L'albo degli usurai reclamato dai giudei

L'albo degli usurai reclamato dai giudei Crii ebrei a Torino L'albo degli usurai reclamato dai giudei Come la razza "eletta,, si confinò nel mestier? infame Da molti, dalla maggior parte' degli studiosi della questione ebraica si afferma che i giudei del Medio Evo e del secoli che precedono il XLX sono stati costretti dalle legislazioni dei diversi paesi e del diversi periodi a dedicarsi al poco onorflco mestiere dell'usuralo per l'assoluta Interdizione al" "esercizio di arti e professioni, specie di quelle liberali. E' opportuno esaminare con molta attenzione la questione, almeno per lo Stato piemontese — campo al quale restringiamo la nostra osservazione. Vedremo che le conclusioni saranno ben altre. Il Duca Carlo Emanuele I, che, come si è visto, ebbe sempre di mira nel suoi editti di non perseguitare, ma di distinguere nettamente i giudei dal resto della popolazione, sia con segni evidenti sull'abito e sia come trattamento in materia giudiziaria e fiscale, facendo obbligo alle autorità da lui dipendenti di tener ben bene d'occhio questa minoranza almeno pericolosa per la vita economica dei suoi Stati, nel 1615 e nell'anno seguente si preoccupò di escludere gli ebrei dalle sue armate: Li escluse prima dail'obbligo di far guardia — obbligo che era imposto a tutti 1 cittadini — e quindi dal servire In guerra. Nel 1618 gli ebrei, del contado di Nizza vengono aggregati a quelli di qua dal monti. E subito troviamo, negli archivi del Duca, una supplica della comunità torinese (firmata dai deputati ebrei Moisè Treves, Simon Lattes e Aronne Levi) tendente a far si che gli ebrei nizzardi concorrano nell'annuale tributo al Duca. Fratelli si, ma anche nel pagamento. Il censo annuale della comunità viene elevato di cento scudi. Anche a Nizza l giudei esercitavano naturalmente l'usura, come un diritto che veniva loro per ducali patenti. Ma per loro, come per tutti quelli del Piemonte, resta a vedere se solo questo ignobile me stiere era ammesso e se tutti gli altri venivano loro Interdetti. Una deoietale del Senato piemontese del 1603 stabilisce: * Se gli permette (agli ebrei) ogni forma d'arte, purché siano approvati dal Conservatore loro, avuto prima il parere del periti nell'arte ». E' chiaro. Essi potevano esercitare ogni professione. Volontariamente si sono dedicati al mestiere dell'usuraio, non solo, ma hanno preteso che il Duca redigesse con editto un elenco, un albo degli usurai, da tenersi strettamente chiuso sia ai non ebrei e sia ai giudei giunti dagli stati fore stlerl. L'usura fu da loro prescelta e del suo Infame esercizio si fecero un vanto, costituendo una specie di aristocrazia del 18 per cento, interesse « hebraico » ammesso. Un editto del 1618 dice: «Po tranno li hebrei esercir l'arte medica e clrurglca tra di loro, ma non tra 1 cristiani ». Sulle questioni di razza il Duca non transigeva. Ne volete un'altra prova? Ecco un editto del. 1673: « Sarà lecito all! hebrei servirsi dell'opera del christlanl giornalmente (e cioè come operai) purché non dormino In casa della stessi hebrei (purché non siano, cioè, loro domestici). Si proibisce nondimeno alli hebrei aver nodrlci Christiane ». In casi di estrema necessità era permesso alle nutrici cristiane allattare bimbi ebrei, purché lo facessero fuor delle case del giudei, pena la pubblica fustigazione. E di ciò il Duca demandava la specifica vigilanza alla Congregazione di S. Paolo Come già s'è visto, l'u3ura — ner tornare al mestiere prescelto digli ebrei — era loro appannaggio esclusivo. Il Duca aveva loro con cesso altresì di speculare sul gioco del lotto. Nato nella repubblica di Genova da scommesse sul re sponsl delle urne (seminario) con cui si votava la rinnovazione di certe cariche, fin dal 1576 esso era diventato oggetto di speculazione. Nel 1650 il Duca ne concedette l'esercizio a tre ebrei: Simone Teodoro, Abram Sacerdote < Isaac Grechetto, solo per il perio do del Carnevale e per la Fiera di S. Secondo, con estrazioni semestrali. Abbiamo accennato più sopra alla supplica fatta dagli ebrei piemontesi al Duca per ottenere la redazione di una specie di albo degli usurai e di numerus clausus di essi in Piemonte. E' curioso esaminare 1 nomi che vi figurano. Esso èdGGM è del 124 e comprende le licenze di barn per le diverse località: Ad Mi ed a Villanova: Moisè Gieradi Emanuel Artom e C, Glacob Poggletto, Israel Lattes; a Biella: Tona fratelli, Figli di Vitale Tnves; a Busca: Anselmo Momigano, Abraham Momigliano; a (attinara: Eredi di Glacob Levi, Taschino Levi; a Vercelli: Salomo Sacerdoti, Aron Levi, Giosef 'reves, Marco Levi e fratelli .E^di Poglietto, Anselmo O llvano;a Saridlgliano : Guglielmo Fontanlla; a Torino: Anselmo Treves, Israel Moisè Levi, Giona Fubini, Grazladlo Treves, Simon Romili,rreves e Romili, Eredi Valabrega Eredi Marco Sacerdoti. A Modovì; Grazladlo Trevea e C; a Mncallerl: Beniamin Gallltto; a a vigliano: Moisè Treves, FratellAvigdor (che avevano pure banc a Barge), Josef Treves e Isaac lomigliano, Emanuel Lattes; a hcconigi: Alessandro Lattes e rpoti; a Fossano: Angelo Rossi, Cacob e fratelli d'Olmo, Donato de benedetti (che aveva banco pur: a Cherasco e a Bra); a Pinerol: Eredi di Anraham Segre (che avva pure banco a Chieri), Todros ìegre; a Chieri: Leon Segrè (ci: teneva banco anche a Villanoi Solaro); a Villafaletto: Giosef olon; a Clrlè e S. Maurizio: Bugior Mornas; a Lanzo Ismael reves; ad Avigliana; Giosef Cor io: a Carignano: Eredi Isaach ?alonin Castelnuovo, Gabriel Jca; a Cortemtlia: Glacob Ghedigli; a Cuneo: Simon di Gle rach e rateili, Isach del fu Tran qulllo Lites, Vittorio Lattes, Isach del fu losuè Lattes, Salomone Emanili Lattes, Eredi fu Masi Lattes, Moisè Sacerdoti, Abram Modena Eredi Diodato, Isaia Cavaglion.Donatl Benedetti. A Caiglio: Eredi del fu Tranquillo L'.tes; a Borgo S. Dalmaz zo: Benletto Coen Car; a Cuorgnè; Jo^ph del fu Vitta Lattes, Eredi (iacob Verona, Grazladlo Olivero :a Rlvarolo: Abram Jona, Belinoli e Moisè Jona; a Saluzzo e Revell: Daniel Calvo, Semtone Mazard a Venasca: Davide Treves; a oatigliole: Emanuel Lattes, Isan Momigliano; a Verzuolo: ered Mazuod; a Ivrea: eredi Simon )-izxis, Jona fratelli e nipote; f Carmagnola: Emanuel Calvo, f'mtor Mazard; a Nizza Mare: J'iuél Valabrega, Eredi di German-iisbona, Susone Lumello, Eredi d Glusef Lumello, Abram Ascoli, uonglor Lumello, Eredi di Nata Bedanda, eredi di Moisè Colon; Collegno: Lazaro Dal l'Orto. Tutti oatoro furono compresi nell'elen >, per editto, In forza del quale vi ero interdetto a tutti gli altri l'eerpuslo dell'usura. Offrirono comc-ompenso al governo ducale la imma di 4750 ducatoni. E si cornarono nell'aggiotaggio, nel presto a interesse da strozzini, rifiundo a priori di esercitare ogni ibera e nobile arte, che le fin tr'po larghe leggi di Carlo Emanue permettevano. Pingonius