L'INDOSATRICE

L'INDOSATRICE L'INDOSATRICE Rovina Mazzucchetti - Sartoria di. lusso - Modelli d-a nera e da passeggio - Gran ml-on-e -per ifiUtba d indossatrici. E tra queste, quattro belle figliole, c'è Giuliana d'Ardea, insuperabile fra tutte per l'eleganza aristocratica della figura e la bellezza del viso e del portamento. Ha venticinque anni: è alta, bruna, con un corpo di giovine dea. Parrebbe la figlia di un principe e, in realtà, scorre del sangue nobile nelle sue vene poiché se suo padre fu semplicemente ragioniere, il nonno era stato ufficiale della Guardia d'Onore del Duca Leopoldo II. Morto il padre quasi in miseria, Giuliana fu costretta per campare a far da manichine per trenta lire al giorno e due'toilette all'anno, di seconda mano. Mestiere onesto come qualunquo altro, pensava Giuliana, a farlo con dignità e senza buttarsi via. La signora Rosina l'ha presa con se un po' per la bellezza e un po' pel nome.. Durante la sfilata la chiama Contessina : ilche fa sempre un certo effetto sul pubblico delle acquirenti, che sono delle arricchite la maggior parte. Siamo alla sfilata d'inverno. La sala rococò abbondantemente riscaldata e illuminata è piena di un pubblico di signore e di alcuni'mariti. Le signore che sono rientrate da poco dalla vil leggiatura son venute a vedere se c'è qualcosa d<i mettersi addosso o costi si uso. Hanno indosso dei vestiti sorpassati. Sedute nelle poltroncine osservano minutamente coi loro occhialetti i modelli a mano a mano che sfilano un dopo l'altro, mentre la signora Rosina (quarant'anni, bel seno, statura da Niobe) li commenta e spiega. L'indossatrice, discesi tre gradini, entra in salone e si avanza verso il pubblico con un sorriso stereotipo sulle labbra, molleggiandosi vezzosamente, compie un paio di ben studiate evoluzioni mostrando da ogni parte la foggia dell'abito, poi si ritira con un inchino grazioso. Dal gruppo degli spettatori escono mormorii d'approvazione o di commenti, mentre i mariti tri _ sussurrano : «Che bella figliola ! ». Le altre tre indossano un po' di tutto, ma i modelli di sera e da ballo sono unicamente riserbati alla Contessina. La Mazzucchelli ci tiene in modo assoluto a questo privilegio poiché in verità nessuna delle sue modelle sa far figurare una toilette da ballo o da sera con tanta grazia e risalto di signorilità, come Giuliana. E' un incanto. Quand'ella si presenta con uno di quei decotte a lungo strascico su quel suo corpo slanciato, dalla pelle bruita, quel corpo così vivo e fiorente, non sciupato dal piacere o dai fardi, ella si sente veramente contessina in pieno e D'Ardea al cento per cento. Ha sempre un successone. Peccato che quegli abiti ella li debba poi lasciar giù ! Quante volte Giuliana s'è detto che se invece di rimettersi il suo vestito di lanetta e tornarsene a casa a mangiar zuppa di rape in quelle miserabili stanzette di periferia dove abita con la vecchia madre potesse, per esempio, recarsi ad un ballo, ad un gran ballo di gente ricca, saprebbe bene farci una figurona col suo spirito, col suo brio! Ma lei no. lei è soltanto una miserabile indossatrice. Alle otto la sfilata è terminata. Si spengono i lumi, le indos satrici si rimettono in fretta e furia i loro abiti da passeggioed escono. Con indosso ancora l'ultima toilette da ballo, Giuliana non si risolve a far altrettanto. Seduta davanti alla specchiera, nel vestibolo delle modellecon un giornale di mode sulle ginocchia, le piange l'anima-doversi spogliare di quell'abito che le piace tanto, che la fa squillare come un cembalo: una delle più splendide creazioni di Rosina Mazzucchetti. E' un abito di seta grigiorosa, ornato di chinchilla che mette in risalto magnifico la sua calda e bruna bellezza aristocratica. E' assai piaciuto poco fa anche al pubblico delle signore e la Mazzucchelli lo dice senz'altro il suo capolavoro. Giuliana adora quell'abito. Adesso anche la signora Rosina è uscita. E' sabato e Giuliana sa ch'ella ha il solito appuntamento con un .giovine pittore novecentista di cui s'è pazzamente innamorata. Giuliana è rimasta sola, con le sue fantasie e non ha nessuna fretta d'andarsenePrende la borsetta per darsi un po' di cipria ed ecco che col fazzolettino le salta fuori un biglietto d'invito. Già, se n'era dimenticata. Un suo vecchio ammiratore, poco prima accompagnandola per strada, le aveva regalato quel biglietto d'invito per un gran ballo che aveva luogo, la notte stessa, in uno dei Circolpiù eleganti della città. Aveva gradito il dono ma senza pensar minimamente d'andarci a queballo. Con qual vestito ci sarebbe andata se tutto il suo corredo consisteva in un paio di abitdi lanetta e di raion e quelle due scalcagnate toilette che la sua principale le dava per contrattoMa adesso appunto, mentre sta cincischiando fra mano il biglietto una tentazione folgora attraverso il suo cervello, lì nella pace e nel silenzio del laboratorio deserto. «To', se ci andassi con quest'abito!». ■ Si guarda in giro. Nessuno. Llavoranti trafficavano lontano..Balza in piedi, si accomoda una treccia sul viso impallidito dalla emozione, poi vada todosl si decide di tentare il colpo. Si accosta al telefono, chiama un tassì, si butta svelta svelta il palerò addosso ed esce rapidamente. In conclusione verso il tocco dquella notte Giuliana d'Ardea entra nelle sale sfolgoranti del Circolo della Caccia. Era una follia, lo sapeva benissimo. Ma, mio Dio, accada quel che si voglia, pensa Giuliana ormai imbarcata, si vive una volta sola. Dire come Giuliana trionfasse a quel ballo con la sua arguzia e la sua rara bellezza, e gli omaggi, i complimenti e i corteggiamenti che s'ebbe, mi par inutile. I giovani sempre in caccia, furono subito intorno a questa giovane donna così sola, disinvolta in modo affascinante, dotata di una grazia squisitamente birichina. Ed ella ballò con tutti, ciarlando mentre ballava e con uno spirito di seduzione che ognuno se ne sentiva un poco innamorato quando la lasciava. La sua figura fresca ed agile era contesa come un gioiello. Fu presentata a delle contesse vere e tenne loro testa mirabilmente, conobbe dei nobili spiantati e la credettero dei loro, dna duchessa la fece sedere accanto a sè e dopo poco dichiarava ch'ella era la fanciulla più simpatica del mondo... In verità si sarebbe detto che in quel momento rifiammeggiasse in lei, risalito per li rami, lo spirito dei suoi avi avventurosi e gaudenti. Ella lo sentiva,' e vi dava fuoco. Si vive una volta sola! Verso le due, in una tregua del ballo, già carica d'allori, d'omaggi e di desideri, se ne stava là seduta a .riposare un poco in mezzo al crocchio dei suoi giovani ballerini dove figuravano i vitaioli più .impenitenti e i figli di papa dàlie borse più nutrite di tutto il circondario, quando volgendosi per caso, cosa vede? Dal fondo del salone, appoggiata al braccio del suo pittore, vede con terrore avanzarsi Rosina Mazzucchelli, lei in persona! Rosina Mazzucchelli in un terribile decoltè di giazzo nero, il fiore delle toilette anziane della sua sartoria. Alta, solenne e maestosa come una valchiria, si avanzava su lei. Giuliana sente un gelo correrle per l'ossa. Mio Dio, ma chi s'aspettava mai di vederla lì quel demonio di donna? Si sente perduta, impallidisce. Senza sapere quel che si fa vorrebbe balzare in piedi, fuggire. Ma non osa. I suoi corteggiatori, suo malgrado, la tengono lì, le stanno intorno sempre più premurosi e ammirati, le sorridono con tutti i loro occhi e i loro denti, la provocano a scherzi, a battute spiritose e libere... Giuliana si volge un poco dall'altra parte, fa vista di niente, ma con la coda dell'occhio vede che Rosina ha fissato10 sguardo su di lei, e marcia inesorabilmente su di lei. Con l'occhio clinico delle grandi sarte, Rosina ha individuato in mezzo a cento la sua toilette, e, subito sospettando, s'è incamminata in quella direzione. Giunta presso al crocchio di Giuliana ha lanciato un : « Bonasera, contessina I » molto ironico e significativo. E allora Giuliana non ha potuto far a meno di volgersi. — Oh, bonasera, signora Rodili a — fa Giuliana. — Gran bella festa, non è vero? — Già — ribatte la sarta. — E di gran belle toilette ! Facendo buon viso a cattivo gioco, Giuliana s'alzò, chiese scusa al gruppo dei suoi ammiratori, si appressò alla sua principale e la trasse un po' in disparte. Rosina Mazzucchelli ora le sta davanti armata di fiero cipiglio, come l'arcangelo della vendetta.— Contessina, io vi denuncio ! — sibilò, fatale. Giuliana si sentì morire. Mio Dio, l'aveva proprio fatta grossa ! E piena di confusione e di sgomento, tanto più che i giovani del gruppo guardavano stupiti le due donne, si dispone a sostenere battaglia. — E perchè? — prese tempo Giuliana. — Come, perchè? Mi avete trafugato una delle mie più belle toilette e avete anche la sfacciataggine di portarla ad un ballo. — Ma per restituirvela domattina. — Insomma, poche storie, vi denuncio stanotte stessa^ E fa per andarsene. A questo punto Giuliana, ripreso spirito, giocò il tutto per11 tutto. — Ebbene — disse — voi farete quel che vorrete, ma prima abbiate la cortesia di venire con meE presala per una mano, la condusse davanti al gruppo dei suoi amici. Quando fu là la presentò come la più grande sarta della città, poi aggiunse: — Mi scuserete, signori, se sa¬ rò costretta a confessarvi di aver abusato poco fa della vostra buona fede. Io sono in realtà Giuliana D'Ardea, ma sono soltanto una povera indossatrice presso la Ditta di questa signora. In un momento di follia, sedotta irresistibilmente dalla bellezza di una delle sue ultime creazioni, sono venuta al vostro ballo con quellaCome vedete, si deve più a suo che a mio merito, se sono apparsa un poco piacevole agli occhvostri, questa sera. La signoraperò, giustamente vuol denunciarmi per averle trafugato la toilette. Ed è donna da farlo. Ora io mi rivolgo al vostro buon cuo re. Avrebbe mai alcuno di voi la cortesia di salvarmi da questo disonore? — In che modo? — chiese qualcuno. — Comprandomi l'abito — fece Giuliana. Ci fu un momento di silenzio, poi uno strepito di grida disordinate fece eco alle parole di Giuliana. — Bene? la mettiamo all'asta? — esclamò ridendo uno di quei giovani. — Sì, sì, all'asta, all'asta! — approvarono gli altri. — E' una idea magnifica ! All'asta ! — Duemila ! — s'udì una voce dal fondo del crocchio. • — Duemila e cinquecento! — gridò un notaio viveur. — Tremila! — fece eco un giovane sportivo. — Diecimila con tutto quello che c'è dentro ! — gridò un vecchio dentista fra le risa generali. — Esagerato ! — Non facciamo scherzi. — Quattromila ! — riprese un proprietario di scuderie. L'abito raggiunse le seimila e là si. fermò. Era una bella cifra e Rosina Mazzucchelli poteva esser contenta. Infatti, senza troppo dimostrarlo, era gongolante. Adesso aveva dimenticato anche la denuncia e diffondendosi in ringraziamenti e inchini si affrettò a dare il suo indirizzo al vincitore, il quale risultò essere un giovine alto e calvo che si era sempre tenuto in disparte, e del quale si diceva che possedeva trenta milioni. Costui disse: — Non disturbatevi, signora, a farmelo recapitare. Son persuaso che su nessun corpo di donna al mondo esso starà così bene come su quello della sua giovine indossatrice. Quindi lo lascio a voi..— E a Giuliana: — Permettete che io colftpia questa buona azione? Giuliana era confusa e protestava. — Vuol dire — soggiunse il giovine e calvo milionario — che voi mi permetterete di ammirarvi qualche altra volta in quell'abito meraviglioso. In conclusione l'ammirò tanto, che al fine se la sposò. Quanto a Rosina Mazzucchelli, visto il successo della cosa, volle erigerla a sistema. Mandava in giro le sue indossatrici per balli e ritrovi con le ultime creazioni. Ma la cosa non attecchì. Le altre non avevano lo spirito di Giuliana ne il suo brio aristocratico. Erano semplici indossatrici. Per cui ella sempre rimpianse la sua Contessina, anche se qualche volta' le accadeva di sgraf Ugnarle qualche abito. Carlo Linati

Luoghi citati: Ardea, Giuliana, Giuliana D'ardea, Onore