"Chi tocca Roma tocca Berlino,, di Giuseppe Piazza

"Chi tocca Roma tocca Berlino,, "Chi tocca Roma tocca Berlino,, Le manovre contro l'Asse provocano l'insurrezione della stampa tedesca Berlino, 6 dicembre I ; Chi dopo qualche giorno di assenza gettasse oggi a un tratio. ■aitando i titoli, un rapido sguardo d'Insieme ai commenti che accompagnano in tutta la stampa tedesca la firma della dichiarazione di Parigi, potrebbe credere si fosse trattato di un incóntro dell'Asse Roma-Berlino, tanto il.norie di questa forma politica ricorre spesso in questi commenti e ne forma addirittura da principio alla fine il nerbo essenziale dell'argomentazione. In ciò non vi è naturalmente nè la minima sforzatura di ragionamento, nè la minima contraddizione, se non per coloro naturalmente che sarebbero felici che ci fosse; ma vi è al contrarlo sopratutto una prova di chiarezza, di franchezza, di sincerità e rettitudine morale e politica di prim'ordine, con la quale già oggi si può dire che la stampa tedesca si acquista, in questa nuova fase post-monacense di ricostruzione diplomatica europea — se tale veramente dovrà essere — un primo merito reale. A scanso di equivoci Chi parla chiaro — si può dire modificando soltanto di poco un noto proverbio — è già alla metà dell' opera; e ciò specialmente quando si vuol parlare ad amici o a coloro che vorrebbero diventare amici. E la stampa tedesca, mentre oggi Von Ribbentrop e Bonnet apponevano la loro firma allo «storico > documento, e mentre lo dichiara certamente un prezioso chiarimento, e una « porta aperta » alla pace, ha parlato chiaro, anzi chiarissimo ai francesi, e precisamente con quella chiarezza necessaria affinchè il documento «storico » abbia davvero le maggiori probabilità di passare alla Storia: ha detto loro cioè una cosa anzitutto: la cui dimenticanza potrebbe fatalmente compromettere quella storicità, vale a dire che se ci fosse qualcuno che dietro alla firma di Parigi tentasse o mostrasse di vedere di varare anche il più lieve tentativo di allontanare Roma da Berlino o di allentare l'Asse, costui s'ingannerebbe a partito e si esporrebbe alle più gravi amarezze; in secondo luogo, che ogni intesa costruttiva nello spìrito di Monaco deve muoversi sullo spirito della continua soluzione di interessi e di conflitti, e non sulla negativa del riconoscimento delle esigenze altrui. Lasciamo parlare, per più chiara documentazione, i commenti stessi, come ad esempio quello della Deutsche Allgemeine Zeitung. Il giornale comincia col notare come la stampa francese si sforzi di precisare le premesse per le quali la dichiarazione di Parigi potrebbe diventare una realtà, sforzo che la Germania non ha davvero bisogno di fare perchè l'ha fatto tante volte per bocca del Fuhrer, e non può essere davvero sospettata di voler In maniera tiepida questo avvicinamento. « Soltanto — dice il giornale — in un punto è necessario fronteggiare subito alcune false speranze di talune parti dell'opinione francese: se cioè a Parigi qualcuno credesse di poter con manovre separare le due-Potenze dell'Asse, costui si esporrebbe alle più amare delusioni ». Il giornale affronta quindi il lato vivo e scottante della situazione, accennando alle violente dimostrazioni, per lo più di teppa rosso giudaica, abilmente però diretta e inquadrata, che vengono inscenate in questo momento fra la Corsica e Tunisi (a proposito delle quali è da notare l'osservazione che viene spontanea sulle labbra di tutta la stampa tedesca, come mai cioè tanta stampa internazionale che atrillava tanto giorni fa per certi vetri rotti, mostri di non accorgersene) e ritorna in argomento cosi esprimendosi: « La questione di Tunisi ritorna nella polemica della stampa francese ad avere una grande parte, e una sensibile tensione si e determinata fra i due Paesi. Ora 11 grande Reich di Adolfo Hitler non si è mai stancato d'insistere, in tutta la sua azione di politica estera e di distensione con 1 suoi vicini, su un punto sopratutto, che è il punto di partenza e l'assioma della nostra politica, e cioè l'amicizia con l'Italia e l'Immutabile fede all'Asse Roma-Berlino. Questo punto di vista devono tener presente davanti agli occhi quei circoli francesi che seriamente preparano una intesa franco-tedesca, o per lo meno coloro che sembrano avere altrettanto poco capito della realtà politica dell'Asse quanto poco nei mesi scorsi avevano capito delle vere realtà politiche d'Europa. Non è affar nostro — conclude il giornale — risolvere il conflitto italo-francese; ma una cosa è certa, che nel rapporti tedesco-italiani non vi è nulla da modificare o da correggere; questi rapporti sono fissati nell'Asse, come immutabile e intangibile amicizia dei Capi del due Stati autoritari, dei due Regimi e dei loro Popoli ». Esigenze di vita Anche i commenti degli altri giornali si muovono presso a poco sulla medesima linea, che si può cosi riassumere: il conflitto franco-italiano è di competenza del due Interessati da risolvere; aia è certo che lo spirito di Monaco comporta Intese di Interessi, dappoiché è lo spirito di Monaco e non quello di Veraaglla che deve reggere l'Europa; è per questo che la Germania si attiene all'Asse Roma-Berlino, che dello spirito di Monaco è stato il creatore e ad esso rimane fedele. La Nachtausgabe — che intlto!a il suo commento appunto « La incrollabilità dell'Asse Roma-Berlino » ricorda in proposito come, quando gli Uomini di Stato di Germania, Italia, Inghilterra e Francia si riunirono a Monaco per un accordo, il mondo si rallegrò perchè si accorse subito trattarsi di una conferenza diversa dalle altre; ma questa conferenza era stata possibile soltanto perchè due Paesi, Italia e Germania, si erano intesi su quella che doveva essere da allora la politica estera da seguire in Europa, a Monaco cosi si dovette subito infatti la dichiarazione anglo-tedesca, poi sostanzialmente anche la ratifica dell'accordo italo-inglese, e a Monaco vennero anche create le premesse dell'attuale avvenimento tra Francia e Germania, ma — nota il giornale — quando il Fuhrer dice che non esistono tra Germania e Francia dissensi i quali non possano essere risolti per la via pacifica, ciò è quanto dire che non esiste più fra loro Versaglla. « L'avvenire insomma — conclude 11 giornale — non appartiene allo spirito di tutela di un popolo sull'altro, bensì allo spirito di reciproca comprensione delle rispettive esigenze di vita»'. Ciò è dovuto sopratutto all'Asse Roma-Berlino ed è perciò che a' esso rimane fedele la politica estera tedesca. Il giornale conclude dicendo che perciò tutta l'opinione tedesca sottoscrive oggi quanto pubblica la Agenzia italiana Relazioni internazionali circa la fusione di spiriti e di volontà che l'Asse RomaBerlino rappresenta, e circa la via lunga che ancora rimane da seguire alle due Rivoluzioni, sia per se stesse che per gli altri popoli 1 quali, se faciliteranno le soluzioni pacifiche, tanto meglio. Gioco puerile « Gioco puerile e grottesco » è definita dal BerKner Tageblatt la manovra diretta a creare una tensione tra Roma e Parigi nello stesso istante in cui si firma a Parigi la dichiarazione comune franco-tedesca. « Gli organizzatori di questo gioco — continua il giornale — sembra non abbiano capito che l'Asse rappresenta una unità inscindibile e che chi tocca Roma tocca anche Berlino ». Il giornale si chiede poi che cosa attende il Governo di Parigi per richiamare all'ordine questi sabotatori della pace europea e cosi conclude: « Gli organizzatori dei vergognosi eccessi anti-itallani e del ridicoli tentativi di scuotere la saldezza dell'Asse Roma-Berlino sono Irrimediabilmente condannati a subire amarissime delusioni ». VAngriff, che presso a poco fa le medesime considerazioni, insiste infine, per quanto riguarda le dimostrazioni anti-italiane in Corsica e a Tunisi, nel dire che sarebbe giuoco vano tentare con esse di porre la Germania contro l'Italia. Sul proposito, per quanto riguarda la notizia pubblicata da un giornale Inglese, secondo la quale ieri l'Ambasciatore tedesco a Roma avrebbe fatto visita al conte Ciano, per commentargli in senso sfavorevole l'attitudine della stampa italiana verso la Francia, in questi circoli si dichiara esplicitamente trattarsi di notizia priva di qualsiasi fondamento, e inventata di sana pianta, sia per quanto riguarda le pretese dichiarazioni dell'Ambasciatore, che per quanto riguarda la visita stessa Giuseppe Piazza

Persone citate: Adolfo Hitler, Bonnet, Ciano, Von Ribbentrop