"La Nave" di Montemezzi al Teatro Reale dell'opera

"La Nave" di Montemezzi al Teatro Reale dell'opera TEATRI E CONCERTI "La Nave" di Montemezzi al Teatro Reale dell'opera l , . a i a i i i e n a ' a o 0 - Roma, 14 dicembre. Stasera è andata in scena al Teatro Reale dell'Opera « La Nave » di Italo Montemezzi su libretto di Tito Ricordi tratto dalla tragedia dannunziana. L'opera che doveva inaugurare la stagione e che non è stato possibile.eseguire per l'Improvvisa indisposizione della Cigna, era attesissima e diciamo subito che il successo, a vent'anni dalla prima esecuzione alla Scala, è stato memoràbile. La Nave, concertata e diretta dallo stesso maestro Serafin che l'ha concertata e diretta anche in questa seconda edizione — caso strano: tutte le opere di Montemezzi sono state tenute a battesimo da Serafin —, è apparsa alla Scala il 3 novembre 1918. Son giusto vent'anni. E, da allora, non è stata più rappresentata in nessun altro teatro. « Fu un amore tormentoso — dichiarò tempo fa il maestro Montemezzi — quello che mi prese per il magnifico poema di Gabriele d'Annunzio. Per quasi due anni fu tutta un'alternativa dì entusiasmi e di scoraggiamenti. Ci pensavo. Lo studiavo per interi mesi, poi l'abbandonavo, sentendomi mancare le forze dinanzi alla vastità, all'ampiezza, alla grandezza del quadro. Scoppiata la guerra nel '14, 10 ripensai alla Nave, e mi parve quasi dovere accingermi a collaborare per la diffusione di quell'atmosfera di propaganda adriatica che è il senso intimo e profondo dannunziano. Presi il coraggio a due mani e andai a trovare Tito Ricordi per esporgli il mio proposito. Il Ricordi apparve subito entusiasta dell'idea, e, senza por tempo in mezzo, si mise al lavoro non facile dell'adattamento del poema alle esigenze del teatro lirico. Compiuta la riduzione, e sottoposta all'approvazione del Poeta, questi non esitò a dare il suo pieno consenso. E cominciò allora il mio lavoro: lavoro febbrile, intenso, che mi deprimeva e mi esaltava insieme. Alla Nave, che ritengo la mi gliore delle mie opere, ho lavorato tre anni e tre mesi » La sera del tre novembre, durante l'esecuzione del primo atto della nuova opera, giunse in teatro la notizia che le truppe italiane erano entrate in Trieste. E il telegramma fu letto, nell'intervallo, tra grandi dimostrazioni di gioia Poi, sulla Nave di Montemezzi si fece il silenzio. , Ed ecco che dopo vent'anni la Nave riprende a salpare verso il mondo. E, auguriamoci, con maggior fortuna, che prima di tutto lo spettacolo è bello, e poi, diciamo la verità, anche se l'opera risente delle depressioni e delle esaltazio ni di cui era invaso l'autore du rante il periodo della compostelo ne, anche se non può parlarsi di netta personalità, di stile, di carattere, nel complesso la musica riesce ad accentuare il panico drammatico del poema dannunziano, a conferirgli un che di profondo e di robusto e ad avvilupparlo in un'atmosfera emozionale di reale efficacia. E non è poco merito quando si pensi alla difficoltà del declamato dannunziano, che è già musica, anche se di vento, e alla prepotenza di alcuni sentimenti che, per essere compositi, tradiscono la loro artificiosità, anche se straripanti felicemente negli alti regni della poesia. Si potrà parlare non completamente a torto, a proposito della musica della Nave, di epigonismo verdiano (dell'ultimo Verdi) e wagneriano; ma non è preferibile farsi influenzare dai grandi che sperdersi nella vana ricerca di una originalità a ogni costo attraverso procedimenti arbitrari e bizzarri che tradiscono non solo la natura dell'artista ma le ragioni stesse dell'arte? Quando Montemezzi canta, nel senso italiano della parola, canta nobilmente, con sincerità di accento, anche se talvolta con inadeguata rispondenza al sentimento che esprime, e quando la passione incalza la perorazione orchestrale raggiunge sempre effetti potenti e travolgenti. Marco Gratico, che è 11 personaggio meglio definito ed espresso musicalmente, specialmente nel secondo e nel terzo atto si concreta spiritualmente grazie all'apporto emozionale della musica che sostiene e generosamente esprime sentimenti e natura del personaggio stesso. E non si può negare che il coro, per cui 11 dram caficbohaspderisdedemideticinmacl'Esincoauarge1 nanos'èci strigdocastchniBacoKpiDevdiDdesuchmpocovichtre gimactrteDsmlolamciancocitesfpeNsaripscndloNcclimtdcmdrsacpe ^t^L^X^ti^^t - 1"° ^JS^SSÌ ^J^EJ&L??1?*" e1 que3t'opera un compito essenzia j le, e lo assolve con compiuta di- n mente costruirlo con sapiente va rletà di motivi e di ritmi di facile e pronta risonanza, e mantenerlo in una linea di nobiltà che soddisfa e interessa anche il musicista «;più intelligente. ? j dl£itn& ! senta nulla di eccezionale, testif | monia della sana e onesta probia ita artistica del suo autore, 11 cui o ! talento melodrammatico, accopi- piato alla felice fantasia, al buon u- gusto e al possesso di una tecnica e- che, se non si rivela geniale, è ai certo intelligente, non può esser n-1 messo in dubbio. La Nave è opeùlra compiuta, opera complessa e m-1 nell'insieme quadrata, che fa onos-1 re a quella tendenza che si chian-!mò della giovane scuola italiana, n i ormai già vecchia, un'opera di sii, 1 cura e immediata comprensione u- ' popolare. Si può lamentare che he'essa sia rimasta vent'anni a inl- < vecchiare negli archivi di Casa hi Ricordi; ma la rivincita di oggi e, ricompenserà l'illustre autore dell'ingiustizia patita. e nUovaacceendizfornee11 Z™* dla tert ^ifitKSMS. cne ne ha ^prestato II maestro a- Tullio serafin, il quale, con cura r-ja3SÌdua e intèlligente di tutti i e particolari vocali orchestrali, ha di conferito all'opera una incisil- vita e una vibrazione a volte ve r- ramente scattante e trascinante, lo Gina cigna, che era la perfida Bae-1 ain0ia, ha agito con insinuante s- scaltrezza, sfoggiando tutte le I volte che la parte gliene ha offer- s- to il destro, la sua piena e avvince cente cantabilità. Cosi il Bassioi&i efficacissimo nel canto e nella un azione. Ma chi ha sopra tutti ima; pressionato è stato il tenore Paola i0 Civil. Nessuno meglio di lui l- poteva dar vita al personaggio di vo | o, pammpcinqaptdmrtDBpm«rtrMCdGtg(Lz—C1z—.lrmllda il aua ri il Marco Gratico. La sua voce pos-'sente. t sicura nel registro medio;e acuto si snoda e si spiega coni bella disinvoltura, e conferisce al suo esprimere una naturalezza fin troppo generosa che sorprende e meraviglia. La parte di itfarco Gratico è tagliata per lui " Ottimo,ti) il complesso delle parti minori, ì no I dal Beuf al Romito al Taddei all na Mazziotti al Gobbi allo Zagonara. ta II numerosissimo coro, diligente- | mente istruito dal maestro Con-' ca, ha cantato con ammirevole efficacia. Gli scenari, realizzati su bozzetti di Oppo, dal Parravlclnl hanno bellamente Incorniciato lo spettacolo; specialmente quello del primo atto, vivido e arioso, ha riscosso le più vive approvazioni del pubblico. Il quale era quello delle grandi occasioni. Grandi nomi della politica, dell'aristocrazia, dell'ingegno e del censo, diplomatici, gerarchle; dame scollate e ingioiellate nella linea dell'ultima moda, armonia di tinte delicate accanto alle belle uniformi dell'Esercito e del Partito, alle marsine. Uno spettacolo nello spettacolo che solo Roma sa e può dare. Del successo abbiamo detto. Lo autore è stato evocato solo e cogli artisti innumerevoli volte tra le generali acclamazioni. 8. 8.

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