I navarresi sono giunti a toccare le acque dell'Ebro di Riccardo Forte

I navarresi sono giunti a toccare le acque dell'Ebro I ROSSI CEDONO I navarresi sono giunti a toccare le acque dell'Ebro Da due giorni i repubblicani apprestano le passerelle per ripassare il fiume (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) Burgos, 4 novembre. L'Ebro è stato raggiunto materialmente oggi su due punti dalle truppe di Franco. I rossi, inseguiti dai fanti nazionali, hanno passato precipitosamente il fiume all'altezza di Miraset. La zona di resistenza repubblicana, cosi colpita da due tagli nella parte centrale, è ora divisa in tre bracci. Il fronte centrale, più piccolo, è compreso fra i due punti in cui è stato passato il fiume e praticamente distrutto. Il settore meridionale è già in via di rastrellamento e solo nel settore settentrionale, che è anche il più vasto, rossi possono ancora fermarsi in attesa della battaglia che incalza dal sud e che tutto spazza dinanzi a sè. , Dura ma continua avanzata La giornata odierna ha portato a logica conseguenza della vittoria ottenuta ieri a PineiJ dalle ruppe di Franco. Gli ultimi sbarramenti delle colline che incorniciano l'Ebro sono caduti. Il fiume, già dominato ieri dalle armi dei nazionali segna di nuovo da oggi n alcuni punti la linea del fronte primitivo. La rioccupazione della riva, destra dell'Ebro nel settore Gandesa-Ascò si è dunque iniziata oggi, ma il raggiungimento del fiume coincide col declinare della resistenza nemica, con l'esaurirsi delle sue riserve, col diluirsi della ua combattività. L'esercito rosso è stremato e la battaglia che non ha quasi un giorno di sosta dal 27 luglio, altro non è che un logorio quotidiano, fissa pud durare ancora parecchi giorni per 7'eìimtnazione della resistenza rossa nela parte settentrionale della zona dell'Ebro ma può anche durare brevemente. La vittoria finale porà essere abbreviata dal disfacimento progressivo della massa combattente nemica. L'avanzata è cominciata stamane, dopo il consueto bombarda* mento d'artiglieria, in tre direzioni: sul massiccio di Los Caballos, a'nord-est di Pinell e a sud-est di Pinell. Da domenica si guadagna una quota dietro l'altra, si scalano e si conquistano le alture di questo groviglio di rocce. E' un procedere attraverso montagne aride, un'accanita marcia fra costoni e avvallamenti, fra creste e burroni che le mitragliatrici nemiche hanno difeso passo a passo. Oggi è stata conquistata una serie di nuove alture che sono a circa tre chilometri in avanti dal sistema centrale di vette ove i nazionali si erano insediati domenica avanzando verso l'Ebro. I navarresi hanno espugnato la quota 307 e la quota 301, poi più a sud e più vicino alia Detta centrale la quota 427. Infine, all'estremità settentrionale della Sierra de los Caballos la bandiera bicolore è stata spinta fin sotto la quota 381, nota anche col nome di Monte Salvatierras, ciò che allarga il fronte d'attacco nazionale e lo protegge all'estrema sinistra contro possibili sorprese. I rossi in questo settore resistono molto. La loro combattività è ancora vivace. Nella mattinata, dopo avere perduto le quote 307 e 301, essi hanno tentato di recuperarle, scagliando alcuni contrattacchi, ma sono stati respinti. Grazie all'avanzata "di oggi sul massiccio di Los Caballos, si può dire che le estreme pendici orientali del massiccio sono state prese. Ora le truppe potranno procedere più rapidamente verso la valle ed allinearsi anch'esse sulla strada da Gandesa all'Ebro e oltre la strada fino all'Ebro. Più rapida e più impressionante è stata l'avanzata compiuta da Pinell al fiume. I repubblicani possedevano ancora tutte le colline di là da Pinell, quelle che costituiscono l'estrema barriera montuosa dell'Ebro. Dopo avere conquistato la quota 317, la più alta di questo gruppo di alture verso la quale si era spinta già ieri una puntata offensiva dei navarresi, questi hanno avanzato ancora attraverso le ondulazioni sempre più miti del terreno fino al monte Aliga a quota 383, da non confondere con la Punta di Aliga conquistata lunedi scorso. La conquista di Monte Aliga Alle il di mattina il Monte Aliga era impetuosamente assalito e conquistato dopo un breve ma aspro combattimento. La resistenza rossa già cedeva. Il nemico qui non ha la stessa combattività che nel massiccio de Los Caballos. All'una del pomeriggio i navarresi giungevano al monte della Cueva Alta a quota 220, collinetta bassa a forma conica, il cui lato orientale non è altro che la riva stessa dell'Ebro. fi fiume scorre a circa 300 metri dalla cima. Anche la Cueva Alta è stata conquistata. L'Ebro era raggiunto. Parallelamente al fiume, a meno di 500 metri dalla Cueva Alta, c'è il villaggio di Miravet, uno dei primi che i rossi occuparono quando attraversarono l'Ebro agli ultimi di luglio. I rossi, che non dispongono più che della parte settentrionale della loro primitiva zona di occupazione dell'Ebro, possono da doma ni venir'attaccati da sud verso nord. L'attacco sarà difficilmente fronteggiato. La validità delle lo ro fortificazioni, costruite molto al di quo dell'Ebro, di faccia alle linee occidentali dei nazionali, diviene precaria poiché l'assalto viene dal sud e anche dal sud-est. I rossi che si credevano ai sicuro nei loro trinceramenti, sono presi alle spalle e dovranno parare a due minacce simultaneamente. II terzo settore dell'avanzata è stato quello a sud-est di Pinell. Il fiume è, in questo punto, ancor più vicino al paese. I navarresi hanno superato facilmente l'ultima barriera di collinette che precede l'Ebro ed hanno raggiunto nelle prime ore del pomeriggio il punto di confluenza del fiume Canaletas con l'Ebro. Tutto il tratto di riva, compreso fra il Miravet ed il Canaletas è, praticamente, già occupato. Quattro divisioni distrutte Così- la sconfitta rossa sulla riva destra dell'Ebro, se è grave per il. territorio perduto — tutta la zona della riva compresa fra Pinell e Tortosa dev'essere considerata sacrificata irrimediabilmente dai rossi — ha effetti in verità più notevoli nella compagine combattente nemica. Nei cinque ultimi giorni di battaglia, cioè da domenica a giovedì, la massa rossa ha subito un logorio davvero impressionante. Le divisioni Campesino e Lister, la divisione 43* — quella famosa unità comandata dal contrabbandiere Antonio Beitran che tenne due mesi un angolo dei Pirenei sulla frontiera francese — e infine la divisione internazionale o 45*, possono ritenersi, secondo dati che affluiscono da diversi punti del fronte, fuori combattimento. Queste quattro divisioni erano le più forti dell'esercito rosso. L'aviazione nazionale e quella legionaria, che hanno sorvolato continuamente il fronte dell'Ebro, segnalano che tutto ieri e oggi i rossi avevano febbrilmente lavorato ad apprestare numerose passerelle, sulle quali, al tramonto, le truppe, sbandate, si affollano. La battaglia continua con ritmo rapido, su tutto il fronte. I carri d'assalto legionari sono stati visti marciare, nel tardo pomeriggio, in direzione di Mora de Ebro, a sette chilometri dalle linee attuali. Riccardo Forte Soldati ungheresi in perlustrazione per snidare I oomunis ti ohe nei giorni scorsi avevano cercato dì creare disordini nei territori destinati a essere retrocessi all'Ungheria

Persone citate: Antonio Beitran, Dura, Lister, Rossi

Luoghi citati: Burgos, Ungheria