L'occupazione della cittàmentre i cèki sodo ancora di fazione di Guido Tonella

L'occupazione della cittàmentre i cèki sodo ancora di fazione Gli ungheresi a Ung-var L'occupazione della cittàmentre i cèki sodo ancora di fazione Un'ultima manovra del cessato governo e le ultime brutalità (Dal nostro inviato) Ungvar, 10 novembre. Le truppe magiare nono entrate, oggi nelle due ritta più importanti del territorio retrocesso all'Ungheria, Kassa e Ungvar. nonché in nu merosi altri centri minori quali]Munkacs. Leva. Losonce e Rimas-\zombai. E' però sulla occupazione]di Ungvar che si è accentrata par- 'ticolai-mente l'attenzione, dato che\secondo le notizie fornite fino a]ieri l'altro negli ambienti di Bn-\dapest, lo stesso Reggente Horthy •avrebbe dovuto entrare in questa -città alla testa delle truppe Ube-\ratrici. Ma pur confermandosi che' ll programma era rimasto inva-\riato per quanto riguarda la visita che il Reggente farà domat- Una a Kassa si è appreso ogguche 1 annunciata t-isirn di Horthy a Ungvar non avrebbe invece più,avuto luogo. Malgrado il suo le Sparatoria non incruenta „ , ., >™!r 5f"T.'!"lere„'f.:,'aI°„d.!!l;!suo gittimo disappunto, la popolazio ne di Ungvar ha tuttavia avuto I modo di espandere la piena del suo entusiasmo nelle deliranti accoglienze riservate alle truppe. «imo di questa gente, occorre pensare che Ungvar è rimasta fino all'ultimo momento sotto la più brutale e spietata oppressione dei sicari ceki. Le preoccupazioni del Governo di Praga, di evitare che la forzata cessione all'Ungheria di Ungvar, considerata dai ruteni come la loro capitale, avesse'ad avere ripercussioni pericolose sui ruteni nel senso di un loro netto orientamento verso l'Ungheria, deve aver provocato l'ordine di mantenere questa popolazione in un regime di vero e proprio terrore. Che tale fosse la situazione, ce ne siamo accorti fin dalla notte scorsa arri- vanda a Unavar 1 ..ta-ione davanti a^'à^^ i\merisiedeva viabilmente l'alta uf-licialità ceka alla nostra doma JKhÌ!ttS Tovaealloaòio rispondeva BHntUdoci «^^tìk^^^rt^MÌil^ltoSw no»! vo/e"Zochi7 facesse fuoco Poco dovogli nT,i ^V™,X™ Wfór«n*»?«e*S^ inun ani nenie più ospitale, u ere pirio delle fucilate è risuonato scccamcnte nella via. «Sparanocontro le case — ci ha detto l'albergatore — per spaventare la vo delle truppe ungheresi, i ceki sparavano ancora facendo stavolta una vittima: un ragazzo di 11 anni, garzone di un fornaio, il quale al momento di uscire per la sua distribuzione quotidiana aveva creduto di poter ormai impunemente festeggiare il giorno della liberazione inalberando una bandierina tricolore sulla sua gerla odorosa di pane appena sfornato. Mentre pedalava allegramente gente e impedire che domaniesponga le bandiere ungheresi al-le finestre ». _ Sia"'""C:°.!'0 "!'.;nella via, il poveretto veniva scor- to da una pattuglia ceka che gli sparava alle spalle freddandolo sul colpo. Il primo colpevole di queste atrocità è il generale Svatek cheha impresso alle truppe lo stessospirito di ferocia che lo caraite- rlzza. E si deve rinoraziare /aProvvidenza e l'animo mite di questo popolo se altro sangue non estato sparso più tardi, al momen-to in cui ha sfilato nelle vie di Ungvar la prima bandiera unuhe- rese. Tp i i' j- j I ■ leniamo ai delazione Portato dalla delegazione mili-tare ungherese, che veniva a pren-dere in consegna la città, il trico-lore magiaro ha attraversato iiponte sull'Ung, arrivando in co-spetto della folla stipata sulla sponda opposta. Ebbene, nessunrrido — e non voqliamo con que-sto arrecare alcuna offesa alla po-vera popolazione di Ungvar laquale, è fedelissima al cento pe, cento al suo sentimento magia — nessun grido si è alzato a sali tare la bandiera della Madre Pa-frta che tornava dopo venti anni. Le bocche delle mitragliatrici, iroJu, „_. sporoenri dalle torrette delle au-roWinde ceke, le baionette inasta- te delle tre compagnie che Svalekaveva lasciato di guardia in città, hanno tenuto in rispetto la folla. Due italiani presenti hanno perdlanciato il- grido che era rimastostrozzato nella gola di tutti: « Viva la grande Ungheria! ». E gli uomini di Svatek stavolta hanno dovuto incussare. Le ragioni della procedura paradossale che è stata seguita oggi dai ceki per la consegna all'Ungheria della città di Ungvar — procedura che gli ungheresi hanno inspiegabilmente accettata nonostante il fatto che essa fosse in contrasto con gli accordi militari che erano stati presi fra i due Stati Maggiori in applicazionedèlia sentenza arbitrale di Vien-na, e che imponevano il ritiradelle truppe ceke tre ore primadell'arrivo di quelle ungheresi —raii ragioni ci sfuggono. Rilevere-mo soltantfi che sotto pretesti va-ri, i ceki Hono riusciti a far ritar-dare Ventrata delle truppe ungìie-resi in Ungvar fino alle ore nJormai notte, così da annullare inaran parte l'imponenza e la f'e-.quando quassù, sotto t Carpazi, e e, i stositò che dovevano caratteri;care tale dimostrazione dell'Esercito magiaro. Crediamo di non andare errati nell'off ermare che non si tratta unicamente di una iniziativa del generale Svatek, i] ma di nna suprema manovra dei -\ Gnvernn centrale di Piana, infoe]„„,„ agli stess, intentj cj,K hanno - ' mosso tì f„migerato monsignor e\Voioscw_ preteso capo deì Gòvfla]„0 autonomo di Rutmiia, a do-\mandare dU soprassedere nìla ocy • cupazlone deUa zona di Ungvar e a -di Munkacs per „n periodo' di ai-\tri cinque oiornL „ sarebbee' ,.Q stafi ridentemente ancora ne-\ceasari a, cristianissimo monsi. - gnore, per far piazza pulita dei suoi avversari politici, come ha u tR)ltato dj /(J,.e „ej tomj scorsl y jc ù, (e c;!le< con le perquisizioni effettuate ne greco-cattoliche della sua stessa fede, e con gli arresti 'di uffa decina di suoi confratelli in abito talare, imputati di essersi espressi a favore dell'Ungheria. Ma non è con questi miserabili mezzi che si reprime il sentimento a della popolazione rutena. Le trup- >pe ungheresi erano appena entra- ;!'e " Ungvar che un corteo di ruteni, vestili dei loro caratteristici o I l e a o o a , l r e e e o - costumi, ha sfilato per le vie della città gridando a gran voce l'unione della Rutenio all' Ungheria. Tutti i ruteni ormai, sia quelli che affermano la parentela della loro lingua con il russo, sia quelli che IpL'avvenire ruteno sono perla cultura ucraina, si tro- Stvano d'accordo su questo punto dprimordiale. che cioè nella situa- \bzione attuale, il loro Paese è eco- |Lnomicamente destinato a perire se'inon si provvede all'apertura della ,s[frontiera verso l'Ungheria. j fp,elì vescovo stesso della Diocesi 'c.greco-cattolico di Ungvar, S. ecc. \ pe\Bmica' c' ha dichiarat° * tremare In-'al Pensiero di 1"elìa che sarà 'a : aJsorte dei Poren r"1eni «m/Snaft peneìle vaUate d£' Cu>Pazi> se «Sn«!' ^osf'"li "!esl "°V Vrovvede.\ MÌ^ Moralmente la morte per ; mo!/a'.ne d<"a ìa ""f ",a a\roce che <ro\?,'a °PPr'.]".f. oue?'a Popolazione, e xóF ""J,0M,I"',(?. * rifornirla delle Im r ^ '"TÌt \c^nza diretta di comunicazioni, /indo tanto che ,„ frontiera verso la piao' a nura ungherese rimane chiusa. E la gente rutena, che è discesa dai monti, da Verkovìna, da i 1 l a a e pnsgdsi] Berenovo, da Maramoros, nella -lslia vecc)lia capitale di Ungvar j Uzhorod, per salutare il ritorno ;i(ie'la bandiera ungherese alla cui ombra essa ha vissuto tranquilla per un buon millennio, ci ha raccontalo degli scontri sanguinosi che continuano a svolgersi al di là della nuova frontiera nella zona dove infierisce il terrore ceko. Ieri vi fu battaglia a Hust: i ceki hanno disperso a colpi di mitragliatrice la folla che si era radunata sulla piazza per votare una risoluzione in cui si chiedeva l'invio in Rutenio di una Coinmissione ^internazionale per constatare la - jSjj„a2j0„e economica insostenibile i ] di questo Paese. Alcuni si sono sall vati attraverso i Carpazi, oltre la e [frontiera., fino in Polonia, dove un e\messaagio è stato indirizzato al o-Presidente Moscicki per domanda- re l'appoggio delle truppe polacalche contro le violazioni dei ceki. e' -] Non ostante il carattere Jir</en-|di te di questa richiesta di aiuto, Po- U- -.Ionia e Ungheria si attengono pe- d Irò ad una stretta politica di neu-,n troKtó, in un conflitto che formai- n Unente è di carattere interno del-ì -\,a Cekoslovaechia. Ma nè le uh-|t-1 ferirà ungheresi nè quelle polac- ; c-\che nnn possono sempre i»ipedire:cii\c"e de> giovani ardenti, sensibili -l"!'e sofferenze dei fratelli ruteni, a occorrano in (oro aiufo. ni Rendendo stasera visita nell'oe-\sPedale di Ungvar ai franchi ti- -\ralon che so»° feriti neo7ilaiscontr' dei fftorni scorsi - molti , :<ii essi purtroppo sono stati trasci a-\lu.""^onaiisia■ ungherese, U capo i. del T"r"<- Ornilo Szabo —, ubbia- ; i, "l0 P0"'<° s«'"""-e "ella stessa,ezsaq1 franchi tiratori uncsPcdvdcplaacri isI : 'o\naU via in catene dalle truppe du, ceke e fra essi, fiore della gioven- g. tu nazionalista ungherese, il capo Lu-i?0™"" lre ero'ci rana"<: '» a- teno dì Hust' ungherese di Kec- k\srn' "" P0,ac':o ai Tn,k" sà, I*tryi, feriti per la stessa nobilis- a. is"!m !pa"s<i; aerazione del po-;di?0'0 carPatwa- '! "'"fo 'e"°',"n ragazzo di 22 anni, fé- rito ferocemente dalla mitraglia ili o agi n— nn) n ri ue ne alla spina dorsale, appari la in con dizioni disperate anche per la\ mancansa di cure da parte dei mi-\ lili ceki che hanno diretto /'ospe-;dale finota stamane. Velati dotta agonia, gli occhi gli sono sfavil- lattai luce improvvisa^ quando J»H|' abbiamo nominalo il Duce e l'Italia: « Fascista, Fascista... » — egli ha detto in un singulto, coh^e per una suprema professione fede. Guido Tonella 'II {

Persone citate: Duce, Horthy, Szabo