La maschera e il volto di Leo Rea

La maschera e il volto La maschera e il volto a e , o a a h a e e e ò a i i Londra, 22 novembre. Per capire quello che gl'inglesi pensano di una distribuzione di ebrei nell'impero e, peggio che peggio, di un'importazione degli stessi In Inghilterra, non bisogna, o quanto meno non basta leggere le violente colonne del giornali o ascoltare i prudenti o semiprudentl discorsi di ministri o quelli impudenti di certi oppositori. Bisogna andare In mezzo al popolo sentire le conversazioni di gente che trova difficilmente lavoro, di gente che riesce a fatica a far an dare avanti male gli affari dei propri negozi. Gli c undicimila » Non ne vogliono sapere di ebrei; bisognava sentire, oggi, 1 commen ti che correvano a proposito dell'annuncio di quegli undicimila « profughi » come li chiamano qui ammessi dal 1933 ad oggi: confrontando questa cifra con quella data al principio di quest'anno dopo l'occupazione dell'Austria, si vede che gran parte di questi undicimila sono entrati recentemente. I discorsi che abbiamo voluto sentire senza parteciparvi per non deviare minimamente 11 corso na turale della sincerità della conversazione, ci hanno chiarito molte idee che riteniamo ci consentano di considerare con maggior preci sione i discorsi tenuti ieri alla Ca mera. Uno dei fatti che è stato possibile accertare è questo, che il parlare d'importazione ebraica in Inghilterra è l'argomento mi gliore per spegnere o ridurre l'intensità della commozione popolare diffusasi in Inghilterra in seguito all'assassinio di von Rath c relative conseguenze sugli ebrei tedeschi. Ieri scrivevamo che Chamberlain nel suo discorso si era studiato di non creare un irreparabile risentimento della Ger mania a colonizzare il Tanganlka con ebrei tedeschi e, in generale, si è curato di sottolineare le difficoltà di ospitare in Inghilterra e in tutto l'impero gli stessi ebrei; oggi dobbiamo aggiungere che la prudenza del discorso di Chamberlain (che è stato definito il discorso dei « se » e dei « quando » ) è stata probabilmente dettata da una seconda e forse principale ragione, quella di non far cosa ingrata alla massa inglese. Abbiamo avuto conferma di questa impressione quando abbiamo sentito dire stasera da persona che se ne intende di cose e di retroscena inglesi, che gli ebrei possono considerarsi fortunati che in Inghilterra siano al governo i conservatori; che se invece di essi fossero i laburisti, di giudei ne sarebbero entrati o ne entrerebbero ben pochi e forse nessuno. E questo perchè il partito laburista deve obbedire alle Tratte Unions le quali per ragioni intuitive non vogliono immigrazioni di qualsiasi genere, e sopra tutto immigrazione di gente senza capacità e qualifiche professionali, in altre parole di «braccia a buon mercato». Chamberlain ha tenuto conto di questo modo di sentire delle masse operaie e della loro organizzazione, e non si può pretendere da un governo che, per tenersi amico questo o quel vescovo, si faccia nemica la fortissima organizzazione operaia o. per dire con più precisione, offra a questa e al partito che dipende da essa, in un domani vicino o lontano un'altra arma contro il governo e il partito responsabili di avere importato mano d'opera dannosa al mercato del lavoro. Un pallone sonda Sulla questione degli ebrei c'è da aggiungere qualche riflessione. Ieri notte aveva cominciato a circolare la notizia che Hitler avreb- T è . - be richiamato a Berlino « per consultazione > l'ambasciatore tedesco presso la Corte di San Giacomo. La notizia che aveva girato per tutte le redazioni, non aveva trovato credito, ma alcuni giornali l'avevano stampata sia pure semlTiascosta; gli altri giornali allora che pure l'avevano relegata nel vago delle informazioni sospette, l'hanno sbandierata sotto titoli uno più grosso dell'altro. A mezzogiorno la notizia era smentita, ma intanto un po' di eccitamento lo aveva dato, il che era nei voti e nei propositi di chi l'aveva messa in giro. Dei commenti dei giornali non occorre dir molto: tipico quello del Manchester Guardian che definisce la dichiarazione di Chamberlain « ingenerosa ». Il Manchester Guardian è fatto da gente furba e il tono di tutto l'articolo dimostra che il giornale intende preparare una spinta delle masse operaie contro quel governo che aprisse « generosamente » le porte agli ebrei tedeschi. Caratteristico poi un telegramma che sarà pubblicato domattina sul Daily Telegraph proveniente da Dar El Salam nel Tanganlka in cui si parla dell'entusiasmo con cui gli « europei » della colonia ex tedesca hanno accolto le proposte di un'immigrazione giudaica. Il bello è che, con molta ingenuità, il giornale aggiunge: «Una volta che gli ebrei si fossero sistemati nel territorio del Tanganika non si potrebbe neanche più parlare di restituirlo alla Germania ». Affermazione preziosa: noi non avevamo pensato (o, forse, l'Idea ci era venuta ma eravamo riusciti a respingerla come troppo offensiva per il paese che ci ospita) che gli ebrei fossero utilizzati per evitare di restituire ai tedeschi quello che, per stessa ammissione per quanto ormai dimenticata dagli inglesi, è stato malamente tol to ai tedeschi. Visto però che questo è stampato su un giornale inglese, siamo obbligati a riferirlo. Nello stesso telegramma s'informa tuttavia che numerosi indiani re sidenti nel Tanganika sono asso lutamente contrari alla proposta giacchè essi-temono che un gran de afflusso di ebrei intaccherebbe le posizioni che hanno acquistato come piccoli commercianti, come mediatori, e agenti del piccolo commercio d'importazione e di esportazione. Va notato intanto che le organizzazioni ebraiche lavorano di gran lena per importare quanti più ebrei sarà loro possibile e al più presto, prima cioè che si spen ga la commozione pro-giudaica e si sostituisca ad essa 11 sentimento contrario, cioè nulla più.nulle meno che antisemitismo: si parla di importare in Inghilterra alcune migliaia di bambini superiori ai 5 e non superiori al 17 anni; essi sarebbero educati in questo Paese, e, quando raggiungeranno i 17 anni verrebbero trasferiti in una delle Colonie o nel Dominii dell'Impero. Oggi il Gabinetto ha tenuto riunione sotto la presidenza di Chamberlain: si ritiene che abbiano discusso tanto dei problemi relativi alla sistemazione degli ebrei tedeschi, quanto al viaggio del Primo Miniatro e di lord Halifax a Parigi: il Primo Ministro ed il Ministro degli Esteri, accompagnati dalle consorti, partiranno domani per Parigi dove si tratterranno fino a venerdì. Leo Rea

Persone citate: Chamberlain, Hitler