LEONARDO POETA

LEONARDO POETA LEONARDO POETA Leonardo pittore, Leonardo filosofo, Leonardo ingegnere e scienziato: e scienziato della matematica, della meccanica, naturalista e geologo, astronomo ed anatomista; poi il Leonardo superuomo o meglio demiurgo, studiato da Paul Valéry, inventore di un metodo che potenzia lo spirito quasi oltre 1 limiti della condizione umana: a Vedevo in lui il personaggio principale di quella Commedia Intellettuale, che non ha ancora a tutt'oggi •trovato il suo poeta, e che sarebbe al mio gusto più preziosa ancora della Goméaie ìlumaìne, e perfino della Divina Commedia. Sentivo che cotesto signóre dei proprii mezzi, cotesto possessore del disegno, delle immagini, del calcolo aveva assunto l'atteggiamento centrale, a partire dal quale le intraprese della conoscenza e le operazioni dell'arte sono egualmente possibili... Questo Apollo mi rapiva al più alto grado di me medesimo... questo eroe, meno occupato di piegare e di rompere i mostri che di considerarne il meccanismo : sdegnoso di trafiggerli di frecce, tanto preferiva penetrarli di questioni ». Dopo tutto questo po' po' di roba, che da secoli sta diventando montagna o valanga, si può ancora avere il coraggio di aprir bocca sull'argomento? e tanto più senza essere armati di •un'erudizione bibliografica, a Tender decente la quale basterebbe appena un'intera:esistenza? Io credo di sì, che si possa; e forse su Leonardo poeta c'è perfino ancora qualcosa da dire. La signora Giuseppina Fumagalli, nella sua bella Introduzione a una sostanziosa antologia di scritti viuciani (°), ha còlto, a mio parere, il punto giusto intitolandola: Il mondo lirico di Leonardo. La cosa importante in questo campo, non è tanto, mi sembra infatti, di stabilire se Leonardo sia stato anche, come già sosteneva il Mazzoni una quarantina d'anni fa, uno dei primi prosatori del Quattrocento italiano (se non addirittura il primo, come oegi afferma la signora Fumagalli) ; in un senso, cioè, che appare un po' troppo « tecnico • ; quanto di penetrare, attraverso gli scritti, nell'intimo spirito del Vinci, per accertare se il nocciolo di quella sua spiritualità fosso poetico e religioso (diciamo più precisamente lirico, visto che mistico non lo fu certamente), o non piuttosto razionala ed intellettualistico, come si afferma comunemente. Ci fu più poesia, cioè liricità, nell'anima del Vinci che in quella di tanti altri grandi scienziati e filosofi, a lui parenti per la capacità analitica e la potenza intellettuale, duali, poniamo, Galileo (anch'egli eccedente prosatore), o Newton, o Kant? e, se sì,, ci fu in lui vera e propria facoltà di esprimerlo, questo suo lirismo interiore, con lo strumento della penna anziché del pennello, in misura tale da farlo ascendere al(n) Giuseppina Fumagalli: Leonardo, « omo sanza lettere », EdSansoni - Firenze. 1938. ango di grande poeta? e infine, ual carattere specifico ebbe, queta liricità leonardesca, in conronto, poniamo, della michelaniolesca? Ecco, mi sembra, altretanti problemi precisi, se pur di pparenza un po' empirica, sul ema affascinante : Leonardo poea. Che sia stato sopratutto un poeta, proprio lui che poneva la Poesiatanto al disotto della Pitura? è vero che dava al termine un significato diverso dal nostro. * * Più ci penso, e più la figura del Vinci mi. appare sotto la lue sintetica del « savio •, al modo antico: cosa che, certo, non urono nè Galileo nè Michelangelo ; ne, tanto meno, Newton o Kant. Ma occorre, questa luce intetica, scomporla, col prisma dell'analisi, nei suoi ingredienti. Certo, conta molto a tal fine il atto ch'egli stesso si considerase sopratutto, ed essenzialmente, un pittore; ma non si può a meno di constatare, col Vasari, e riiettert sul fatto singolare che, n fatto di pittura, a molto più gli operasse con le parole che coi atti » ; anche se non si voglia arivare, col Solmi, fino al punto di dire che le sue pitture sono oggi discusse, mentre le sue parole rimangono il suo maggior tiolo di gloria. Ma quali parole: di filosofo, di scienziato o di poea? Per mio conto, inclino alla erza alternativa, la poetica, come colorazione inconsciamente dominante del suo spirito (di lui che si riteneva invece, prima pittore, e poi scienziato): a patto che si tenga presente il carattere sui generi* di quella sua poesia, e sópratutto la formidabile, inscindibile, eccezionale unità del suo spirito, che è tutto quanto presente in ogni attimo della sua attività, nè mai acconsente a t snecializzarsi » : e giustifica così quell'appellativo di « savio » che gli ho dato dianzi, come il più pertinente. Savio all'antica, il Vinci, come si parla dei sette savii di Grecia, padri dell'umano sapere, anzi dell'umano essere; e sentenzioso com'essi. Egli è tale per quel suo stato d'animo d'interesse universale e « primordiale «di fronte a tutto ; per quel suo bisogno di approfondire ogni punto e tener testa in ogni direzione. Nè deve credersche il trovarsi lui, come prima dlui si trovarono i savii preci, aglpìbori di un ciclo di civiltà in cututto era da fare, o da rifare : in cui i fiumi dello scibile stavano ancora sullo spartiacque comuneprima di scend°re. ner oppostversanti, le valli delle special'zzazioni, sia la fortunata combinazione che rese possibile il fenomeno. No, l'essenziale di alleila disposizione spirituale è abbastanza indipendente dalle contingenze storiche: ciò vai quanto dire che, a mio avviso, savii e veggenti sono possibili anche oppiriè mancano segni. Come ben dicFausto Bongioanni : « Leonard r i n o , i : e o ha la stessa tendenza dei naturalisti .Ionici a semplificare la pluralità infinita nell'unicità, il vario nell'elementare... Ed è, come quelli, impetuosamente fanciullo nelle geniali anticipazioni di moderne dottrine... Talete, Eraclito e Leonardo entrano sub persona infantili in un campo speculativo, che Lavoisier ha riaperto, e dove tutt'oggi prosegue il lavoro ». i\la veniamo a ciò che costituisce il punto principale, e iusierre il maggiore interesse, del nostro discorso odierno: la a qualità » della poesia leonardesca; il clic ci darà modo, insieme, di chiarire quella nostra asserzione, che fa disposizione d'animo originaria di Leonardo, il motivo,sesegretamente dominante di quella musica, che fu la sua vita, sia più ancora che e intellettuale • (come si crede comunemente, non senza forti ragioni ; e come genialmente mitizzò il Valérv), o poetica ». Come resistere alla tentazione di citare, per toccarj con mano? Ecco qui rappresentati tre dei quattro elementi. La fiamma. Dove non vive la fiamma, non vive animai che aliti... Guarda il lume e considera la sua bellezza. Batti l'occhio e riguardalo: ciò che di lui tu vedi prima non era, e ciò che di lui era più non è. Chi è quel che lo rifa se '1 fattore al continuo more?... Tanto rinasce di vita quanto se ne consuma, a similitudine del lume fatlo dalla candela col nutricamene datoli dall'omore di essa candela, il quale lume ancora luì, al continuo, con velocissimo soccorso, restaura di sotto quanto di sepra se ne consuma morendo, e di splendida luce si converte in tenebroso fumo... L'aria. Movesl l'aria come fiume e tira con seco li nuvoli, si come l'acqua corrente tira tutte le cese che sopra di lei si sostengano... Quel vento sarà di più brieve movimento il qual fia al più impetuoso principio... Scrivi come 11 nugoli si compongano e come si risolvano, e che causa leva li vapori dell'acqua dalla terra infra l'aria, e la causa delle nebbie e dell'aria Ingrossata, e perchè si mostra più azzurra e meno azzur ra una volta che l'altra; e cosi scrivi le regioni dell'aria, e la causa delle nevi e delle grandini, e del rlstringniersi l'acqua e farsi dura In ghiaccio, e del creare per l'aria nuove figure di neve, e alll alberi nuove figure di foglie ne' paesi freddi, e per 11 sassi diacciuoll, e di brina comporre nuove figure d'erba con varie foglie... Dico, l'azzurro in che si mostra l'aria non essere suo proprio colore... E già sopra Milano, inverso Lago Maggiore, vidi una nuvola tn forma di grandissima montagnia, piena di scogli infocati... L'acqua. L'acqua è '1 vetturale della natura... L'acqua è infra 11 quattro elementi il secondo men greve, e di seconda volubilità; questa non ha mal quiete, instnochè si congiugnie al suo marittimo elemento... questa è l'aumento e omore di tutti 11 vitali corpi. Nessuna cosa sublunare sanza lei ritiene di sè la prima forma. Lei collega ed aumenta li corpi, e gli dà accrescimento. Nessuna cosa più lieve di lei la può sanza violenza pene¬ rifil'ozitoilvpsisctesochsudfadnl'tjlifpacssdcsgcvsndtcmcarccdinpVLtraLactpcvvsspid(dsdzp sem irò più j i e 1 n è a i d e ¬ trare. Volentieri si leva per lo caldo -n sottile vapore per l'aria. Il freddo la congela, stabilità la corrompe; piglia ogni odore, colore e sap .re, e da sè non ha niente... Mare, universale bassezza e unico ripe 30 delle peregrinanti acque de' fiutili... Molte sono le volte che l'ori ia fugge il loco della sua creazioni, e l'acqua non si move di sito. A. similitudine dell'onde fatte il maggio ne le biade dal corso de' venii, che si vede correre l'onda per ie campagnie, e le biade non si i ovano dal loro sito... Chi lascia cadere l'acqua sopra della tern,' essa Immediate perde il peso f '1 disidero di discendere. E ch'el'a non dia gravezza sopra il suo sostentaculo, si vede nel fondo nell'acque de' pantani essere il fani i lievissimo, quasi di sottilità d ac |ua, stare notante a similitudine (li nebbia infra lo terreno e l'ao.nK del padule... Com'è decaduta la prosa scientjfii i da Leonardo, poi da Galilei, ai giorni nostri ! Essa ha fors avuto ragione di diventare arida e schematica, poli ie si proponeva uno scopo apoùco; mentre la verità è che cptiM.a prosa leonardesca è poesia ;iù che scienza, benché fiorisca ni terreno unitario e primordial da cui nascono entrambe: e ciò ■ dà un carattere unico. Lo scrii ore ai propone, sì, di spiegar! il \meccanismo dei fenomeni che jsserva, ma la ricerca della ver: * si sposa a ogni istante, e speso è soverchiata, dalla visione f ntastica, e accensione lirica ; dal 'repotente immaginare: tutto li spirito dell'uomo è presente con ogni sua possa, attentissimo el contempo, e sognante. Io credi che la signora Fumagalli abb'i ragione di voler raccogliere r un libretto le più pure di cotelé liriche, e chiamarle: / cani di Leonardo; così come credo ihtbia ragione di asserire: i Ni non abbiamo in tutta la nosta poesia una liricità che posa avvicinarsi alla liricità del Vini, se non una: quella del Leourdi » : e di porre a raffronto, on le famose interrogazioni ricolenti, nei canti leopardiani, alla una, la seguente, vinciana: La lina, densa e grave, densa e arai, come, sta, la luna? cioè, comi fa a stare sospesa nel vuoto? omanda, che il ricercatore ponfa Be stesso, in una frase ricca d cadenza arcana, la cui involotaria (e però tanto più rivelarice) liricità è di tono diverse, ra altrettanto intenso, e forse mralmente più alto, delle leopardine. Non si lamenta, non imptea: ciò è così vano! cerca di coire, ma senza dimenticare (coni troppo spesso fanno, per difeto di totalità umana, gli scieniati venuti dopo) il pathos dellaricerca stessa e della posizionnimana nel cosmo. Arhe Goethe ha voluto congiunse sublimemente verità e poesi, e supera forse Leonardo nello strumento poetico, per quam gli è inferiore nel maneggiar iiiello scientifico ; e anche PaulValéry. insigne poeta, fa proftsione, non senza qualche civetterà, di onorare le matematichema forse scoprire per davvero in teorema, o impostare un'eoazione, è più difficile che limit'si a parlarne. Filippo Burzìo Ltpcg—spnsspglabddgNdscvmcprzNfsgemsncdemIblaaMd(dndLstlbp

Luoghi citati: Firenze, Grecia, Milano