aja, le decorazioni floreali crescono a dismisura, prendendo proporzioni di foreste e giardini pensili. Un paese di mare, per esempio, ha festonato le sue strade con le reti dei pescatori, e tutti gli altri si sono quasi nascosti fra le pieghe di due bandiere: quella olandese — blu bianco e rosso — e quella — giallo e rosso — della casa principesca di Bernardo von Lippe. Questo, delle due bandiere, è un particolare da non trascurarsi ed ha, in certo qual modo, corretto un piccolo incidente successo l'altra sera nella sala delle arti e delle scienze dell'Aja, ove si è svolta, come è già stato riferito, una serata di gala. L'orchestra civile, essendosi riservato il diritto di suonare o no l'inno nazista, è stata sostituita a un.certo momento, mentre il teatro era nella penombra, da una banda militare la quale ha eseguito gli inni che alla cerimonia si addicevano, e cioè quello olandese, quello nazionale tedesco, quello nazista e finalmente quello inglese in onore degli ospiti. Così sono stati tutti contenti. La sostituzione delle divise militari alle marsine dei professori d'orchestra è passata quasi inosservata. Alle porte dell'Aja Ed eccoci alle porte dell'Afa ml'austcra città abitata dalla Casa\regnante, popolata di Ministeri e di Ambasciate e dove sorge, come tutti sanno, il supremo tribunale delle Nazioni. L'Aja appare come in stato d'assedio. I trentamila soldati che compongono l'esercito olandese sono stati tutti quanti mobilitati per l'occasione, vestiti a nuovo da capo a piedi, dalle scarpe ancora scricchiolanti alle buffetterie di cuoio giallo incontaminato. Le truppe, tranne uno squadrone di ussari gialli e uno di ussari azzurri, che rivedremo poi nel corteo scintillanti di alamari e di sciabole sguainate, hanno dovuto, insieme ai ventimila gendarmi, prestare servizio d'ordine cosicché la cavalleria ha fatto la sua magnifica apparizione appiedata e la artiglieria ha dovuto a malincuore lasciare a casa i cannoni, che qui, come forse tutti lo sanno, sono montati su fusti con le ruote di gomma, come quelle delle automobili, e ciò per la natura del terreno. In Olanda non esiste una pietra e tutte quelle usate nelle costruzioni delle case e delle strade sono portate dalla Svezia e dal Belgio. Non bisogna però dimenticare che l'Olanda, durante la grande guerra, aveva mobilitato, equipaggiato e armato circa mezzo milione di uomini. Tutte queste parentesi, che devo necessariamente aprire per dovere di cronista, mi trattengono ancora per alcuni minuti fuori delle porte della città alle prese con uno stormo di poliziotti elegantissimi, gentilissimi, ma severissimi. Di una gentilezza che va fino al sorriso, più ancora: che è andata, carne ho personalmente veduto, al presentat'arm che uno squadrone di agenti ha fatto alla carrozzella dentro la quale una trepida madre spingeva il suo bambino, e di una severità che è andata, fino alle bastonate sulla schiena dei più scalmanati e plaudenti spettatori del corteo reale. I più timidi, quelli che temevano la probabilità di una innocente bastonatura, si sono tenuti indietro inalberando periscopi di cartone inventati per l'avvenimento. E anche questi periscopi, alti mezzo metro sulla folla, muniti al sommo di uno specchietto, hanno concorso in certo qual modo a \completare l'ornamento della città [interamente scomparsa sotto il verde delle fronde, sotto il giallo dei mandarini artificiali, sotto gli smaglianti colori dei fiori. Alle 8 la folla era già pronta, stesa lungo le strade, ad applaudire il corteo il quale non apparirà che verso le due del pomeriggio. Intanto il corteo nuziale usciva dal Palazzo Reale per recarsi in Municipio, e alle 11,27 il Principe Bernardo e la Principessa erano uniti in matrimonio. Dalle tribune a pagamento non cessano gli applausi scroscianti che investono i cento granatieri e i cento cacciatori schierati con le bandiere e musiche davanti alle colonne del Palazzo Reale. Dodici tamburi, dipinti) a viva cissimi colori, rullano quasi senza interruzione, percossi dalle bacchette che i tamburini impalati tengono tra le mani inguantate di bianco. Dietro il maestoso monumento equestre del principe Guglielmo I, al bronzeo braccio del quale è stata gentilmente infilata una corona di fiori, se ne stanno, splendidi e scintillanti, ventiquattro Usseri Azzurri del Reggimento al quale da pochi giorni appartiene il Principe Bernardo col grado di capitano. Da un altro lato, contro i segni azzurri degli Usseri del Principe, scintillano quelli di oro di ventiquattro Usseri Gialli, e ognuno di questi gruppi sorveglia le eleganti uniformi di Corte della Casa militare e civile della Regina. Tra queste personalità prende posto il piccolo principe indiano Mangkoc Negoro, che tiene fissi i suoi splendidi occhi neri sul Palazzo Reale, distracndosi soltanto per seguire le evoluzioni dei camalli montati dal comandante c/e\ner,^e dell'Esercito Ròcl, in tunica nera, e dal vice-ammiraglio Bauduin, capo della Casa militare della Regina. A un tratto, gli spettatori delietribune hanno come un pauroso ondeggiamento; dietro i vetri di una delle finestre del palazzo è apparsa la Regina Guglielmina indossante un manto grigio e con in testa un cappello pure grigio, sormontato da un'enorme piuma. , Quando la Sovrana si ritira, scoppia dal publico un fragoroso evviva e al balcone si presentano sotto braccio gli sposi, die, come semplici spettatori, vogliono godersi lo splendido colpo d'occhio che presenta la piazza. Lo sfolgorante corteo La testa del corteo, aperto da un ufficiale dei gendarmi seguito da otto cavalieri col viso mascherato dai lunghi peli del colbacco, passa davanti al Palazzo; e dietro a loro, al trotto,,appaiono gli artiglieri montati e vestiti dei loro antichi costumi tradizionali. Vengono quindi nove araldi che aprono la strada alla bandiera degli Usseri Azzurri, i quali precedono tra il suono trionfale della loro musica, montata su splendidi cavalli. Il Grande Stalliere della Regina, in marsina rossa e pantaloni bianchi, dà le ultime istruzioni e fa cenno alle berline di avanzare al comando del Maresciallo di Corte addetto al grazioso gruppo delle dodici damigelle d'onore t dei dodici paggi. Ed ecco il cocchio dorato, tirato da quattro pariglie di cavalli, con finimenti e redini d'argento, che vanno a finire nelle mani di un postiglione rosso vestito, fiancheggiato da un suo aiutante. Quattro lacchè camminano a fianco di ciascuna pariglia e altri quattro procedono presso Iti portiera della berlina d'oro che si ferma davanti al portone del palazzo. Dodici Usseri fanno ala, dal portone alla berlina. Sono le undici e tre minuti. Il Gran Cacciatore della Regina fa un cenno alla musica che intona il maestoso inno nazionale. Le truppe presentano le armi e uno squillo di corno da caccia si mescola alle prime battute dell'inno. Ecco finalmente apparire gli sposi. Lo spettacolo "è addirittura a i i l a , , e e o i o a eo i n , o o e o a o , i e a i i e e i o t , , i . i i l o i e a pauroso; il pubblico delirante allunga le braccia verso gli sposi, che sorridono e ringraziano commossi. I Principi salgono sulla berlina d'oro, che parte; avanza quella di cristallo, dentro la quale prende posto la Sovrana, accompagnata dalla Principessa Armgard, madre del Principe Bernardo, dal Governatore della Residenza, dal Capo della Casa militare. Alla berlina trasparente e luccicante come un blocco di cristallo di rocca seguono altre sei berline laccate di rosso, nelle quali siedono principi e personalità invitati al ricevimento. Ogni carrozza è scortata da due scudieri. Chiude il corteo uno squadrone di cavalleria e uno di artiglieria. Gli sposi si recano prima in Municipio, attorno al quale le tribune sono gremite di una folla inverosimile. Fin sui tetti delle case si sono arrampicati gli entusiasti spettatori. In Municipio 'e alla Chiesa di S. Giacobbe H matrimonio civile viene celebrato dal borgomastro dell'Ajn, Di Monchy, clic si rivolge al Principe con questa formula: «Principe Bernardo Leopoldo Federico Everardo Giulio Kurt Carlo Goffredo Pietro von Lippe Biesterfcld, dichiara lei, in presenza dei suoi testimoni, di voler come consorte S. A. R. la Principessa Giuliana Luisa Emma Maria Guglielmina der Nederland, principessa di Orange Nassau, duchessa di Meklomburgo, eccetera, ecceteraT ». Principe risponde: sì, con voce alta e ferma. II borgomastro continua: « Dichiara Vostra Altezza di voler adempiere a tutti i doveri che sono contemplati dalla legge? ». Anche a questa domanda il Principe risponde affermativamente. Le stesse formule vengono ripetute dal Borgomastro alla Principessa, che risponde di sì con voce evidentemente commossa. Il borgomastro, allora, li dichiara sposi, e la cerimonia civile così si conclude dopo un .breve discorso rivolto dal borgomastro agli Sposi e alla Regina. Il corteo esce dal .Municipio, si compone un'altra volta e raggiunge la Cattedrale per la cerimonia religiosa. La chiesa di San Giacobbe è già gremita degli invitati. Non un fiore adorna il magnifico tempio ma ricchissimi tappeti e broccati gli conferiscono un'austerità veramente regale. Vicino all'altare sono raccolte le più alle dignità ecclesiastiche, col Nunzio Apostolico mons. Giobbe e tutto il Corpo Diplomatico, nel quale si nota il Ministro d'Italia S. E. Taliani. Molte signore in grondo- toeletta occupano i primi banchi, adorni di preferenza di ricchissime pelli. Lo sposo, che è stato nominato, con decreto reale, Principe der Nederland, come si è detto, indossa la divisa azzurra di capitano degli Usseri. La Principessa Giuliana alza di tanto in tanto, verso 10 sposo, un mazzo di orchidee bianche e le sue damigelle imitano il gesto alzando dei mazzi di garofani rosa. Esse portano già al polso il braccialetto di smeraldi che la Principessa ha loro donato. I II rito protestante si apre con un discorso del pastore professor Obbink, e quindi i due sposi, che si erano inginocchiati, si tolgono 11 guanto della mano destra e il pastore li invita ad alzarsi e darsi la mano. Contemporaneamente il pastore pone alla Coppia la domanda di prammatica e i due «si» appena si odono nella chiesa, piombata in un religioso silenzio. Avviene quindi lo scambio degli anelli, mentre l'organo e i cori intonano gli inni nazionali. Per la terza volt", il corteo si rimette in moto e percorre quindici chilometri delle strado dell'Àja a passo d'uomo, fra le acclamazioni dell'immensa folla, e rientra a palazzo per una coluzione di duecentodicci coperti, alla quale hanno partecipato tutte le autorità politiche presenti all'Aja, compresi gli Ambasciatori di Svezia, Germania e Inghilterra. Il miracolo del sole della Casa d'Orange Si dice che gli sposi partano questa sera per il loro viaggio di nozze, la prima tappa del quale sarà probabilmente la Svizzera. Si parla e si commenta col molta felicità l'apparizione improvvisa e quasi inaspettata che questa mattina ha fatto il sole. Scmbrd che questo miracolo si avveri e si riI peta, nella brumosa Olanda, ogni volta che succede un avvenimento straordinario nella casa degli Orango. Alla nascita, al battesimo, al fidanzamento, al matrimonio e alla incoronazione dell'attuale regina, ha sfolgorato sempre il sole a malgrado che fino a poche ore prima il tempo si fosse mantenuto minaccioso. Questo fenomeno viene catalogato dalla popolazione nella casella dei miracoli della casa di Orange. I fiori che la principessa Giuliana porta questa sera, nel suo notturno viaggio di nozze, sono stati raccolti, come si è detto, nei giardini italiani, sempre cosi gentilmente e nobilmente generosi. Ernesto Quadrone IL FESTOSO SALUTO DEGLI SPOSI ALLA FOLLA ACCLAMANTE. .(Telefoto ).