La folla in Piazza Venezia

La folla in Piazza Venezia Vibrante manifestazione Roma, 30 novembre. 'l i l ,Mentre nell'aula si svolgeva la memorabile seduta, grande folla di Camicie Nere e di popolo si è raccolta in Piazza Colonna ed in piazza Montecitorio. Quando, alle 17,20, è stata scorta l'automobile del Duce, che dall'uscita laterale della Camera, si avviava per raggiungere piazza Venezia, un'ondata di appassionato fervore l'ha circondato e l'invocazione « Duce! » «Duce! » si è levata altissima a coprire 11 clamore degli applausi e degli evviva. L'automobile del Duce ha dovuto compiere lentamente il tragitto fino a Palazzo Venezia, avvolto, al suo passaggio, dalle manifestazioni sempre più fervide della folla. Dall'interno, il Capo rispondeva al grido di passione, sorridente e salutando romanamente. Poco dopo lasciavano Montecitorio in automobile 11 Presidente della Camera S. E. Costanzo Ciano ed il Ministro, degli Esteri, diretti anch'essi a Palazzo Venezia. La folla li ha accolti, al loro passaggio, con vibranti ed altissime acclamazioni, che hanno voluto significare il plauso del popolo alla opera fervida ed intelligente dei diretti Collaboratori del Duce. Frattanto i deputati lasciavano l'aula e, incolonnatisi In piazza Montecitorio, con alla testa il Segretario del Partito ed i membri del Governo, si dirigevano per il corso -Umberto al Foro dell'Impero fascista, al canto degli inni della Rivoluzione. Con 1 deputati erano tutti 1 membri del Direttorio del Partito e numerosi gerarchi che avevano assistito all'eccezionale seduta. Anche il loro passaggio è stato salutato da calorosi applausi della folla, che si assiepava lungo il corso Umberto. Grandiosa adunata Piazza Venezia è in un attimo tutto un nereggiare di folla, Dai riflettori issati sull'alta torre laterale del Palazzo delle Assicurazioni piove sulla grandiosa adunata una luce calda, diffusa, nella quale si staglia la bianca mole del Vittoriano. Il popolo e le Camicie Nere che nelle piazze, nel ritrovi pubblici, nei gruppi rionali, dovunque era stato installato un altoparlante, avevano ascoltato e seguito con intenso interesse la chiara ed avvincente parola del Ministro degli Esteri, si Bono dati convegno nel Foro dell'Impero fascista, come ad un tacito ed appassionato richiamo. In piazza Venezia vibra in queste solenni occasioni il cuore della Nazione; in questa stessa piazza si è raccolto ancora un volta stasera il popolo dell'Urbe per rinnovare al Duce, Fondatore dell'Impero, la sua profonda gratitudine e la sua fede appassionata. Sono in prima linea — 1 soli che si siano mantenuti ammassati, nonostante l'incalzare continuo della folla — gli universitari che mettono nella piazza una nota di colore, col variopinto cromatismo del berretti goliardici. In mezzo ad essi sono ì componenti la Missione falangista venuta in questi giorni in Italia per visitare le organizzazioni fasciste, con a capo filar Primo De Rivera, sorella del fondatore della Falange, ed un folto gruppo di tedeschi residenti a Roma in divisa nazista. A quando a quando, un coro di voci si leva, ed intona gl'inni della Patria e della Rivoluzione. Dall'ardente manifestazione partono grida di «Tunisi! Tunisi! Corsica! Nizza! Savoia! » sottolineate dagli applausi scroscianti della moltitudine. La colonna dei deputati si è schierata, frattanto, davanti all'ingresso principale di Palazzo Venezia e da essa si distacca il Ministro Segretario del Partito, che entra nel Palazzo. Dall'immensa adunata, che dilaga fino a via dell'Impero ed alla via del Mare, si leva ora alta, impetuosa, la invocazione al Duce, che si propaga da un punto all'altro e copre ogni altro clamore. Tutti gli sguardi sono rivolti verso il balcone, nell'ardente speranza di vedere apparire il Duce. L'invocazione assume toni sempre più alti, romba come un tuono, avvolge il Palazzo in una fiammata di passione. II saluto del Duce E finalmente le Invetriate del balcone eentrale ti echiudono. Un grido di gioia risuona, il Duee appare alla folla. Migliala e migliala di mani si levano nel saluto romano ed il gesto è accompagnato da un urlo tempestoso come la passione che lo anima. Il Duce sorride alla folla, si sofferma a guardare la imponente manifestazione ancora una volta diversa da ogni altra, perchè non ci sono nò formazioni, nè allineamenti; perchè quello di stasera è II popolo dell'Urbe, fuso in un grande palpito d'affetto, ohe vuol dire al Fondatore dell'Impero quanto grande sia la sua dedizione. Quando il Duoe, levato nuovamente il oracolo nel saluto romano, aooenna a ritirarsi, una nuova, fremente ondata di entusiasmo pervade la folla, ed Egli deve tornare anoora una, due, tre volte al baloone, per accogliere l'espressione della purissima fede del Popolo. Poi le invetriate si chiudono e il Duce torna al Suo lavoro. La folla sfocia lentamente da Piazza Venezia e si dirige verso Piazza Colonna, al canto degli inni della Rivoluzione. Altra folla si aggiunge lungo 11 corso e in Piazza Colonna. E qui, sotto Palazzo Chigi, che l'enorme massa di gente sosta, per esprimere al conte Galeazzo Ciano, fedele collaboratore ed esecutore delle direttive del Duce, la propria legittima simpatia. Insistenti ed entusiastiche sono le ovazioni che si levano dall'adunata all'indirizzo del Ministro de- f;li Esteri, a testimoniargli 1 senlmenti di fervida esultanza e di viva simpatia che animano il popolo italiano per la fattiva opera che egli, agli ordini del Duce, quotidianamente svolge nel vasto campo della politica internazionale e che è valsa ad assicurare all'Italia una posizione di prestigio imperiale in tutto 11 mondo. Le manifestazioni di ardente patriottismo alle quali ha dato luogo il fondamentale discorso del Ministro degli Esteri si Bono rinnovate nelle vie del centro e nei ritrovi Bubblicl, che sono rimasti ammassimi fino ad ora inoltrata. La folla in Piazza Venezia