Un mese tra i Curdi

Un mese tra i Curdi All' incrocio di tro raxxo Un mese tra i Curdi In cerca di un filo di verità dopo la ridda delle notizie e delle smentite di tragiche rivolte e spaventosi massacri (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) DA'. CURDISTAN, novembre. Non passa anno senza che vengano sparse per il mondo e pubbiicate dai giornali di tutti i paesi notizie di rivolte e massacri di Curdi. Sono annunci e notizie più o meno chiari, sempre concisi e frettolosi. E' come la storia degli Armeni. Se ne annunciava il massacro e. poi ritornavano in piedi più numerosi di prima. Un particolare che rendeva complicate le rivolte dei Curdi era che talora venivan massacrati dai Turchi, altre volte dagli Irakeni, altre volte ancora dai Persiani. Inoltre si par-I lava di simpatie dei Curdi dell'Irak verso i Turchi e nel contempo si aveva notizia di lotta a col- tello fra Turchi e Curdi di Turchia tre le smentite da Ankara e Istan- \Cosa c'è di vero ? Pure quest'estate sono state pubblicate in Europa informazioni d'agenzie internazionali di carattere sensazionale. Si leggevano frasi come queste: « La rivolta nel Cutdistàn dilaga. I Turchi costretti a inviare 80 mila uomini contro i Curdi. Tre Corpi d'Armata turchi marciano nella regione di Dersim ». Infine è venuto l'annuncio del massacro, spaventoso orripilante. Ho osservato che le notizie psfsscdtvIrpumdallarmanti provenivano quasi seni-1pre da Beirut, Damasco, Bagdad,:Cairo e Atene (anzi soprattutto |riportate via Atene dalle grandi iagenzie inglesi e americane), men-\bui sembravano destare increduli-\tà e venivano appena menzionate jda tali agenzie.^ Eran racconti di."fuggiaschi ad Aleppo, a Damasco e al Cairo ad allarmare, E Ankara di nuovo a smentire. Per questo ci siamo proposti di vedere da vicino e con occhi nostri. Ma, prima di iniziare il viaggio, dovevamo pur farci un'idea sui Curdi. « Gente terribile, pastori nomadi guerrieri feroci, assolutamente incapaci di assimilare i portati della moderna civiltà », così ci si rispondeva o così trovavamo scritto. Abbiamo voluto leg gere dei vecchi libri al riguardo eabbiam trovato che alla fine del secolo XV il veneziano Barbaro o Barbato, uno dei primi Messi che la Repubblica avewi inviato all'Imperatore di Persia, Uzunhasan, alleato contro il comune nemico turco, potè per miracolo portar fuori la vita in salvo da un'aggressione di Curdi dove vennero trucidati il suo cancelliere e l'Ambasciatore persiano a Venezia che l'accompagnava. Precedenti quindi abbastanza briganteschi. Nemmeno l'ambasciator che non portava pena rispettavano. Innanzi tutto, a quale razza ap partengono questi Curdi? I Tur-chi li considerano appartenenti alloro gruppo etnico, turanici. r/wirecentissima teoria inglese ha sostenuto, in occasione della discussione alla Società delle Nazioni per la destinazione della regione di Mossiti, che i Curdi sono d'origine ariana. C'è chi sostiene essere i Curdi Medi. i discendenti deiE dove abitano? Nella regione montuosa, in parte squallida a bruciata dal sole e dal secco, in parte boschiva lussureggiante dvegetazione e fecondata da acque ■ aorUive> che sta a cavallo e all'ìn- I crocio delle frontiere dell'Irai:dell'Iran e della Turchia, pene-trando per buon tratto in questaultima sino al cuore dell'AnatoliaSono gli abitatori lanari d'unaregione cruciale al pernio geogra-fico dei tre continenti d'Asia d'Africa e d'Europa, stretta stri-scia di enorme importanza stia-teyica in quanto divide il fronte \ consolari o diplomatiche dei" tré petrolifero russo da quello inglese. I Curdi abitanti questa zona formano un nucleo etnico religio: so e sociale ermeticamente chiuso che ha resistito alle continui correnti migratorie esteme. Curdi non dispersi dal ceppo, ma temporaneamente staccati, avevo veduto a Bagdad, a Bassora, a Istanbul e in Siria. Data la loro robustezza fanno i facchini e i por'atori, ed appena racimolano un yruzzoletto ritornano ai loro monti per ingrandir la famiglia. In cerca di un « visto » Quanti sono? Le statistiche, come per tutte le popolazioni nomadi, appaiono alquanto incerte. Chi parla di due mitioni di Curdi, chi di sei. Ben otto milioni hanno asserito di essere in un messaggio inviato da alcuni capi curdi al Governo dell'Irak per protestare contro l'oppressione turca. Io calcolo che non superano i due milioni e mezzo, così distribuiti all'incirca: un milione e mezzo in Turchia, mezzo milione e forse piii nell'Irak, trecentomila in Persia. Quando mi son proposto di compiere il viaggio nel Curdistàn, mi son dovuto domandare: in quale Stato vado? nel Curdistàn turco, in quello irakeno o in quello iranico ? Mi occorreva il vi1 sto ingresso per tutti e tre ali :stati> e mi son fo subHo a»n | caccia dei ConsoH_ Allora han i avuto inizio ie prime difficoltà Va \ premesso che ìe rappresentanze \ stati in parola non concedono sui j passaporti visti generici d'ingres.so 0 d'uscita. Bisogna precisare per quale transito si entra e da quale si vuole uscire. I transiti permessi si riducono sulla punta delle dita. Sono quelli turistici, quelli provvisti di comodità alberghiere. Per il resto niente. Al Consolato di Turchia al Cairo, gentilissimi, m'hanno posto sotto gli occhi una carta topografica perchè scegliessi il transito di confine e il percorso interno, ma ad ogni mia indicazione e richiesta rispondevano con un elenco d'ec- ] celioni: qui è proibito transitare \ perchè zona militare, là non si può e o e in forza d'una convenzione recente con lo Scià, per lassù c'è uno speciale accordo di divieto con il Governo dell'Irak, di là ancora non ci 3ono strade. Avanzavano l'argomento soprattutto che in quella o in quell'altra zona mancava ogni possibilità d'assistenza alberghiera, in quel determinato valico mancavano il posto di dogana e l'ufficio passaporti. Di fronte alle mie insistenze, i funzionari turchi, sempre cortesissimi, m' avevano alla fine consigliato di prospettare al Governo turco una spedizione -1 scientifica d'esplorazione. In tal l\ caso avrei forse ottenuto i permesijsi richiesti, ma bisognava svolgere i e le dovute pratiche ad Ankara, con calma, ed attendere mesi e mesi per la concessione del permesso « per V organizzazione della spedizione. Alla Legazione dell'Iran era coi j me andar di notte. M'hanno fatto inviare una richiesta telegrafica e a n ì al Governo di Tehran con risposta pagata, in quanto pei giornalisti occorre questa procedura. Arrivata la risposta ed ottenuto il per- e< messo, l'Incaricato d'affari ha vo- -\luto a forza consigliarmi la via :, j normale, quella che fan tutti, la -i uia di Koshroevi. «Non c'è che il a'transito di Koshroevi accessibile a.' ad una persona di abitudini civili a j come voi », insisteva il fnnzionaa-] rio. «Non vi posso dare che quea sto transito ». - Soltanto al Consolato dell' Irak - ho trovato una certa elasticità, e! quella elasticità che si trova abi- II nostro inviato fotografato nella camera dell'it albergo » curdo in cui ha passato la sua prima notte. All'ospite europeo era stato offerto, oltre lo scalino di legno comune a tutti, anche un materasso Erzerum Mo*r<r. U ^oTÌMis &^ STAMPA S. ••^..Tabriz 9 / Mossili T V Kermanscia

Persone citate: Aleppo, Barbato, Turchi