I COLPI GROSSI

I COLPI GROSSI **£ì* EBREI E ImA au ERRA I COLPI GROSSI Anche la Banca di Francia conquistata - II ben riuscito assalto alle ferrovie - Il bel gioco sul franco - E la serie continua d (dal nostro inviato) PARIGI, dicembre. Si è visto negli articoli precedenti come l'alta banca giudaica aia riuscita ad infiltrarsi in; tutte le ruote dell'organismo finanziario francese. Simile risultato è da attribuirsi alle caratteristiche etniche della razza come la solidarietà, la pazienza e l'arte dell'in trigo, ai consigli talmudici circal'usura e lo sfruttamento del non- qiudeo, e, implicitamente, alla concezione materialistica della vita, che i figli di Israele hanno saputo diffondere nel mondo. Nes- ——Ài4n*u mi, /»»f sun popolo, difatti più del giù daino ha contribuito a proclamare il primato del guadagno materiale su tutti gli altri fini umani, a spandere la mentalità che tutto può valutarsi in oro e comperarsi con l'oro, anche i beni imponderabili. D'altra parte, le contingenze storiche e un'abilità indiscussa a sfruttare il gioco delle circostanze politiche, economiche e sociali hanno concorso a provocare il risultato in parola. Esempio: il patto franco-sovietico, che la cooperazione del giudaismo dell'oro con il giudaismo della rivoluzione ha facilitato e creato. Lo scopo recondito A che cosa dovesse servire que- sto patto, in Francia, nessuno loWha mai detto con precisione. Si accennato che avrebbe costituito la neutralizzazione del pericolo rappresentato da un'eventuale alleanza russo.tedesca, impedendo a Berlino di trovare nell'immenso serbatoio di materie prime, che è la Russia, le riserve in viveri, ferro, petrolio, et similia. Si è parlato di valori puramente ideali e sociali: l'unione delle democrazie, la spinta irresistibile del proletario francese verso quello russo, giungendo persino a trovare legami spirituali fra la rivoluzione del '17 e quella dell'89. A che cosa in realtà doveva servire lo si è visto in due anni di fronte popolare e, in modo particolare, lo scorso settembre: dare, cioè, al giudaismo i mezzi e le possibilità materiali e politiche di scatenare la guerra,' onde imporre il dominio d'Israele nel mondo. Consigliando, facilitando ed accelerando il patto franco-sovietico, difatti, i giudei dell'oro e i giudei della rivoluzione — René Mayer della Rothschild e Leon Karfunkelstein, detto Leon Blum, fra gli altri — sanno che, in seguito alla scomparsa concordata con Mosca dell'intransigenza del partito comunista francese si sarebbe arrivati al fronte popolare e, di conseguenza, all'assoluta vittoria delle sinistre nelle elegioni del '36. Sanno che il successivo avvento al potere di queste ultime permetterebbe ai giudei dell'oro di mettere le mani sulla Banca di Francia, di liquidare una volta per sempre e a proprio profitto la storia delle ferrovie cronicamente deficitarie, ed, insieme ad una fatale caduta dei titoli, provocherebbe anche quella della stessa moneta, con il logico assorbimento di una parte dell'oro statale francese. Per di più, le industrie, già dis sanguate dalla lunga crisi, sarebbero messe in gravi difficoltà dalle brusche, caotiche, empiriche leg gi sociali e, perciò, costrette a cercare sovvenzioni e crediti, per cui l'alta banca avrebbe potuto met torvi sopra ipoteche, imporre partecipazioni e controlli tali da sottrarle non solo definitivamente all'influenza del Comité des for ges, il trust rtuaJe cattolico-prote stante, ma tali da fare di esse una solida base per fa guerra in gestazione. E non erano illusioni Ora, in meno di due anni di fronte popolare, così ottimistiche precisioni del giudaismo si avverano ad una ad una. Anzitutto, cade la Banca di Francia, dove predomina l'elemento cattolico protestante. con de Wendel, Mollet, Mirabaud, Hottinguer e Neuflize. Un voto del parlamento, difatti, basta per sopprimere lo strambo articolo dello statuto, che fa eleggere i reggenti dai eoo più forti azionisti e sostituirlo con un altro, per cui e per come il consi glia, dall'agosto 'SS, deve essere composto dai rappresentanti degli interessi collettivi della nazione, e, siccome tali rappresentanti è il go verno di fronte popolare che li no mina, ecco che, nemmeno a farlo apposta, nel novello consiglio dell'istituto di emissione, insieme all'ineffabile Jouhaux della C.G.T (Confédération Generale du Travail), ora defenestrato, noi vediamo fare capolino cinque giudei: Wilfrid Baumgartner, Georges Grandadam, René Luche, Georges Moms, Jacques Rueff, nonché sette massoni, tutti alti burocrati statali, più o meno amici e compari degli alti burocrati, già passati al servizio dell'alta banca. La soluzione del probleìna delle ■compagnie ferroviarie costituisce uno di quei tiri maestri agli interessi della collettività, di cui so lo un giudeo è capace. E a farlo, difatti, è il giudeo René Mayer, il capo intellettuale della casa Roth schild. Con la C.N.C.F., Compagnie Nationale des Chemins de fer, le compagnie francesi non vengono nazionalizzate e tanto meno vengono incamerati i beni mobili ed immobili del valore di varii miliardi die le compagnie ìtanno saputo pazientemente mettere da parte, malgrado un deficit di kk miliardi, che benevolmente viene passato sul conto profitti e perdite della repubblica in conformità alle famose convenzioni scellerate, concordate fra il ministro giudeo Raynal e i banchieri Rothschild, mercè la solerzia di André Bénoc. Le compagnie, è vero, spariscono come concessionarie dirette dei servizi, ma continuano a sussistere come società materiali e finanziarie fino allo scadere delle rispettive concessioni. Allora, il cavitale azionario verrà iniegral- mente rimborsato e, fino allora, ogni azionista avrà un dividendo garantito del 6 per cento, oltre certi premi, il cui meccanismo non è chiaro, ma chiarissimo il risultato: quello di far salire it dividendo sino al 10-1& per cento. Per di più, i beni privati delle compagnie sono rispettati e le riserve cangiate in altrettante azio- ™ *>Btx C.N.C.F., azioni con il 6 Per cen-to assicurato, qualunque sia l'esito dell'esercizio. Come affare è «« buon affare, non c'è che dire: nessun deprezzamento dei titoli per le perdite vecchie o nuove dell'esercizio, anzi consolidamento dei benefizi precedenti e rimborso sicuro del capitale azionario. Nel consiglio della C.N.C.F., i capi delle vecchie compagnie — i giudei Edouard de Rothschild, David David-Weill, Hubert Stern, J. Fould non figurano. Ma c'è René Mayer, ci sono Raoul Dautry, Pierre Etten e André Moreau-Néret, tutt'e tre già alla Nord, fetido privato dei Rothscliild, mentre il direttore generale, Robert le Besnerais, era direttore generale della Nord e i capi dei vari compartimenti Sud-Owest, Sud-Est, Est, Nord, ecc., corrispondenti alle vecchie compagnie, si chiamano Jean Lévy, Robert Lévy, Pierre Lévy, ecc. La Banca di Francia e le FerWovie: due colpi eccellenti del giu- daismo dell'oro, fatti col valido au silio del giudaismo della rivoluzio ne. Ma più eccellente ancora, perchè immediato, solido, aureo, il colpo della svalutazione del.franco o meglio delle quattro successive svalutazioni del franco. Esso si è svolto cosi. Alla vigilia di ogni svalutazione, pur tenendo intatte per un eventuale panico le proprie disponibilità liquide, l'alta banca giudaica, attraverso le banche private 0 le compagnie d'assicurazione, presenta alla Banca di Francia per sconti o anticipi le tratte, i titoli, le obbligazioni e le rendite che tiene in portafoglio. A norma dello statuto, la Banca di Francia sconta o anticipa. Illico et immediate, i franchi così ottenuti vengono cangiati in oro e l'oro fila all'estero. A svalutazione avvenuta, l'orò corrispondente alla differenza fra un corso e l'altro del franco resta all'estero. Torna in Francia quello che, dato il minore valore del frati co, basta a rimborsare gli sconti e gli anticipi, a ritirare le tratte ed 1 titoli, a rimetterli in portafoglio, pronti a ricominciare il ciclo. E, co me si sa, il ciclo è ricominciato quattro volte. Dalle valutazioni ufficiali, la massa dei capitali francesi rifugia tasi all'estero nei due anni di fronte popolare raggiunge i cinquanta miliardi. Quanti di essi appartengono all'alta banca1! Un terzo? La metà? Più la metà che un terzo. E, forse i due terzi, se si considera che molti, 7noltissivii, giudei di secondo piano hanno imitato quelli di primo piano. Ma, osserve rete a questo punto, con tanti capitali all'estero, l'influenza dell'alta banca sul comunismo e sull'industria dovrebbe diminuire? Affai to, perchè di simili capitali essa può sempre disporne liberamente in Francia con il semplice mecca nismo degli sconti e dei risconti alla Banca di Francia, PtBdLHsspdcmpl2vlsnSR La mano su tutto Inoltre, conseguenza delle lotte sociali scatenate dal giudaismo della rivoluzione, gli istituti di credito notoriamente legati all'industria vedono diminuire i loro depositi, mentre, in compenso, aumentano quelli dell'alta banca, meno impegnata in immobilizzi industriali. Esempio: nel '37, i depositi del Crédit Lyonnais diminuiscono di 750 milioni, mentre quelli della Société Generale segnano un aumento di quasi un miliardo Di qui, la possibilità per l'alta banca di prendere un netto sopravvento sulla banca rivale cattolico-protestante e la possibilità per essa di estendere sempre più i suoi ten tacoli su tutti i rami dell'attività economica francese. Primi ad essere completamente assorbiti, forse perchè minati da tempo, i grandi magazzini : così, alle Galeries Lafayette, a fianco dei giudei Theophile Bader e Raoul Meyer, appaiono i corrazzialì Gaston Lehmann a nome della Stern, Robert Lévy e Maurice Bloch; ai Trois Quartiere, Roger Gomper e F. Aronson, e, a La Grand Maison du Blanc, Marcel Bloch cercano appoggi alla Worms, che vi delega a presidenti rispettivamente René Pothier e Edouard Worms; mentre le Galeries du Printemps e il Bon Marche, già in mano di giudei, fanno un posto maggiore alla Lazard frères, come lo fanno alla Heine i magazzini a prezzo unico, sorti per opera dei rifugiati tedeschi, Reichenbach, Braun e compagnia, in seguito a sovvenzioni della stessa banca. Non dimentichiamo, infine, che i magazzini alimentari Potin, 80 succursali, sono proprietà dei giudei Worms, Smoliack e Katz; le calzature André, 24 succursali, sono del giudeo Lévy e che il commercio delle pellicce, delle pietre preziose, dei vestiti fatti e, persino, dei fiori, sono monopolio giudaico con i vari Salomon, Brunswick, Rosenthal, Rouf e Bokanouiski, ecc., tutti i , i sovvenzionati dalla Lazard e dalla Worms. La stessa Coty, dopo la morte del fondatore e il matrimonio della vedova con l'ebreo romeno Cotuarianu, ha visto apparire nel suo consiglio i giudei Greilsamer e B. L. Lévy. Interessante è la infiltrazione dell'alta banca nelle società di trasporti aerei e marittimi a partire dal '37. Nel consiglio di amministrazione dell'Air France per il 1937, appare per la prima volta René Mayer e questo consiglio nomina come direttore Louis Allegre della Nickel, uno dei feudi prediletti dei Rothschild. In quello della Compagnia Generale Transatlantique, il cui presidente, Marcel Olivier, ex-governatore coloniale, sarebbe una creatura dei Fould, la Lazard si fa rappresen tare dal suo cliente Georges Hersent, mentre la Chargeurs Réunis finisce sotto il dominio del gruppo Rothschild, Worms e Daniel Dreyfus. Ma il grosso colpo, quello iena cernente e ferocemente perseguito da anni, è il colpo di mano che ha permesso all'alta banca di penetrare nella città proibita, come con fraseologia cinese può chiamarsi il Comité des forges. Paolo Zappa

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