La Spagna celebra l'annuale della morte di De Rivera di Riccardo Forte

La Spagna celebra l'annuale della morte di De Rivera La Spagna celebra l'annuale della morte di De Rivera Quattro aeroplani nazionali, sfidando ad Alicante il fuoco nemico, gettano fiori sul carcere e sulla tomba dell'Eroe i e a l i e i o , | e l , e Burgos, 21 novembre. Sono due anni che il giovane José Antonio Primo De Rivera manca alla Spagna, di cui fu uno dei migliori talenti politici. Due anni fa, In una fredda mattina di autunno, il marchese D'Estella era estratto dalla cella che occupava nella prigione di Alicante e condotto davanti al plotone di esecuzione, schierato nel cortile. Erano le sei: il sole bagnava di una luce livida la città mediterranea, oppressa da sei mesi dal terrorismo, svuotata della sua borghesia, avvilita dai delitti commessi a centinaia nelle sue strade. Solennità mai raggiunta Tre ore prima, alle tre della mattina di quello stesso giorno, il tribunale popolare aveva tolto la seduta, dopo avere pronunciato la condanna a morte del più disinteressato, del più puro fra gli uomini politici di questo sventurato paese. Per più di un anno la morte del giovanissimo lottatore fu ignorata ufficialmente dalla Spagna nazionale. Ragioni di politica interna inducevano a non dare ancora un carattere definitivo alla scomparsa del fondatore della falange, che nulla, del resto provava. L'annuncio della fucilazione, dato in forma ufficiale, dal Governo di Madrid, poteva infatti essere una soddisfazione concessa dal Governo rosso al suoi estremisti, per placarne l'inappagabile sete di sangue ed era lecito sperare che, sia pure per calcolo egoistico, il Governo rosso non si fosse privato di un ostaggio che poteva essere fruttuosamente scambiato con prigionieri politici di vaglia, pronti ad essere ceduti dalla Spagna nazionale; purtroppo, alcuni mesi fa, il Governo di Burgos ebbe la certezza che la fucilazione del marchese D'Estella era effettivamente avvenuta. Ecco perchè quest'anno il martirio di Primo De Rivera si commemora per la prima volta. Ecco anche perchè la commemorazione ha assunto una solennità che finora nessuna festa o cerimonia nazionale spagnola, neppure quelle dell'accesso di Franco al potere, nè quella del martirio di Calvo Sotelo, avevano mai raggiunto. La Spagna consacra a Primo De Rivera un sentimento che è già più che devozione e riconoscenza; è quasi un culto. Per la sua stessa gioventù — trentatre anni appena — per la illibatezza e la grazia spirituale di quella gioventù, per l'austerità quasi ascetica della sua vita, per la serietà e la moderazione proprie dell'uomo di pensiero che caratterizzarono Primo De Rivera, questi è considerato come un santo dalla nuova Spagna. Nell'omaggio che è reso alla sua memoria, c'è anche l'esplicito riconoscimento della sua superiorità morale, c'è anche la confessione di certe insufficienze della vecchia Spagna. Si può prevedere che, di qui a qualche anno, nell'ammirazione verso Primo De Rlvera, si uniranno con cuore sincero molti spagnoli che oggi militano nel campo opposto a quello di Franco. La soppressione di quest'uomo, freddamente decisa da un tribunale politico, dopo sei mesi di detenzione, lontano dal calore della sommossa, rimarrà una delle più gravi macchie dei capi della Spagna rossa; Primo De Rivera infatti, in carcere da vari mesi, quando scoppiò l'insurrezione militare del luglio 1936, non aveva neppure partecipato al movimento contro la Repubblica. La data del 20 novembre 1938 era stata decretata dal gen. Franco « giornata di lutto nazionale ». In tutte le città di qua del fronte, 11 lutto si è espresso attraverso cerimonie funebri a cui ha partecipato la grande massa della popolazione, al di fuori dello stretto ambito dell'organizzazione falangista. In tutte le cattedrali, in tutti i templi, sono state dette, da tutto il clero di Spagna, Messe di suffragio dell'estinto. I vescovi, sia tito'ari che profughi, hanno partecipato personalmente alle cerimonie, pronunziando orazioni funebri dinanzi a immense moltitudini. In breve la commemorazione ha avuto una portata veramente nazionale, una grandiosità senza precedenti in Spagna. Parla Franco A Burgos, dove tutti i balconi delle case erano addobbati a lutto, il Consiglio nazionale della Falange, composto di cinquanta membri che formano in realtà il supremo Consesso del regime, si è riunito nella sala capitolare della Cattedrale sotto la presidenza di Franco che ricevuto sullo scalone dall'intero Governo e dal Corpo diplomatico, rappresentante di-'. c;annove Paesi stranieri, ha pre- i sieduto poi la cerimonia dì omaggio alla memoria di Primo De Rivera. Accompagnato dai cori pre-1 clari dei monaci Benedettini di San ; Domingo de Silos, l'Arcivescovo di Burgos ha detto la Messa pontificale e l'Arcivescovo di Valladolid ha pronunciato l'orazione fu-1 nebre. Mons. Cicognani, Nunzio pontificio, era presente alla cerimonia. All'uscita dalla chiesa, il generale Franco, i Ministri e i diplomatici stranieri sono stati vivamente acclamati dalla folla. Cerimonie analoghe sono avvenute a Siviglia, a Santander, a Malaga, a San Sebastiano, a Bilbao, a Saragozza e via dicendo. Alle nove di sera il generale Franco ha pronunciato alla radio dimmninevatrindichsttedecodiogsutàsegePvecoovdelavipimdiesEl'ezagnnagidiladivecomsmrivgnimAancatoe tdandb1GnlivtczcncugpvmitvriepccvKncvnaUpepp1ds di Burgos un'allocuzione commemorativa della morte di J. A. Primo De Rivera. Prima di lui, il Ministro degli Interni Serrano Suner ha rievocato l'opera del giovane capo « strappato alla vita a trentatre anni, in una pienezza e in una ricchezza di sentimenti e di azione che è impossibile racchiudere In una frase biografica ». Il Ministro ha lumeggiato l'austerità, il vigore intellettuale, il temperamento classico del figlio del generale Primo De Rivera, ricordandone il testamento ove si dimostra la sua avversione per ogni atteggiamento teatrale, la sua modestia e quasi la sua umiltà. Poi Ramon Fernandez Cuesta, segretario generale della Falange, ha ricordato la generosità di Primo De Rlvera, la sua serenità verso i nemici, provata dal suo contegno al processo di Alicante, ove pazientemente 11 fondatore della Falange, nell'Imminenza della condanna a morte, cercò di convincere i suoi giudici dei veri scopi dell'organizzazione e riuscì, come narra nel suo testamento, a dissipare i pregiudizi di alcuni di essi. Finalmente ha parlato Franco. Egli ha notato che la figura dell'estinto ha assunto una grandezza immortale, il suo spirito impregna oggi l'opera di restaurazione nazionale. « Primo De Rivera — ha aggiunto il Caudillo — è l'esempio di quella « irrequietezza spagnola » che fu tradizione della Spagna di un tempo. Perciò la nostra gioventù lo riconosce come capo e come precursore. Il suo Insegnamento non può perdersi nell'egoismo individuale. Nessuno ha il diritto di sostituire all'idea del servizio quella del profitto. Nessuno gotrà falsare 1 nuovi destini della pagna che egli ha inciso ». A mezzogiorno quattro aeroplani nazionali, sorvolando audacemente a bassa quota la città di Alicante, fra il fuoco dei cannoni antiaerei, hanno fatto cadere sul carcere e sul cimitero ove è sepolto il martire, una pioggia di rose e di garofani. Riccardo Forte