L'aspra polemica sugli ebrei arresta la distensione intemazionale di Giuseppe Piazza

L'aspra polemica sugli ebrei arresta la distensione intemazionale L'aspra polemica sugli ebrei arresta la distensione intemazionale Il problema delle ex colonie tedesche riportato in primo piano Vivaci ripercussioni in Inghilterra e in Germania della seduta ai Comuni e delle dichiarazioni di Chamberlain e degli oppositori Decisa reazione tedesca alle ingerenze britanniche Berlino, 22 novembre. L'eco lasciata dalla discussione evoltasi alla Camera dei Comuni circa l'azione antigiudalca delia Germania — sarebbe ora di dire definitivamente: sulla questione giudaica europea — è quella di un giudizio dei più schiaccianti e scoraggianti, non già, diciamo, per taluni pur importanti ed influenti ambienti od individui della politica e dell'opinione britannica, i quali quando hanno confermato di essere disperatamente incapaci di capire i tempi, non hanno dimostrato nulla di più di quel che si sapeva, ma per le sfere dirigenti della politica stessa imperiale, di un impero cioè, del quale il mondo Intero non potrebbe non apprendere come una penosa condanna sia morale che politica, la conclusione autorizzata che dalla discussione è venuta fuori, come il suo significato complessivo. Cumulo di contraddizioni Questa scandalosa conclusione è la seguente: che esso cioè, pur essendo di gran lunga l'impero più grande del mondo, costituito come è di immensi territori per lo più incolti e nella loro più gran parte vuoti e disabitati, che superano di gran lunga le capacità e le possibilità, sia demografiche che di lavoro e di valorizzazione di coloro che ne sono padroni e ne dispongono, tuttavia « non ha posto sufficiente > — è la dichiarazione testuale che è risultata come insegna di tutta la discussione — per prestarsi in maniera considerevole alla soluzione di un problema migratorio, verso cui il grandissimo interesse preso da tutta l'opinione britannica,. se non deve essere interpretato come dilettantismo umanitario o peggio come ipocrisia, non può che testimoniare fino a che punto l'opinione stessa britannica lo ritiene un problema europeo e mondiale. Le tenaglie morali e politiche, che sorgono da questo cumulo ine stricabile di contraddizioni, e che sembrano sempre più da vicino stringere disperatamente l'opinione britannica, autorizzano assai giustamente la stampa tedesca a rilevare con indubbia efficacia polemica agli inglesi come l'ostinarsi in errori ed in atteggiamenti negativi, inevitabilmente ed ineluttabilmente chiama o produce altro errore, proprio nello sforzo stesso che si tenta per liberarsene, finché ci si trova involtolati ed impigliati in una serie di errori da cui non è più possibile liberarsi. Cosi accade all'Inghilterra: l'errore d'incomprensione del problema giudaico e delle agitazioni e misure tedesche, delle quali si è tentato sornionamente, ma imprudentemente in Inghilterra di approfittare per alleggerire sulle proprie spalle possibilmente la pressione dell'ultima resa dei conti dell'errore versagllsta, la resa dei conti cioè coloniale alla Germania, ha finito Invece per impigliare ancor di più l'Inghilterra nelle spire di questo, servendo appunto a mettere in evidenza ancora maggiore quello che del problema coloniale costituisce l'essenza vera ed ultima, e cioè la constatazione della cattiva, ingiusta, anti-economica ripartizione dei beni della terra tra l popoli, e della esistenza d'imperi inutili, perchè superano di troppo la capacità e le possibilità di coloro che li posseggono e che sarebbero chiamati a metterli In valore ed a servizio della umanità crescente e sofferente. Giudei e colonie Non soltanto dunque uno, ma due sono i problemi di cui questa artificiosa ed imprudente agitazione di opinione pubblica britannica ha servito involontariamente a mettere in rilievo 11 carattere mondiale ed europeo, enormemente ingrandendoli, proprio mentre tentava di restringerli e limitarli a problemi arbitrariamente posti dalla Germania: e cioè il problema ebraico insieme e quello coloniale. Tutti e due questi problemi la discussione alla Camera dei Comuni ha posto ed imposto, come attraverso un magnifico megafono, davanti alla coscienza europea. Per non avere compreso queste cose, che soltanto involontariamente ha servito a mettere in rilievo, la discussione, che avrebbe potuto essere esemplare e degna di rispetto, si è ridotta invece ad una pura esercitazione accademica, di illecita ingerenza nelle faccende interne di un altro Stato, che la stampa tedesca definisce provoca toria per l'opinione pubblica tedesca, e di cui 1 giornali del Reich hanno facilmente ragione d'ironia e di cui fanno giustizia dicendo che lungi dal giovare alla causa stes< sa degli ebrei, la ha aggravata, e lungi dall'alleggerlre la pressione del problema coloniale non può che accentuarlo. Il Berlmer Tageblatt ironizza come risib' i deputati, residui galleggianti del naufragio di Ver saglia, i quali hanno parlato di | mtàmdtamteashdGgtelulofavtootnpdgtèctmnrLpegsqvatpgs i è ù | misure di confisca della proprietà tedesca e dì simili cose, richiamando atteggiamenti versaglisti di un tempo, che la potenza militare a cui è ormai assurta la Germania rende troppo evidentemente ridicoli, a chi almeno possegga ancora il senso del ridicolo. La Deutsche Allgemeine Zeitung scrive che la Camera dei Comuni ha tenuto un atteggiamento di sfida contro la Germania, che' la Germania sdegnosamente respinge: ogni ingerenza nelle faccende tedesche, anziché avvicinare la soluzione della causa ebraica, la allontana. Il Parlamento britannico farebbe bene ad occuparsi del grave problema dei suoi vasti territori imperiali, totalmente vuoti di opere e di uomini. Invece di fare ciò esso si limita a domandare ad alcuni governatori di colonie non proprie, se possono ospitare qualche centinaio di ebrei. L'opinione tedesca reagisce a tutto ciò, ed avverte che tutto ciò è inutile. Ogni illusione è vana. Si tratta di territori di cui nessuno, e tanto meno l'Inghilterra, che provvisoriamente li amministra, può disporre, perchè sono di proprietà tedesca e ritorneranno in possesso della Germania. Giuseppe Piazza

Persone citate: Chamberlain