La vigorosa difesa degli italiani contro le provocazioni giudeo-marxiste

La vigorosa difesa degli italiani contro le provocazioni giudeo-marxiste le torbide giornate di Tunisi La vigorosa difesa degli italiani contro le provocazioni giudeo-marxiste / vani tentativi di trascinare nelle dimostrazioni Velemento mussulmano ■ Ogni nuova offesa sarà prontamente rintuzzata Tunisi, 10 dicembre. L'indignazione della nostra laboriosa collettività fatta segno fin dalla scorsa domenica a continue provocazioni ha raggiunto il limite ieri sera con l'oltraggio perpetrato alla Casa d'Italia. Soltanto la calma e la disciplina invocate dal Console generale hanno evitato che 1 nostri connazionali rintuzzassero immediatamente e adeguatamente le aggressioni e le gesta vandaliche organizzate dal sovversivismo locale sotto gli auspici della Sezione tunisina della C. G. T. e degli sparuti settori massonici e giudaici pei quali ogni occasione è buona purché soddisfi il livore antitaliano che li ispira. L'energica protesta fatta presto la Residenza di Francia dal Console generale, il quale aveva lasciato intendere ohe se le provocazioni fossero continuate gli italiani si sarebbero considerati in stato di legittima difesa, ha avuto per logico risultato l'organizzazione di un importante servizio d'ordine in tutti 1 quartieri della città, con la mobilitazione della polizia, della, gendarmeria, delle guardie mobili, nonché di alcuni squadroni di spahis, mentre sono stati richiesti rinforzi a Costantlna da dove sono infatti giunte stanotte alcune altre centinaia di guardie mobìli. Nostri studenti arrestati Imponente è stato il servizio d'ordine predisposto attorno alla Casa d'Italia, alla quale l'accesso è soltanto possibile mediante uno speciale lasciapassare. Uno squadrone di spalila formava un largo spazio libero, facendo deviare la circolazione dei pedoni e del veicoli in un raggio lontano. Più presso all'edificio erano stati inoltre disposti due squadroni di agenti di polizia. Altri agenti hanno presidiato la palazzina ove ha i suoi uffici l'Unione e le sedi delle altra- 'istituzioni italiane. Guardie a cavallo, cicliste, motoclcllste e automobiliste, hanno percorso in ogni senso centinaia di volte tutte le vie cittadine, invitando i passanti a circolare. La giornata è stata innanzitutto caratterizzata da un'imponente manifestazione di nostri studenti ai quali si erano aggiunte alcune centinaia di connazionali. Gli studenti, approfittando della giornata di vacanza, si erano adunati sull'avenue Jules Ferry, decisi a far ringoiare le invettive lanciate verso 11 nostro Paese e a far modificare 1 propositi di alcune centinaia di studenti delle scuole francesi che, guidati dal soliti sovversivi, si era saputo avevano deciso di ripetere le sconcezze di domenica scorsa contro le istituzioni italiane. L'urto tra i due gruppi non è avvenuto, e ciò grazie all' intervento della forza pubblica la quale, come abbiamo detto, aveva ricevuto ordine tassativo di disperdere l manifestanti, quali essi fossero. Gli agenti di polizia si sono infatti frammischiati rapidamente alla massa del nostri studenti, fermandone e trascinandone una diecina al Commissariato centrale di polizia. In serata si è saputo che due di essi, il vecchio nostro camerata Francesco Catalanotti e lo studente Luigi Spano, verranno giudi catl per direttissima mercoledì prossimo, il primo per « violenze e vie di fatto > che secondo l'accusa avrebbe esercitato contro gli agenti della forza pubblica, e l'ai tro per aver « opposto resistenza » a un agente che lo aveva oltraggiato. Mentre quegli arresti veni vano effettuati, un altro nucleo di poliziotti effettuava quasi contemporaneamente la stessa manovra in un gruppo di studenti francesi, molti dei quali venivano accompagnati in guardina. Le prime ore del pomeriggio hanno visto una parodia di manifestazioni inscenate da una cinquantina di giovanetti i quali, con una bandiera francese in testa, hanno percorso l'arteria principale fino alla statua di Jules Ferry; qui giunti, sono stati caricati e dispersi facilmente da una dozzina di agenti e da altrettanti spohis. Nella carica, .un manifestante è stato calpestato e ferito da un cavallo ed ha dovuto essere ricoverato all'ospedale francese. L'alfiere è stato acciuffato dai poliziotti e a bordo di un'automobile è stato condotto al Commissariato centrale assieme alla sua bandierina. Il gruppo dei giovani, con l'aiuto di alcuni sovversivi che dirigevano a debita distanza la ridicola manifestazione, si è poi riformato a varie riprese ed è stato sempre disperso dalla polizia lungo l'avenue Jules Ferry. Giusta reazione di fascisti Durante tutta la giornata, e particolarmente tra le ore 14 e le 18, Bl sono verificati numerosi incidenti di una certa gravità in vari punti della città. Numerosi sovversivi hanno affrontato nostri connazionali pretendendo che si togliessero il distintivo fascista dall'occhiello. E* superfluo dire che gli italiani non solo non han no soddisfatto questa pretesa dei sovversivi, ma hanno reagito energicamente, riducendo a mal partito gli energumeni, alcuni dei quali hanno dovuto farsi curare all'ospedale. Uno dei segretari dell'Ala Littoria, la cui abitazione è posta quasi di fronte alla sede della C. G. T., è stato aggredito proditoriamente da quattro affiliati alla suddetta organizzazione comunista e malmenato. Nel corso dei vari incidenti la polizia ha proceduto all'arresto di vastpndfecitaprochbidsetenovamfodironvixbifaziIl vaceoctadosfporie digiactiNsocotrtàagnmrazivafamasavstnritezgennvuadstmsosoprearemtesafdzdvpfttt varie persone estranee in modo assoluto agli incidenti stessi, dimostrando uno zelo che, per essere tale, avrebbe dovuto essere accompagnato da una certa comprensione del proprio dovere. Infine, verso le 18,30, all'arrivo del treno operaio della Compagnia ferroviaria proveniente dalle officine della stessa Compagnia situata ad alcuni chilometri dalla Capitale, un nucleo di oltre 150 ferrovieri sovversivi — quegli stessi che ieri avevano inscenato l'ignobile gazzarra dinanzi alla Casa d'Italia — si avviavano verso la sede consolare nell'intento di ripetere le gesta oltraggiose del gioì*no innanzi; essi si sono però trovati dinanzi ad un grande sbarramento che sarebbe stato pazzesco forzare. I comunisti, però, non disarmarono e decisero di fare loro méta la sede del quotidiano l'Unione, decidendo di giungervi per vie differenti. Il foglio locale marxista non aveva ieri affermato che bisognava distruggere il giornale fascista se si voleva compiere un'azione veramente « punitiva contro Il Governo fascista ». L'incitamento a delinquere aveva trovato la normale eco nella cellula comunista dei ferrovieri occupati nelle officine di Sidi Fatallah, ma il criminoso proposito doveva questa volta parzialmente sfumare. Diciamo parzialmente, poiché gli assalitori, caricati a varie riprese dalla polizia montata e respinti dalle guardie che presidiavano e presidiano tuttora il giornale, dovettero allontanarsi, accontentandosi di lanciare invettive al nostro Paese. Nuovo assalto ali'(( Unione » Essi si diressero in ordine sparso verso l'avenue Jules Ferry per compiere nuovi atti vandalici contro la sede dell'ufficio di pubblicità dello stesso giornale, ove gli agenti di polizia, colti di sorpresa, non hanno potuto impedire che i manifestanti completassero l'opera di distruzione della vetrina, iniziata domenica scorsa dai loro giovani discepoli. Una fitta sassaiola faceva volare in aria quei frantu mi di cristallo che si reggevano ancora nella intelaiatura. Gli assalitori, che sembravano come invasi da -una furia distruggitrice, stavano per avvicinarsi alle vetrine e strappare da esse un grande ritratto del Duce, ma l'intervento tempestivo di forti nuclei di poliziotti poneva fine alla indecente gazzarra, e i sovversivi, caricati energicamente, venivano allontanati e dispersi. Tutti gli sforzi tentati dal sovversivismo locale per alimentare una « spontanea » manifestazione antitaliana con la partecipazione dell'elemento mussulmano, nonostante le ingenti somme di denaro messe a disposizione dei caporioni sono dunque falliti. • E' evidente che questo gesto di solidarietà per la Francia la popolazione tunisina non lo vuol fare. Vari emissari sono stati inviati anche nelle vicine campagne per reclutare qualche centinaio di nomadi e condurli in città, ma il tentativo è fallito, per quanto non si debba totalmente escludere che a forza di espedienti non si riesca fra qualche giorno a realizzare davvero « le spontanee dim03lrazioni » condannate fin d'ora a cadere nel ridicolo. Stamane i sovversivi conservavano ancora la speranza che la popolazione indigena, recatasi a fare atto di omaggio al Reggente, si risolvesse, dopo il ricevimento al palazzo del Beylicato situato nella parte alta del vasto quar¬ tpscmmKraéipisIsaJmrcvdscnBptsvcdrdmssaspsuLs tiere arabo, a scendere in città per dimostrare. Ma anche questo sogno è miseramente svanito poiché l'imponente massa di mussulmani dopo la cerimonia del baciamano ha lasciato la piazza della Kasbah per fare ritorno ai focolari domestici. L'attività della C.G.T. e degli agitatori marxisti è intensa e non é ecessivo affermare che nuovi incidenti possano verificarsi nei prossimi giorni. Comunque, gli italiani non sono ormai più disposti a tollerare nuove provocazioni: Antonio Riva Un gruppo di ragazze italiane in costume delle varie nostre regioni, assiste all'alzabandiera all'Inaugurazione del cortile della Fiera dell'Esposizione di New York. E' con loro il viceammiraglio Giuseppe Cantù Commissario generale per l'Italia

Persone citate: Antonio Riva, Duce, Giuseppe Cantù, Jules Ferry, Luigi Spano

Luoghi citati: Francia, Italia, New York, Sidi Fatallah, Tunisi