S. E. Ciano in Jugoslavia e la nuova sistemazione danubiana di Alfio Russo

S. E. Ciano in Jugoslavia e la nuova sistemazione danubiana S. E. Ciano in Jugoslavia e la nuova sistemazione danubiana Via aperta per una piena collaborazione fra Budapest e Belgrado Belgrado, 28 dicembre. La partita di caccia alla quale il Presidente Stojadinovic ha invitato il conte Galeazzo Ciano avrà luogo al Castello di Belje presso la città di Ossiek, non molto distante dal confine magiaro. Il caetello, ora di proprietà del Re di Jugoslavia, apparteneva alla Casa d'Austria; l'arciduca Giuseppe Federico era solito passarvi i mesi d'inverno. Il Ministro degli Esteri d'Italia sarà ospite del Presidente Stojadinovic tre o quattro giorni; il giorno del suo arrivo non è ancor noto, ma si prevede per il 20 di gennaio. Costruzioni crollate Come Bapete, l'annunzio del Viaggio del conte Ciano è stato accolto a Belgrado con il più grande compiacimento sia per l'importanza dell'avvenimento, sia per la vivissima simpatia che il nostro Ministro degli Esteri gode negli ambienti belgradesi ; e già si fa gran parlare dell'incontro fra i due uomini di Stato al quale fin d'ora si dà uno spiccato carattere politico. E' opinione di molti circoli jugoslavi e stranieri che i colloqui di Belje non riguarderanno solamente i rapporti fra Italia e Jugoslavia ai quali, essendo vivi e perfetti, non occorre nessuna riverniciatura, ma forse un allargamento e approfondimento nel campo culturale: quel che s'attende è invece il prolungamento dei rapporti Italo-jugoslavi in direzione di altri paesi, cioè dell'Ungheria. Appunto — si dice da più parti — l'amicizia fra Italia e Jugoslavia ha agito profondamente in favore dei due Paesi, ed ha suscitato le condizioni necessarie per una sistemazione durevole nel bacino danubiano; e poiché l'amicizia è matura e sana, oggi si deve attendere una sua ramificazione più vasta di cui s'è già visto il principio. Non è inutile dire che dell'antica organizzazione politico diplomatica dei Balcani e del Bacino danubiano poco o niente rimane oltre gli accordi italo-jugoslavi e l'intesa italo-magiara: il Patto Hella Piccola Intesa, già caduco per lo spirito che l'animava, è finito nel mucchio marcio dei Trattati versagliesi; il Patto dell' Intesa balcanica, che raggruppa JuT goslavia Romania Grecia Turchia ha perso molto della sua importanza dopo che a Salonicco sono stati riconosciuti alla Bulgaria, che era tenuta in soggezione, i diritti al riarmo e l'eguaglianza morale e politica. Non è poi sicuro che anche prima il Patto balcanico , obbedisse a un interesse comune: non si può Infatti affermare che gli interessi della Jugoslavia siano, per esempio, eguali agli interessi della Grecia e della Turchia che fanno la guardia armata alla Bulgaria per paura che questa rivendichi il diritto, che lo stesso Trattato di Neuilly le garantisce, allo obocco nello Egeo. Cosi il Patto è guasto da un vizio originale che ne impedirebbe il funzionamento al momento critico, come era guasto il Patto della Piccola Intesa che sol tanto Benes, Jeftic e Titulescu potevano considerare vitale, nutriti come erano da quel vizio ginevrino che era alla radice d'ogni male e infeudati come erano alla diplomazia francese che a quei bei tempi dominava in ogni parte di Europa. il nuovo orientamento L'intesa italo-magiara e gli accordi italo-jugoslavi, che han fatto le prove in momenti più che delicati della vita europea, rappresentano dunque il rovesciamento della situazione sopra descritta a tutto beneficio dell'ordine e della pace perchè obbediscono ad un concetto morale e di giustizia essendo ispirati al reciproco rispetto degli interessi singoli e comuni e al rispetto dei superiori interessi europei e perchè infine rappresentano il giusto principio d'una sistemazione generale da tutti auspicata e da qualcuno già inutilmente tentata. Il piano francese di sistemazione danubiana aveva 10 scopo di chiudere il cerchio di ferro intorno alla Germania e di minacciare il fianco dell'Italia; ma l'ignorare o il mutare artificiosamente la storia e la geografia e specialmente l'ignorare gli interessi vastissimi delle due grand) Potenze con il voler adibire questi Paesi alla funzione di lance spezzate della Francia, a medicamenti della sua angosciosa paura, a custodi della sperata egemonia e a puntelli del tramontato dominio; 11 volere Infine ridurli al rango di colonie, ha affrettato il loro allontanamento da Parigi, ha segnato il principio della loro vera indipendenza politica. Gli accordi italo-jugoslavi di Belgrado sono stati interpretati in tutti questi Paesi non soltanto come una eliminazione dei malintesi fra Italia e Jugoslavia e l'instaurazione di una collaborazione politicoeconomica, ma principalmente come l'inizio d'una nuova epoca. Senza gli accordi non sarebbe stata possibile la revisione di certe clausole dei Trattati di Neuilly e del Trianon, cioè non sarebbe stato possibile lo smontaggio del residuo apparato di guerra fra Jugoslavia e Ungheria e fra Jugoslavia e Bulgaria, nè sarebbe stata possibile la distensione che promette e permette la nuova sistemazione del bacino danubiano. Il viaggio del Conte Ciano in Jugoslavia dovrà dunque, secondo autorevoli circoli, dar principio al secondo tempo delle relazioni italojugoslave, cioè al loro prolungamento in direzione di altri Paesi, compiendo l'opera già iniziata a Budapest. Più che ostacoli mate riali, come potrebbero essere le mi noranze e le rivendicazioni terri toriali, vi era da superare da parte della Jugoslavia e dell'Ungheria un'antica diffidenza, un contrasto di caratteri: gli uomini nuovi che sono giunti al potere nell'uno e nell'altro Paese hanno vinto questi stati d'animo, cosi che la via a un accordo completo e ad una piena collaborazione è stata aperta. Non è quindi improbabile che dopo i colloqui fra Ciano e Stojadinovic venga firmato un accordo ungaro-jugoslavo che precisamente segnerà il prolungamento degli accordi italo-jugoslavi di Belgrado e formerà la base della nuova sistemazione danubiana. Alfio Russo

Persone citate: Benes, Ciano, Conte Ciano, Galeazzo Ciano, Giuseppe Federico