Completa solidarietà tedesca con l'Italia nelle questioni mediterranee di Giuseppe Piazza

Completa solidarietà tedesca con l'Italia nelle questioni mediterranee Completa solidarietà tedesca con l'Italia nelle questioni mediterranee L'accordo di Parigi considerato come un mezzo per raggiungere una sistemazione di giustizia Berlino, 8 dicembre. Mentre il Ministro Von Ribbentrop è sulla via del ritorno da Parigi, certamente soddisfatto degli allori della sala dell'Orologio divisi con Bonnet, tutta la stampa tedesca continua a valutare in tutta la sua portata, nei suol vari aspetti, in una piena di commenti che non si arresta, l'egregia opera di pace iniziata, a realizzazione di quella che era da anni una tenace tesi e una giusta aspirazione della sincera volontà pacìfica del Terzo Reich e "del suo Fuhrer, notando tuttavia come per altro le situazioni vogliano che il più e il meglio del nuovo strumento diplomatico sia da attendere — al pari del resto d'ogni altro atto internazionale — dal tempo e dallo spirito in cui sarà applicato. « Il resto — cosi si esprime per esempio la Frankfurter Zeitung — sarà da aspettare dal tempo e dalla prassi, che soltanto potranno dirci se veramente si tratti di una nuova èra che si è aperta a Parigi ». Un'illusione ottica Questi ultimi commenti intanto dell'avvenimento di Parigi, si confondono sul giornali con la piena crescente di commentari e di istruttivo notiziario dell'addomesticata indignazione della ufficiosa teppaglia tunisina. Ed è a proposito di Tunisi e della Corsica che la Frankfurter Zeitung medesima, commentando la dichiarazione di Parigi, pone la scottante questione: come la dichiarazione francotedesca si possa conciliare con l'acutizzarsi della controversia italo-francese: • « Non girerebbero per caso — si domanda il giornale — le ruote dell'Asse Roma-Berlino e quelle della dichiarazione franco-tedesca in senso diverso? La domanda viene posta — osserva il giornale — qua e là con la speranza che essa crei imbarazzi in chi deve rispondere. Ma cosi non è; essa non ci crea nessun imbarazzo. Coloro che la fanno non hanno forse talora osservato al cinematografo come un carro possa andare avanti mentre le ruote sembra girino all 'indietro ? Un tecnico conosce di ciò le ragioni, e sa che è soltanto un'apparenza che i due movimenti si contraddicano. Cosi ben presto si riconoscerà, dal fatto che il carro continuerà a marciare avanti, che si trattava di una illusione ottica ». L'autorevole organo quindi, dopo essersi riferito alle parole del conte Ciano circa le naturali aspirazioni del popolo italiano, brevemente disegna quali echi desti nel cuore d'ogni italiano la parola Tunisi, e la coscienza del fatto che gli italiani che colà vivono sono privi di ogni diritto; e giù giù viene fino agli accordi del signor Lavai del '35, resi vani — dice — dagli stessi francesi; accenna quindi all' importanza che hanno per gli italiani le questioni di Suez e di Gibuti e cosi conclude: « Se la Germania considera oggi come definiti i confini renani, e conchiude un accordo di consultazione con la Francia, ciò essa fa nella piena coscienza dell'esistenza di una controversia italo-francese, che, in più di un rapporto, è tutt'altro che composta, e nella piena coscienza del fatto che l'Italia leva lagnanze giustificate e desideri urgenti. Altrettanto noto è poi — aggiunge il giornale — che anche nei rapporti della Germania con l'Inghilterra non tutte le questioni che potrebbero essere giustificatamente poste, hanno avuto finora corresponsione. Ma nè l'una nè l'altra cosa sono tali da creare situazioni penose per l'Asse RomaBerlino. Il suo valore anzi è ap¬ punto In esempi simili che diventa ancora più visibile. Noi troviamo che le ruote girano proprio come devono; e chi non se né accorge obbedisce ad una illusione ottica ». La parità mediterranea Anche il Danzlger Vorposten, la cui autorevolezza e autorizzazione in materia di politica estera è no toria, esamina le medesime que stioni che riassume nella formula della parità mediterranea e nord africana dall'Italia giustamente desiderata nei confronti di chiunque; la stampa tedesca è concorde nell'appoggiare queste rivendicazioni del Paese amico. « In questa questione di principio — dice — il Reich sta dalla parte dell'Italia, e considera anzi il suo odierno accordo con Parigi come un mezzo, e una via per raggiungere con i mezzi pacifici questa parità. In ogni modo la tesi che l'atteggiamento dell'Italia nel la questione tunisina sia in con trasto con la solidarietà italo tedesca e con la dichiarazione parigina, va respinta come uno dei soliti tentativi di avvelenare la atmosfera internazionale ». Echi di polemiche vivacissime desta poi in tutti i giornali l'accenno negativo del Ministro delle Colonie britannico MacDonald al le rivendicazioni coloniali del Ter zo Reich. Il Volkischer Beobachter contraddice vivacemente uno per uno tutti gli argomenti adoperati dal Ministro, tome vecchi mise' randi cavilli; non si tratta anzitutto di « retrocedere » nemmeno un ettaro di terreno britannico dice il giornale pres.so a poco, confutando i termini adoperati dal Ministro inglese — perchè si tratta di restituire quello che è della Germania. L'Ingli .'.terra non pos siede le Colonie ma soltanto le am ministra in mandai o. Noi doman diamo che ci sia restituito quello che ci è stato tolto per mezzo di sistemi menzogneri e fraudolenti L'altro argomento dei Ministro è che la questione coi. dipende soltanto dall'Inghilterra ma anche da altri Paesi; ma questa questione non riguarda la Germania. Tanto peggio per chi ebo° la parte del leone. Terzo argomento infine è che bisognerebbe interrogare la volontà degli indigeni, ma questa volontà — obietta il giornale — non fu interrogata quando si trattò di rubare le Colonie alla Germania. Allora '1 signor MacDonald non si accorse che gli indigeni venivano trattati, come egli dice, da merce e da bestie. Colonie e dichiarazioni di Parigi Lo stesso giornale si rivolge anche contro un rimarco dell'Osservatore Romano, raccolto dall'Havas, che cioè il riconoscimento dei confini fatto a Parigi debba riferirsi anche alle colonie. « L'organo vaticano stia tranquillo — risponde l'organo nazionalsocialista — : l'assicuriamo che il riconoscimento dei confini si riferisce anche alle Colonie, nel sen) di confini cioè fra Colonie che furono e che sono sempre tedesche e le Colonie francesi che la Germania non si sogna per nulla di rivendicare. La Germania non desidera che la roba sua ». La conferenza guerraiuola, antitedesca e filogiudaica, per ultimo, che il signor Duff Cooper ha tenuto a, Parigi con notevole concorso di personaggi rappresentativi e semiufficiali, mentre il Ministro von Ribbentrop discuteva della pace tra i due Paesi con il signor Bonnet, è oggetto delle più indignate rimostranze di tutti i giornali. Si tratta in sostanza — notano — dei soliti aizzatori e incendiari dell'Europa che non vogliono darsi per vinti. L'opera loro è nota, ma quello che i giornali tedeschi domandano a Parigi e a Londra è che cosa si pensa nelle sfere ufficiali della Senna e del Tamigi di una slmile manifestazione di un uomo rappresentativo in un momento che non lo è meno. Per intanto, in attesa che venga la risposta da Londra e da Parigi a questa domanda, la stampa tedesca unanime rileva per conto suo che se l'audacia e l'accanimento incendiarlo di codesta gente è tale, fanno molto bene l'Italia e la Germania a tenersi pronte, a temere e a prevedere il peggio, e a stringersi insieme, in un'opera e in una forma politica che è a un tempo di forza e di pace, e che costituisce la sola salvaguardia e la sola garanzia che l'Europa possegga. Giuseppe Piazza

Persone citate: Bonnet, Ciano, Duff Cooper, Macdonald, Von Ribbentrop