A 25 Km. dall'Ebro di Riccardo Forte

A 25 Km. dall'Ebro I*'OFFENSIVA UE FRANCO A 25 Km. dall'Ebro Le prime colonne attaccano i capisaldi rossi della Sierra Llena -1 legionari partecipano valorosamente alla battaglia f a i (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Mayals, 26 dicembre. Ho seguito le truppe nazionali che hanno operato lo sfondamento delle linee rosse nel settore dell'Ebro-Segre, e con esse ho trascorso la giornata di Natale in questa Mayals — che è la prima grossa borgata del territorio conquistato. La vastità del territorio occupalo è. immensa. Dal passaggio dell'Ebro a Mayals sono sedici chilometri di strada, tenuta dai rossi in condizioni relativamente buone, con poche buche e si fa abbastanza presto a raggiungere Mayals. Ma di là dal paese l'avanzata dei nazionali è continuata e si sviluppa di ora in ora. E1 difficile seguire le truppe in movimento. Le distanze diventano già notevoli. Qui, dove si combatteva nella mattinata, gli spari sono finiti. La battaglia si è già spostata in avanti, verso la Sierra della Llena al di là della quale è la Tarragona. Le truppe legionarie della Divisione del Littorio, che ope rano in perfetto collegamento col Corpo di esercito spagnolo, hanno occupato, nelle prime due ore di combattimento, i paesi di Barro ca de Lerida e Torrebeses. Oggi, soltanto, è possibile indicare i limiti territoriali dell'occupazione celati finora per ragioni evidenti di riserbo. Nella mattinata di Na tale l'avanzata è continuata alacremente verso gli obbiettivi prefissati e alle 2 del pomeriggio i legionari sono entrati nel paese di Granena de las Garrigas, situato a sei chilometri a est di Torrebeses, a 15 km. dalle linee di partenza di Seros. Un'ora dopo l'occupazione, la banda di un reggi mento legionario suonava l'inno fascista nel centro del villaggio I legionari di Alcanò Sulla regione dove avanzano i legionari, l'aspetto del paese appare tutto diverso da quello che abbiamo osservato nei villaggi conquistati dai navarresi intorno a Mayals. Ad Alcanò, a sei chilometri da Granena, dove i legionari sono entrati la sera della vigilia di Natale, ci si offre uno spetta colo nuovo in questa guerra: fan dulie bellissime, sorridenti alle fi nestre delle case; la gente in stra da festante; il paese intatto; un senso di liberazione e di pace con fidente ovunque. E' un riposo per gli occhi bruciati da tante scene di desolazione, offuscati dalla poi vere di tante macerie; un conforto, una consolazione dopo tanta sventura. Alcanò era difesa, a circa due chilometri dall'abitato, da un carro d'assalto russo e da un gruppo di mitraglieri repubblicani che hanno impedito per tutta la giornata di ieri ogni altro tentativo di avanzata. I legionari, però, chiudevano a mano a mano gli accessi al villaggio e di improvviso sono piombati nel centro del paese I rossi ancora nel tardo pomeriggio di ieri non erano al corrente della caduta di Alcanò. Il presidio avanzato che lo difendeva era stato catturato; perciò, nessuna notizia ha potuto giungere nelle retrovie. Questo episodio di ignoranza da parte degli Stati Maggiori rossi delle sorti toccate all'uno o all'altro settore della propria linea difensiva, spiega e giustifica abbondantemente il riserbo che vuole mantenere l'alto comando nazionale sui limiti raggiunti giorno per giorno dall'avanzata; spiega che sia obbligo del giornalista mantenersi piuttosto al di qua che al di là della linea effettivamente toccata. Perciò ài ora in ora giungono alle porte di Alcanò nuovi gruppetti di combattenti e di non combattenti rossi che non sanno nulla, e che si impigliano nella ra gnatela come mosche stordite. Vengono a tre, a quattro per l\ i o o a a o. o si e, s. ei e a a n erle ol o di o i, ie ti a ae i di o erci o i phe gi o ori a a n i a n n er e i ra ra n ni a ò, co e a a i e r e i i n o r luoZra per bere un bicchere o per \prendere un caffè, nel paese, e sono sorpresi di cadere nelle mani dei «ribelli »; ma non hanno neppure loro, da lamentarsi degli italiani. Per facilitare e regolarizzare, diciamo così, queste catture, è stato collocato un posto di blocco sulla strada che proviene da Artesa de Lerida. Contrattacchi respinti La retata è abbondante. Tra i non militari, è caduto nelle mani dei legionari un giornalista-fotografo, corrispondente di un foglio di Barcellona, che veniva ad illustrare la resistenza delle truppe repubblicane contro l'offensiva nazionale, ad uso dei fiduciosi lettori della sua città. Il poveraccio era morto di paura; la macchina gli è stata sequestrata; lui è stato trattenuto per essere consegnato all'autorità spagnola, la quale probabilmente gli istruirà un processo. Due autoambulanze nuovissime, dt marca americana, con motori di 16 cilindri, sono arrivate pure dalle linee rosse ad Alcanò pel consueto errore d'informazione. Sui radiatori risultano in rilievo le stelle sovieticlie che i legionari hanno incominciato a scalfire. Due maggiori sono caduti nelle stesse circostanze, nella rete stesa alle porte del paese; starnane sono stati ancora fatti prigionieri tre capitani, e forse le catture non sono finite. Nelle strade, animatissime, i vecchi vanno in fila con una pentola in mano, verso l'accantonamento dei legionari; altri tornano colle pentole fumanti colme di rancio. La battaglia continua su tutto il vasto fronte catalano. Altri settori entrano in combattimento Dalla testa di ponte di Tremp nell'alta valle della Catalogna un corpo di esercito spagnolo avanza vittoriosamente per raggiungere la valle parallela situata più ad oriente. Il territorio conquistato è molto vasto e comprende nume rosi villaggi e borgate. Sul fronte dei legionari, a sud di Lerida, rossi sono ricorsi ai supremi rimedi; il compito di replicare ulla avanzata travolgente della divisione volontaria è stato affidato, come nella prima battaglia dell'Ebro. alla famosa Divisione Lister, una delle migliori, e, forse la migliore unità dell'esercito repubblicano. Una grande polarizzazione di forze nemiche avviene fra Lerida e l'Ebro; molte divisioni affluiscono. Già una prima presa di contatto è avvenuta stamani con un contrattacco rosso che i legionari hanno energicamente respinto. Nel tardo pomeriggio la avanzata ha ripreso e sono stati occupati i paeselli di Aspe e Coglili, e catturato altri 800 prigionieri. Nella mattinata l'avanzata ha ripreso sul fronte a nord del tratto tenuto dai legionari, vincendo la ostinata resistenza dei rossi, le cui fortificazioni, d'altronde, non sono così robuste come quelle infrante nel primo urto. I cannoni nazionali sono già stati portati in linea a Granadella che si trova a ben 20 chilometri dal Segre. In questo set tore, dall'inizio dell'offensiva sono stati fatti oltre 3.000 prigionieri Una divisione marxista risulta letteralmente annientata. Alle 5 del pomeriggio, le pattuglie nazionali occupavano la borgata di Borjas — a 25 km. ad oriente di Lerida —, che i rossi in fuga avevano abbandonata. Dal settore nord della battaglia, cioè dalla regione di Tremp, giunge stasera notizia che l'avanzata ha raggiunto nella giornata la profondità di 6 chilometri, e ciò ad onta delle pessime condizioni climateriche. Riccardo Forte

Persone citate: Lister, Segre

Luoghi citati: Barcellona, Catalogna