Una nuova pagina di storia sta per essere scritta nel palazzo del Belvedere di Giuseppe Piazza

Una nuova pagina di storia sta per essere scritta nel palazzo del Belvedere L'odierno convegno di Vienna Una nuova pagina di storia sta per essere scritta nel palazzo del Belvedere L'arrivo di Von Ribbentrop - Il conte Ciano arriverà stamane - Si attende una rapida decisione (DAL nostro inviato) Vienna, 1 novembre. Ancora una volta il nome di Vienna torna a collegarsi con un avvenimento storico costituito da un congresso diplomatico; e questo inteso a risolvere pacificamente una inasprita controversia, a sedare in giustizia un più grave e complesso dibattito internazionale. Si tratta di modificare frontiere di nazioni, di rinnovare destini di popoli, scongiurando il flagello minaccioso della guerra, assicurando alle parti in causa l'equa compensazione dei relativi diritti e facilitando i rapporti e l'avvenire delie nazionalità destinate a vivere in quel più stretto contatto che spesso provoca gli attriti più violenti Corollario di Monaco Questo arbitrato di Vienna, in cui concorrono parti in causa la Cekoslovacchia e l'Ungheria e in cui sono chiamati giudici l'Italia e la Germania, si presenta come la conseguenza necessaria delle trasformazioni dell'ultimo mese nell'assetto dell'Europa centrale e logico corollario del convegno a quattro di Monaco e delle inerenti deliberazioni e stipulazioni. Forse non era possibile, e i fatti hanno dimostrato che non è stato possibile, che Ungheria e Cekoslovacchia addivenissero direttamente a un proprio accordo come espresso nei voti di Monaco, ma è da rallegrarsi che si siano accordate abbastanza pianamente su questo punto: nella richiesta dell'arbitrato e insieme nella designazione degli arbitri. Le dite grandi Potenze che sono state scelte a dirimere la questione e a sentenziare definitivamente garentiscono appieno la consapevolezza, l'imparzialità, e l'autorità del verdetto: antesignane dell'evoluzione politica europea del nostro secolo altrettanto che depositarie di tradizioni millenarie, rappresentanti da sè sole la nuova Europa, sono in grado da sovrastare a ogni particolaristico interesse di Stati minori, inquadrando e riassumendo ogni superata questione in una larga visione di pacificazione durevole e di sistemazione proficua per lutti. Al convegno di domani, come si sa, gli arbitri Italia « Germania saranno rappresentati dai rispettivi ministri degli esteri il conte Ciano di Cortellazzo e von Ribbentrop. Il conte Ciano arriverà domattina alle ore 8 col treno di Roma alla stazione dell'ovest. Von Ribbentrop è arrivato oggi alle 17,30 da Berlino. Con lo stesso treno è arrivato l'ambasciatore d'Italia a Berlino S. E. Attolico. E saranno inoltre presenti domani ti nostro 7iiinistro accreditato a Budapest conte Vinci e il ministro a Praga Franzoni. La delegazione ungherese sarà composta dal ministro degli esteri De Kanya e dal ministro Teleky; la delegazione ceke-slovacca dal ministro degli esteri Chvalkowsky che rappresenta il governo di Praga, dal reverendo Tisó capo del governo autonomo della Slovacchia e da mons. Voloscin succeduto al deposto Brody nella presidenza del governo della Russia subcarpatica. Questi i personaggi principali che convengono per partecipare all'arbitrato; con loro numerosi consiglieri tecnici, periti, segretari. Provvedimento rapido I lavori del processo d'arbitrato si inizieranno alle ore 9 di domattina. Dat-ì che le questioni in di scussione sono ormai state esau rientemente dibattute fra le parti, dato che gli arbitri hanno già avuto modo e agio di esaminare tutto il materiale documentario e di misurare e ponderare ogni argomento e di accordarsi in merito, si prevede che si procederà molto rapidamente alle deliberazioni. Non è eccessivo ottimismo presumere che probabilmente entro domani stesso l'arbitrato di Vienna sarà un fatto compiuto. Basta pensare che a Monaco si dibatterono anche più grosse questioni, si dibattè l'argomento fondamentale della questione di questo riassetto dei- smemleccdlavlon. , • • ■ l'Europa centrale e affrontando il^problema in un aspetto per molta parte non considerato precedente-mente; eppure tutto fu risoluto e1 a l e i o o , o è e i à e è a sanzionato in poche ore. Il dinamismo caratteristico della nostra età ha penetrato oramai e, specialmente proprio per impulso dell'Italia e della Germania, ha penetrato e informa anche i più importanti, capitali atti diplomatici: quelli per cui un tempo discussioni e scambi di punti di vista e trattative si prolungavano pigramente e mesi e anni. La preparazione, ogni preventivo studio, l'elaborazione dell'atto che si attende dagli arbitri oramai è certo già portata cosi innanzi da potersi ritenere esaurita; e probabilmente ripeto che non si richiederà più della giornata di domani perchè Ciano e von Eibbentrop si pronunzino concordi. Una degna e solenne cornice si prepara all'avvenimento in uno dei più famosi e fastosi palazzi della Vienna imperiale: il congresso dell'arbitrato si riunirà neJ Belvedere, il palazzo già del principe Eugenio di Savoia, il grande condottiero. Lui lo fece costruire sul prin cipio del '700; e l'architetto Giovanni von Hildebrand l'elevava in bel barocco italiano. Consta in realtà di due palazzi, il Belvedere di sotto dove abitò il principe Eugenio e il Belvedere di sopra, stupendamente decorato da Claudio Le Fort Du Plessy e destinato specialmente a ricevimenti e feste. Fra l'uno e l'altro palazzo e la serie dei minori edifici connessi fra cui notevoli i bracci d'edificio delle scuderie spazia un magnifico giardino composto nello stile francese dal bavarese Gerard capo giardiniere dell'imperiale corte di Vienna. Qui terrazze e aiuole e chioschi si susseguono e si alternano in leggiadra armonia; e gruppi statuari figurano allegoricamente i dodici mesi dell'anno. E di qui si gode una spettacolosa vista Sull'intera città. Dopo la morte del principe Eugenio succeduta nel 1736, poco più tardi il Belvedere fu acquistato dall'imperatore Francesco I. E nel 1776 veniva ivi collocata, nel pa- DmmdVvgacmpdavrltsCumnncpadvlganclazzo del Belvedere di sopra, e rior-\dmata la pinacoteca imperiale; mentre nel Belvedere di sotto trovava posto la raccolta di antichità artistiche e di armi. Nel secolo scorso e sul principio di questo secolo queste accolte erano trasferite al Museo Imperiale. Nel 1903 il Belvedere di sotto diventava Galleria d'arte di proprietà dello Stato austriaco; e due anni dopo vi figurerebbero i celebri marmi d'Efeso. Quasi contemporaneamente il Belvedere di sopra diventava la dimora dell'erede al trono absburgico l'arciduca Francesco Ferdinando. E di qui precisamente, da queste auguste sale, da questa soglia, Francesco Ferdinando parti nel 1914 Per Quel viaggio nella Bosnia e nella Erzegovina che doveva concludersi con la tragedia di Serajevo che doveva, dar principio alla guerra mondiale. Mario Bassi La fiducia dell'Ungheria nelle dichiarazioni di De Kanya (Dal nostro inviato) Budapest, 1 novembre. Prima di partire per Vienna il capo delle delegazione ungherese signor De Kanya, ministro degli Esteri, ha fatto le seguenti dichiarazioni alla stampa: « La nazione ungherese guarda con la massima fiducia all'attività degli arbitri. Essa accoglie con gratitudine sincera l'opera coscienziosa e piena di abnegazione con la quale essi hanno intrapre so la soluzione del difficile coni pito. Si deve sopra tutto ad essi se si è riusciti effettivamente a ridurre a un solo mese il termine |di tre mesi che era stato fissato a Monaco per lo svolgimento delle trattative ungaro - cekoslovacche. Non è necessario che io insista a rilevare come, secondo le nostre previsioni, il termine di tre mesi sarebbe risultato pericolosamente lungo. Constatiamo d'altra parte con soddisfazione che si è riusciti a far accettare nella più delicata questione politica al governo cekoslovacco l'idea della sistema- , l^ a gruppi dei nostri rapporti futuri :-! col vicino settentrionale ». e1 Questa dichiarazione del signori De Kanya rispecchia perfettamente quello che è lo stato d'animo dell'intera nazione ungherese di fronte al tribunale arbitrale di Vienna: soddisfazione per l'intervento dei rappresentanti delle due grandi Potenze dell' Asse, ■ grazie alle quali un conflitto che minacciava di prolungarsi pericolosamente per la pace di Europa sta per risolversi con procedura rapida e in modo definitivo; fiduciosa attesa che il responso arbitrale verrà a dare giustizia all'Ungheria, riunendo alla Madre Patria le popolazioni di quei territori abitati da gruppi etnici magiari che sono stati avulsi a beneficio della Cekoslovaccha. La partenza della delegazione ungherese si è avuta nel tardo pomeriggio. Oltre al signor De Kanya, fanno parte della delegazione il miniatro dei culti e dell'educazione, Telekl, 11 ministro plenipotenziario Csaki, il segretario di Stato per le questioni minoritarie Tibor Patacki, il consigliere del ministero degli Esteri Kuhl, oltre ad alcuni funzionari ministeriali ed esperti in materia di statistica e d' etnografia. Con lo stesso treno della delegazione ungherese partivano per Vienna il ministro d'Italia a Budapest conte Vinci e il ministro di Germania conte Erdmannsdorff. Secondo quanto annunciano i giornali, nel percorso da Budapest a Vienna il rappresentante italiano ha avuto un lungo, cordiale colloquio con il signor De Kanya. SI rileva inoltre come il partito unificato delle minoranze etniche ungheresi di Cekoslovacchia abbia inviato alla riunione di Vienna il deputato Andrea Jaross, accompagnato dall'esperto in materia etnografica Stefano Revay, entrambi In qualità di osservatori. Benché in questi ambienti sembra farsi strada il convincimento che il tribunale arbitrale di Vienna limiterà il suo giudizio essenzialmente al problema della minoranza magiara, al di fuori cioè del Slovacchia propriamente detto, si rileva come la inclusione di monsignor Voloscin, capo del governo ruteno, nella delegazione designata dal Governo cekoslovacco, dimostri che da parte di Praga non ci si perita di agitare di fronte agli stessi arbitri di Vienna il fantasma di una Rutenia autonoma. Prima di partire per Vienna, Voloscin è stato d'altronde costretto a sciogliere d'urgenza il consiglio generale ruteno di recentissima nomina, per soffocare qualsiasi espressione della voce popolare e impedire che a Vienna giungesse l'eco di quella che è la vera volontà del popolo ruteno. G. T. \Mem&bdel^ Ruttìnia e della e l o . o . e , l a a o a a l e i a n e S. E. Ciano riceve al Brennero il primo saluto del Reich Brennero, 1 novembre. Col rapido delle 19,30 è qui transitato diretto a Vienna S. E. Ciano. Alla stazione si trovavano il comandante delle S. S. di Innsbruck, il Borgomastro di Innsbruck ed altri funzionari del Reich, che sono venuti ad incontrarlo al Brennero per portargli il primo saluto della terra germanica. Il nuovo ordine europeo si organizza intorno all'Asse Berlino, 1 novembre. L'atto con cui la Cekoslovacchia e l'Ungheria, dopo aver invano tentato di accordarsi tra loro, si dli cmarano pronte ad accettare la dea i( £ arDÌtrat0 dell'Italia e e | a e . a e i e e i a delia Germania, sulle questioni etnografiche che interessano loro e l'Europa, e la deliberazione delle due Potenze di prestarsi a tale atto, giustamente appare a questa stampa come l'epifania di un nuovo ordine, sia morale che politico, che definitivamente si sostituisce all'antico, entrando per la prima volta in azione. Che le Potenze deliberanti e ga- di quest'ordine della pace i : slano due sole, e cosa la quale e Den lungi dal contraddire al carat- ri fere eminentemente ed intensa¬ mrEtctbèemanccnèmprupiqnmefdduslfimdfzicumdcnlaoeslfld mente europeo del loro atto. L'Europa non è numero, ma è qualità. E di questa qualità sono ad un tratto le due Potenze dell'Asse che, In questa epifania significativa, appaiono depositarie. Indubbiamente — notano i giornali — è la forza formidabile ricostituita e cresciuta delle due Potenze, in maniera parallela e corrispondente agli interessi europei che esse hanno da difendere e da far valere ciò che ha compiuto il miracolo, che ha fatto di esse « due grandi naturali garanti della pace »; non è colpa loro se, corrispondentemente a questa loro accresciuta potenza, anche 1 due loro interni regimi sono tali da conferire loro una intima capacità e libertà di politica estera, tale quale altri — impigliati in crisi interne, dalle quali non riescono a svilupparsi — non dimostrano o dimostrano In misura tanto minore. L'ordine sostituisce il caos Tutto considerato — nota ad esempio la Nachtausgabe — è un fatto obiettivo che « Praga e Budapest abbiano ceduto a che 11 giudizio sulla lotta di nazionalità fra ungari e slovacchi sia pronunciato soltanto dalla Germania e dall'Italia. Con ciò esse hanno posto la fiducia nelle due nazioni a fondamento della pace europea. La base di questa fiducia è certamente la forza di queste due grandi Poteri ze, e nulla meglio di ciò potrebbe illuminare 11 grande mutamento che si è compiuto in Europa negli ultimi tempi, nel quali Italia e Germania sono appunto diventate le due garanti massime della pace del continente ». Considerazioni del medesimo genere fa anche la Boersen Zeitung, la quale nota come quel diritto di auto-decisione che più di vent'anni or sono fu prima promesso per essere poi negato con tanto cinismo, acquisti ora la sua piena realizzazione nell'arbitrato di Vienna. « In contrasto con i principi che furono padrini della creazione dello Stato cekoslovacco, i principi della politica tedesca ed italiana costituiranno ora la condizione e la premessa per il mantenimento di una vera pace. Con ciò questa conferenza italo-tedesca, a cui sono anche invitati i ministri di Cekoslovacchia e d'Ungheria, ed a cui tutto il mondo guarda, che si svolge nella redenta capitale dei congressi d'Europa, non mancherà di rivestire una portata vastamente europea; e nello storico suolo di Vienna i due ministri dell'Asse si riuniscono per creare uno stato di cose il quale rechi in sè la garanzia per un avvenire pacifico Fer tutti gli interessati, come per Europa. La conferenza di Vienna del 2 novembre 1938 reca un contributo alla pace non meno miliare di quello di Monaco ». h'Angriff, il quale mette, insieme con molti altri giornali, in rilievo il fatto che del resto nei recenti colloqui di Roma, che hanno preparato la conferenza, non pos sano a meno di aver avuto parte importante, oltre alla questione specifica, anche tutte le altre questioni vive della politica europea: osserva al paragone come, prima che la Germania ridiventasse una grande Potenza, era la Francia la quale pretendeva di dettar legge e di fare da arbitra nel MedioEuropa, ma le conseguenze di ciò erano la desolazione ed il disordine politico, laddove ora dalle conferenze di Monaco e di Vienna comincerà a crearsi l'ordine dove prima era il caos. Il patto italo-inglese Generale è del resto in tutta la stampa la tendenza di estendere il valore ed il significato della conferenza di Vienna, in rapporto allo spirito ordinatore da cui essa emana, e che ha avuto certamente una completa espressione nei colloqui di Roma che l'hanno preparato, ben oltre la trattazione specifica della materia nazionale slovacca e ungherese su cui è chiamata a deliberare, per spaziare nel campo più vasto di press'a poco tutte le questioni vive europee. Il Berliner Tageblatt, il quale assai giustamente richiama, a proposito dell'odierno viaggio del Ministro Ciano e del signor Von Ribbentrop a Vienna, quello di circa due anni or sono del medesimo gvplytmBlaimmqt—qtdelsgmoztmptF—lddFfcnmsministro degli Esteri italiano e deli a e a e e mzcddcapdgad. , gnola e bolscevica. Spirito questo vastamente europeo che ha sera- pre accompagnato l'Asse in tutta | la sua ormai ricca carriera attra-iyerso gli episodi della movimen- tata ed agitata storia politicai mlnistr'o del Reich Von Neurath a Berchtesgaden, da cui nacque l'Asse, e forse con esso la prima alba della nuova Europa, ricorda in proposito come non bisogna dimenticare che fin dal primo momento l'Asse non fu costituito per questioni limitate, centrali o continentali, ma anzi nacque — dice — da questioni mediterranee, le quali culminarono nelle importanti dichiarazioni di Berchtesgaden riguardanti la politica spa europea degli ultimi anni, Perciò il giornale rileva come la Germania abbia salutato con soddisfazione l'iniziativa del signor Chamberlain per un patto mediterraneo con l'Italia e saluti ora con altrettanta viva soddisfazione la prontezza britannica a tradurre in atto questo patto, a mezzo del riconoscimento dell'Im pero, cosi incomprensibilmente ri tardato dall'Inghilterra e Francia. « Certo — aggiunge il giornale — le due Potenze dell'Asse non si lascleranno mai Indurre ad accordi i quali possano ritardare o rendere difHcile la vittoria finale di Franco. L'Asse non forma certo fronte contro nessuno, e nemmeno contro le Potenze occidentali; ma non può essere ridotto a compromessi e a mezzi termini ». Le colonie A questo punto 11 giornale osserva come nel colloqui di Roma certamente non ha mancato di avere la sua parte la questione co dalìa|loniale tedesca, nello spirito sud- ; detto, scevro da qualsiasi compro- messo; tanto peggio per le tendenze recentemente manifestatesi in qualche parte, di irretire questa questione allargandola In un più vasto campo internazionale, ovvero tirandovi dentro qualche altra nazione, tendenze che equivalgono e nemmeno di riunirlo in un collettivismo falso ed interessato; ci sono sempre state delle zone di a tentativi d'inversione, i quali non :hanno alcuna speranza. iLa Germania vuole le sue co- Ionie e non quelle degli altri. Non c'è bisogno per questo di sconvol- gere o di rimaneggiare il mondo, !frizione tra varie nazioni, come cene sono state fra Italia ed Inghll- terra o tra Francia e Germania; ed al modo medesimo si risolveràanche questa questione, nel nome dell'Asse. Le due Potenze dell'Asse sono sempre pronte a delle ententes nel senso d'intese, per ripetere una frase dello stesso signor Daladler, a proposito del viaggio di Von Ribbentrop a Roma Circa le voci corse di una immi-nente trattativa di avvicinamento franco-tedesco, sia a mezzo di unpatto che di una dichiarazione, viè oggi il «Hamburger Fremden- blatt » il quale scrive che le vocicorse di una offerta in tal sensoda parte della Francia non sonodel tutto prive di fondamento; ilgiornale aggiunge che del restonon è già un patto a quattro ciòa cui si pensa, bensì è la sistema-di una dichiarazione4 franco6-tede:zione dei rapporti fra i due Assi ed i loro poli; circa l'argomento, che anch'esso ha fatto oggetto delle voci corse in questi giorni,sca, sul tipo di quella conclusa a Monaco fra Inghilterra e Germania, il « Danziger Vorposten », di cui sono note le fonti ufficiose, scrive oggi che nei circoli berlinesi tali informazioni sono dichiarate per ora premature. L'atmosfe-ra franco-tedesca è ' certamentemigliorata, come ha or ora dimo¬strato la cordialità del colloquioultimo dell'ambasciatore Francois Poncet col Fuhrer; ma prima che la situazione sia del tutto chiarita occorrerà certamente una più lunga preparazione. Giuseppe Piazza