AMBROSIANA - ROMA 0 - 0

AMBROSIANA - ROMA 0 - 0 AMBROSIANA - ROMA 0 - 0 / nero-azzurri, scampato un pericolo iniziale, martellano prima sfortunatamente, poi affannosamente, ma sempre inutilmente sugli avversari partiti con piano di difesa e sorpresa AMBROSIANA: Peruchetti, BuonoGore, Ballerio; Locatelli, Olmi, Vale; Fiossi, Demaria, Campateli!, Ferrari, FerrariB. ROMA: Maectti, Monzeglio, Godaldi, Ferraris IV, Donati, Fusco; Borsetti, Strattoni, Subinaghi, Coscia, Alenisi. ARBITRO: Scorzoni di Bologna. Milano, 28 novembre. Tre minuti dall'inizio della partita non erano ancora passati che l'Ambrosiana si trovava nel pericolo, se non di perdere la partita — 'che queste si vincono o si perdono all'ultimo, non al primo minato — certo di mettere al proprio passivo una rete. Il primo pallone, sospinto in avanti dai romani, trovava sulla traiettoria Olmi; dai piedi del centromediano nerazzurro esso schizzava sulle mani; due elementi contrastanti: fallo netto e nessuna intenzionalità; l'arbitro, senza esitazione, inflig- geva il massimo della punizione, en inteso, il pubblico non si associava all'opinione del funzionario che dirigeva l'incontro, e ciò a giudicare dalle... comunicazioni verbali che, in tono altisonante, gli indirizzava. Per fortuna, l'esecutore della punizione si incaricava lui di mettere le cose a posto: Borsetti, infatti, falliva nettamente il bersaglio, con un tiro alto sulla destra del portiere. Tutto a rovescio Chiuso questo prologo tragicomico, la partita prendeva il suo ritmo normale. Erano normali, infatti, l'iniziativa, il predominio e la superiorità tecniche generiche dell'Ambrosiana. Per poco che le cose fossero andate bene nel primo tempo ai nerazzurri, essi avrebbero dovuto, nel corso del medesimo, segnare con tale frequenza da mettere nettamente il risultato al sicuro. Tutto andò loro a rovescio, invece, in questo' periodo. Un secco, violentissimo tiro di Ferrari, su pallone colpito al volo — il miglior tiro della giornata — colpiva casualmente un avversario, mentre stava filando di precisione verso un angolo della rete. Ferraris, scavalcata ogni barriera difensiva e venuto a trovarsi solo davanti a Mosetti, esitava di quell'attimo che bastava perchè il portiere gli carpisse la palla. Su un calcio d'angolo proveniente dalla destra, il palo e il petto di un difensore venivano colpiti a bruciapelo due volte in rapida successione. Un altro tiro di Olmi finiva deviato a lato e Ferraris IV poneva a sua volta in serio imbarazzo Mosetti con un passaggio all'indietro che aveva tutte le difficoltà di un tiro insidioso. Ma occorre dire che, passati i primi minuti di orgasmo, la Roma si difendeva con bella calma e con bell'ordine. Chiusa, rannicchiata in sè, la squadra non ai distendeva che raramente al contrattacco e non si scopriva mai. Di conseguenza, poche o nessuna occasioni di segnare si presentavano agli ospiti. In tutto e per tutto, mancato il calcio di rigore, i romani non vedevano maturare e subito sciupare che un'occasione quando, subito ai primi minuti, Suomaghi poteva sgusciare tra i terzini. Di grossi disturbi Perùchetti non ne aveva così alcuno in tutto il primo tempo. Le insidie del gioco stretto Alla ripresa, la situazione, migliorando... peggiorava per l'Ambrosiana. TI predominio dei nerazzurri assumeva forma di assedio. Il giuoco aveva per lunghi periodi fissa dimora nella metà campo romana. Le ostilità venivano, cosi, ad assumere carattere dei tutto unilaterale. E' il tipo di giuoco in cui l'Ambrosiana facilmente si perde. Sono i tranelli del giuoco stretto, quelli ohe non danno alle offensive nò la larghezza, nò la profondità in cui spaziare, quelli che impediscono la manovra pratica che si avrebbe, viceversa, partendo da lontano. lì giuoco è veramente bello quando è semplice, chiaro, positivo, in modo che, se l'intenditore ne resta sedotto, perfino un bambino ne può leggere lecrptslgndtcgnaelrsgtlrccccdipecftbtlBGcgPPmmtpvtcctcdElblItscBlscdsctèabnsLcdsgrdt e grandi linee. Il giuoco stretto, complicato, involuto, nelle cui spire l'Ambrosiana, credendo di imporsi, cadde, finì per dare il risultato che doveva dare: creò confusione a danno stesso di coloro che lo eseguivano. Di pratico, di tangibile, nulla. Situazioni da rete in numero molto inferiore a quelle del primo tempo. La Roma, viceversa, avrebbe potuto vìncere l'incontro —> in netto contrasto con l'andamento della gara — al momento in cui Subinaghi, ricevendo un passaggio in avanti, tagliava corto cogli indugi e puntava diritto sulla porta. Fra a prudenza ed il rìschio, il portiere Peruchetti scelse, in quell'occasione, il rischio: gli andò bene: gettatosi in tuffo con mirabile scelta di tempo, ali rimase la palla tra e mani. Il rimanente dell'attività romana fu difesa dura, strenua, chiusa; difesa a sette, a otto o anche a più uomini. E il risultato fu che le due squadre, dopo tanto combattere, si trovarono alla fine della gara nelle stesse condizioni in cui erano al suo inizio: vicini di punteggio. La tattica della Roma L'Ambrosiana incominciò bene e terminò male: incominciò, cioè con idee chiare e terminò in confusione. Individualmente, quasi tutti i nero-azzurri si trovano in buone condizioni: è il tono collettivo che questa volta ha guastato le cose. Campatela pare proprio Bari-Lucchese 1-1 (0-0) RETIi Stella (L.) alia'; Dugini (B.) al 41' delia ripresa BARI: Ricciardi; Del Bianco, Di Gennaro: And righetto. Mancini, Capocasale; Fusco, Cappellini, Grossi, Dugini. Due. LUCCHESE: Tavoletta, Tabor, Olasi, Puccini, Turohi, Azimon-ti, Pini, Colli, Pomponl, Stalla, Rosollini. ARBITRO; Gamba di Napoli. Bari, 28 novembre. Allo Stadio della Vittoria l'animosa squadra lucchese, pur dominata per tre quarti dell'incontro, afruttando un'azione di sorpresa, era riuscita a portarsi in vantaggio all'8' della ripresa e soltanto a quattro minuti dalla fine cedeva alla precisione dèi Bari, che poteva coal pareggiare le sorti dell'incontro.' Della partita diremo soltanto che la Lucchese ha saputo tener duro all'avversarla forte del cam-Eo e del pubblico amici, e quando a potuto — solo due o tre palloni sono giunti fino al portiere barese — ha sfruttato abilmente la sua tattica temporeggiatrice. Il Bari, invece, in cattiva giornata, non ha saputo sfruttare nessuna delle propizie e numerose occasioni. Li inizio è favorevole al Bari, che si piazza sotto la porta lucchese per circa dieci minuti, senza tuttavia concludere alcunché di buono. Proprio al 10' una discesa di sorpresa della Lucchese si conclude con un tiro di Stella che chiama Ricciardi ad una parata di fortuna. Al 16' la Lucchese è in angolo, azione che si ripete altre volte. Al 40' la Lucchese subisce il quinto angolo, ma Mancini, da cinque metri, sciupa grossolanamente il bel tiro di Due. La Lucchese, rincuorata dagli insuccessi baresi, prende il predominio della partita ed, al 44', un pallone di Turchi giunge a Pini che riesce a scartare la difesa e a impegnare Ricciardi in una nuova parata difficoltosa. La ripresa, iniziata a forte andatura dalla squadra barese, ch'ama nella propria area di rigore tutte la squadra toscana, che contrasta gagliardamente il passo ai locali, i quali, al 4' e al 6', sciupano due bellissime azioni. Al 7' su rimando del portiere lucchese, Turchi smista un pallone a Roae»linl che costringe DI Gennaro a deviare in angolo. Sul calcio d'angolo il pallone perviene a meta campo ove Stella, da 25 metri, segna ii primo punto a favore deila debba confermare che un centravanti nonio è. Che per ora egli debba giocare in quella posizione, è un altro discorso, ma il suo giusto posto in squadra, il posto in cui la sìio classe balzi fuori chiara e lampante, egli forse non lo trovera che in seguito. Bella partita di Buonocore dal primo all'ultimo minuto. La Roma ha giocato, evidentemente ed •essenzialmente, per non perdere. E, visto che non ha perso, ha ogni ragione di considerare come un successo il risultato della giornata. Il suo schieramento in campo è stato costantemente quello della cautela e della prudenza. Ferraris IV, ad esempio, l'anziano Attilio della « Nazionale », limitava la sua attività a frenare le in cursioni dell'avversario, suo omo nimo, e con giuoco sobrio vi riu selva per lunghi periodi. All'attac co, tre uomini soli e qualche volta anche soltanto due, lanciati di tanto in tanto all'arrembaggio da Serantoni che, con i suoi lunghi traversoni, fu l'attaccante meno brillante, ma più pratico in campo. La palla la sanno manovrare tutti egregiamente, gli elementi dell'«undici » romano, anche e specialmen te il giovane Coscia, che ha caratteristiche nitide di giuoco. In complesso, giuoco poco complimentoso, ma corretto e privo di incidenti. Quindicimila persone nel recinto: giornata coperta e terreno regolare. Vittorio Pozzo gff AMBROSIANA-ROMA: Masettl blocca un tiro di Campateli!. La prima linea nero-azzurra è vanamente alla ricerca del punto.

Luoghi citati: Bari, Bologna, Milano, Napoli, Roma