"Anch'io, dunque, lo abbandono,,

"Anch'io, dunque, lo abbandono,, L'ARCHIVIO SEGRETO DI COLORNO "Anch'io, dunque, lo abbandono,, "Cosa penserà di me? - scriue IRaria Luigia di napoleone che è in viaggio uerso l'Elba - Illa lo raggiungerò, douessi pur essere eternamente infelice,, - Come inuece non lo raggiunse e come diuenne l'amante di neipperg Maria Luigia non seguirà il marito all'isola d'Elba. Le lettere di Napoleone nei giorni della catastrofe tradiscono il suo disperato sconforto. Ben presto a certezza di ricongiungersi alla moglie e al figlio, certezza che addolciva la via del suo esilio, si va indebolendo. Le lettere si costellano di trepidi interrogativi : faremo il viaggio insieme? Potrete venire? Deciderai di-venire? Ci rivedremo? Alla fine dovrà ricorrere a terze persone per cercare di conoscere cosa ha deciso sua moglie. Tenterà due volte di uccidersi ma gli amici lo salveranno. Lo salveranno aopratutto due speranze: quella di riabbracciare nonostante tutto Maria Luigia e il Re di Roma e quella di ritentare il grosso colpo. Due speranze? Una sola. E finirà nei Cento giorni. Un proposito effimero Questo periodo è certo una delle pagine meno belle della vita di Maria Luigia, e non mi- tliora molto dopo la lettura dei ocumenti inediti che ora pubblicheremo, ma non è una pagina d'infamia. Tutto crolla intorno a lei : l'esercito è annientato, 10 stato è distrutto, la corte si polverizza, la Francia di cui per quattro anni è stata l'imperatrice non esiste più. Un solo rifugio le appare sereno e desiderabile: Vienna, la città della sua fanciullezza, la casa di suo padre, la sua casa. L'elemento . ignorato che reca il diario è il senso di sconforto che accompagna Maria Luigia, la consapevolezza che il suo dovere è di raggiungere Napoleone, la volontà chiaramente espressa — anche se mai attuata — di rimanere fedele al marito e seguirlo a qualunque costo, nella cattiva come nella buona sorte. E' una pennellata che non muta il quadro dell'esistenza di Maria Luigia ma è bene conoscerne l'esistenza. Non fosse altro perchè serve a smentire coloro che parlarono di « tradimento » anche nei giorni che precedettero la catastrofe. Le pagine che vedremo distruggono questa calunnia ed è un vero peccato che le nobili idee che esse esprimono siano rimaste, alla fine, semplici intenzioni. All'indomani della disfatta, Maria Luigia sta per raggiungere suo marito. E' decisa a farlo — come continuerà ad esserlo per parecchi giorni — quando suo padre la « invita » a tornare in Austria, almeno provvisoriamente, sino a quando il piccolo Stato che le verrà affidato in Italia non sia in ordine. Il 16 aprile padre e figlia si incontrano a Rambouillet. Napoleone apprenderà allora da Corvisart che le condizioni di salute dell'imperatrice esigono un lungo periodo di riposo. E Maria Luigia parte per Vienna. Il diario che ora pubblichiamo è dedicato appunto a questo viaggio. L'ex-imperatrice e 11 treenne Re di Roma sono accompagnati dalla prima dama di corte, la duchessa di Montebello, dalla contessa di Montesquieu, governante del Re di Roma, e da pochi servitori. La comitiva è diretta dal generale Kinsky. Il diario consiste in alcuni foglietti che Maria Luigia scrisse durante il viaggio e che più tardi la contessa Albertina Sanvitale Montenuovo, figlia di Maria Luigia e del conte Neipperg, riunì in quaderno. La prima tappa del viaggio è Grosbois, dove, nel castello del maresciallo Berthier, Maria Luigia incontra di nuovo suo padre, Francesco d'Austria. Il testo del diario è tutto steso nel pessimo francese di Maria Luigia con la bella scrittura e gli errori di ortografia che le sono consueti. scmlt Verso la casa paterna Ne traduciamo alla lettera, i frani principali': Partiti da Rambouillet il 28 a mezzogiorno. Le sensazioni che ho provato. Strada fino a Versailles. Vecchio castello di Ghoisy. Ponte di barche. Vista delle chiese di Parigi. Arrivata a Grosbois. Vi trovo mio padre. Meschinità e impertinenza della signora di Lugai e della duchessa di Piacenza. Penosa conversazione con mio padre. Il primo maggio. (A Belfort). Prima di colazione ho passeggiato nel giardinetto che è davanti alla nostra casa. E' disposto con molta cura e con molto gusto. La giornata era superba. Si vedeva in fondo, addossato ad una delle colline, un villaggio che faceva un graziosissimo effetto. Questa passeggiata mi ha reso assai triste; le disgrazie mi hanno proprio cambiata. Una volta, un bel cielo, un bel paesaggio facevano nascere in me sentimenti piacevoli; adesso sono insensibile a tutto, fuori che alle mie pene. Dopo colazione ascoltammo la Messa ed io ricevetti le autorità costituite e lo Stato Maggiore austriaco. La loro vista mi ha fatto male. Si vede nei loro occhi la gioia che sentono per il loro trionfo Mi sembra di vedere che gonono dei rimpianti che ho nel la- sciare questa povera Francia; ciò me li rende odiosi. Una pagina, quest'ultima, che modifica — bisogna ammetterlo — la versione del gioioso ritorno alla casa natale e che dimostra come Maria Luigia non abbia dicenticato la Francia e non se ne allontani senza tristezza. Nè ha dimenticato ancora, certamente, Napoleone. Ho molto sofferto stasera — prosegue il diario —. La mia povera duchessa è assai tormentata; i suoi bimbi si trovano in una località in cui vi è una spaventosa epidemia. Ciò la tormenta molto ed io me ne affliggo. E' per le pene delle mie amiche che io conservo ancora tutta la mia sensibilità; ad esse non sarò mai indifferente. Quanto a me, non mi rimane che desiderare una cosa: il riposo; il riposo che si ha nella tomba. o à a . a i o E . e a e a e a i è l , l o a . a i 8 i a i a a . . i o o i d o a i a e e o Passaggio della frontiera (Scritto il 2 maggio 1814) In un villaggio a due leghe da Trois Maisons è la frontiera della Francia. Passandola, ho avuto il cuore stretto stretto; ho fatto voti per la felicità di questa povera Francia. Che possa presto godere il riposo di cui ha bisogno da tanto tempo e che possa dare talvolta sentimenti di rimpianto a una persona che le è molto legata e che piange tanto la sua sorte e gli amici che è stata costretta a lasciarvi. Sono stata distolta dai miei tristi pensieri dall' arrivo della cavalleria svizzera e austriaca, che mi ha preceduta a una lega da Basilea e che ha sollevato tanta polvere che l'avrei volentieri pregata di dispensarmi da questo onore. (Scritto lo stesso giorno a Basilea) - Siamo finalmente arrivati alla casa in cui devo alloggiare. Mio padre ha alloggiato quindici giorni in questa casa e dopo di lui i granduchi Nicola e Michele. Si dice che essi saltavano su tutti i mobili e che li rovinavano tutti e dopo andavano a raccontarlo al proprietario della casa che aveva la dabbenaggine di perdonare. (Scritto il 3 maggio, a Basilea) - Il 3 la giornata è stata magnifica, ho passato tutta la mattinata a scrivere; dopo colazione ho ricevuto le autorità austriache e bavaresi. Marnier è venuto a vedermi. L'ho trovato molto rattristato; ciò mi ha commossa, io ho bisogno di'vedere delle persone la cui anima sia in una posizione simile a quella della mia. Un corriere mi ha portato notizie dell' imperatore (Napoleone). Che fonte di gioia per me se il racconto di quest'uomo non le avesse avvelenate. Il suo viaggio è stato felice sino in Provenza, dove dei miserabili contadini gli han lanciato dei sassi nella vettura. Egli è stato costretto a montare a cavallo e a travestirsi per evitarli. Come deve essere stata colpita crudèlmente la sua anima! Io mi rimprovero di non averlo seguito — anch' io dunque lo abbandono Oh! mio Dio> cosa penserà di me ? Ma lo raggiungerò, dovessi pur essere eternamente infelice! L'arrivo a Schònbrann Si è imbarcato il 28 ; come uorret avere notizie del suo arrivo all'isola del riposo .' (Il 9 maggio) - Partita da Costanza il mattino. Ricevute let- alsnggèg tere di Metternich, con menzogne. (11 maggio, a Riitty) - Alloggio dal mastro di posta. Malumore della signora di Montesquiou a causa dell' alloggio di mio figlio. Mia riflessione sul fatto che i tirolesi vogliono trascinare loro la mia vettura, il che sarebbe un abbassare la specie umana. (A Innsbruck) - Sole ai tramonto. Frutteti. Sulla strada si vede, alla fine di una discesa-, Innsbruck. Alla porta della città folla enorme. Ci trascinano. Costume degli uomini e delle donne tirolesi. Nostro spavento perchè uno cade sotto le ruote. Paura per nulla. Le case sono spaventose. Bel palazzo; gallerie immense. La mia camera da letto somiglia a una galleria. Molti ritratti della mia famiglia. Ancora una pagina e il diario è terminato. E' un fogliettino scritto, contrariamente agli altri, a matita. La calligrafia tradisce la fretta. L'originale è sempre in francese. E' stato tracciato da Maria Luigia la sera stessa del suo arrivo a Vienna: Ritorno a te, mia cara Patria, ma con quale amarezza ! Perchè me ne hanno distolta e mi han no costretto ad allontanarme ne! Perchè mi si espone a tutte le umiliazioni, a tutti i biasimi del mio cuore! Perchè il popolo di Parigi non ha tagliato, come i fedeli tirolesi, le cinghie della mia vettura Che straziante fatalità, la mia — scivolare dal le mani dell'Imperatore e lasciare la Francia infelice. Dio solo conosce il mio dolore. Ah ! la mia impotente debolezza in que sto turbine di intrighi e di tra dimenti ! A Schoenbrunn i familiari la accolgono con affetto. Nessuno le parla più della Francia, nes suno di Napoleone. Solo la nonna, Maria Carolina, la incoraggia a tornare dal marito. Da guanto si è letto nei suo diario è lecito pensare che Maria Luigia sia sul punto di volare al- V isola d' Elba, ma ancora una volta la sua debolezza la vince. Va soltanto ad Aix, nella Savoja, per la cura delle acque, e lascia il figlio a Vienna con signora di Montesquiou. Xa sorte che desideravo Ad Aix la raggiunge il conte Adamo Alberto di Neipperg. E' guercio, ma è sempre un bell'uomo, quello che si dice un tipo. Arriva con l'incarico e le funzioni di gentiluomo d' onore dell'ex-imperatrice dei francesi. Ha trentanove anni, è nato da una relazione adulterina tra la contessa Neipperg e un ufficiale francese, e un valoroso soldato e un galante cavaliere, è uno dei più abili uomini di fiducia di Mettermeli. Deve impedire che Maria Luigia torni con Napoleone. L'onnipotente Ministro austriaco non avrà a pentirsi della scelta. Perchè, certo, se Maria Luigia aveva il segreto proposito di raggiungere il marito, questo proposito, nell^ settimane di Aix, svanirà rapi damente. In agosto aveva scritto: « Sono in una posizione assai critica e dolorosa e devo ispirare la mia condotta alla maggiore prudenza ». Ai primi di settembre dirà senz'altro : « All' Elba non andrò nè ora nè mai ». Torna anzi a Vienna. In viaggio, la simpatia di Maria Luigia per il generale scivola sino al punto che Metternich si augu- isszttlajs: szu! i I rava. « Durante la permanenza,sul Righi — scrive Antonio Va-\ o a o - Ieri nel suo recente volume — i valletti sono dispensati, durante la notte, dal servizio di guardia davanti alla camera da letto della sovrana ». Il Congresso di Vienna, che viene poco dopo, le conferma l'assegnazione del Ducato di Parma, ma a due condizioni : che alla sua morte il dominio torni ai Borboni di Lucca e che il figlio di Napoleone rimanga a Vienna. « La mia sorte — scrive Maria Luigia l'8 marzo 1815 — è finalmente fissata quale io la desideravo ». Siamo già molto lontani, si vede, dai tormentosi scrupoli del diario segreto. Intanto Napoleone è fuggito dall'Elba. Maria Luigia appren de la notizia con comprensibile sgomento. I suoi rapporti con Neipperg sono ormai noti a tutti. « Assicurate l'Imperatore — dice a Méneval che si congeda — di tutto il bene che gli conservo. Spero che egli comprenderà la difficoltà della mia posizione. Non mi presterò mai a un divorzio, ma un'amichevole separazione mi sembra ormai indispensabile ». E' ora il turbine dei Cento giorni. Napoleone, che dall'Elba non è riuscito a rimanere in corrispondenza con la moglie, tornato in Francia, continua a sperare l'insperabile. Non sa che nel frattempo a suo figlio è stata tolta anche la governante francese e che Vienna è ormai inesorabilmente la prigione di tutti i suoi sogni. Il pesante silenzio dell'Elba lo ha reso furioso. Nella piccola isola non ha avuto che tre giorni di sorriso :i tre giorni trascorsi con MariaWalewska, che è venuta a tro-vario e gli ha portato il loro fi- gliuolo. Poi, buio e silenzio. E'così che decide il grosso colpo.Il l.o marzo sbarca a Cannes con la sua guarnigione dell'Eli-ba, mille uomini. Il 20 marzo è a Parigi. « Sono padrone di tutta la Francia — scrive alla moglie — e ti attendo qui per il mese di aprile con mio figlio ». Ma la ruota del destino ha girato. Sul cammino di Bonaparte non restano che due nomi: Waterloo e Sant'Elena. Le precedenti puntate sono apparse il 34 e il 25 dicembre. La riproduzione o vietata. »H O Munì*. ^iawMiitl». Il conte Neipperg in una stampa'del la raccolta Lombardi e**- *t &*v%* ** \r******* t<~ I *^,+ ~t^£ftl#U. JLt ******** é 4+**fVk*-**A~ r^^*^i^*^/^^^ 0*?~*«- &+*WMo-.<.-- L'ultima pagina, scritta a matita, del diario di Maria Luigia sul viaggio da Parigi a Vienna: « Torno a te, mia cara patria... ». (Dall' archivio del professore Glauco Lombardi) tere di Metternich con menIeri l u recente volume