Lavori forzati a vita chiesti per la signora Skobline

Lavori forzati a vita chiesti per la signora Skobline IIm PROCESSO MCMImImBR Lavori forzati a vita chiesti per la signora Skobline n l i n r a a a e ì i a o . o a o e a Parigi, 13 dicembre. H processo Miller volge alla fine. Oggi si sono avute le arringhe del Pubblico Ministero e delrawocato della Parte Civile. Domani sera si avrà la sentenza. L'imminenza della caduta del sipario su questo fosco dramma, sul quale i dibattiti non hanno arrecato alcuna luce, ha richiamato nel pomeriggio d'oggi in Tribunale una folla enorme, il che ha messo a dura prova i nervi degli agenti del servizio d'ordine. Si è avuto perfino un incidente piuttosto comico poco prima dell'inizio dell'udienza. Il presidente, mentre si recava ad occupare il suo seggio, venne fermato da alcune guardie che, non conoscendolo, intendevano impedirgli l'accesso alla sala. — Sono il presidente — gridava il magistrato. Ma le guardie credevano di trovarsi di fronte a un curioso che volesse approfittare della sua appartenenza alla magistratura per godersi lo spettacolo. Finalmente tutto finì con l'arrangiarsi e l'udienza potè cominciare. Essa è stata occupata per la maggior parte dall'oratore Ribet, avvocato di P. C, che ha rievocato il dramma delle due donne, protagoniste del processo: la moglie- del generale Miller e quella del generale Skobline. — Quale tragico destino le separa! I loro due mariti sono scornarsi, l'uno per la colpa dell'altro, ìu Miller si stende ormai un silenzio di morte, su Skobline quello della fuga. Dopo questo esordio, l'aw. Ribet afferma che se il suo collega della difesa si prepara a trattare l'affare come un teorema giuridico, egli non cadrà in questo errore e non confonderà la giuria popolare con la Corte di Cassazione. Egli traccia poi la storia del ratto. Si tratta, secondo lui, di un delitto della Ghepeù compiuto forse a Parigi, conclusosi però a Le Havre dove venne trasportato il cadavere a bordo del piroscafo Maria Oulianova. — La verità poteva venir fuori subito — aggiunge. — Se non è venuta è perchè la polizia non ha fatto tutto il suo dovere. A questo punto l'oratore ha fatto il processo all'ex ministro degli interni socialista Dormoy. — Dormoy — si è chiesto — sarebbe anche egli, come Skobline, un agente doppio ? Il Pubblico Ministero, che ha sostenuto In pieno l'accusa di complicità della signora Skobline, è stato verso costei spietato. La sua arringa egli l'ha conclusa con questa richiesta: — Niente circostanze attenuanti. Chiedo per l'accusata i lavori forzati a vita. vstsivLdslpcSisdimzInndlhlvdsbbL' « epurazione » staliniana continua Sei ex-Commissari a giudizio Berlino, 13 dicembre. Si apprende da Mosca che, dopo il rimaneggiamento del Consiglio dei Commissari del Popolo, seguito alle dimissioni del capo della Ghepeù Jezof, sei commissari dimissionari saranno prossimamente giudicati dal Tribunale militare sotto l'accusa di attività contro lo Stato. Gli accusati sono: l'ex-commissario della flotta Smirnoff, l'ex-commissario della comunicazioni Bokulin, l'ex-commissario dell'industria Boris Rykof, l'excommissario dei trasporti fluviali Pasciamof, l'ex-commissario delle forniture militari Popof e l'ex-vice-presidente dei commissari del popolo Ciubar. La « Rabotchnaia Rolkva » annuncia poi la destituzione di Jefremoff dalla carica di presidente del Comitato esecutivo della piazza di Mosca. Si mette in risalto il fatto che Jefremoff soltanto dallo scorso febbraio occupava questa importante carica. sged

Persone citate: Boris Rykof, Miller, Ribet

Luoghi citati: Berlino, Le, Mosca, Parigi