Gli ambienti francesi sono disorientati di Concetto Pettinato

Gli ambienti francesi sono disorientati Gli ambienti francesi sono disorientati Parigi, 1 dicembre. v L'ondata di ottimismo, provocata dalla vittoria di Daladier sugli estremisti, e le importanti conseguenze Interne ed internazionali che se ne attendono, hanno alquanto ridotto in Francia la eco degli avvenimenti internazionali. Conformemente a quanto prevedevamo, la data di riapertura del Parlamento francese è stata anticipata dal 13 all'8 dicembre. I ministri, riunitisi in conferenza, hanno già cominciato ad esaminare, in segno di gratitudine verso la massa lavoratrice, la possibilità di esonerare i redditi modesti dalla nuova contribuzione nazionale del j due per cento. I gruppi della mi-| noranza si sono messi d'accordo per varare subito la riforma elettorale prima ancora di discutere la ratifica dei decreti Reynaud, e, ciò, nell'intento di liberare i deputati da ogni preoccupazione di collegio e facilitare 11 raggruppamento della nuova maggioranza. D'altra parte sembra confermarsi imminente l'arrivo a Parigi di Von Ribbentrop per firmare la dichiarazione franco-tedesca. L'efficienza dell'Asse In mezzo a tanto improvviso rinascere di speranze e di fiducia nell'avvenire nazionale non è difficile comprendere che l'interesse verso gli avvenimenti esteri abbia subito momentaneamente un eclissi. Delle dichiarazioni del Ministro degli Esteri italiano 1 giornali parigini hanno dato non di meno larghi estratti e taluni di essi, come il Temps un resoconto quasi testuale. Il buon umore regnante da ieri sera in questi ambienti avrebbe, anzi, verosimilmente, inclinato i commentatori a far buon viso al discorso di Montecitorio, non ostante i particolari nuovi ed estremamente precisi forniti dall'oratore Intorno ai preparativi militari dell'Italia, durante la crisi dello scorso settembre, ed alla conferenza decisiva che avrebbe dovuto aver luogo a Monaco il 29 di quel mese con l'intervento dei generali Parlani e Valle, a fianco del generale Von Keitel. Nelle dichiarazioni di Ciano si è visto soprattutto il legittimo desiderio del ministro di stabilire, senza equivoci possibili, il grado di- intimità dell'azione solidale italo-germanica e l'efficienza dell'Asse Roma-Berlino nei momenti più gravi della crisi. E' questo un desiderio il quale rientra nell'orbita di ogni politica internazionale coerente e che non può certo sorprendere un paese da tempo abituato, come la Francia, a mettere in evidenza in ogni occasione, la intimità della propria collaborazione politica e militare con l'Inghilterra. Ammesso, ormai, come postulato indiscutibile che l'Asse RomaBerlino non sia meno solido del l'Asse Londra-Parigi, i particolari del genere di quelli forniti dal Mir nistro degli esteri d'Italia costituiscono semplici conseguenze logiche di una premessa nota, ed escludono ogni sorpresa. Più sensibile pare essere riuscita a questi commentatori l'assenza nel discorso di ieri di qualunque accenno alla Francia. Sebbene in molteplici manifestazioni oratorie recenti e meno recenti Daladier abbia dato prova nei ri¬ gq i ¬ guardi dell'Italia di una discrezione almeno eguale, l'amor proprio francese, soprattutto dopo gli eventi di Ieri, avrebbe auspicato poter cogliere sulle labbra del conte Ciano una formula augurale o quanto meno un'allusione incoraggiante ad un migliore avvenire franco-italiano. Il silenzio dell'oratore gli è quindi riuscito molesto e sotto il peso della propria delusione la stampa parigina ha finito col non dare rilievo alla circostanza, pur tanto degna di nota, che l'oratore si è In pari tempo astenuto di parlare della Spagna, riserbo il quale avrebbe dovuto senza bisogno di molti sforzi fornirle il destro ad apprezzamenti molto più equi circa l'omissione deplorata. Commenti sconcertati Il silenzio mantenuto da Ciano sul problema spagnolo delimitava abbastanza nettamente il senso del mancato accenno alla Francia e ci sembra per lo meno strano che i commentatori parigini non si rendano conto dei motivi di un riserbo che mille polemiche, discorsi ed atti anteriori dovrebbero permetter loro di valutare alla giusta stregua. Grande attenzione viene Invece dedicata alla chiusa del discorso, cioè alla frase sulla « circospezione indispensabile, quando si intendono proteggere con inflessibile fermezza gl'interessi e le naturali aspirazioni del popolo italiano ». Ma più che il testo della frase stessa, il quale poteva difficilmente essere più ineccepibilmente diplomatico, quello che ha colpito e sconcertato questi commentatori è la manifestazione che ha seguito nell' aula le dichiarazioni di Ciano e cioè le grida: « Tunisia ! Tunisia! Gibuti! », partite da numerosi banchi di deputati e rinnovatesi poco dopo sotto il balcone di Palazzo Venezia. Il « Temps », dopo aver ricordadato che non è la prima volta che manifestazioni di questo genere hanno luogo in Italia e che altrettanto avvenne al tempo di Crispi e negli anni immediatamente anteriori agli accordi del 1935, scrive che « il popolo francese non può trarre da quanto accade se non un monito: quello di essere ancor più unanime e risoluto nel piegarsi* a tutte le discipline affinchè la politica della repubblica obbedisca anzitutto all'Imperiosa necessità di mettersi in grado di fronteggiare qualunque evenienza nel campo internazionale ». Il Journal des Débats dichiara che alle pretese italiane va data una sola risposta, quella stessa che va data alle ambizioni colo- datzacdmtacfqflltdgBtce«pslqdztue va unni mie amDiziom coio-mali della Germania: « no ». Maquesto «no» soggiunge l'organomoderato «deve essere detto su-bito e in tono abbastanza fermo perchè si capisca che è definitivo». Lo stesso foglio aggiunge del resto che, tutto sommato, l'incidente di ieri non è da rimpiangere come quello che « renderà possibile convincere l'Inghilterra che Italia e Germania lavorano per Isolare Parigi da Londra ». Da quest'ultimo argomento con tano trarre partito, a quanto pa-li e non uf-re, gli ambienti ufficiosi ^ ficiosi non ancora rassegnati allai prospettiva del prossimo viaggio di Chamberlain a Roma. Ce ne avverte fra gli altri l'Osutire pretendendo che dopo la manifestazione romana di ieri l'opposizione alla Camera dei Comuni avrebbe concluso « essere inammissibile dar corso all'iniziativa del Premier o quanto meno lasciarlo partire per la capitale italiana senzaiaverlo prima obbligato a dire'chiaro quel che si propone di farvi ».' Vedremo nei prossimi giorni quando l'attenzione del pubblico francese sarà meno assorbita dalla situazione interna a quali sviluppi è chiamata la questione. Intanto ricorre l'ennesimo tentativo di manovrare contro l'Asse; l'Agenzia Havas, in un dispaccio da Berlino, pretende ritener significativo che la stampa tedesca, ad eccezione della Frankfurter Zeitung e dell' Hamburger Fremdenblatt « si disinteressi » del problema, per stabilire un contrasto fra lo stato dei rapporti franco-italiani e l'atteggiamento « amichevole » del Reich nei confronti della Francia. Notiamo intanto che, secondo quanto sembrerebbe risultare da un passo dell'editoriale del Temps, degli « sforzi sarebbero stati tentati per subordinare la dichiarazione franco-tedesca a condizioni che sarebbero state inaccettabili». Concetto Pettinato