Gli ebrei a Torino

Gli ebrei a Torino Gli ebrei a Torino Il loro stabilimento e gli editti dei Duchi di Savoia -■ Dove era ghetto Alla Rassegna « Torino e l'Au torchia», una delle parti indubbiamente più curiose e interessanti era la documentazione storica delle provvidenze adottate, fin dai più antichi tempi, dai Duchi e Re Sabaudi in materia di indipendenza economica. Documentazione curiosa, interessante e ammonitrice. Il Piemonte, Staio povero ad economia rurale, sì difendeva strenuamente, proteggendo la propria agricoltura, l'artigianato e le allora nascenti industrie. Tutti i Ministri, tutte le cospicue personalità che hanno visitato la Rassegna si sono soffermati con viva attenzione in questa sezione storica che, ben a ragione, apriva la serie delle mostre. Del pari interessante e non meno curioso è vedere quanto è stato fatto in antico nel Piemonte, da parte dei Duchi e dei Re, in materia, diciamo pure, razziale. Le provvidenze adottate, insomma, riguardo agli ebrei, e specialmente alla loro attività negli Stati Sabaudi. Anche in questo campo si riscontra come, pur con una larga magnanimità e con totale assenza di carattere esecutorio, i Savoia abbiano sempre cercato di moderare, contenere, disciplinare l'espansione e l'azione dei giudei, con la volontà precisa di separarli, distinguerli, metterli a parte dalla massa degli italiani che costituivano la popolazione. Gli ebrei si stabilirono in Piemonte nella prima metà del secolo XV. Il primo editto che li riguarda è ai Amedeo VII, in data 11 giugno USO. Premettendo che il loro primo segno di separazione dal resto del popolo si è quello che non credono nel Salvatore e sono «perfidia turpiter excecati» (accecati da turpe perfidia), il Duca prende atto del loro stabilirsi « nella Patria nostra », facendo così implicitamente una netta distinzione di nazionalità. Il decreto riguarda le loro abitazioni e tratta specialmente dei lavori di riattamento della loro sinagoga. Permette che i lavori vengano eseguiti, però senza ampliamento alcuno. Un altro editto quasi contemporaneo riguarda la netta separazione di abitazioni fra cristiani ed ebrei ed è intitolato: «Judei debent a vicinis et coliabitatione fidelium separari et in suum locum clausum reciudi ». Esso prescrive pure che i giudei debbono portare un segno distintivo, prescritto tanto per gli uomini quanto per le donne. Dice testualmente: « Magni super habitus eorum loco eminenti» (un segno sugli abiti, grande ed in luogo visibile). Il segno era a quel tempo un pezzo di stoffa rossa («panni rubei») largo almeno quattro dita. pI Ma altre prescrizioni seguono,' riguardanti il comportamento dei giudei durante la Settimana Santa, poiché pare che fin da quel tempo (questo è riferito da qualche attendibile cronista, riportato dal Cibrarioi gli ebrei, nel periodo di maggior penitenza dei cristiani, si abbandonassero a feste, balli e canti nelle case loro. Amedeo VII prescrisse che nei giorni della Passione, dal Giovedì al Sabato Santo, i giudei dovessero tenere le porte e le finestre chiuse e non uscire sotto pena di giorni tre di prigione a pane ed acqua. Coloro che levano alte meraviglie circa la proibizione agli ebrei di oggi di tenere in casa servi e serve di razza italiana, non sanno che fin dal Secolo XV la saggezza dei Principi fSabaudi aveva statuito tale proibizione. L'editto ha per titolo « Nullus christianus /itetela in cohabitando servire presumat » (nessun cristiano può servire un ebreo coabitando con lui). Ed era perfino proibito ai cittadini di rivolgere in domenica la parola ai giudei. A questi ultimi era interdetto l'esercizio dell'usura (interdizione che, come vedremo, fu successivamente revocata), com'era interdetto ad < r. cittadino di impetrare protezion Lille leggi unitamente ad un eh; o. Il ghetto* come già aobiamo deU in quel tempo ov'è oggi la via del le .Eosine. Solo nel 1679, per de creta di Madama Reale, i giudei ebbero assegnata l'abitazione iti un complesso di case di proprietà dell'Ospedale di Carità tra la via al Teatro d'Angennes (ora via Principe Amedeo) e la piazza Carlina, la quale era stata definitivamente sistetnata nel secondo ingrandimento della città, nel 1678. Ma i principali editti intorno alla vita degli ebrei in Piemonte sono stati promulgati da Carlo Emanuele I a partire dal 1584. £' vedremo un'altra volta. Pingonius

Persone citate: Amedeo Vii, Carlo Emanuele I, Duchi, Magni, Savoia

Luoghi citati: Piemonte, Torino