L'acqua veicolo della vita

L'acqua veicolo della vita ORIZZONTI DELLA BIOLOGIA MODERNA L'acqua veicolo della vita // tramite tra l'organismo vivente e il mondo esterno — Come opera la creazione e come Darwin non c'entra niente — / prati marini sono infinitamente più ricchi e più fertili di quelli terrestri PISA, dicembre. La popolazione dei mari è la più vasta, la più ricca, la più varia delle popolazioni del globo; è composta di specie infinite e di infiniti tipi di organizzazione. Fu una vita privilegiata, predestinata, altamente perfettibile quella che lasciò l mare per stabilirsi sulle terre evi erse. Di questa trasmigrazione di vita animale e vegetale dal mare, già la Grecia aveva favoleggiato parlando di Venere nata dale acque. A guardare più addietro, si trova una leggenda caldea per cui gli abitanti dell'Eufrate, precisamente quelli tra cui si è posta la culla del genere umano, furono raccolti e organizzati da un nume marino pesciforme, Oanne, che sapeva parole umane, e che la notte si rifugiava come un granchio in fondo a un fiume o al mare. Sarebbe questo un ricordo o un simbolo d'una fase anfibia della creazione della vita animale? Per tutta l'infanzia dei popoli si parla di acque prodigiose che mutano il corpo e l'anima, che fanno dimenticare, che portano di là dalla vita, abitate da ninfe e da mostri, che diventano mostri esse stesse; in Oriente vi furono perfino fiumiprincipesse. La nascita del mondo dalla fecondità delle acque è una storia lunga quanto la storia degli esseri viventi. D'un pianeta si fantastica che- sia animato dalla vita animale, ed è Marte, dove per l'appunto si crede di segnalare la presenza di mari e di canali intorno alle terre emerse. Il nostro Schiaparelli ne ha redatto una carta planisferica fondata su numerose osservazioni. E d'un pianeta v'è la certezza che sia morto, ed è la Luna: l'acqua vi è prosciugata, le profondità che corrispondono ai nostri mari sono abissi aridi da cui si levano montagne a tali altezze che, alle nostre altitudini di quattromila metri corrispondono lassù quelle di oltre diecimila, e le alture medie che da noi sono di quattrocento metri lassù ne misurano quattromila. Così apparirebbe il nostro mondo se i mari si prosciugassero. Lassù in quel mondo spento non piove mai, l'aria v'è perpetuamente serena perchè non esiste evaporazione, e nel gran deserto i metalli sono ossidati poiché è differente dalla nostra la composizione dell'aria. Colloquio col prof. Co'osi Ad ascoltare il prof. Giuseppe Golosi narrare del trapasso della vita dal regno delle acque a quello terrestre, tutti i Diventi partecipano ancora di quella vita. Rimangono di tale remota trasmigrazione gli anfibi con le loro forme tanto simili come un coccodrillo è simile a un ranocchio; altri animali si ficcarono nella terra in prossimità delle acque, abbisognando di una forte umidità; altri poi si cacciarono nell'interno di altri organismi, precisamente nell'intestino, dove restano circondati e bagnati dai liquidi organici dell'ospite. La legge enunziata dai Colosi, che egli chiama del « medium » vitale, cioè del mezzo attraverso cui l'organismo assorbe la vita, fi- nnpomcrtcmgpdlfbmtgmlcrttlclstnisce ad aprire molte porte d'una fantasia che sta un poco all'erra.' Poiché tutto il problema è dell'assorbimento dell'acqua come elemento determinante della vita, j.dalla nutrizione alla respirazione, le piante sitibonde dei 'terreni aridi assorbono pel tramite delle foglie la rugiada provvidenziale della tarda estate, e si nutriscono per una via che potrebbe chiamarsi cutanea; si dice anzi comunemente che respirano meglio quando le loro fog.ie sono cosparse d'acqua; molte famiglie di ani- mah, di insetti, di piante, si nu- trono dell'acqua attraverso la s«-|perficie cutanea o le foglie, fino alle strane piante tropicali che\vivono con le radici sospese nel-,l'aria e che dall'arti, trovano mo-\do di assorbire l'umidita. In ore-• ve, tutte le funzioni vitali umane,appariranno dominate dall acqua,le terre sterili deserte d'acqua, le prospere animate dall'acqua; un fossatello d'acqua si popola in breve di miriadi di vite minuscole; certe sorgenti hanno fama di miracolose, sia che ci si abbeveri o che ci si bagni; il mare è l'elemento favoloso da cui si attendono tutte le apparizioni più straordinarie e di cui dicevano i vecchi filosofi che riproducesse tutte te specie di animali e di piante nelle forme in cui vivono sulla terra; i pesci simbolo antichissimo del | principio della vita. Molte volte, l e a i , » o nellestate, mè accaduto di rimanere incantato a guardare certi polpi tratti in secco, come si orientavano verso ■ la. parte del mare per rituffarvisi, con una certezza e una forza d'istinto che rendeva patetica quella loro bruttezza; la morte di questi esseri coincideva precisamente col momento in cui l'acqua si era asciugata sul loro corpo. Infinite esemplificazioni ricorrono alla mente davanti all'enunciazione di questa legge dell'acqua come tramite e filtro della vita. La pelle umana bagnata d'acqua sulla riva del mare ed esposta al sole è penetrata più facilmente dal calore e dagli effetti dei raggi solari. Le massaie badano a non inumidire la frutta e le carni che vogliono conservare; l'acqua li espone più rapidamente agii effetti distruttori dell'aria. Contro certi gas tossici adoperati in guerra o nel lavoro di certe fabbriche chimiche, non essendo essi solubili nell'acqua s'è trovata una semplicissima difesa in maschere ini bevute d'acqua. Un esperimento Partendo da questi principii, su cui il Colosi ha stabilito una teoria che amplificò enormemente come si vedrà, il prof. Domini ha compiuto un'esperienza interessante. Legò, strette con un laccio alla base, le orecchie d'un coniglio fino ad arrestarne la circolazione del sangue e a renderle cianotici! e; bagnò quindi un'orecchia con l'acqua lasciando asciutta l'altra e diresse poi su ambedue una corrente di ossigeno: vide che l'orecchia bagnata lasciava filtrare l'ossigeno e perdeva il colore cianotico, mentre l'altra rimaneva nello stato di asfissia. Nel regno più basso della natura, in certi vermi, il rapporto tra organismo e mon do estemo, cioè la nutrizione e la respirazione, si svolge senza intestino e senza polmoni; le sostanze nutritive sono assorbite dalla superficie esterna del corpo. Nel regno medio, rappresentato dal grande popolo animale che abita le acque, l'assorbimento dell'ossigeno avviene attraverso le branchie: si tratta di due sacche all'interno del corpo, entro le quali scorre di continuo l'acqua ricca di ossigeno che penetra dalla bocca. Qui l'apparato respiratorio è ancora elementare, è una continuazione dell'elemento acquatico in cui tali esseri vivono. Gli animali virenti alla superficie della terrà e circondati dall'aria, hanno per ambiente l'aria atmosferica. Ad essa dovettero adattare i loro organi. Ma, dice il Colosi, fin dall'inizio della bocca non si tratta più di un ambiente puramente aereo: l'interno del corpo degli abitanti dell'aria è ancora nettamente acquatico a cominciare dal palato che si conserva sempre umido, e giù fino ai polmoni e allo stomaco. Il Quinton, a ricordare che gli organismi animali non possono vivere privi delle sostanze che alimentarono la loro vita di unicellulari, dimostrò che i liquidi del corpo umano contengono in eguali proporzioni la composizione delle acque marine. gesi nenedamiso suterspragligiàInosuripluzfue a ^ ha dimostrato che la com. .' , posizione molecolare del sangue varia poco dagli animali terrestri a quelli marini. Qualcuno, studiando la vita degli oceani, ha riferito sulla vita dei mammiferi che vivono nelle acque. Pare che le balene siano assai curiose di tutte le apparizioni nuove sul mare, e mentre giocano coi figli al modo di tutti i mammiferi della creazione, si fermano curiose e jpoi vanno incontro all'apparizione .delle grandi navi. E i delfini , e o o - do un }oro compai/no è feri. - t0j accorrono in due o tre ad assi-|sterZo e a sorreggerlo trasportano ^ ion(ano ^ pericoìo. Ci s ace\CQrAa mn Vagerniare cke alcuni -, ,„„,„„,j/cr, marini so)w animnii -\ rsi „„ tempQ ^ mare „ vi3. -• ^ per analche tempo suUa ter e, rafer))ia che tornarono poi al ,, mare subendo un nuovo processo e n n di ri rhi e e i el e, di adattamento. E chi non ha sentito le voci dei delfini, o non ha osservato i giochi di essi o delle balene, non conosce quell'accento di vita terrestre che anima a volte i mari, come di creature prigioniere in un elemento non loro. Come avviene Ma forse dovrei chiarire un pun- glti stnedeneanlenomtrziimpoenaialpedoattadialqumtafeinvicacofetesaseleesraPe ppptomstinqtalitadhdtapgleqdlosacdlabfpcsto che può essere rimasto oscuro bnell'esposizione che ho fatto pre-[ccedentemente della t'oria dell'Oio- m genesi di Daniele Rosa: Quando si dice che la vita usi viventi viene dal mare, non si vuol parlare nel senso evoluzionistico per cui da un serpente si evolve in mammifero. Quando la vita, attraverso ramificazioni e differenziazioni successive si stabilì dal mare alla terra, la formazione delle varie speci sarebbe accaduta con un carattere di necessità e di fatalità; gli organismi superiori avevano già in sè il loro destino superiore. Inoltre, nessuna specie evoluta nel suo corso fatale poteva tornare a ripercorrere la via della sua evoluzione a ritroso. Insomma, siamo fuori dell'evoluzionismo di Darwin e dello scimmione originario. Ne- palsfp a ò . e i i e i l a e e . i i l o a n o a e n n- gli studi del Rosa e in quelli dì tutti i suoi seguaci, ci sarebbe un posto per un tanto di inesplicabile nell'origine dei viventi, poiché se detta teoria ci spiega l'evoluzio ne del seme originario della vita animale e vegetale fecondato dalle acque come l'uovo di Venere, non ci dice che cosa sia questo seme. Altrimenti la fantasia si potrebbe sbizzarrire su una costruzione biologica tanto grandiosa e immaginare che ancora dal mare possa apparire un essere vivente entrato nel do7ninio dell'aria come ai primordi della creazione, e che al contrario un mammifero torni pesce e anguilla. In tutta questa dottrina, l'albero della vita cresce attraverso ramificazioni di esseri tanto più evo.uti quanto più tardivi; le specie precoci rimasero all'infanzia della vita vivente, quelle più tardive raggiunsero il massimo della perfettibilità, e tanto più fragili quanto più per fette. Ma tale fenomeno si operò in una meravigliosa esplosione di vita in tutto il globo, in quell'epo ca che non si doveva più ripetere, come in un supremo momento di fecondazione. E il giorno in cui la terra fu separata dalle, acque, essa acquistò l'aspetto che doveva serbare inalterato attraverso i millenni, e così tutti gli esseri creati, essendo già percorsa tutta la parabola della creazione della vita. Poi, le diverse condizioni di clima e di ambiente distrussero le specie più periture, conservarono quelle più adatte, differenziandole. Ma il punto della creazione era raggiunto, gli organismi erano, nei loro limiti, compiuti, e la ruota di questo destino ferma, non ritorcibile indietro nè avanti. Il ciclo eterno Tornando alla teoria del Colosi, questi trova che, pure avendo mutato ambiente esterno, gli animali abitanti dell'aria non hanno imitato i loro mezzi vitali. Famiglie di molluschi e di insetti, come hanno sperimentato alcuni allievi del Colosi, cadono in istato di letargo nella stagione secca e riprendono la loro attività alla sta gione delle piogge; rane, lucerto le, chiocciole, si forniscono d'acqua attraverso la pelle, assorbendo le gocciole d'acqua che cadono loro addosso o quelle che trovano sulla loro strada. Per poco che si abbia fantasia, il panorama dei campi pieni di anima/i in faccende è vivo in questa operazione della ricerca d'acqua, e il rospo erra bando e lento di certe sere estive fa la sua apparizione pietosa e ripugnante e felice, madido di gocciole d'acqua. Capita di vedere sui lungofiumi delle città, gli al o beri tutti piegati dalla parte del e-[corso d'acqua, allungale i loro ruo- mi verso l'elemento vitule, col po¬ intoqudeIsfqusttaesmdituqurodoposi nbnl'nrebzazilagincnricgslaude suvilDcumaintcnasnggenmgttltnttiame l ¬ polo delle loro foglie, quasi prone a bere. La signora Colosl-De Stefani, lavorando intorno alla teoria del « medium » vitale, ha rivolta la sua esperienza a un organo che fra tutti quelli di cui è fornito il regno animale è privo di ogni vascolarità e quindi di ogni mezzo espiratorio: l'occhio. Esso sarebbe l'unico elemento della creazione, la sola cellula vivente che pare potersi dispensare dall'ossigeno. E non è vero. L'umore lacrimale di cui l'occhio è costantemente bagnato è il suo mezzo di respirazione; attraverso tale umore l'occhio è di continuo ossigenato. Sarebbe questa un'esperienza aingoiare, e in qualche modo impressionante. Ma praticamente, a che cosa concludono tante esperienze? Alla egge enunziata dal Colosi: che l'acqua è il tramite naturale per l'assorbimento dell'ossigeno e il mezzo attraverso cui si mantiene la vita. Insomma, U Colosi, seguitando nella teoria della creazione della vita dalle acque, e che spuntata col primo sbalordimento degli umani di fronte agli oceani e forse coi primi atavici ricordi, orienta ora la maggior parte delle ricerche dei biologi, l'ha anricchita d'una sua nuova teoria: non soltanto la vita degli esseri viventi sulla terra è nata dall'acqua, ma dell'acqua la vita si serve sempre come mezzo di scambio col mondo esterno. Non Ve cellula dell'organismo che non sia bagnata d'acqua, l'acqua è l'elemento fondamentale degli organismi viventi, sia il plasma sanguigno, o il liquido del pericardio, della pleura, del peritoneo, o quello. ce/alico-rachidiano; l'acqua impregna i diversi, tessuti e quelli connettivi, e le sostanze intracellulari. Basta pensare quan. to poco pesa la sostanza umana quando si sia tolto dal conto U peso dell'acqua e del sangue. Gli anni e i secoli Il tempo in cui gli organismi, trasferiti dal regno delle acque a quello dell'aria, svilupparono il sistema di respirazione da quello cu* taneo a quello polmonare, dovette essere un lungo periodo di adattamento, una vertiginosa sequenza di anni. Strappati all'elemento naturale dell'aequa, serbarono l'acqua nel loro organismo, e ne ebbero poi sempre bisogno abbeverandosi di essa. Uno specchio di quel prodigioso periodo si può avere osservando l'evoluzione delle rane: i girini, forniti di branchie, sono nettamente acquatici; quando alle branchie si sostituiscono i polmoni, e l'animale ha la struttura dell'adulto, esso si sente a disagio nell'acqua e salta sulla terra per respirare l'aria atmosferica. Sarebbe forse, questa, una testimonianza di quella fantastica trasmigrazione dalla vita delle acque a quella delle terre. E come l'acqua scioglie i cibi che gli,organismi viventi ingoiano, cosi scioglie l'ossigeno che penetrando insieme con l'aria nella cavità della bocca e della faringe, viene a contatto coi liquidi che bagnano di continuo tali or. gani. Ma a che serve tutto questo? La scienza contempla i fenomeni della vita e ne dà d'epoca in epoca una nuova spiegazione; torna indietro, riprende le vecchie favole e dove parlava la fantasia tiene il suo discorso esatto. « Gli animali viventi sono acqua animata » dice il biologo d'oggi; l'Oriente chiamò Dio l'Oceano; Esiodo chiamò l'Oceano il Padre di tutte le cose. E uno scienziato d'oggi dice in qua] modo esso sia padre. Si aprono alla mente i grandi prati marini, infinitamente più grandi e più fertili di quelli terrestri, un edifizio che è il fondamento della nutrizione di tutti gli esseri viventi. Le alghe sono divorate da piccoli esseri quasi invisibili; i quali muoiono e nutrono di sè altri animali più grandi; la morte di questi esseri grandi e piccoli, i prodotti delle escrezioni di tutto quanto vive nel mare, formano nel fondo del mare la fabbrica di miriadi di organismi che lavorando intorno a tali detriti, li trasformano in nitrati e fosfati. Sono così cento miliardi di tonnellate all'anno che entrano nel circolo infaticabile della nutrizione universale: di essi si nutrono le larve; delle larve si nutrono i piccoli animali; e di questi i più grandi; e cosi di seguito fino a tutti gli esseri che popolano i mari e che si alimentano del mare, e tra essi l'uomo. Corrado Alvaro e dello scimmione originario. Ne- iì Giuseppe Colosi. a Planisfero del Pianeta Marte disegnato secondo ottici speciali dall' astronomo Schiapare'li. Le presentano i canali semplici o doppi che le ultime osservazioni per mezzo di strumenti linee dritte semplici e doppie della carta rapesisterebbero alla superficie del pianeta.

Luoghi citati: Grecia, Pisa