I primi colpi di badile di Antonio Antonucci

I primi colpi di badile lo sbarramento del lago Maggiore I primi colpi di badile L'operosa giornata alla presenza dei Ministri Thaon di Revel e Cobolli-Gigli (DAL NOSTRO INVIATO) Novara, S novembre. Discorsi veri e propri, no, non ce ne sono stati, ma la grandiosità dell'opera diretta a sbarrare il Lago Maggiore per fornire al Ticino'l'acqua sufficiente al miglior rendimento agricolo di cinque Provincie, necessitava di una presentazione. Domani parleranno i fatti compiuti, oggi hanno parlato anche gli uomini che si accingono a compierli. Da quanto ha detto il gr. uff. Sileno Fabbri, presidente del « Consorzio Ticino », fissiamo subito quest'edificante raffronto: «H 28 aprile, 1884, quando fu inaugurato il canale Villoresi derivato dal Ticino, alcuni ministri che si trovavano in Piemonte preferirono assistere a un banchetto elettorale piuttosto che all'inaugurazione stessa, malgrado l'importanza della nuova opera per l'incremento dell'agricoltura in una delle più importanti Provincie d'Italia. Oggi, due ministri dell'Italia Fascista sono qui tra noi, venuti espressamente per attestare che, ovunque il popolo italiano si accinge a grandi imprese, ivi lo Stato è presente, non per semplice formalità ma per sorreggerle con il suo prestigio, con la sua forza morale e finanziaria ». Pei* il Duce I due ministri, quello delle Finanze Thaon di Revel e quello dei Lavori Pubblici Cobolll Gigli, provenienti rispettivamente da Torino e da Milano, sono giunti alle dieci al bivio di Castelletto Ticino, dove li attendevano 11 prefetto di Novara Letta, il segretario federale Paladino e altre autorità della provincia. L'albergo in- cui hanno sostato per un attimo era tappezzato da un manifesto del comune, inneggiante all'avvenimento e pieno di grata riconoscenza « per il Duce che questa- opera volle affinchè il lungo sogno fosse oggi vivente realtà ». "Si- tratta infatti di un sogno a metraggio considerevole, se l'inizio risale ad almeno otto secoli, quando cominciò a diventare parzialmente tangibile per iniziativa dei milanesi. Il Lago Maggiore con i suoi duecento chilometri quadrati di superficie e l'abbondanza di . acqua nei periodi di morbida (disgelo) stava come una provvidènza a disposizione dell'uomo. Interessi contrastanti tra provincia e provincia, tra comune e comune, antipatie personali del tecnici o urti politici, l'incapacità democratica a « pensare grande », fecero si che 11 dono potenziale rimanesse inattivo o venisse soltanto considerato da ordini del giorno ammuffiti in archivio. Il Regime Fascista e la volontà illuminata, del Duce han permesso il miracolo. H popolo lo sente e il Duce plana come angelo tutelare sulle zone beneficate, spicca a caratteri cubitali nei cantieri pronti al lavoro, è gridato da migliaia di voci, è esaltato con scritte inneggianti, con la policroma riproduzione delle Sue frasi più memorabili sulla santità della terra e del lavoro che la feconda, con espressioni di fedeltà illimitata. A Campo della Miorina, nei cui pressi sorgerà la diga di sbarramento, erano adunate tutte le maestranze e gli impiegati della Savoia-Marchetti, circa settemila persone, unitamente alle organizzazioni fasciste e alle popolazioni dei villaggi vicini. II colpo d'occhio è magnifico. Sventolio fitto di bandiere, musiche, canti di bimbi. . L'inizio del lavoro Sotto la rapida scarpata il Ticino guarda con tranquilla malinconia il bel sole autunnale che non lo. raggiunge, e non sembra preparato al fatto rivoluzionario che sta preparando al suo corso il lavoro dell'uomo. Due ministri, i prefetti e i segretari federali di cinque Provincie con le autorità minori, lo contemplano come una fonte di ricchezza mentre don Giù seppe Cattaneo, prevosto di Castelletto, benedice in nome di Dio quest'umana poesia della terra ab bracciata da un ordine sociale che le vuol bene come madre. A benedizione ultimata e dopo le parole di Sileno Fabbri che il lustrano in cifre i vantaggi dell'opera, il ministro Cobolll Gigli assicura che i lavori « iniaiati oggi per volontà del Duce, saranno proseguiti con lo stile fascista, coraggioso e imperterrito sino alla fine », Egli, e il ministro delle finanze, porteranno domani al Duce la certezza che il popolo sente in lui la sorgente della propria resurrezione morale ed economica; e, intanto, perchè i fatti comincino a parlare, ordina: « Camerati operai, al lavoro... ». Rispondono grida altissime: «Duce! Duce! Duce! » mentre una schiera di lavoratori, armati di badili e di pale, si lancia di corsa' verso l'argine, lo scavalca e, oltre l'orlo, centinaia di braccia robuste si abbattono con ritmo festoso sul disordine secolare della natura libera, per iniziarne la regolazione con opere d'arte. E' uno spettacolo di forza che esalta e commuove. Ora i ministri si accingono a spostarsi verso il secondo punto da celebrare, laddove il canale Regina Elena disporrà del Ticino per 20-25 metri cubi di acqua al minuto secondo. Ma prima che essi raggiungano le automobili sono circondati da schiere di bimbi che cantano, offrono fiori, scandiscono il nome del Duce. E' una scena che si ripeterà via via in ogni centro abitato, con identico schietto entusiasmo, con quella fede ripetutamente espressa da infiniti striscioni che dicono: « Duce in Te e per Te viviamo tutti noi ». Cuori in festa L'aspetto della natura dove si fcBzlerà il canale Regina Elena non è;meno suggestivo del primo e dà Inoltre u..a sensazione immediata della mole del lavoro da compie¬ reraradeunAncolaprtol'odeRereepdoè gusepenorabrl'itrcoziRespcunaEvotoenil msospsebozimDtaprevtel'ntepladcaddsiincmGaspnCslalnasvqsatptesttcmtatucdlttapiimplcaalastmllgu re, poiché il fiume è subito sbarrato da una collina, quasi a scoraggiare ogni ardimento deciso a deviarlo. Sulla sommità, è pronto un motore che aziona una sonda. Ancora qualche minuto e un tubo comincierà a bucare le viscere della terra per studiarne gli strati' e preparare quindi la galleria sottostante. Qui, dopo la benedizione, parla l'on. Mario Fregonara, presidente del comitato promotore del canale Regina Elena, il quale, dopo avere premesso che « il fortunato epilogo del progetto — secondo la sua intima certezza — è anche dovuto al nome augurale che porterà legato nei secoli il ricordo della prima Imperatrice italica e quello della rinnovata ricchezza della nostra terra un tempo assetata », illustra brevemente la portata pratica dell'iniziativa pregando i Ministri di trasmettere al Duce i sensi dì riconoscenza infinita della popolazione. Risponde S. E. Thaon di Revel traendo buoni auspici dallo splendore del sole, promessa sicura di alta fecondità non appena sposato all'acqua e alla terra. Ed ordina quindi l'inizio dei lavori con un saluto al Re Imperatore e al Duce. Subito, tra grida entusiastiche e salve di cannoni, il pesante martello della sonda comincia a battere con ritmo gioioso sul tubo che esplora la terra. La cerimonia è finita. Sull'alta spiritualità che ha avvolto tanti semplici cuori di gente sana e laboriosa, scende ora una soddisfazione di carattere comune ma non meno simpatica: per volere del Duce, ai lavoratori sarà assegnata una paga doppia. L'entusiasmo prorompe di nuovo in fortissimi evviva. I Ministri e il seguito hanno par- tecipato a un rancio servito nel-l'aeroporto di Cameri. Era in tutti noi vibrante l'eco delle ore vissu- te a diretto contatto con il nostro popolo e la sensazione precisa della grande opera che darà un colpo decisivo alla battaglia autarchica per i foraggi dai quali dipende la nostra indipendenza in fatti di carni e di grassi. Cosi la lirica si mescolava all'economia pratica in mirevole armonia. Dobbiamo convenire che l'epoca in cui viviamo è straordinaria. Antonio Antonucci

Luoghi citati: Cameri, Italia, Milano, Novara, Piemonte, Savoia, Torino