L'infrangibile potenza dell'Asse si impone ad ogni fantasia ed insinuazione di Giuseppe Piazza

L'infrangibile potenza dell'Asse si impone ad ogni fantasia ed insinuazione Dopo Imi eMicHiatrazzione franco-tedesca L'infrangibile potenza dell'Asse si impone ad ogni fantasia ed insinuazione Le proteste tedesche contro le manifestazioni italofobe di Tunisi: "La mentalità che le ha inspirate è la stessa che mobilita l'opinione mondiale contro la Germania 99 Berlino, 7 dicembre. I medesimi richiami insistenti, martellati e indubitabili a quel denominatore della politica estera tedesca che è l'Asse Roma-Berlino che hanno ieri accompagnato nella foga del primo momento in tutta la stampa del Reich l'avvenimento che si compieva nella sto-, rica sala dell'Orologio del Quaif, d'Orsay, sottolineano oggi più significantemente ancora in tutti 1 giornali le meditate disamine particolari che vengono dedicate al contenuto della dichiarazione firmata tra Von Ribbentrop e Bcmnet. Il richiamo all'Asse è così ^assorbente, esclusivo e totale, 'che In molti giornali l'argomentazione con la quale viene derivata, dai recenti avvenimenti europei hi genesi stessa del nuovo docunj ento, culmina nella proposizione che la dichiarazione fianco-tedesca, è senz'altro «un successo dell'Asse»: con che si viene ad afferma.re nella forma più intenzionale od esplicita che fuori dello spirito dell'Asse essa non avrebbe senso e diverrebbe spoglia di qualsiasi efficacia e valore. Nuovo collaudo Fra questi giornali è la Boersen Zeitung, la quale, dopo aver detto che la dichiarazione h/a vita nello spirito di Monaco e che questo spirito vuol dire precisamente qualche cosa di total/mente opposto allo spirito di V'ersaglia, intendendo con ciò dire opposto a uno spirito statico e immoto di opposizione e percVò uno spirito dinamico di trattativa e di compensazione perenme di interessi, scrive che la dichiarazione di Parigi è del resto soltanto un principio e un punto di partenza: «Principio e punto di partenza per la normalizzazione del rapporti tedesco-francesi, che per tanto tempo hanno soggiaciuto a una delle più gravi pressioni della storia. La dichiarazione afferma con ragione come 1 buoni rapporti tra German.ia e Francia costituiscono una essenziale garanzia della pace europea; e in questo senso — die* il giornale — la dichiarazione 'franco-tedesca non è altro che on successo dell'Asse Roma-Berlino. Mentre il Popolo tedesco e U popolo italiano! sotto i loro gcnbali Capi, a poco il poco diventavamo forti, e la nuova forza dei loro nazionali armamenti gettavano n«:lla bilancia politica internazion'ale, essi eliminavano con ciò automaticamente quel pericoloso stato di cose che per Ja pace era rappresentato dai falsi rapporti cieati dall'errata concezione di un mondo diviso fra oppressi e oppressori. Essi si dimostravano per forza propria in piena parità di latto, c costringevano In questo modo i Governi occidentali a rivedere tutto il loro precedente atteggiamento verso Berlino e verso Roma. Accade cosi che ogni simile consolidamento e collaudo dell'Asse li fa di volta in volta ancora più forti, e che perciò la stabilità dell'Asse rimane per loro la primissima legge della loro poli tica estere ». Potremmo continuare per intere colonne citando analogamente passi di questo franco parlare, che fa onore alla dirittura e alla franchezza di una stampa, la qua'e giustamente mostra di detestare e, deploiaie in politica, come altrettanto nocive e deleterie le mezze azioni quanto le mezze parole; e che ha con questa attitudine prevenuto per un lontano avvenire l'eventuale appunto di non aver parlato in tempo, o di averej, parlando, usato 11 non lodevole metodo della riserva mentale. « Certi giornali francesi e inglesi — ecco quello che scrive la Deutsche Allgemeine Zeitung nel suo articolo di esplicazione dei tre punti della dichiarazione — il cui assillante intento è sempre quello di disturbare i rapporti tedescoitaliani, credono di poter stabilire che la dichiarazione di Parigi per se stessa necessariamente significhi un rallentamento dei rapporti italo-tedeschi. Con ogni nettezza e insistenza dobbiamo a ciò ri spondere che questa concezione non risponde in alcun modo alla realtà, bensi rappresenta unicamente una immaginazione o una elucubrazione di gente per la quale l'Asse Roma-Berlino, quale irremovibile nocciolo della politica estera tedesca è niente altro che una spina nell'occhio. Forse, nel confronto di codesti incorreggibili disturbatori della pace, sarà impresa oziosa additare ancora una volta le chiare proclamazioni della stabilità dell'Asse nelle reciproche visite di Mussolini e del FUhrer e soprattutto nel discorso del Duce allo Stadio olimpionico; ma c'è l'ultimo grande discorso del conte Ciano alla Camera, il ?uale con ogni chiarezza ha afermato la ferrea stabilità dell'Asse, laddove ha detto dell'intimo legame di pensiero fra Mussolini e il FUhrer, nelle ore gravi che precedettero Monaco, e della prontezza dell'Italia a porre a disposizione della Germania il suo armamento nazionale nelle oro decisive ». Difficilmente si potrebbe parlai re più onestò di cosi ad amici car i, per concludere con essi, secondo il proverbio, patti chiari. Interpretazioni inammissibfti Il giornale, dopo avere ancora particolarmente esaminato >'i tre punti della dichiarazione, f:hiude il suo commento con la coYistataaione che più gli importa qi porr» in ncisi.'tula.tatalintrnomnonocoSepoG—mintustrepoesciHroanntalainchchl'Icorecochgtiascomddtabraprèdtindnpeccdlapstdlqbtgrdcroeftqtspnglctcdimnnf , a a a a è e o o o a n e i r i o o a e e e e, e e e r ra el e ui o oe r iti a i e a aa ara he el li mna liel so o; so il flisvi la iuo ro in chiaro, e cioè che « già dalle ncil.iEle che dall'estero pervengono si.'può rilevare come un po' da per tutto il mondo abbia compreso che la. dichiarazione di Parigi non intacca in modo alcuno la collaudata politica dell' asse Roma-Berlino ». La Frankfurter Zeitung pone tre premesse, le quali sole potranno far si che questa dichiarazione mostri un giorno tutto il suo pieno valore, e queste premesse sono: primo, una Francia corazzata contro le forze della dissoluzione. Secondo, il riconoscimento della posizione naturale che spetta alla Germania in Europa e che — dice — autorizza, anzi obbliga la Germania ad una politica costruttiva in Oriente; terzo, infine e soprattutto — il giornale invoca su questo punto la più indubitabile chiarezza — « che il fondamento della politica tedesca sia bene inteso essere l'infrangibile fedeltà amicizia e collaborazione di Adolfo Hitler con Mussolini; in altre parole — crede opportuno spiegare ancora il giornale — che in avvenire sia messa da parte e assolutamente esclusa qualsiasi speculazione, fatta a mezzo di equivoche interpretazioni di trattati o di dichiarazioni del genere di quelle che la Germania ha concluso con l'Inghilterra e che ora conclude con la Francia, adatte a disturbare i rapporti italo-tedeschi ». Il Volkischer Beobachter in un complesso articolo in cui in qualche modo fa la distribuzione geografica dei compiti storici spettanti ai grandi popoli del continente, assegna alla Francia l'Occidente, con respiro atlantico; e alla Germania l'Oriente; in qualche modo dunque, due popoli guardano in direzioni opposte e si toccano soltanto per le spalle, il che sta alla base della giustezza della dichiarazione ora conclusa laddove essa pone stabili confini fra loro. « Ma — dice il giornale — il vero naturale amico della Germania è l'Italia, quell'Italia che per più di due millenni ha occupato continuamente la fantasia dei germani, più di qualsiasi altra zona d'Europa, quell'Italia cui non per nulla, attraverso migrazioni di popoli, fummo sempre in contatto, e che confina anche essa come noi con slavi; ed infine quell'Italia il cui destino politico è, come quello della Germania, condizionato dalla ristrettezza dello spazio e da problemi economici e politici presso a poco analoghi ». Per quanto riguarda il contenuto nei merito del tre punti della dichiarazione, in specialissimo rilievo viene messo il secondo, nel quale si riconoscono i confini stabili fra i aue Paesi, riconoscimento che da parte della Germania era già stato fatto per bocca del Fuhrer, ma mancava però da parte della Francia, la quale fino a qualche anno fa appena nutriva ancora velleità e avanzava minacce di occupazione e invasione renana; ed è quésto riconoscimento che forma uno dei punti politicamente più importanti del documento. CmcscdtddasIeLo sgambetto» Il perdurare dell' artificiosa quanto pericolosa agitazione di teppaglia rosso-giudaica-ufficiale sopratutto in Tunisia, non manca poi di trattenere anche l'attenzione della stampa la o/uale appoggia di tutta la sua simpatia e solidarietà ì nazionali del Paese amico fatti segno agli assalti di tanta aizzata canea. La Nachtausgabe, si chiede perchè la stampa democratica mondiale continui a far mostra di ignorare il carattere odioso delle manifestazioni an titaliane di Tunisi. « Forse — scrive — è perchè se ne compiace nella speranza che essi provochino il desiderato conflitto. La Nazione tedesca, — conclude il giornale — registra questi eccessi cori profonda indignazione, giacchè la mentalità che li ha ispirati è o/uella stessa che continua a mobilitare la opinione mondiale contro la Germania». La Deutsche Allgemeine Zeitung scrive sul proposito di Tunisi una nota tanto più efficace quanto breve, sul diritto dei francesi a Tunisi: diritto consistente in sostanza nello sleale sgambetto dato, in un Paese già fino da allora popolato e /lavorato da italiani, in cui i francesi brillavano per la loro assenza., con un Protettorato di sorpresa su un Bey, il quale era legato all'Italia da un Trattato che riconosceva il diritto degli italiani in Tunisia; impancandosi a Ministro- degli Esteri di'questo Bey, il Residente di Francia senz'altro der.unziò quel Trattato all'Italia, m?. anche la vecchia Italia rispose facendo su questa denunzia le p'iù esplicite riserve. Da allora in Tioi gli italiani di Tunisi sono sen /za diritto. Giuseppe Piazza vieddTBitlvPnlptdsf

Persone citate: Adolfo Hitler, Ciano, Duce, Mussolini, Von Ribbentrop