Fraterno appello ai magiari del ministro slovacco Mach di Guido Tonella

Fraterno appello ai magiari del ministro slovacco Mach Fraterno appello ai magiari del ministro slovacco Mach In Rutenia permane lo stato di rivolta (Dal nostro inviato) Budapest, 16 novembre. La nazione ungherese continua a seguire con estrema attenzione lo svolgimento degli avvenimenti in Rutenia e Slovacchia, protesa alla ricerca di tutte le notizie che valgano a rafforzare il suo intimo convincimento, circa quello che è orinai generalmente considerato come, la fatale evoluzione e dei ruteni e degli slovacchi: il progressivo orientamento verso l'Ungheria, sotto la spinta dei motivi economici e dei motivi storici che hanno sempre legato questi popoli alla nazione magiara, l'affermarsi della volontà popolare per la realizzazione del postulato dell'autodecisione, il plebiscito, infine, per l'Unione all'Ungheria. ghgiil stpunatehacovatiotpiuutrrotareMEv, e a l e i I terroristi ucraini Per la Rutenia non c'è nulla di nuovo, che non confermi lo stato di rivolta esistente colà. Gli ungheresi, possessori di tutte le linee di comunicazione che sboccano verso la pianura, hanno praticamente bloccato l'intero settore orientale della Rutenio, dove dovrebbe tuttora funzionare, dalla capitale Hust, il cosidetto governo autonomo. Non si tratta di esercitare una pressione economica nei confronti di questa disgraziata regione, che agli ungheresi, generosì e tolleranti per natura, ripugna ogni forma di coercizione, ma è la situazione geografica die cosi vuole. E lungo le vie che potrebbero ancora servire come vie di comunicazione verso la Romania, è impossibile far transitare alcun convoglio, poiché i terroristi ucraini, nella loro follìa distruggitrice, eccitati dall'esempio delle truppe ceke, hanno fatto saltare la ferrovia. Così, malgrado la buona vo lontà da parte dei militari unghe resi ad autorizzare il transito dei convogli di vettovaglie di provenienza dalla Romania lungo la linea di Nagy Szòllos, linea che gli ungheresi controllano su un tratto di dieci chilometri, è impossibile riuscire a fare qualcosa di concreto, visto che nella notte da domenica a lunedi la linea è stata fatta saltare nei dintorni di Halmt. Per quanto riguarda la Slovacchia, si registra qui con vivo interesse U discorso pronunziato ieri alla radio dal ministro della propaganda del governo slovacco, Mach, sui rapporti fra Ungheria e Slovacchia. Il signor Mach ha preso lo spunto dal fatto che il reggente Horty, nella indimenticabile giornata di Kassa di venerdì scorso, dopo aver parlato al popò lo in ungherese, ha usato anche la lingua slovacca. Le parole di Mach « L'atteggiamento di cordiale benevolenza che Budapest, fedele alle sue tradizioni di tolleranza, manifesta per gli slovacchi, è d'altronde confermato dalla notizia portata a Bratislava da diversi eie menti slovacchi abitanti le terre retrocesse all' Ungheria. Essi dichiarano infatti concordemente che la loro situazione è migliorata e che sotto le autorità ungheresi, gli slovacchi godono di tutte le garanzie e di tutti i diritti: in particolare essi possono adoperare la bandiera del partito di Hlinka gcugfeau- (cne fra parentesi, aggiungiamo - noi, riproduce nel suo emblema la - \ croce apostolica del vecchio re e d , i l i e gno d'Ungheria); possono canta re l'inno slovacco, possono mante nere in vita le loro organizzazioni. Si tratta di cose che l'Ungheria ha concesso agli slovacchi, sotto la garanzia della reciprocità. « Questi fatti, ha dichiarato Mach, mi permettono di usare con cuore leggero la parola fratelli nei confronti dei magiari, questa parola che essi per primi hanno saputo pronunziare ». Dopo questo preambolo signifi- -\nativo, il ministro Mach ha prose eìguito il suo discorso addirittura in -\ungherese rivolgendosi diretta,]mente a ai fratelli magiari ». Egli n\ha detto; « La nazione slovacca ha subito - delle prove dure e più di una vol.ta> sema, sua colpa, è caduta in aI ^^"ch^^i'^nS^epa'rafo1 nel - passato dai nostri fratelli magia-iri. Dobbiamo fare in modo che la i frontiera sia una semplice parven -\**> attraverso la quale la vita flui i i i sca. Un colpo d'occhio sulla carta,, basta a dimostrare come siano interdipendenti slovacchi e magiari e come grande sia questa interdipendenza particolarmente nel cam¬ e' po economico ». Dopo aver parlato della colla- o ^orazione culturale che deve esi-\3tere fra i due paesi, collabora sione tendente in prima linea ad -\aa8icu™re l'esistenza dei cento e - P»« »»tfa slovacchi abitanti in UnzsanlddgqdsmnnpnpesmLnlGncv—mlfdmtfbcdircdsdz gheria e reciprocamente dei magiari che abitano la Slovacchia, l ministro Mazh ha detto che queti elementi devono costituire « il punto di collaborazione fra le due nazioni, che 'ninno vissuto durane dei lunghi secoli unite ». Mach ha quindi fatto accenno alle lotte combattute fianco a fianco da slovacchi e magiari, durante gli ulimi venti anni contro i ceki, per ottenere l'autonomia. A questo proposito Mach ha rivolto un sauto cordiale al capo del partito unificato magiaro net territori rerocessi all'Ungheria, Andrea Jaross, nominato ministro senza portafoglio nel nuovo Gabinetto Imredy. Nello stesso ordine d'idee Mach ha salutato anche il conte Estherazy, capo degli ungheresi viventi nella Slovacchia. « Dal canto mio — ha proseguito il ministro — non vedo alcun delitto nel fatto che i magiari rimasti in Slovacchia manifestino il desiderio di appartenere alla madre patria ungherese. Eun sentimento naturale, come sa¬ rebbe naturale da parte slovacca. Ma la lotta cessi una buona volta fra noi. « Fratelli magiari, vediate in noi sempre dei fratelli. Noi abbiamo bisogno del vostro appoggio e voi del nostro. La Nazione slovacca tende la mano alla nazione ungherese attraverso la frontiera, nella speranza che questa frontiera non ci separerà, ma ci riunirà in uno spirito di eterna amicizia ». L'importanza di questo appello è evidente. Quegli stessi ambienti ungheresi che in considerazione del permanere dei due elementi di pretto stampo « cekoslovacco » in seno al cosidetto governo autonomo di Bratislava, avevano sempre ostentato il più grande scetticismo nei confronti della libertà di movimento dell'attuale Governo slovacco, sono i primi a dichiarare che le parole di Mach appaiono l'espressione di un orientamento nettamente anti-ceko e pro-magiaro. Il mutamento appare così netto e subitaneo nei confronti di quello assunto in particolare da mons. Tiso e dal dott. Dunciansky, che ci si domanda se non ci si trovi di fronte a una iniziativa diretta del signor Mach, il quale, come elemento condannato a diverse riprese dai ceki per attività autonomista, sembra particolarmente adatto ad assumere un atteggiamento frondista nei confronti dei suoi stessi colleghi di governo, tuttora ligi ai voleri di Praga. Guido Tonella

Persone citate: Andrea Jaross, Nagy, Tiso