ILA FORTUNA DEL CERCATORE D'ORO

ILA FORTUNA DEL CERCATORE D'ORO MIX.IARZH SENZA P A R R OHE ILA FORTUNA DEL CERCATORE D'ORO Chi era costai ? Incerto il nome, sconosciuto il paese d'origine - Al Canada lo conoscevano per Zaharia - Ubriacone avventuriero e alla Une assassinato - Romanzesche autocandidature all'eredità: ma nessuno la può ghermire Venti milioni di dollari nelle casse del Municipio di Quebec, nel Canada; trenta milioni di dollari depositati nella banca nazionale della Pensilvania; un immenso terreno nella provincia canadese di Baskatchewan, sul quale sono costruiti quattordici colossali alberghi; una miniera di carbone di alto rendimento, impegnata nelle forniture per lo Stato canadese. Così è composto un favoloso patrimonio, che raggiunge i sessanta milioni di dollari, e che aspetta dal 1902 un felice mortale che venga a prenderne il possesso, ma, beninteso, un felice mortale che ne abbia il diritto legalmente riconosciuto. *■ Questo inestimabile tesoro giace dunque da trentasei anni senza padrone. E a quei milioni abbandonati, ogni anno si aggiungono automaticamente interessi formidabili. Gli alberghi Zaharia, ogni anno, rendono da soli parecchi milioni; dalla miniera « senza proprietario » si estrae il « diamante nero » ogni anno, e intanto il tempo passa e nessuno stende la mano verso questa caverna di Ali Babà, nessuno approfitta di questa incalcolabile fortuna... Forse il solo a trarne qualche beneficio sarà il romanziere che avrà l'ispirazione di sfruttare questo straordinario argomento. Quello scrittore non dovrà certo penare molto per trovare episodi emozionanti, per creare uno dei più avvincenti romanzi d'avventure. Un cadavere sul dorso d'un mulo Nel 1902, quando il suo corpo arrivò a Quebec, legato sul dorso di un muletto, nessuno volle credere che Stefano Zaharia, personaggio che sembrava uscito da un romanzo di Jack London, fosse veramente morto. Tutti, al Canada, lo conoscevano. Era l'ultimo rappresentante di quegli avventurieri /ordinati, che la febbre dell'oro aveva attirato sui campi di neve del nord America. Tutti lo vedevano ancora andare e ventre nella sua casacca foderata di pelliccia, con una borsa piena di pepite in tasca, vera figura dei tempi eroici dei cercatori d'oro. Aveva una sua leggenda. Si diceva che avesse scoperti giacimenti d'oro di una immensa estensione nel lontano nord, ed era per questo, si affermava che ogni anno spariva per qualche mese, ricomparendo a Quebec ubbriaco — sembrava ancora di sen tire la sua risata a squarciagola — per depositare alla banca parecchi nuovi sacchi di polvere d'oro. La sua fama era sorta quando una vs , i a volta, all'età di ventiquattro anni, si fece coniare delle monete con la sua effige. Infatti entrarono per breve tempo in circolazione pezzi da cento dollari, decorati del suo profilo; ma le autorità canadesi li confiscarono quasi subito, poiché solamente lo Stato aveva il diritto di battere moneta. Il misterioso Zaharia si offese allora per quella decisione, e non rimise più piede a Quebec per dieci anni di seguito. Dove andasse vagando durante tutto quel tempo, non lo si è mai saputo. Riapparve nel 1900, carico di dollari americani, che spendeva a piene mani. Qualcuno, animato da buona volontà, volle fargli osservare che se avesse continuato a sperperare il suo denaro cosi, sarebbe ben presto finito nella miseria. Ma Zaharia rispose ridendo: . — Anche se viversi due vite come la mia, non arriverei ancora a vedere il fondo della mia ricchezza... Poi riparti verso le montagne. Non aveva nessuno al mondo, nessuno si preoccupava di lui. Infatti, quando tornò a Quebec sul dorso di un mulo, con il petto squarciato da una pallottola, nessuno si era accorto fino allora che la sua assenza si era prolungata oltre il normale. Si stentò dapprima a credere alla sua morte, tanto la sua figura era divenuta tradizionale, ma purtroppo ci si dovette arrendere all'evidenza. Era stato assassinato durante una spedizione. — Peccato che sia morto — sospirò il conducente del mulo. — Ufi aveva promesso che se arrivava vivo a Quebec, la mia fortuna sarebbe stata fatta... Mistero e silenzio Lo Stato canadese fece apparire in tutti i giornali d'Europa un annunzio così concepito: « Un certo Stefano Zaharia è morto, lasciando una fortuna di parecchi milioni di dollari. Si ricercano gli eredi ». Ma invano questo avviso, cosi pieno dt significato e di promesse, fu pubblicato e ripubblicato. Nessuno si presentò. In principio non si sapeva neppure precisamente quanto Zaharia avesse lasciato in eredità. Fu relativamente facile precisare l'ammontare del suo conto alla banca municipale della città di Quebec, ma solo il caso rivelò che egli aveva anche un deposito a Filadelfia. La posta di Quebec respingeva sistematicamente, con la spiegazione « destinatario defunto », tutte d , a , . e le lettere che una banca di Filadelfia spediva regolarmente a Zaharia, fino al giorno in cui l'attenzione dt un'impiegato fu attirata da questa corrispondenza. Qrazie a quelle lettere respinte al mittente, si potè stabilire che il misterioso Zaharia aveva accumulato quasi trenta milioni di dollari in una banca di Filadelfia. Inoltre, il Tribunale incuneato della liquidazione dell'eredità, scoperse che quell'ubriacone di un cercatore di oro, aveva fatto, dittante gli ultimi anni di sua vita, grosse speculazioni in terreni. Possedeva, infatti, quattordici colossali alberghi in una pittoresca provincia del Canada. Infine si apprese pure che gli apparteneva una delle più ricche e più redditizie miniere del paese. Questo, almeno, è quel che si riusci a stabilire con certezza circa l'ammontare della fortuna di Zaharia. Ma chi potrà mai sapere se ha lasciato ancora altri tesori, dei quali non si conoscerà mai l'esistenza, a meno di un caso? Le autorità canadesi moltiplicarono gli annunzi nei giornali, senza ottenere alcun risultato. Non c'era, del resto, da meravigliarsi: era poi sicuro che quell'uomo si chiamasse veramente Zaharia f All'epoca della febbre dell'oro, i cercatori erano reclutati tra i più ■strani avventurieri. Chi tra le immense distese di neve si curava di chiedere al suo vicino l'atto di nascita f Non erano una mano sicura e un buon revolver le sole prove di' identità veramente necessarie? La vita reclutava tra gli avventurieri, i disertori, i forzati evasile altre canaglie della stessu risma i cercatori d'oro che esploravano le terre ingrate del nord, gelate dal Canada fino all'Alasca. Dalla Romania all'America Dieci anni dopo la morte di Zaharia, un giornalista di Bucarest, riportando la storia di quell'uomo cosi misterioso, finiva un suo articolo dicendo: « ... ed è assai curioso appunto che in Romania, dove il nome di Zaharia è assai comune, non si sia ancora trovato nessuno che abbia avuto l'idea di rivendicare per sè i milioni di questa eredità, nè che abbia tentato di ricercare una parentela qualunque che si riallacci con quella di questo misterioso Zaharia ». Quel giornalista non immaginava certo cosa sarebbe n</to dalla ìsua idea. Il primo che se ne impaidronl fu un commerciante di Jassy, un certo Vqsi/t Bogdan, che, nel 1911, iniziava la sua campa¬ gìrìJ\ i a è e i o a , ¬ gna col percorrere tutto il paese.] collezionando tutti gli atti di stato - ccivile nei quali, in qualche modo, j nfigurasse il nome di Zaharia. Qual-\ che mese dopo, partiva per l'Ante-', rica, portando con sè una borsa tutta piena di carte di « famiglia ». sEra appena uscito dal paese, quando si scoprì che questo Vusiiij Bogdan avevo commessa una tmf-\ fa di proporzioni colossali. Si era ! fatto consegnare sulla parola — j era un commerciante molto noto — una grande quantità di "'f''™"- zie dai fornitori grossisti, e, dopo\aver radunato merci per un vaio-1 re di mezzo milione di lei, conver- ti tutto in denaro e passò rapida-' mente il confine. Tutta la stampa '. parlò per parecchi giorni di que-1 f,L.,.u j,,,, i sto truffaldino avvenimento, che costifuiva già di per sè un grosso,scandalo. Ma il vero colpo di scena \ si ebbe quando si apprese la vera ragione della truffa. Il giornalista che aveva scritto la storia dell'e- i ìredità Zaharia, sulle colonne del re giornale, in un altro articolo,ìconfessò di essere stato lui in de-ì Jmitivail vero colpevole dei pie- levamenti del commerciante di \Jassy, poiché costui, finché la feb- bré dell'oro non lo aveva preso, era _' . uo" .\sempre stato un uomo onestissi¬ mo. Se tutto ad un tratto si era comportato da imbroglione, era; ■ ,■ n j„„„m „c ' «... ? I ii"n,JL L lim™2 j£l i. -ÌLiIS" i ' " *£»»" S"j " SS^ ^&J^^m^TZSSS^jWstregato, come un malefizio me- dievale. Cosi tutti seppero il vero motivo della truffa Bogdan e che\cosa il suo autore era andato ailare in America \Ouèl ammanita era veramente\Quel giornalista eia veiamente]nno iettatole. Il suo secondo arti-'colo ebbe la stessa influenza „,«,-lpfira dPì nrlmn Una \iannra dpi «'Tuona ^^i&fSUpresa a sua volta dalla chimera\dei milioni di Zaharia. Costei era Giuseppina Off. Anch'essa, come qualche mese prima Vasili Bog- dan, visitò tutte le famiglie Zaha-ria, raccogliendo tutti i documentidi identità che sembravano avere „. „)*.!.„ ;■ qualche riferimento più o meno diretto all'eredità leggendaria, col pretesto di occuparsi di quanto c'era da fare. I Zaharia accondi- scesero con la massima ingenuità ad assecondarla nelle sue ricerche e cosi la signora Ott potè, a sua volta, partire per l'America. Una lotta mortale Per venti anni non si intese più parlare nè di Bogdan nè di lei, e forse"non si sarebbe mai più in- teso parlare dell'eredita Zaharia.almeno in Europa, se un giorno n capitano di polizia, Illes Goga, ugino deli'ex-presidente Ottaviano Goga, morto alcuni mesi or sono, non avesse ricevuto una letera da Chicago. Si trattava di un messaggio assai patetico, vergato ulla carta da lettere di una cli- "'cu per malattie mentali: « Forse vi ricorderete — scriveva la misteriosa corrispondente — che vent'anni or sono, vostra mof»e. Elena Zaharia, mi aveva afg**-« ?SgS?& ^eredità Zaharia. Per parte mìa ho fatto tutt0 quanto era in mio potere e nelle mie possibilità per evitare che quelle ricchezze cadessero in mano di chi non ne aveva diritto. Ma, d'altra parte, Vasili Bogdan, che era. arrivato in Amenca a)cunl megl pnma di me, ha fafto l'impossibile per impadronirsi del tesoro. E ci sarebbe riuscito, se \0 n0n l'avessi impedito: non ha potuto che incassare pochi miioni. Nè lui nè io abbiamo alcun diritto su quel aenaro. I veri ere e v°f.tra moglie potrebbe essedl ess1' sono ancora da tr0" interessante lettera che (a a . . £ dM „ Zaharia della Ra cdh "na . 'Piegabilissima eIcomprensibihssinia emozione. f;giornali si occuparono.nuovamen-te dell'affare e tutti coloro che vent'anni prima avevano conse-onato a Giuseppina Ott le loro cai-te di famiglia, presero contatto tra * ,oro e si organizzarono. Forse Wm ancora tHalche C03a da ten-»___ tare' Uno di questi Zaharia, un gio- tane avvocato, parti per VAmeri-ca net ^26, per andare a trovare Giuseppina Ott nella casa di salii- Chicago Ma una sronsolan-'" ^nitugo. ma, una sconsola* '« "> attendeva colà: Giù- seppina Ott era morta un paio di US Prima. Ecco la lettera"che '9iovane avvocato scrisse dall'A- "'enea a coloro che gli avevano incarico di proseguire le"cerche; lettera che. del resto, fu'1 *>'» se!>™ dl l'"a- «...con l'autorizzazione della direzione della casa di salute, ho fincato trR lp parlp r-hp rtinaormi. frugato tra le carte che Giuseppina Ott aveva lasciato, e, siccome il nome di Zaharia vi ricorreva spesso, e dato che porto anch'io quel nome, ho potuto farmele con- segnare senza difficoltà. Questi ..documenti mi hanno permesso di stabilire che la disgraziata signo-ra Ott ha eroicamente combattutoper anni ed anni Vasili Bogdan, senza mai disarmare. Ed è certoche i legittimi eredi dovranno adessa sola se l'imbroglione di Jassynon è riuscito a impadronirsi ditutta la fortuna. E anche mo to probabile che la tensione nervosa pcr questa lotta accanita controVasili Bogdan, abbia finito per , n o - — & a o r a i a o, n n " e a condurre la povera Ott nella casa di salute. « Un curioso ammonimento, che ho ricevuto proprio oggi, fa si che 10 mi renda meglio conto dei pericoli che la signora Ott deve avere affrontato e sfidato, piuttosto che abbandonare la sua impresa: sono stato a visitare un avvocato di Chicago, del quale avevo trovato 11 nome tra le carte della Ott e che mi ha fatto l'impressione di un vero galantuomo. Egli mi ha consigliato, se ci tengo alla vita, di non occuparmi più di quest'affare. « Tuttavia io non mi spavento cosi facilmente per questo e domani andrò a portare all'avvocato tutte le carte della signora Ott, per cercare dì ricostruire tutto ?uel che è successo in quest'afàre... ». Niente da fare Fu questa V ultima lettera che gli Zaharia di Bucarest ricevettero dal giovane avvocato che li rappresentava. Che cosa gli è accaduto f La lettera era datata al 12 novembre 1926, l'età d'oro dei gangster di Chicago. L'ammonimento amichevole di quel « galantuomo » di avvocato aveva a che vedere con la sparizione del gio- eI vane inviato degli Zaharia. oppu- f;re questi, non essendo riuscito, n-, malgrado i suoi sforzi, ad entrare e ^n possesso dei milioni, indispetti- e-to e deluso non osa più farsi vivo t -, Probabilmente nessuno saprà mai a 1 che cosa è in realtà accaduto. e Naturalmente la fantastica ere- n-ìdm di Zaharia, non ha sollevato ,, . , ,. . . 1 emozione del pubblico soltanto in o- Romania: un po' dappertutto, nel i-\»'ondo, si trova gente di questo re nome e il miraggio dei milioni Ita i- a9ìto ugualmente su di essi. E non n-'*010 Zaftarta, ma anche gli Za* . 'ì . -_,,_„,.,,.. . _„ , ù- : *^™»!££\JJ^ di n° turbati. Non sarebbe stato un '5^1^^^ A-\*mile, per difetto di immagmano le' u"> ui'*- « " LS^rtol.^ 9 la| _ r ,rr.MfA Znhn'in9 ho „ wa." i. mise a riaere ime va io n- ti e si Negli anni passati migliaia e migliaia di perso ne se ne sono interessate. Non c'è niente da fare. Del resto, non si sa neppure con precisione se lo ..scomparso si chiamasse Stefano o di »... ,•.„_. ' „, o-1 Nl?°la Za/'a'',a- « neppure sull'eto!Battezza del cognome si può giun, I rare. Come può essere dunque posrto sibi/e provare un qualsiasi legame ad di parentela con un uomo del quasyj \e non si sa con certezza nè il nodi mc autentico. nò il paese di orito' „. ,„ , ,„ „<,„,,„ j„,7 sa' O'ne, nè la data esatta della sua ro "asc,fn- eri Oscar Ray mot