Il fronte rosso della Catalogna rotto in tre punti vacilla sempre più di Mario Bassi

Il fronte rosso della Catalogna rotto in tre punti vacilla sempre più Il fronte rosso della Catalogna rotto in tre punti vacilla sempre più Ad onta del maltempo le colonne nazionali hanno ieri attaccato nel settore di Balanguer, avanzando di 10 chilometri - Disperata resistenza dei marxisti (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Frontiera franco-spagnola, 29 dicembre. Il maltèjnpo, che in questi ultitni due o tre giorni mostrava di tendere a placarsi, ha ripreso ieri sera con più intensa violenza. Specialmente nel settore montano, davanti a Tremp e sulla Sierra di Boumort, infuria una spaventosa tormenta di neve; e anche negli altri settori imperversano vento e nevicate. Queste avverse condizioni del tempo hanno rallentato oggi notevolmente le operazioni di guerra. Ma non tanto che i nazionali non siano riusciti ad un nuovo successo, con un nuovo sfondamento del fronte rosso. Il Bollettino diramato da Burgos oggi alle ore 15, annunzia che nel settore di Balaguer e della testa di ponte di Vallfogona sulla sinistra del Segre, e lungo l'Acequia Seconda, affluente di sinistra del Segre, « è continuata l'azione incominciata ieri »; e che avanzando in direzione dell'Acequia Prima, altro affluente di sinistra del Segre, le forze nazionali hanno rotto la prima linea- avversaria, superato le fortificazioni rosse e procedono ad ampliare e approfondire quest'altra breccia. La breccia, nel pomeriggio di oggi, misurava l'ampiezza, alla base, di una quindicina di chilometri e si approfondiva per una diecina di chilometri. Le quattro brecce nel fronte Sono cosi quattro, ormai, le falle aperte nel fronte nemico della Catalogna. La prima, quella in corrispondenza di Tremp; la seconda, immediatamente a sud di essa e con essa collegata ed in corrispondenza della confluenza del Noguera Pallaresa nel Segre; la terza, questa aperta fra ieri e oggi davanti a Balaguer; la quarta, infine, la più rilevante, quella a est e sud di Lerida, dal Segre 'all'Ebro. Si ha l'impressione che il piano del Comando nazionale, che secondo dichiarazioni del Comando stesso si va svolgendo con matematica esattezza, sia di scardinare l'intera linea avversaria in tutta la sua lunghezza, dal Noguera Pallaresa al Segre e all'Ebro. Cioè, invece che aprire un'unico breccia nel fronte avversario e da quella dilagare in massa, si ha la impressione che il Comando nazionale sia deciso a sforacchiare qua e là, successivamente, in tanti punti il fronte avversario, spezzandolo in altrettanti monconi, condannati indi necessariamente a cadere.. Non un colpo d'ariete, insomma;, ma .tante martellate che sfrantumano e sbriciolano la linea di difesa dei rossi. E, mentre vi telefono, un'altra martellata nazionale sta già forse picchiando su un altro punto dello linea rossa. Il comunicato nazionale segnala ancora che nella giornata di oggi, in questa azione davanti a Balaguer, tra il rio Acequia Seconda e il rio Acequia Prima sono stati presi numerosissimi prigionieri e catturato ingente materiale di guerra, soprattutto armi automatiche. Secondo notizie, che ho ragione di ritenere perfettamente esatte, in questi sette giorni di offensiva il totale dei prigionieri rossi assomma verso i diecimila. Il che è tanto più notevole in quanto, salvo poche eccezioni, i rossi hanno opposto, quasi dovunque, una tenace resistenza e non si sono arresi. Soltanto tra ieri e oggi sono stati notati palesi segni della stanchezza dell'avversario; e la resistenza dei rossi, così fiera e ostinata nei giorni passati, ha mostrato di cedere più facilmente. Ritirata... strategica A tale segno di sfiancamento, si aggiunge oggi un altro chiaro indizio della gravità del colpo subito dai rossi; ed è che il Governo di Barcellona,, e la stampa della Catalogna, non tentano più occultare gli scacchi subiti in questi giorni, ma piuttosto si industriano a spiegarli e a diminuirne l'importanza. Risulta quanto mai significativo, a questo proposito, l'intervista di un alto ufficiale dello Stato Maggiore rosso, di cui si tace il nome; il quale si dilunga a dimostrare, al giornalista che lo interroga-, come e perchè convenga ripiegare da posizioni divenute insostenibili, per non soggiacere a inutili perdite, per ritrovare migliori posizioni retrostanti, per avere tempo di rafforzarsi su queste altre posizioni, eccetera, eccetera. Ognuno capisce che questi, an che se corroborati da argomenta zioni pretenziosamente tecniche, in sostanza non sono che pretesti e giustificazioni inconsistenti. Se si è sce!(o e armata una linea, era per resisterci, non per abbandonarla all'assalto del nemico, sotto la pressione del nemico; e quando in queste condizioni si è costrett' a abbandonarla, vuol dire semplicemente e incontestabilmente che si è stati battuti. Da rilevare, poi, che la stessa- personalità militare rossa prevede che sotto la spinta dei nazionali, il fronte rosso dovrà subire altre ulteriori «rettifiche»... E' precisamente quello che prevediamo anche noi. Per contrapposto, dal Comando in capo dei nazionali si lascia intendere che non saremmo che al principio della grande offensiva preparata che si sta effettuando: e che l'offensiva stessa mira ad ottenere un successo risolutivo su questo fronte della guerra. Senza entrare in particolari, che sarebbero indiscreti, è certo che il generalissimo Franco non ha ancora impegnato nella battaglia che la parte minore delle proprie forze e dei propri mózzi. Il grosso deve ancora entrare in azione; mentre d'altra parte si ha la sensazione che i rossi stiano impiegando affannosamente le proprie estreme riserve. Mario Bassi

Luoghi citati: Barcellona, Burgos, Catalogna