I DIRITTI DELL'ITALIA e le incomprensioni francesi di Leo Rea

I DIRITTI DELL'ITALIA e le incomprensioni francesi I DIRITTI DELL'ITALIA e le incomprensioni francesi Un'informazione del "Daily Telegraph,,: l'Italia avrebbe comunicato a Parigi di ritenere nullo perchè non ratificato l'accordo Lavai 1935 per la Tunisia scpPnmtSh Londra, 21 dicembre. Per quanto si sia sotto le vacanze, l'attività politica e diplomatica in questa Capitale procede con una certa intensità, che pur essendo inferiore al normale, è certamente superiore a quella registrata in passato durante questo periodo. Non vi è dubbio che questa maggiore attività è collegata con la tensione italo-francese e con la visita a Roma dei Ministri britannici, fatti — quesM due — che a Londra vengono a loro volta messi in relazione. «L'Italia ha ragione» I giornali di stamane si sono interessati meno del solito della tensione fra Italia e Francia: stasera, però, c'è una ripresa ed è da segnalare anzitutto un articolo comparso sullo Standard circa la questione del canale di Suez che viene esposta con chiarezza e con sufficiente imparzialità, per quanto il giornale ometta di ricordare che l'idea prima del taglio di Suez non è stata di Lesseps, ma di un italiano, il Conte Negrelli. L'articolo comincia dicendo che il Duce, senza dubbio al momento opportuno — momento che a Londra si ritiene debba coincidere con la visita dei Ministri britannici nella Capitale italiana — darà forma ufficiale alle richieste formulate nei giorni scorsi della stampa italiana; e prosegue ricordando che l'intenzione del Lesseps era che il canale fosse internazionale e che i « finanzieri francesi non detenessero più di un quinto del capitale azionario ». Ricordato come nel 1884 sia stato deciso di assegnare all'Olanda un posto nel Consiglio di Amministrazione in considerazione dell'uso che del canale facevano le navi di tale bandiera, lo scrittore parla quindi del -lungo conflitto fra Inghilterra e Francia a proposito delle tariffe, che gli inglesi volevano ridotte, mentre i francesi « sempre ed esclusivamente preoccupati dei dividendi », volevano mantenere a livello più alto e vi riuscirono finché l'apertura del canale di Panama e relativa concorrenza n%n li costrinsero a ribassare i. prezzi. Passando ad esaminare le richieste italiane, l'articolo rileva che, mentre nel 1932 la proporzione fra il traffico inglese e quello italiano attraverso Suez era in rapporto di 15 a 1, nel 1937 esso è stato di 3 a 1. Poscia, rilevando che a Parigi l'idea di accogliere le richieste italiane fa orrore, addita il fatto che gli uomini di Stato francesi e gli azionisti francesi sarebbero disposti a morire piuttosto che cedere a tale idea. Il giornalista scrive queste ultime parole chiudendole fra virgolette; e poi si chiede: « Ma è la richiesta italiana cosi pericolosa come i francesi pretendono che noi pensassimo? ». Dopo avere detto che quello che importa è la difesa del canale e che il canale resti aperto, ciò che per il trattato anglo-egiziano è di spettanza dell'Inghilterra non della Francia, lo scrittore si chiede: * Se noi ci rendiamo responsabili per la difesa del canale, perchè non andare incontro alle aspirazioni italiane? In ogni caso, queste non sono affatto irragionevoli ». Il giornalista conclude scrivendo che « naturalmente è importante che Inghilterra e Francia collaborino su questo argomento. Ma è vitale che i pregiudizi di un pugno di rentiers non impediscano che si accetti da parte nostra una moderata richiesta ». Arbitrarie supposizioni Il News Chronicìe di stamane, In una corrispondenza da Berlino, scrive che il Fuhrer intenderebbe inviare nella Capitale italiana, probabilmente immediatamente prima della visita di Chamberlain e Lord Halifax a Roma, Von Ribbentropp o il capitano Wiedemann o il maresciallo Goering, con l'incarico di accertare l'esatta entità delle richieste italiane per una sistemazione del Mediterraneo e quindi si preparerebbe ad agire quale intermediario fra l'Italia e la Francia. Questo corrispondente fa quindi un elenco di quella parte delle richieste italiane che il FUhrer sosterrebbe. In questa corrispondenza di ve' ro c'è poco o meno che poco: i possibile che un personaggio tedesco si rechi a Roma se il Fuhrer riterrà utile di avere in tal modo, anzicchè attraverso le normali vie diplomatiche, le informazioni da parte del Governo italiano circa il contenuto dei colloqui con i Mini' stri britannici; ma tutte le possi bilità e probabilità finiscono a ta le punto. Non si è forse detto prò' prio a Londra che Chamberlain intende fare opera di mediazione fra Roma* Parigi? E allora? Che utilità potrebbero avere due me diatori, giacchè è cosa nota che se è possibile che un mediatore riesca nel suo intento, è fatto ricono' sciuto e positivo che due media tori lasciano le cose più imbro gliate di prima. II Daily Telegraph di domani mattina pubblicherà una nota di Ha suo « informatore parigino »£ il quale — è bene avvertire — non è altri che il noto Pertinax, nella quale dice che quattro giorni oi sono è giunta al Governo fran- cese una comunicazione da parte del Governo italiano. Il tenore ge-nerale di questa nota, secondo il Pertinax, sembra che sia centrato prima di tutto sul fatto che l'ac-cordo italo-francese del 7 gennaio1935 deve considerarsi nullo, poi- chè lo scambio delle ratifiche non è mai avvenuto; in secondo luogo,che tocca ora al Governo francese presentare nuove proposte alloscopo di dare esecuzione a quanto preveduto nell'articolo 13 del Trat- tato di Londra dell'aprile 1915. IlPertinax conclude la sua nota di-cendo che la comunicazione fatta dal Governo italiano a quello fran- cese attraverso Francois Poncet, apre la fase diplomatica della controversia fra i due Paesi. Leo Rea

Persone citate: Chamberlain, Duce, Francois Poncet, Goering, Wiedemann