La Francia in preda a crescente nervosismo

La Francia in preda a crescente nervosismo La Francia in preda a crescente nervosismo Angoscioso inventario delle proprie opere militari a Biserta - Allarmi per la Somalia francese Parigi, 26 dicembre. Il residente generale di Francia a Tunisi, signor Erik Labonne, accompagnato dai capi del suo Gabinetto, è giunto stamane a Parigi per fissare, col Presidente del Consiglio, i particolari del prossimo viaggio di Daladier in Tunisia. Ai giornalisti che lo attendevano, Labonne ha fatto dichiarazioni tendenti a rassicurare sulla situazione in Tunisia. Il viaggio di Daladier H Residente è stato ricevuto in mattinata e nel pomeriggio da Daladier. Queste conversazioni hanno avuto esclusivamente per oggetto il programma del viaggio che il Presidente del Consiglio inlzierà il 1° gennaio in Corsica, da dove, a bordo di una nave da guerra scortata da torpediniere e da idrovolanti, si recherà a Biserta per visitare la Tunisia. Le modalità di questo viaggio non verranno fissate in modo definitivo che domani, dopo una conferenza generale di tutti i rappresentanti dei servizi interessati. Nell'imminenza di questo viaggio, il critico navale del Petit Parisien, che già aveva scritto un articolo sull'importanza strategica di Biserta, « che è situata a circa duecento chilometri dalle coste della Sicilia e che controlla il ca< naie che fa comunicare il bacino occidentale col bacino orientale del Mediterraneo > di guisa che « il possesso di Biserta da parte dell'Italia avrebbe per risultato di chiudere completamente il passag* gio del Mediterraneo, utilizzando al massimo la facoltà di sbarra mento dello stivale italiano >, ne pubblica nel giornale che uscirà domani un altro sull'importanza strategica di quella base navale che René La Bruyère esalta come la prima del mondo, col suo avam porto, col suo canale scavato ad una profondità di dieci metri, sufficiente per ricevere le più potenti unità della flotta (ma che verrà per maggiore sicurezza portato a dodici metri, ciò che richiederà una nuova spesa di quaranta milioni), con la sua base di sottomarini e con il suo parco sotterraneo di combustibili liquidi. La funzione di Biserta L'articolista insiste sul fatto che le opere del fronte di mare che esistono sulla costa tunisina e che sono perfezionate ogni giorno più comportano cannoni da 340 millimetri e delle torrette di ultimo modello che tirano a quaranta chilometri c neutralizzando completamente l'azione italiana nel canale di Sicilia, se questa azione fosse coniugata con l'utilizzazione delle forze aeree e sottomarine ». Con le difese mobili infine che esistono all'entrata del Iago, col suo arsenale di Sidi Abdallah che costituisce un insieme industriale e militare modernissimo, Biserta presenta a giudizio di René La Bruyère dei vantaggi che non esistono in nessun altro porto; nè Tolone la cui rada è troppo esìgua, nè Brest che dà su un oceano immenso, nè Gibilterra che non ha retroterra, nè Malta che è un'isola, hanno un valore strategico paragonabile alla piazzaforte di Biserta. Ci dorrebbe di non riprodurre testualmente la conclusione dell'articolo del critico del giornale parigino che prova, se pure ve ne fosse bisogno, con quale serena imparzialità anche gli organi più autorevoli si esprimono sulla questio ne delle rivendicazioni italiane : < Per noi che non abbiamo l'abi tudine delle spacconate, le esagerazioni che sono state scritte sulla difesa dell'isolotto di Pantelleria dove nulla di serio è stato fatto ci fanno davvero sorridere quando si consideri quel nulla (sic) di fronte alle opere di Biserta ». Da parte sua il Journal des Débats dopo essersela presa con la stampa italiana che secondo 11 suo giudizio pubblica delle vere «infamie », insiste affinchè il governo non si limiti a proclamare l'intangibilità territoriale dell' impero francese, ma faccia anche sapere in modo chiarissimo che lo statuto degli italiani stabiliti all'interno delle frontiere francesi non è un oggetto di discussione. Infine e sopra tutto ritiene che, se non se ne è già preoccupato, esso debba senza indugio prendere nella Somalia misure militari di elementare prudenza. « Le minacce che ci vengono rivolte, scrive l'organo del Comité des forges, sono troppo chiare perchè non ne venga tenuto conto. Le disposizioni che venissero prese a tale riguardo sarebbero tanto di guadagnato per la causa della pace. Ada non nerba, è il caso di dirlo per quello che concerne la protezione di un territorio isolato e che sembra preso particolarmen te di mira ». Russia e Polonia Intanto, con la recente nomina al Consiglio superiore della guerra, del generale comandante il 20° Corpo d'Armata di Nancy, l'alta assemblea militare si trova ora al completo e comprende, ol tre ai marescialli Pétain e Fran chet d'Esperey — i soli che rimangano dei sei nominati all'indomani della grande guerra — Bette generali di Fanteria, quat t tro di Artiglieria e tre del Corpo delle truppe coloniali. Infine il Temps, persuaso che nell'esposizione fatta durante l'ultimo Consiglio dei ministri dal signor Bonnet, questi non avrà trascurato di intrattenere i suoi colleghi sulle relazioni attuali della Francia con l'U.R.S.S. e con la Polonia, preoccupandosi degli impegni assunti dalla Francia, scrive che se una nuova crisi dovesse sorgere, bisognerebbe che i francesi sapessero chiaramente fin dall'inizio ove si trovano i loro interessi e quali sono i loro doveri e i loro diritti. L'organo ufficioso si augura che il Governo colga la prima occasione propizia per informare l'opinione pubblica sulla portata degli obblighi giuridici che vincolano la Francia alla Rus. sia sovietica e alla. Polonia, vincoli contratti all'epoca in cui il Patto di Locarno appariva come il fondamento più solido della sicurezza nell'Europa occidentale. « E' assurdo chiudere gli occhi dinanzi all'evidenza — scrive il Temps. — La situazione europea ha da qualche anno subito mutamenti profondi: gli armamenti della Germania, le sue recenti espansioni territoriali, la rimilitarizzazione della riva sinistra del Reno, la ricostruzione della linea Sigfrido, l'indebolimento della nozione di sicurezza collettiva, la tendenza dei piccoli Stati verso la neutralità, nonché gli eventi interni nella Russia sovietica, hanno creato una rottura d'equilibrio che l'interesse crescente preso dalla Gran Bretagna alle cose del continente, non basta forse a compensare. Vi è in tutto questo uno stato di fatto che gli autori dei Patti inseriti nel sistema di cui Ginevra era il coronamento, non potevano prevedere. In quale misura questi Patti sono sempre valevoli in ogni loro parte ? In quale misura conviene rafforzarli o allentarli ? Quali sarebbero le conseguenze dell'una o dell'altra soluzione ? Quale è il rapporto reale delle forze in presenza? La Francia può contemporaneamente difendere l'integrità del suo Impero coloniale e rischiare di trovarsi trascinata sul continente in pericolose avventure? Può simultaneamente opporre alle pretese italiane una irremovibile intransigenza e praticare nell'Oriente europeo una politica tale da incitare la Germania ad appoggiare le pretese dell'Italia? Dove è veramente l'interesse nazionale? Ecco altrettante questioni alle quali non si può rispondere che dietro iniziativa del Governo, il quale è il solo a disporre di tutti gli elementi di studio. Ora, il Paese che reagisce cosi vivacemente e con tanta unanimità quando i suoi interessi sono chiaramente e direttamente in giuoco, per esempio in presenza delle pretese dell'Italia, rimane turbato e indeciso di fronte ad altri problemi della massima gravità. E' dovere degli uomini di Stato, come di tutti quelli che possono avere un'influenza qualsiasi sull'opinione pubblica, di sforzarsi di illuminare quest'ultima al di fuori di ogni preferenza sentimentale e non avendo come obbiettivo che il bene della Francia e dei francesi » Evidentemente la reazione « a cuor leggero » contro le cosidette pretese italiane comincia a dar luogo a serie preoccupazioni. Si comincia a capire che il mondo del 1938 è diverso, assai diverso, da quello di vent'anni fa. IAcdblMbpdlinczMnplzmbanrlrCoccsmcdtcflGabtc

Persone citate: Bonnet, Daladier, Erik Labonne, Petit, Sidi Abdallah