Minaccia contro la Libia attraverso la Tunisia

Minaccia contro la Libia attraverso la Tunisia Una rlreliisioae inglese Minaccia contro la Libia attraverso la Tunisia Londra, 1 dicembre. Il discorso tenuto ieri dal conte Ciano e la successiva manifestazione fatta dal popolo romano al Duce, hanno dato lo spunto alle conversazioni dei circoli politici londinesi e hanno avuto 11 posto di maggior preminenza in tutti i giornali di stamane. Oggi, attraverso la lettura del testo del discorso riportato dalla stampa i commentatori di qui hanno potuto apprezzare ancor più di ieri sera l'importanza del discorso del Ministro degli Esteri italiano sia per quanto esso ha rivelato circa la crisi europea maturata e risolta nel settembre, sia per le indicazioni riguardanti l'indirizzo che il Governo Fascista intende imporre alla politica estera. Indicazioni per l'avvenire La nozione già acquisita e confermata dal discorso di ieri della parte importantissima che la politica mussoliniana ha avuto nella soluzione della crisi ceka dà maggior valore alle dichiarazioni fatte ieri dal conte Ciano: il fatto che l'Italia ha imposto la propria tesi a Monaco fa naturalmente pensare che essa riuscirà nuovamente a imporre il riconoscimento delle proprie richieste. Della eccezionale evidenza data dal Daily Telegraph al discorso Ciano, abbiamo già detto la nòtte scorsa; lo stesso si può dire di tutti gli altri quotidiani del mattino i quali generalmente distribuiscono a metà il peso dei loro grandi titoli fra quanto il Ministro degli Esteri ha detto alla Camera e la immediata rispondenza della manifestazione popolare che ne è seguita, e non vi è giornale che, sotto vistosi titoli, non commenti e rilevi, nelle note del corrispondenti romani o dei collaboratori diplomatici, l'Importanza particolare della seduta di ieri, giacchè U discorso del conte Ciano sulla politica estera era evidentemente inteso a dimostrare al popolo Italiano e a tutto il mondo la parte sostenuta dal Governo Fascista durante la crisi ceka e la parte che esso avrebbe sostenuto se la pace non fosse stata salvata. Il discorso, citiamo il corrispondente da Roma del Times, è considerato inoltre una riaffermazione della posizione della più grande importanza che ha ora l'Italia negli affari del mondo, come risultato della conquista dell'impero etiopico. Inoltre si dà grande rilievo alla parte, soltanto in apparenza descrittiva ma sostanzialmente politica, delle acclamazioni che hanno esploso alla Camera quando II Ministro ha proceduto col dire che l'Italia perseguirà la sua politica estera con una tenacia e con un realismo indispensabili per salvaguardare con inflessibile risoluzione gli Interessi e le naturali aspirazioni del popolo italiano. A Londra si ritiene che il discorso del conte Ciano darà il tono ai prossimi avvenimenti diplomatici e si nota come il discorso stesso e la manifestazione abbiano dato una indicazione di quello che è 11 punto di vista Italiano per un riavvicinamento con la Francia. Il Daily Telegraph di domattina pubblica una nota del suo corrispondente da Roma il quale in proposito scrive che « quelli che hanno la possibilità di sentire il polso della situazione politica sono convinti che le manifestazioni di ieri alla Camera e a Piazza Venezia non sono che un segnale di una qualche nuova mossa nella politica estera fascista. Esse vengono interpretate come lo squillo di tromba che precede nuove richieste alla Francia. E' difficile dire se le dimostrazioni sarebbero avvenute se la situazione interna in Francia fosse stata normale, ma è certo significativo — procede il giornalista — che negli ambienti giornalistici romani si metta in evidenza che la collaborazione italo-tedesca non è certamente finita col successo registrato dall'Asse a Monaco >. Pazzesche previsioni francesi E' soltanto naturale che negli ambienti londinesi si guardino e si considerino con ogni attenzione, subito dopo l commenti di Roma, le reazioni dei circoli parigini. Il corrispondente dalla capitale francese del Daily Telegraph dopo aver accennato che « per ora » il governo francese non farà alcuna « protesta » a Roma, si dilunga nella citazione di scrittori frontepopoiarìsti i quali reclamano due cose: primo, che il governo di Daladier cancelli l'invito a von Ribbentrop per la firma della dichiarazione di pace; secondo, che Chamberlain rifletta sulla convenienza di recarsi a Roma. A proposito di questo viaggio il Daily Telegraph di domattina pubblicherà un'interessante nota del suo collaboratore diplomatico; diciamo interessante giacchè in essa è detto senza ambiguità come nel settembre scorso la Francia avesse divisato di compiere un'azione militare contro la Libia. Di questo brano daremo fra poco la traduzione letterale, allorchè si verrà a parlare della Tunisia e del rapporti italo-francesi. La nota comincia dicendo che i ministri britannici ora studiano gli aspetti dei vari problemi da discutere a Roma e cercano di fissare la linea di condotta nel corso delle conversazioni che avranno con Mussolini e col conte Ciano. Il giornalista scrive che Chamberlain e lord Halifax ritengono possibile e probabile di riuscire a dimostrare a Roma che il pericolo che il governo di Barcellona diventi comunista è ora passato, e che quindi dovrebbe essere possibile una « soluzione negoziata » del conflitto e di conseguenza i) ritiro del legionari italiani. In cambio della collaborazione che l'Italia darebbe — è sempre il Daily Telegraph che parla ■— la Gran Bretagna sarebbe disposta a garantire all'Italia un posto nel consiglio d'amministrazione del canale di Suez e una parte degli utili relativi all'esercizio di quella via d'acqua. Di questo però non si potrà parlare prima che si vedano prospettive di miglioramento delle relazioni italo-francesi, e ringhi! terra si offrirebbe di far da mediatrice; l'Italia avrebbe già avu to la sensazione di questa mossa e ha perciò subito preso posizione; infatti si sta facendo una campagna che ha per obbiettivo la Tunisia. Fin qui abbiamo seguito per riassunto il ragionamento del citato giornalista il quale a questo punto fa la suaccennata rivelazione a proposito del protettorato di Tunisi che 11 governo di Parigi intendeva usare come base contro la Libia. « Non è generalmente noto — scrive testualmente — che durante la crisi del settembre, allo scopo di allentare una possibile pressione italiana sull'Egitto, furono contemplati dei piani per esercitare da parte francese, movendo dalla- Tunisia, una pressione sulla Libia. Questo fatto non è dimenticato a Roma dove non si desidera che a tali piani si ricorra nuovamente ». Leo Rea Lord Perth, Ambasciatori d'Inghilterra alla Mostra del Minerai»