JAMMES di Ferdinando Neri

JAMMES JAMMES Francis Janunes, che si"è spento il giorno d'Ognissanti — e nella stessa ora, 1 ultima sua figliuola prendeva il velo delle Suore bianche a Lione —, era pur sempre, nella Francia letteraria, la voce, e l'anima schietta, del Poeta. Viveva nel ricordo dei suoi grandi giorni, ma in un ricordo .vigile, attivo, rinnovato di continuo dal suo amore della vita più semplice, e dalla fede, in cui ogni lavoro e diletto gli riusciva giusto e puro. Tutto Jammes-, e tutto il * gi animiamo > s'erano costituiti, in uno sboccio improvviso e fortunato, fra il 1898 e il 1902: dalle prime raccolte di liriche. De. VA nr/clns ile l'iaube ti VA ugelllt iìil Knir e ì,e. Deuil i/a Primi.nères, a Le. Triotnp/ie ile ìii Vie (che s'apre col poemetto Jean ile Kixirrieu) e Le Pollimi il il Lièvre, che comprende, nello stesso volume, i due racconti Clara d'Kllihetnr e Al malli e il'l'Urimoni, con altre prose originali e freschissime. Gli elementi poetici che distinsero subito Jammes fra i rimatori del suo tempo e gli assegnarono il posto eh è suo, si trovano tutti in questi libri, e vi si trovano col loro accento più limpido e propriamente nativo. Con VEj/lise li uh il tèe ile f cittìleu, del 1906, — ch'entrò a far parte di (J/airières ilmis le. del ■—, s'inizia il nuovo ciclo, ch'egli prosegui, a liberi intervalli, in numeroso libri di versi e romanzi : il ciclo a cui Jammes deve il nome di a Virgilio cristiano >. Ma in quanto era rimasto il « Virgilio » di prima, cioè il poeta della natura, silvestre o georgica: come D'Annunzio chiamò figlio di Virgilio il Pascoli ; e per vero, in quella discendenza, il Pascoli (soprattutto delle" J/.'/Wra<) e lo Jammes sono più simili fra loro che ciascuno di essi all'antenato: simili, e vicini, al punto della sensazione, dell'impressione immediata, la quale, sola sola, è già in se stessa poesia: o d'un lampo, l'hanno già colta, e ferma, e salvata come tale. Chi spontaneamente ripensa all'opera di Francis Jammes — anche se l'ha familiare — è difficile che veda risorgere nella fantasia un'immagine precisa e do minante, un carattere compiuto (se non il suo, nella sua persona, o in quella di Jean de Noarrieu, o del protagonista svagato e mordace di Existences) ode, piuttosto, un armonioso brusìo, d'erbe e d'acque, d'alberi e di uccelli ; e non come un richiamo alla natura che vediamo ogni giorno coi nostri occhi, ma ai prati, ai cieli, ai fiori che sono di Jammes, singolari ed esclusivi di Jammes: come ci sono i fiori di Ruskin, più gemmati, più metallici, che paiono già assunti in un musaico, o in una scultura (Jammes si accontenta di ammirare un giardino o colore et verni corame un plat ancien... »). Che folto di glicinie„di lilla, di giaggioli, di anemoni d'ottobre... e a pie' delle siepi, il crescione; e'come in certi quadri olandesi, fra gli arbusti, le lepri grige, e le pernici coralline, ed un gallo... e più su la « povera » arida cicala... Ed i colori di Jammes: ilquale diceva che, per una virtù nascosta, ignota agli stessi poeti, « nò l'azzurro di Hugo, nò quello di Lamartine, nò quello di Baudelaire si assomigliano •: ed il suo azzurro! Si ridesta a ogni Ilice e invade tutte le ombre : « ce vertige bleu qui m^le l'air à l'eau... » ; l'azzurro dei prati, e dell'acqua di pozzo, e il « brivido azzurro » della luna che sorge, e sino il riflesso « azzurro » di un seno bianco... Di più, Jammes crea delle notazioni nuove: Vaìbii e un colore per lui, qualcosa di fluido, di liquido: sul labbro delle fanciulle, o nei baci che n tremano come un'alba ». Egli parla di una sera « b:onda c profumata etimo una pesca »; e la messe respira dormendo o come una donna bionda •. jid è immerso nella sensazione, penetrato del senso stesso delle cose, del loro peso (come nel volo delle nuaglie. e del peso della neve, della pioggia...), del loro refrigerio (n II a più. La terre fraiche est contente... •): e i tordi mordono i venti < amari come le olive •. Scene più vaste di campagna: vers pept hcurcfl, lorsque la lune au [halli du ciel pleut sa lumière liumide au front des I varilo» munse" dnnt la come porte encore un mor- [ceau de folcii jl pastore se ne torna col gregge: et .i'ai vu. douce troupe, defiler le» bretiis touffues aux jumbe* llaihle Il tetto della capanna con le s«vgmcnc(e(,lemscmlzsrlRequScsm .... ..... , , Isue ah di pagi.a imita sul suolo |« le ah della quaglia » ; « il po-,vero paradiso della nostra casajgrigia » contiene gli oggetti fa-1miliari, consunti: a ton vieux |couteau qui coupé le pauvre pam ;noir ». Due libri gli erano veramente cari: il llohinsoto (Robinson Crusoc passa per Amster[clam...) e Plinio e Virginia (Tu étaia mie nona ta robe de mouase ,„ . , r ., Uine |lu manceats de srros imita au sout Ide aiozambique et la mer aalée couvrait les rrabea|Icreux et. gris) ma due libri? o due cofanetti di spezie, di essenze esotiche, fra cui eia mescolata un'essenza^piìijmente dalla poesia « Il y a parlà un vieux chàteau... », il Goz-zano trasse con tanta grazia lo spunto per L'amioa di nonna rara di poesia nostalgica? Così l'intendeva Guido Gozzano: Rammenti i rampi d'indaco e di the, e le Missioni e il Padre e il Vicere, quel Tropico rammenti, di maniera, un poco falso, come piace a me? (Da Jammes, inoltre, e special- Spervinza). Più che ai poeti dell'Ottocento, lo Jammes aveva coscienza di riallacciarsi allo spirito del Rousseau: la pagina della « pervinca » nelle Confessioni consacra un attimo immortale nella storia del sentimento romantico. Nel fervore della giovinezza, mentre c'erano, a Parigi, molti poeti, e si schieravano a battaglia, Jammes s'accostò al Mtrrure de Frane* e al Simbolismo, senza professarne : e senza quasi conoscerne, i principii teorici ; del resto, come creatore di poesia, Verlaine non era più simbolista di Jammes. Tutti compresero l'intimo dono' e la freschezza del nuovo poeta: anche gli ultimi parnassiani, così fieri e accigliati di fronte ai giovani ribelli. Con la sua arguzia bonaria, Jammes ci racconta che un giorno ascoltava, affascinato, il canto del cuculo ; aveva qualcosa a ridire sui costumi di quell'uccello : it Eppure, quell'animale è un poeta, come diceva un tempo di me José-Maria de Hérédia... »: Hérédia, il fabro impeccabile dei Trofei! Quando c'è davvero la stoffa, gli uomini dell'arte si riconoscono, aldi sopra d'ogni dissidio di scuola. Più tardi, e troppo modestamente, lo Jammes dichiarò di mettersi al sèguito di FrancoisCoppée, di cui ammirava Lenhnmhle* e Leu in ti mi tèa ; e, se si vuole, « le pauvre pion doux et sale » di Jammes non è privo di affinità col o petit épicier » piagnucoloso di Coppée: è questa la zona su cui ha potuto esercitarsi, e acuminarsi, la critica di protesta di Pierre Lasserre , nelle L'linj>e/les litlémvres: è la zona che si estende ai romanzi provinciali, dove Jammes, innegabilmente, abusa un poco della pazienza e dell'ingenuità dei suoilettori. E c'è un sentimentalismovago, generico, che si delineanelle stesse elegie del Deuil desPrimenères e io apparenta aCharles Guérin e ad Albert Samain, i quali insomma rappresentano il limite Sud (voglio ben dire il limite inferiore) di quella poesia Ammesso tutto ciò. in ossequioalia giustizia più severa, un vaio-re d aite intero e sicuro resisteiiell'arioso disegno, e in ogni ver-.1 onmei), e si dif-di .1 enn il fonde, si rifrange in innumeripoesie, nel Roman du Lièi-re, nell'ulte, lìintiqne. nell Amour, le*.Wiise.i et In < linsxe, ove la s"*« memoria d'oro » ritorna per tut-ti i sentieri ombrati e sereni della sua vita, ad irretire le formepiù semplici della natura, insiemeeterne e fuggevoli. Basta eh eglinomini uno dei suoi fiori, o levio levila fronte ai monti ed al cielo, col. suo sguardo glauco; ed ogni VOI-ta risorge l'incanto purissimo dJammes. , Ferdinando Neri pezzo tedesco anticarro. Messa batteria

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