Sintomi di ripresa in Francia per la politica Daladier-Reynaud di Concetto Pettinato

Sintomi di ripresa in Francia per la politica Daladier-Reynaud Sintomi di ripresa in Francia per la politica Daladier-Reynaud Una Iona tuttora confuso è quella della politica estera Parigi, 14 novembre. H secondo gruppo di decreti che doveva vedere !:J luce domani, ultimo giorno di validità del poteri eccezionali, verrà lasciato nella penna: questa è la decisione che Daladier e Reynaud hanno preso oggi. dopo aver, ben .considerato le prime reazioni prodotte nel paese dai decreti del primo gruppo e l'insieme della situazione politica. Il principale dei provvedimenti che avrebbe dovuto essere adottato domani riguarda la istituzione, e il finanziamento della cassa pensioni per la vecchiaia: invece di un decreto si farà una legge e la si presenterà al Parlamento. Ciò facendo Daladier spera probabilmente di procurarsi una merce di scambio per indurre gli oppositori ad avallare 1 sacrifìci imposti al paese dal piano Reynaud; se le pensioni per la vecchiaia fossero state create con un semplice decreto, il governo non avrebbe potuto, invece, valersene nelle battaglie che Inevitabilmente si svolgeranno alla Camera Intorno al piano stesso e l'approvazione di quest'ultimo ne sarebbe riuscita più ardua; giacchè la accoglienza da esso incontrata non è entusiastica, almeno presso la grande massa dei contribuenti. Le nuove tasse e i nuovi prezzi Il pubblico non vede del progetto fuorché i particolari che colpiscono direttamente la sua borsa. La popolazione parigina dovrà pagare i trasporti urbani un terzo più cari. Per la totalità del paese poi lo zucchero cresce di 43 franchi il quintale; il caffè di 44; l'essenza di 21 all'ettolitro; 11 vino di 6,60 all'ettolitro; l'alcool puro di 200 franchi l'ettolitro, ecc. Il tabacco rincara del 17 per cento; la lettera per l'interno passa da 0,65 a 0,80. . E l'enumerazione potrebbe continuare un pezzo. Nè 11 sacrifici si fermano qui: giacchè j accanto alle imposte sul consumo ti ministro Reynaud ha fatto un posto abbastanza largo anche alle imposte dirette. Una commissione è stata inoltre istituita per procedere a una riorganizzazione della macchina amministrativa onde sfollare 1 pubblici uffici di buona parte dei loro 950 mila impiegati statali e dei loro 150 mila impiegati provinciali e comunali, e alleviare, per le ferrovie, il peso del loro mezzo milione di ferro Vieri. Tutti questi sfollamenti, che per ora esistono solo nella mente del . Ministro, ma che dovranno essere cosa fatta.al. Piu presto se 11 pro gramma di risanamento ha da riu k?ire. ?.ffi.ca<:?' interessano decine ! d migliaia di persone e sono qutnidi causa del P1U vlvo a.> arme- è" f». Per 1"esto verosimilmente Da ladl5r e Reynaud hanno ritenuto 1 Preferibile non somministrare ala i a e l a o a o imqtmonstoimamccIhnonqdp«l'infermo la medicina in una volta sola. I ferrovieri, primi colpiti, hanno già cominciato a brontolare e il segretario della loro federazione Semard fa al riguardo le più espresse riserve dicendo che il Governo medita di licenziare 40 mila ferrovieri dopo averne già licenziati da 12 a 15 mila e si propone di rimediare alla diminuzione del personale grazie alle ore supplementari imposte al personale rimanente, il che equivale a far ricadere tutto il peso della rifornu ferroviaria sui lavoratori. II difet to principale dell'organizzazione starebbe secondo Semard nei ser vizi, prova ne sia che le ferrovie francesi erano già in deficit di 30 miliardi prima dell'entrata in vigore della legislazione sociale del 1936. Effervescenza fittizia Come è facile comprendere, i dirigenti del movimento sindacale che, manco a farlo apposta, si so no riuniti oggi a Nantes per l'annuo congresso della Confederazione del Lavorò si valgono e si varranno dei sacrifici chiesti dal governo al paese per rinfocolare la agitazione in seno alle masse. Ma gran parte di tale effervescenza è fittizia. Come ha spiegato il Ministro dei LL. PP. De Monzie uopo l'adozione delle 40 ore le ferrovie francesi erano state costrette a reclutare centinaia di migliaia di nuovi impiegati. Molti di costoro vennero portati via alle campagne determinando quindi una considerevole rarefazione della mano d'opera già cosi deiscente. Tornando il regime di lavoro normale è chiaro che buon numero di tali reclute diverrà superfluo. Ma anziché procedere a licenziamenti il governo {pensionerà una certa quantità di cmtsspmnvzccgnnmfntpgsrtccvsdvardohvdsBq2plscpepcnebsrflnllzzl impiegati anziani e sopprimerà l'equivalente di posti in modo da ottenere lo stesso effetto provocando minor malcontento possibile. In ogni caso poiché le economie sono necessarie e la Francia se vuole salvarsi deve reagire energicamente contro la sua funesta tendenza, odierna a diventare un paese di impiegati, il governo si propone di accettare battaglia se i socialcomunisti glie la imporranno. li'Humanité dichiara che i decreti di Reynaud sono tutti diretti contro la popolazione lavoratrice. Il Populaire scrive che il governo ha dimenticato gli impegni solennemente assunti verso la classe operaia ma che non sarà facile venire a capo della resistenza di questa. Il comunista Duclos vice-presidente della Camera, scrive che la politica di Reynaud è opera della « mafia finanziaria ». Le rendite salgono o i A tutti costoro risponde il decreto sul rifiuto delle ore supplementari, stabilendo che tale rifiuto determinerà 11 licenziamento senza indennità, l'esclusione per sei mesi del soccorso di disoccupazione e dagli uffici di collocamento per gli stabilimenti nazionalizzati, e infliggendo ai colpevoli di propaganda della, resistenza da sei giorni a tre mesi di carcere e multe da cento a mille franchi se si tratta di operai impiegati in stabilimenti che interessano la difesa della nazione. D'altronde se i soliti professionisti dell'agitazione operaia, stimolati dalle menzogne giunte di fuori, tentano di turbare l'adesione popolare al piano di risanamento del governo, e se gli stessi gruppi di destra hanno l'aria di accogliere questo piano con molte restrizioni accusandolo di non essere abbastanza audace e di vessare troppo gli operai mentre non decide niente di definitivo contro il comunismo e la sua opera dissolvente, la realtà è che il paese nel suo complesso si prepara a rispondere con coraggio e fiducia all'invito di Daladier e che la Borsa fa ai progetti di Reynaud la migliore accoglienza. Quasi un miliardo di sterline sono state convertite oggi in franchi. I valori francesi hanno realizzato progressi notevoli. Le rendite salgono. Le azioni della Banca di Francia sono passate da 7285 a 7800, quelle della Banque de Paris da 1305 a 1360, quelle del Credito Fondiario da 2790 a 2860. Il movimento di ripresa insomma si delinea. Che Daladier confermi nel paese l'impressione di essere deciso a governare con fermezza e a liberarsi per sempre dalla ipoteca socialcomunista e di qui a qualche mese la fase peggiore della crisi potrà forse considerarsi superata. Ma perchè l'ipotesi si avveri è necessario che anche la politica estera della Francia subisca una bonifica parallela. E qui le prospettive mancano tuttora di chiarezza. Occupandosi dei rapporti fra Parigi e l'asse in rapporto con l'arrivo a Roma e a Berlino dei nuovi ambasciatori Poncet e Coulondre, il Temps si augura che l'epoca delle « esitazioni paralizzanti » sia chiusa per la diploma zia francese ma non curante del l'apparente contraddizione calca la mano sul dovere della più estrema prudenza che a suo giudizio incomberebbe al governo francese nei riguardi delle trattative da av-viare tanto con l'Italia quanto conla Germania. « Dobbiamo certo felicitarci — scrive l'organo ufficioso — che la nomina di un ambasciatore di Francia a Roma abbia posto fine a una situazione paradossale che esisteva dopo il richiamo di De Chambrun, ma avremmo torto d. credtre che tale nomina sia il pr:ludlo obbligatorio di un negoziato in grande stile. Questioni non prive di importanza ma ad onta di tutto secondarie possono venire rapidamente liquidate come fu il caso di quella del turismo. Del resto bisogna forse attendere una certa quale modifica dello stato d'animo che sembra attualmente dominare negli ambienti governativi della penisola. Sarebbe desiderabile senza dubbio che gli accordi del gennaio 1935 potesse! o venire finalmente messi in vigore. Ma se dobbiamo credere all'ultimo artìcolo di Relazioni internazionali tale non sarebbe il parere dell'Italia. In tal caso la Francia non potrebbe far altro che attendere pazientemente. Alla fin fine dopo l'Anschluss austriaco e dopo lo smembramento della Cekoslovac chia i punti di contrasto fra gli interessi francesi e gli interessi italiani sono alquanto scemati di numero ». Il carattere tattico del rilievo del Temps è evidente ma l'annunzio ufficiale dato oggi da Chamberlain che l'accordo italo-Inglese entrerà In esecuzione il 16 novembre permette di formulare dei dubbi sulla sincerità di questa rassegnazione francese all'atteggiamento negativo di cui sopra. Concetto Pettinato