Giornali venduti

Giornali venduti 1 Giunsi e Ima au erra Giornali venduti Nomi falsi, notizie false, milioni di provenienza oscura: tutta la giungla della piccola e grande stampa di Parigi (Dal nostro inviato) PARIGI, dicembre. In precedenti servizi giornalistici, mi capitò varie volte di parlare del giornalismo d'Oltralpi, dellu sua decantata libertà e mi capitò altresì di dimostrare come, per molti giornali e giornalisti francesi, l'unica, la vera libertà sia quella di vendersi a chi li paga dì più. Come prova, citavo parecchi scandali passati e recenti. Nel citarli, tuttavia, non ho messo in rilievo un fatto importante: e che, cioè, in ognuno il deus ex machina era qtutsi sempre un giudeo. Vi rimedio subilo, informandovi che la campagna giornalistica (Journal des Débats, National, Constitutionnel, ecc.) prima prò e poi contro la Compagnie des Chemin de fer du Nord venne pagata da Giacobbe Rothschild, detto barone James; che quella per il lancio delle azioni della Compagnie Universelle du Canal de Panama (tutti i giornali francesi ricevettero un vagliettino più o meno alto) fu opera del giudeo d'origine tedesca, Cornelius Hertz; che fu il giudeo russo Baffallovic a distribuire bigliettoni da mille perchè i giornali rassicurassero l'ingenuo risparmiatore francese sulla stabilità e sulla forza del regime zarista; e che giudeo era quell'Henri Simona, proprietario dell' Echo de Paris, che pubblicò, per conto della fabbrica tedesca di Karlsruhe, la famosa notizia sulle mitragliatrici francesi. Dire, quindi, che il giudaismo si serve in abundantia del giornalismo francese non è cosa nuova e sapere se la libertà o, per chiamarla con il suo nome, la venalità del medesimo sia la causa o sia l'effetto del decadere delle istituzioni democratiche, se sia dovuta alla pressione del mondo semita 0 non piuttosto l'arma di questa pressione, è solo una questione di lana caprina. Molto meglio, perciò, onde ben comprendere la campagna di false notizie che, lo scorso settembre, per poco non porta alla guerra, studiare nei particolari il giornalismo della Repubblica democratica e stabilire, con nomi, fatti e prove alla mano, in quale modo e attraverso quali vie su di esso si esercita e si esplica la pressione giudaica. Gli estremisti Ricordata, perciò, la piramidale credulità del francese medio nel giornale che legge e ricordato che i giornali per vivere hanno bisogno della pubblicità e che questa sui giornali francesi appare non solo' nelle colonne ad essa riservate, ma nella pagina finanziaria, nel notiziario comune ed in solenni e posati articoli di politica estera o interna, io vi dirò che, grosso modo, esistono in Francia tre categorie di giornali: i giornali politici, i confidenziali o privati e quelli d'informazione. I primi — tipo Humanité, Populaire, Oeuvre, Action Francaise, Liberté — appartengono ad un partito, ne sostengono le ideologie e gli interessi e ne diffondono il verbo. Non sono mai logici ed obbiettivi sia nell'articolo di fondo come nel notiziario. Ma, al tirar delle somme, sono i più onesti. Dicono apertamente che cosa vogliono e che cosa non vogliono. Il lettore, comperandoli, non è ingannato: sa quello che trova ed è libero di crederci o di non crederci. Qualche volta, nondimeno, le necessità della vita quotidiana fanno sì che anch'essi si vendano. Così, il Populaire, clie si è venduto alla Skoda nel '32 in occasione del prestito alla Cekoslovacchia; così la Humanité, che non disdegnò la pecunia del giudeo Finaly all'epoca del suo momentaneo dissidio con Mosca. Adesso, l'Humanité è solo pagata dal giudaismo moscovita, come l'ha dimostrato ad usura un recente processo. Questo foglio, che può considerarsi come l'edizione parigina della Pravda, venne fondato nell'anteguerra da una dozzina di milionari socialisti, tutti giudei: Leon Karfunkelstein, detto Leon Blum, G. Brulli, D. Brahm, A. Dreyfus, Louis Louis-Dreyfus, Herr, Sachs, Rouff, Reinach, Cazevitz, Rodriguez e Pickard. Con la guerra e col sorgere della Terza Internazionale, questi giudei se ne andarono. Vennero sostituiti da altri, stipendiati da Mosca. Al giorno d'oggi, nelle colonne de/l'Humanité infuriano i Nizan, i Cohen, i Benda, i Bloch, i Kalmanovic o .Caren, i Sorui, il Lévy, gli Abraham, le cui firme appaiono pure nell'edizione'vespertina, chiamata Ce Soir e amministrata dal corrazziale G. R. Bloch, nonché nei periodici moscoviti in lingua francese come Vendredi, Regards, Russie tì'aujourd'hui. A parte qualche rinnegato italiano, la direzione, la redazione e l'amministrazione del socialista Populaire al completo, sono composte di figli d'Israele. E la cosa è logica, direttore e proprietario essendone Leon Karfunkelstein, detto Leon Blum. Affinchè non mi accusiate di fare asserzioni esagerate, anche a costo di annoiarvi, vi farò l'elenco dei redattori: Jean Marie Rosenfield, Moch, Zyromsky, Weill-Reynal, Cohen-Hadria, Serge Moatì, Nicolich, Goldschild, Liebermann, Julius Deutsch Hausser, Hirsch, Schermann, Marie - Louise Hermann, Kanter, Schiff, Kuntzelmann, Meysembourg, Nowina, ai quali, in vista della campagna bellica, si aggiungono, nel luglio e nell'agosto scorso, Henry Goldstein, Jacques Grumbach, Daniel Mayer e l'exdeputato tedesco Hertz. I radicali //Oeuvre, l'Ere Nouvelle, la Republlque si definiscono volentieri giornali radicali. E restano radicali anche quando sostengono le tesi più disparate, perchè la stessa cosa succede nel partito con Daladier, Herriot e Cot, senza che per questo, vi sia scissione. Dicesi che Z'Oeuvre sia controllata dall'Havas, la quale, a sua volta, è controllata dall'alta banca per mezzo della Banque de Paris et des Pays Bas. Sarà vero ? Non so. Certo è che l'Oeuvre e decisamente e apertamente filo-sovietica da quando l'Havas patrocinò il patto franco russo per conto dei suoi padroni. D'altra parte, l'amministra il banchiere giudeo Bauer 0 fra i suoi collaboratori, allinea Israel Jacob, F. Kayser, Edmond See, mentre la cosidetta sibilla del ventesimo secolo, Geneviève Tabouis, è ariana, ma nipote dell'exambasciatore Jules Cambon, uomo di paglia dei Rothschild. Circa V Ere Nouvelle e la Republlque, per non dilungarmi troppo, ricordo semplicemente ch'essi sono amministrati da due giudei, Milkaud e Paraf, che posseggono una nutrita collaborazione ebraica e che, secondo lo spirar del vento e i bisogni della cassa, accettano sovvenzioni vuoi dal comité des forges, vuoi dall'alta banca. I giornali privati o confidenziali sono una strana flora giornalistica, che vegeta specialmente in Francia. Hanno un numero di lettori ristretto: mille, duemila. Afa quello che dicono viene portato alla conoscenza del gran pubblico per mezzo dei giornali d'informazione che, nelle loro Revue de la presse, ne citano con frequenza e abbondanza gli articoli. Ve li cito in ordine di importanza crescente: l'Avenir, il Petit Bleu, Z'Homme libre, la Victoire e l'Ordre. Quest'ultimo, il più diffuso e il più citato, ha un consiglio d'amministrazione dove appaiono parecchi giudei, fra i quali uno Stern e un Sorrus. Lo dirige Emil Bare, marxista in gioventù, poi collaboratore di Clemenceau, ora scrivono per conto del fronte giudaico della guerra. Vi collabora da un anno quell'André Géraud, detto Pertìnax, che restò a spasso dopo l'infelice morte deil'Echo de Paris. Gli equilibristi Ed eccoci ai giornali di grande informazione, quelli da cui bisogna stare più in guardia. Ne saprete fra poco il perchè. 1 giornali di grande informazione rappresentano delle aziende commerciali, che sarebbero organizzate unicamente per distrarre ed istruire i lettori con abbondante notiziario, con racconti, inchieste e viaggi. A leggerli, però, si ha l'impressione che così nobile scopo essi si sforzino di raggiungerlo sopratutto con particolareggiati resoconti di cronaca nera 0 scandalistica. Apriteli! E vedrete che l'assassinio, il furto e la truffa, i fatti, i gesti e le gambe di un'attrice costituiscono per lo più l'avvenimento più importante ed hanno sempre l'onore della prima pagina. In politica, sono degli equilibristi. Per quella estera, essi affermano di non avere di mira che gli interessi superiori della repubblica e, per l'interna, di essere senza partito 0 al disopra dei partiti. Per la prima, prendono spesso l'imbeccata del Quai d'Orsay, senza dimenticare qualche capatina alle ambasciate e alle legazioni straniere; per l'altra, si regolano secondo l'aria del momento, senza troppo esporsi a destra e a sinistra, limitandosi a dare un colpo al cerchio e uno alla botte e sempre riservando il colpo finale all'ora opportuna e per conto di chi paga di più. Da quanto precede, converrete che il giudaismo non ha commesso la fesseria di ignorare o sottovalutare la potenza sull'opinione pubblica di questa stampa all'apparenza senza opinione. E' quella, anzi, che ha sfruttato al massimo e che continua a sfruttare intrattenendo con i giornali in parola le migliori relazioni d'affari e mettendo alla loro testa o insinuando nelle loro redazioni i suoi migliori uomini. Un cannone di grosso calibro, il giudeo Morice, è piazzato, per esempio, al Petit Parisien, il giornale di grande informazione del mattino, proprietà della vedova Dupuy, nata Elena Brown, che taluno vorrebbe d'origine semita. Un cannone di calibro ancora maggiore, Julies Sauerwein, è in batteria al Paris Soir, il giornale dì grande informazione della sera, il cui redattore-capo, il giudeo Pierre Lazareff, ha la civetteria' di presentare al lettore un notiziario severamente obbiettivo... almeno nella composizione tipografica e nell'impaginazione. In occasione della guerra etiopica e di quella spagnola, difatti, il buon francese ha letto, l'uno sotto l'altro i comunicati di Badoglio e di Tafari, quelli di Burgos e di Barcellona. Non importa se il giorno della battaglia dell'Ascianghi, Tafari annunciasse la marcia della sua guardia imperiale su Macallè e non importa neppure se, il giorno della caduta di Bilbao, Barcellona celebrasse la disfatta del corpo legionario. Basta che il lettore dal punto di. vista... visivo sia convinto dell'obbiettività del giornale, onde, al momento opportuno, propinargli la noticinà o il commentino per conto dello Stato X, del banchiere Y e dell'industriale Z. Il sensazionalismo, d'altra parte, che domina in questo giornale come nel suo consocio, il Paris Midi, permette uno sfruttamento intensivo della falsa notizia. E, lo scorso settembre, i due compari furono i giornali che, almeno nei titoli e nella presentazióne, le sballarono più grosse. Gli altri Ottimo pezzo da 280 è Marcel Hirsch, detto Marcel Hutin, in dotazione all'Epoque. Afa la sua voce, tuttavia, è superata da quella dell'ariano Henri de Kerillis, il « Berta » dell'alta finanza ebraicosovietica. Pare che un « Berta » del genere sia stato pagato quattro 7HÌZtoni. Dei sei milioni e mezzo che costituiscono il capitale dell'Epoque,- difatti, Henri de Kerillis ne ha sottoscritti quattro. Siccome col solo stipendio, nessun giornalista diventa milionario, molti si domandano dove mai de Kerillis, che fa da vent'anni il giornalista e solo da due il deputato, abbia trovato un simile gruzzoletto. Si potrebbe rispondere che l'ha ereditato da un vecchio zio d'America o vinto alla lotteria nazionale, se i suoi legami con la alta banca, tramite Paul Reynaud e il giudeo Geroboamo Rothschild, detto Georges Mandel, non dicessero che può averli trovati dalle parti di rue Lafitte, a meno che, su indicazioni di qualche russo bianco, non li abbia dissotterrati in Russia, quando vi andò due anni addietro. Al Journal, evidentemente a causa del dissidio mortale fra il suo direttore Guimier e Leon Karfunkelstein, detto Leon Blum, il giudaismo non ha che un cannone da 75: Gedeone Lévy, detto Gèo London, convertito, senza dubbio, perchè è vice-presidente degli informatori cattolici. Al Matin, non esiste che qualche cannoncino da trincea. Qui, però, si vive in una certa inquietudine, poiché si parla d'un probabile passaggio del giornale dalle mani della famiglia Bunau-Varilla in quelle di una grande famiglia semita, che potrebbe anche essere la Worms. La stessa cosa, la si diceva pure per l'Intranslgeant, il quotidiano della sera dotato di un bel pezzo da 280 con quel Lazarus che si firma Tallus. L'Entran, abbandonato dopo le elezioni del '36 da Louis Loùis-Dreyfus, venne raccolto da un gruppo capitalista legato al concorrente Paris-Soir. Finì per comprarlo, verso la fine d'ottobre, un certo Ribardièrc, amico di Chantemps e di Bonnet. E a' Temos, il solennissimo organo .repubblicano, leggendo il qua'e molte dignitose persone credono notere avere un'esatta visione '-Ila situazione politica ed econo'nica del mondo, al Temps vi sono dei giudei f A scorrere l'elenco dei collaboratori che firmano, a parte il Mille, non pare. D'altronde, esso non è l'organo N. 1 del comité des forges che lo comperò dal vecchio Adrien Hébrard? Sì, ma ciò non vuol dire che il giudaismo non vi abbia lo zampino. E, difatti, lo ha nella pagina ritenuta il non plus ultra dell'obbiettività: la finanziaria, affittata alla Lazard Frères, tramite il giudeo Bollack, agente politico del giudeo Geroboamo Rothschild, detto Georges Mandel. Paolo Zappa 2-,,-