Chi è Gafenco nuovo Ministro degli Esteri

Chi è Gafenco nuovo Ministro degli Esteri IN ROMANIA Chi è Gafenco nuovo Ministro degli Esteri a ò Centotrenta «guardie di ferro» rilasciate in libertà Bucarest, 21 notte. (A.) - Le dimissioni del Ministro degli affari esteri di Romania Comneno, dimissioni di cui nei circoli iniziati si parlava già da qualche mese, sono oggi un fatto compiuto. Egli, a quanto sembra, riceverà un'altra importante missione e sarà nominato ambasciatore presso il Vaticano. Nessuno ignora che gli ortodossi di rito unito, e cioè dipendenti dalla Santa Sede, formano, in Transilvania, unitamente coi cattolici romeni una massa compatta ed inf luentissima la quale può pesare nel gioco politico delle province unite al Regno in seguito alla grande guerra. A succedere al dimissionario nella direzione del dicastero degli affari esteri, è stato chiamato dalla fiducia del Re il signor Gregorio Gafenco, personalità d'altronde già nota nei cìrcoli politici e diplomatici europei. Proveniente dalle file del cessato partito nazional-contadino, il signor Gafenco è stato per varie legislature deputato al Parlamento, senatore, segretario generale del Ministero degli esteri, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, alle comunicazioni, all'industria, e, infine, nel primo gabinetto presieduto dal signor Vaida Volvod, sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Soprattutto in questa sua ultima veste, il signor Gafen co si era vivamente fatto notare per avere in perfetta armonia col suo Presidente del consiglio sostenuta la necessità per il paese di avvicinarsi piuttosto alla Polonia che alla Russia, di stringere con la prima buoni rapporti e rafforzare l'alleanza esistente invece che approfondire, oltre 1 normali limiti del buon vicinato, le relazioni con l'U.R.S.S. Nei confronti dell'Italia e Germania, il signor Gafenco di cui vale la pena ricordate alcuni di scorsi pronunciati nelle ultime giornate del Senato durante il primo gabinetto Tataresco, ha sem pre sostenuto la necessità di ap profcndire (specie con Roma) le relazioni « pur rimanendo — dichiarava egli — fedele alle vecchie tradizionali amicizie della Romania ». Durante la guerra etiopica, in varii discorsi egli non celò le sue opinioni anti-sanzioniste. In politica estera il signor Gafenco si piazzò dunque sino dagli scorsi anni in una situazione moderata e di centro, come moderato e di centro fu sempre nel partito nazional-contadino, mantenendo verso la Corona una linea di devozione e rispetto anche quando il Maniu, con la sua vecchia mentalità di oppositore sotto gli Absburgo, sembrava dimenticare che la lotta politica si svolgeva ora non più contro gli ex sacri romani imperatori, ma nell'ambito della vita nazionale ricostituita e della patria comune. Il nuovo Ministro degli affari esteri, di cui abbiamo voluto trac ciare in brevi righe una biografia politica, è ancor giovane essendo nato nel 1892. Egli ha fatto gli studi in Svizzera ed à Parigi ove si è laureato in giurisprudenza. Economista di provato'valore, ha fondato e dirige da anni il quotidiano economico e finanziario Argus e da quasi due anni il mattutino TimpuI che è una delle mi gliori e più diffuse gazzette bucarestine. Polemista ed articolista di valore il Gafenco ha scritto fino a stamane ogni giorno l'editoriale di questo suo giornale. Alla vigilia delle feste natalizie il Governo ha voluto dar prova di clemenza con l'intento di ricon durre la calma e la pacificazione nel paese. Un comunicato annuncia infatti la messa in libertà di 130 membri della disciolta «Guardia di ferro», quasi tutti ex-capi di organizzazioni, i quali si tro vavano internati a Vaslui in Moldavia e che hanno fatto dichiarazione di sottomissione. Il comunicato ufficiale aggiunge che il Governo desidera facilitare il loro ritorno alla vita sociale normale, ma soggiunge che qualsiasi tentativo che si potesse produrre-in avvenire da parte loro di mancare alla parola data sarebbero passibili di sanzioni esemplari. Contemporan&amente ai legionari di cui sopra è stato rilasciato il noto professore Nae Jonesco, arrestato e deportato immediatamente dopo il processo e la condanna di Cornelio Codreanu.

Persone citate: Cornelio Codreanu, Gregorio Gafenco, Jonesco